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L'ebrea errante


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GHETTO AR VELENO! - TUTTE LE VITE POLITICHE DI FIAMMA TRICOLORE NIRENSTEIN: COMUNISTA (SPOSATA CON ASSESSORE PCI), CRAXIANA, REPUBBLICANA, CON DE MICHELIS, CON ADORNATO, ALLA FINE BERLUSCONIANA…

L’intervista di stamattina di Fiamma Tricolore Nirenstein al “Corriere della Sera”, in cui ha difeso l’alleanza di Alemanno con Storace e il suo seguito di destra celodurista in vista del ballottaggio contro Rutelli, ha fatto parecchio rumore al ghetto di Roma, storica sede della comunità ebraica dove non si parla d’altro. E quando le chiacchiere si mettono in circolo, le malelingue fanno gli straordinari. Così dalle parti di Giggetto al Portico d’Ottavia (tradizionale ristorante di cucina giudaico-romana) qualcuno all’ora di pranzo spargeva malignità a pieni motori e ricordava le settantasette vite politiche di Fiamma.

“S’è fatta tutto l’arco costituzionale! E’ partita dai comunisti e oggi sta con quelli che hanno portato er Ciarra ar Senato”. Er Ciarra, ovviamente, è il camerata Ciarrapico, neo eletto con il Pdl di Berlusconi a palazzo Madama. Nell’ordine, i commensali col carciofo alla giudìa verde de rabbia hanno elencato tutte le appartenenze della Nirenstein. Negli anni Settanta la ricordano focosa militante del Pci fiorentino, frequentatrice della redazione del quotidiano “moscovita” Paese Sera e sposata con l’assessore comunale Franco Camarlinghi, ovviamente di stretta osservanza comunista.

All’inizio degli anni Ottanta passa il fronte e approda nel Psi come craxiana di rito martelliano, iniziando a bazzicare il centro culturale con annessa rivista Mondoperaio, finanziato per conto del Psi da Rino Formica. Insieme a lei c’erano Ernesto Galli della Loggia e l’ancora craxiano Paolo Flores D’Arcais. A metà degli anni Ottanta torna sui suoi passi e si accoda ai miglioristi di Napoleone Colajanni, che si prepara a votare contro la nomina di Occhetto a segretario.

Francesco Storace e Gianni Alemanno
Negli anni finali del decennio ’80, tra il 1987 e il 1990, cambia di nuovo e si butta sul Partito Repubblicano, con l’immortale Giorgio la Malfa. “E così con gli anni Ottanta s’è fatta tutto l’arco dei partiti a sinistra della Dc…”, chiosava il commensale più velenoso. Nuovo decennio, nuovo partito: dal ’90 al ’93 milita con convinzione in Alleanza Democratica con Ferdinando Adornato (un altro esperto di surf tra i partiti), poi torna in zona craxiana, ricucendo i rapporti con la corrente di Gianni De Michelis.

Sarà proprio lui, ministro degli Esteri all’epoca d’oro del Caf, a farle avere la direzione dell’Istituto italiano di cultura a Tel Aviv, dal 1993 al 1994. Le basta stare due anni in Israele per trovarsi senza più protettori politici in Italia causa Tangentopoli, perciò decide progressivamente il passaggio armi e bagagli con Silvio Berlusconi, viene assunta al Giornale come inviata di esteri e premiata col super seggio sicuro in parlamento alle elezioni di cinque giorni fa. “Pensa che er padre, pace all’anima sua, è stato pure eroe della Libberazione…”.

Fonte: http://dagospia.excite.it/articolo_index_39788.html


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