Notifiche
Cancella tutti

La vedova del boss : «La mafia è donna» E spunta il«pizzo»


Hassan
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 416
Topic starter  

La vedova del boss : «La mafia è donna»

E spunta il«pizzo» sui manifesti elettoraliBlitz dei carabinieri di Siracusa con 27 arresti nella cosca Nardo di Lentini: in manette anche un "appuntato-talpa"

CATANIA – «La mafia è donna, e quelle che comandano sono le femmine». Lo dice Lucia Castoro, 55 anni, subentrata nella gestione degli affari illeciti al marito Giuseppe Pandolfo assassinato nel 1989, in una conversazione intercettata dai carabinieri, dove spiega anche il perché della sua opinione: «La donna è una persona seria e calma che sa pensare…». È uno dei particolari, interessante anche perché in contrasto con la lettura sociologica della mafia come organizzazione ancora prevalentemente maschilista, che emerge dall’inchiesta della Dda della Procura di Catania culminata con l’arresto 27 presunti esponenti della cosca Nardo di Lentini: Tra loro ci sono appunto Lucia Castoro e il genero Maurizio Carcione, di 40 anni. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Siracusa: non solo estorsioni, gestioni dei videopoker illegali e spaccio di droga, ma anche pressioni sui politici per la pubblicità elettorale e il controllo del settore delle onoranze funebri.

L'APPUNTATO CHE FACEVA LA «TALPA» – Tra i destinatari dei provvedimenti emessi dal gip di Catania, Oscar Biondi, c’è anche un appuntato dell’Arma che era in servizio ad Augusta, considerato una «talpa» della cosca Nardo, che era stato da tempo trasferito in un altra sede. L’organizzazione, secondo quanto emerso dalle indagini avviate nel 2005, avrebbe evidenziato il nuovo organigramma di una cellula della cosca presente nel Siracusano tra Augusta, Melilli e Villasmundo, al cui vertice ci sarebbe stato Giuseppe Gentile, 59 anni, che dava disposizioni ai suoi due luogotenenti, Marcello Ferro, di 50 anni, e Sergio Ortisi, di 55. E dopo contrasti economici nati con Ortisi, Lucia Castoro, già in passato condannata a 6 anni e 8 mesi di reclusione per associazione mafiosa, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe deciso di mettersi in proprio, creando un proprio gruppo. Il clan Nardo tenne anche un summit a Catania: una sorta di «arbitrato» in cui i giudici, esponenti di primo piano delle cosche Cappello e Mazzei, disposero la «convivenza forzata» ai litiganti. Secondo l’accusa il gruppo gestiva estorsioni, gioco d’azzardo e un giro di spaccio di sostanze stupefacenti, procurandosi i soldi che servivano al patto di muto soccorso tra gli affiliati, soprattutto per i detenuti e i loro familiari.

«TARIFFARIO» PER I MANIFESTI ELETTORALI – Secondo quanto emerso dalle indagini esponenti del clan di Augusta in occasione di recenti elezioni politiche avrebbero imposto ai candidati un «tariffario» prestabilito per l’affissione abusiva di manifesti elettorali e per evitare il danneggiamento di quelli legalmente affissi e rappresaglie personali. La cosca inoltre non gradiva concorrenza nel settore delle onoranze funebri nel proprio territorio e in occasione di un funerale organizzato da una società non controllata si fece consegnare dalla ditta la somma che gli era stata pagata per il servizio contestando «l’illegittima intromissione» nei loro affari.

dal Corriere del Mezzogiorno


Citazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14348
 

caspita...la mafia ha già adottato da tempo le "quote rosa" eh eh


RispondiCitazione
Condividi: