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Lannes:ILVA-Riaprono il Siderurgico della Morte


Eshin
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ILVA, I GIUDICI DEL RIESAME
RIAPRONO IL SIDERURGICO DELLA MORTE

di Gianni Lannes

Soluzione all’italiana: inquinamento e morte e norma di legge. Il tribunale del Riesame ha confermato il decreto di sequestro dello stabilimento siderurgico di Taranto, finalizzato però, non alla chiusura ma alla “messa a norma” degli impianti altamente inquinanti. Concessa, dunque la facoltà d'uso degli impianti ma solo per l'adeguamento dei sistemi alle norme anti inquinamento. I giudici si sono espressi anche sulle richieste di scarcerazione degli otto tra dirigenti ed ex dirigenti. Ai domiciliari restano Emilio e Nicola Riva e il direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso. Tornano liberi i dirigenti Andelmi, D'Alò, De Felice, Di Maggio e Cavallo. I giudici hanno anche nominato Bruno Ferrante (presidente dell’Ilva) quale nuovo custode giudiziario dello stabilimento. Il presidente dell'Ilva Ferrante: "Lavoriamo per ridurre l'impatto ambientale". Entro mercoledì l'annuncio del decreto legge alla Camera.

Svendola Puglia – “Giudico molto positivamente sia il lavoro che gli esiti della riunione di oggi (6 agosto, ndr). Il clima costruttivo e un'agenda di lavoro intensa e stringente sembrano confermare, nei fatti, il cambiamento dell'atteggiamento dell'impresa ed una nuova collaborazione, già dichiarata nella riunione politica con il ministro Clini che si è svolta, sempre qui a Bari, lo scorso giovedì 2 agosto”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando la riunione tecnica sugli interventi da effettuare da parte dell'Ilva . Per Vendola “è certamente molto positivo l'impegno dell'Ilva ad anticipare, nei limiti del possibile, il monitoraggio in continuo in materia di diossine così come molto positiva è la disponibilità ad introdurre tutti gli accorgimenti di natura gestionale che consentano di monitorare le emissioni fuggitive. Ci aspettiamo che l'Ilva - ha aggiunto Vendola - entro poche ore accetti la richiesta di realizzare attività di monitoraggio ambientale lungo il perimetro dell'azienda con riferimento, non solo alle diossine, ma anche al benzoapirene e al pm10. Richiesta questa - ha ricordato Vendola - avanzata da tutte le parti pubbliche”. Così come sempre in breve tempo, la faccia bronzea di Vendola si aspetta di ricevere una risposta positiva alla “richiesta di contenere, almeno per il 20 per cento, il deposito del materiale nei parchi minerali. Una risposta positiva entro brevissimo tempo - ha proseguito Vendola - costituirebbe di fatto una premessa per poter cominciare a ricostruire il rapporto tra l'impresa e la sensibilità comune dei tarantini che hanno il diritto, oltre che il bisogno, di sapere con dati pubblici e accertabili, quali sono le emissioni dell'azienda per consentire una prevenzione e limitarne gli impatti sulla salute”. Infine, Vendola attende dall'Ilva puntuali osservazioni sulla proposta avanzata dalla Regione, in relazione alla diminuzione del 10 per cento della produzione nei giorni di vento. “L'Ilva - ha concluso Vendola - nel risponderci ha rappresentato ragioni di natura tecnica che, ci hanno assicurato, saranno contenute in un documento che ci sarà presentato. Confidiamo naturalmente nella brevità dei tempi”. Dunque: giustizia addio. Vendola già nel novembre 2010 si era fatto intervistare nel primo numero della rivista dei Riva, altrimenti detta IL PONTE, anticipando la sua linea a favore del padrone.

Dimissioni capo Arpa - In tema di pareri addomesticati, 180 cittadine e cittadini di Taranto hanno chiesto le immediate dimissioni di Assennato. “Si chiede al Presidente della Regione Puglia se è a conoscenza di quanto pubblicato dalle testate giornalistiche in merito alle intercettazioni depositate in data 03.08.2012 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto. Tali intercettazioni, tra le altre, riportano una conversazione telefonica tra il Dirigente Ilva dott. Archinà ed il dott. Giorgio Assennato, Direttore Generale dell’Arpa Puglia che cerca di giustificarsi, suggerendo la convocazione di un tavolo per trovare una soluzione”. Alla luce di quanto emerso, si chiede di conoscere se la S.V. intenda prendere provvedimenti in merito, valutando anche l’eventuale avvio di un'indagine amministrativa. Quanto emerso, a parere dei firmatari della presente, sarebbe gravissimo, inquietante e necessita di un’urgente verifica. E tanto nel rispetto delle stesse Istituzioni Regionali dalla S.V. presiedute, dei cittadini pugliesi e ancor più di quelli di Taranto. La nomina con DPGR del Direttore Generale ha soprattutto natura fiduciaria che parrebbe fortemente minata da quanto appreso se risultasse rispondere a verità e pertanto chiediamo una sua decisa azione di verifica a garanzia e a tutela del diritto alla salute e alla vita dell’intera comunità jonica”. Per la cronaca: Giorgio Assennato è quell’esperto che ha dichiarato pubblicamente che le bombe all’iprite non fanno male all’ambiente e ai pescatori. Anche in questo caso andrà a finire a tarallucci e vino.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/08/ilva-i-giudici-del-riesame-riaprono-il.html


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MM
 MM
Noble Member
Registrato: 3 anni fa
Post: 1555
 

Dunque Vendola riesce a dire che è molto positivo l'impegno preso dall'Ilva e che ora ci si aspetta che l'Ilva accetti.... .

Per carità, speriamo che accetti, non si può obbligare un assassino a non commettere altri omicidi, bisogna chiederglielo per favore, non urtando la sua sensibilità.


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marcopa
Illustrious Member
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COMUNICATO STAMPA
di Peacelink e del Fondo Antidiossina Onlus Taranto

L'ordinanza del Tribunale del Riesame non autorizza l'Ilva a continuare a produrre. Pertanto nei prossimi giorni l'azienda dovrà cessare la produzione, mantenere gli impianti in stand-by e avviare i lavori tecnici "per eliminare le situazioni di pericolo".

Una interpretazione letterale non consente equivoci in quanto non si parla mai di facoltà d'uso per produrre ma per realizzare misure tecniche che eliminino situazioni di pericolo. Se si continua a produrre le situazioni di pericolo si perpetuano.
Il Tribunale, in riferimento agli impianti, prevede unicamente che si "utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo".

Se l'Ilva continuasse a produrre in violazione di quanto stabilito dal Tribunale del Riesame, raccoglieremo le firme dei cittadini per un esposto alla Procura della Repubblica e faremo rispettare il volere dei magistrati.

Porteremo inoltre all'attenzione della Magistratura un dossier tecnico per dimostrare come l'attuale cokeria è troppo pericolosa e non può diventare compatibile con il quartiere Tamburi neanche con eventuali operazioni di aggiornamento tecnico. E' strutturalmente inadeguata e non può continuare a produrre neanche con gli interventi annunciati dall'assessore regionale all'ambiente che sono deludenti e inefficaci. Questa cokeria è vecchia, è troppo vicina alle abitazioni della città e va spenta.

Abbiamo intenzione di avviare altre azioni di tipo legale per difendere la salute dei cittadini di Taranto.

Un nuovo inganno non passerà e vigileremo per il massimio rispetto della legalità.

Fabio Matacchiera - Fondo Antidiossina Onlus Taranto
Alessandro Marescotti - Associazione PeaceLink

COSA STABILISCE IL TRIBUNALE DEL RIESAME

In parziale modifica del decreto di sequestro preventivo impugnato, ferma restando la nomina degli ingegneri Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento, nomina custode e amministratore delle aree e degli impianti di sequestro altresì il dott. Bruno Ferrante nella sua qualità di presidente del C.d.A. e di legale rapp.te di Ilva s.p.a., revocando la nomina del dott. Marco Tagarelli. Dispone che i custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti.


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