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19 Febbraio 2012 17:13
Il Governo dell'Iran ha interrotto l'esportazione di petrolio a sei paesi dell'Unione Europea (UE) come risposta alle sanzioni annunciate dal blocco comunitario alla fine di gennaio, hanno informato le fonti ufficiali.
Il canale Press TV ha interrotto la sua abituale programmazione per informare che la misura colpisce Olanda, Spagna, Italia, Francia, Grecia e Portogallo, le nazioni che più dipendono da Teheran nel rifornimento dei carburanti.
La decisione è stata presa dopo intensi negoziati sostenuti nella sede del Ministero iraniano degli Esteri, dov’erano stati convocati gli ambasciatori delle sei nazioni della UE.
I ministri degli Esteri del blocco dei 27 hanno approvato lo scorso 23 gennaio, a Bruxelles, un accordo per proibire le vendite di idrocarburi della Repubblica Islamica alla Unione Europa, oltre a congelare gli attivi della Banca Centrale dell'Iran (BCI) in tutti i paesi dell'Unione.
L'Iran esportava sino ad ora in Europa il 18% della sua produzione totale e dopo la misura punitiva degli europei ha avvisato che non sarà difficile dirigere verso nuovi mercati questo volume dei suoi idrocarburi.
Il ministero degli Esteri di Teheran ha riferito agli ambasciatori europei citati la sua contrarietà per il vassallaggio della UE alla campagna di sanzioni e pressioni orchestrata dagli Stati Uniti, il cui presidente, Barack Obama, ha firmato nel dicembre scorso, una legge per danneggiare le transazioni col BCI.
(Traduzione Granma Int.)
19 Febbraio 2012 17:27
visto che dobbiamo subire questa imposizione a causa dei giochi di guerra dei nostri padroni/colonizzatori (per i "romantici" detti liberatori) quantomeno sarebbe logico chiedere che il petrolio mancante ci venga regalato da Washington, dai loro amichetti dell'arabia saudita
19 Febbraio 2012 19:35
Hanno sospeso le forniture solo per francia e inghilterra.
Il che non dispiace...
20 Febbraio 2012 1:26
Buona mossa politica iraniana: dimostra che non ha paura dei "pesci grossi" dell'UE, quelli che spingono di più sul tasto dell'interventismo, avverte i "pesci piccoli" (fra cui l'Italia), che sono anche quelli che importano di più petrolio iraniano e hanno pù da perdere, tenta di creare contraddizioni nell'UE.