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La Raggi e Marino stesso destino?


helios
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Virginia Raggi e Ignazio Marino. Stesso destino?

Enrico Pazzi
08 luglio 2016 03:49

Riflessioni sparse all’indomani della prima seduta del Consiglio comunale di Roma e della nomina della giunta di Virginia Raggi. “Non è politica, è Roma”. Virginia Raggi come Ignazio Marino. Virginia Raggi e il Movimento 5 Stelle hanno dato seguito allo slogan maldestro che fu di Ignazio Marino, con una giunta tutta tecnica. Non ci sono esponenti politici grillini e ci sono due ragioni: la prima è che il Movimento 5 Stelle a Roma non ha al momento una classe politica all’altezza per governare Roma; la seconda è che il Movimento 5 Stelle non garantisce sul risultato della giunta e non ha voluto quindi impegnare nessuno dei suoi. Eccezion fatta che per Daniele Frongia, vicesindaco con la delega allo sport e Virginia Raggi che si è tenuta la delega al personale.

Al massimo, il direttorio del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo e Davide Casaleggio, quando si materializzeranno i problemi e i conseguenti dissidi tra le correnti interne e a fronte delle proteste dei romani, manderanno a sbattere il duo Raggi - Frongia, con malcelato compiacimento del trio Roberta Lombardi, Paola Taverna e Marcello De Vito. La giunta per com’è oggi è un ammasso di nomine comandate dai vari potentati del M5S, rubacchiate un po’ a destra e un po’ a sinistra. Tra un anno la giunta cambierà volto. Necessariamente. Parimenti, non è difficile prevedere come Virginia Raggi possa seguire il destino di Ignazio Marino: sfiduciata dal suo stesso Movimento e lasciata da sola dinnanzi al dissenso diffuso della cittadinanza.

La fantasia al potere. La Raggi e la sua giunta non hanno scusanti, potendo contare su ben 29 consiglieri del Movimento 5 Stelle. Potranno proporre ed approvare tutti gli atti che riterranno opportuni, senza bisogno di stampelle da parte degli altri partiti. A meno che non scoppino grane interne al M5S. Per adesso Virginia Raggi ha chinato il capo, sorbendosi, durante la prima seduta di ieri, tre quarti del direttorio grillino nazionale nella tribunetta improvvisata davanti al suo scranno. Con Marcello De Vito, braccio destro a Roma di Roberta Lombardi, posizionato proprio sopra la sua testa in qualità di Presidente dell’Assemblea consiliare. La tenuta della giunta e il buon esito del mandato della Raggi dipenderanno molto anche dal comportamento dei consiglieri grillini. Ma, scorrendo la lista dei 29 consiglieri del Movimento 5 Stelle, ci si rende conto che il personale politico pentastellato entrato in assemblea è a tratti imbarazzante. Così come lo fu per Gianni Alemanno, che si ritrovò eletti consiglieri di maggioranza con poche centinaia di voti ed evidenti limiti soggettivi. Ci sarà da rabbrividire.

Simbolismi. Le lacrime all'insediamento in Campidoglio dal balconcino dell’ufficio del sindaco; il figlio seduto sullo scranno del sindaco che gioca con la mamma “sindaca”. Tutto sapientemente preparato, tanto da essere stato massimamente efficace. La prima scena richiama le lacrime di “Una donna in carriera” di Melanie Griffith. Rivalsa sociale, eccitazione, rilassamento dopo la grande ed insperata scalata, la forte e fiera fragilità delle donne contrapposta alla rilassata ed insensibile espressione del potere machista tipicamente maschile. La seconda scena richiama “Odissea 2001 nello spazio”, quando a fine film, nello sperduto universo, fluttua un neonato, simboleggiando la rinascita della specie umana. Casaleggio senior, nel suo strambo millenarismo, avrebbe certamente apprezzato. Ma più semplicemente, queste due messe in scena sono state studiate da Rocco Casalino, che ha pescato a piene mani dall’immaginario collettivo pop-nazionale di Maria De Filippi, Antonella Clerici e Paolo Bonolis.

Le lacrime di “C’è Posta per te”, i bambini di Antonella Clerici in “Ti lascio una canzone”, financo al buon Paolo Bonolis in “Chi ha incastrato Peter Pan”. Al pubblico piace, ai radical-chic di sinistra fa storcere la bocca e balenare qualche inconfessabile cattivo pensiero. E quindi va bene così. Come scrive Luigi Di Gregorio “50 titoli sul bimbo seduto al posto del Sindaco. Neanche uno sulla giunta anticipata "ufficialmente" sul blog di Grillo. Perché le e-mozzzzioni vincono sempre. E i neuroni ringraziano (e pure il conto corrente di Beppe)”. Gli uomini e le donne di buona volontà contro i soliti altezzosi, cinici ed insensibili radical-chic. Questo sarà, a livello mediatico, il leit-motive del mandato di Virginia Raggi.

Roma campo di battaglia. Come Ignazio Marino, anche Virginia Raggi si troverà ad amministrare il campo di battaglia di una guerra nazionale. Se farà bene, sarà merito del suo staff e del direttorio. Se farà male, sarà demerito solo suo. Matteo Renzi ha scelto Milano, relegando Roma a provincia del suo impero, lasciando a Matteo Orfini e allo sconfitto Roberto Giachetti l'ardua impresa di plasmare il Pd Roma a sua immagine e somiglianza. Luigi Di Maio e lo stato maggiore del M5S hanno scelto Roma.

Roma e Torino. Qualcuno direbbe che anche Torino fa parte del regno Grillino. E si sbaglia. A Torino a decretare la vittoria di Chiara Appendino è stata la stessa borghesia alto locata, compresa la dinastia degli Agnelli. La Raggi, semmai, è la cugina povera e più dimessa di periferia della Appendino. A Roma i poteri forti stanno andando a rimorchio della vittoria del Movimento 5 Stelle. A Torino i poteri forti sono stati artefici della vittoria della Appendino.

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sotis
Honorable Member
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Post: 715
 

Adesso sono sicuro.


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helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
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Adesso sono sicuro.

beato te che sei sicuro. Non si sa di che cosa. Ma sei sicuro.


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
Registrato: 2 anni fa
Post: 10314
 

Adesso sono sicuro.

dato che sei sicuro mi dici cosa pensi dell'assessore 5s a Roma esperto in privatizzazioni tal linda meleo?

ringrazio per la tua risposta


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