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Livorno - un voto contro il Pd, da sinistra

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radisol
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A Livorno vincono i 5 Stelle. Un voto storico contro il Pd, da sinistra

Nogarin batte a sorpresa Ruggeri con il 53% delle preferenze. Altissima l'astensione: solo il 50% alle urne.

Filippo Nogarin è il nuovo sindaco di Livorno. Lo hanno deciso i 35.899 che lo hanno votato (1/4 dell'elettorato) e che sono stati sufficienti per mandare per la prima volta il Pd all'opposizione, visto che l'ex partitone ha preso solo 31.709 voti, 2.300 in meno che al primo turno. Più che una vittoria dei 5 Stelle appare una disfatta del Pd.

Ci sono alcuni aspetti inequivocabili di questo voto. Il primo è il drastico calo della partecipazione dal 64% del primo turno al 50% del secondo. Il secondo è che il Pd non è riuscito a portare a casa nemmeno gli stessi voti del primo turno, fatto che fa sospettare che un po' di renziani non siano andati a votare nemmeno a questo giro. Come ultimo aspetto quello della provenienza del voto: i 19.500 voti in più che sono arrivati a Nogarin (al primo turno ne aveva presi 16.210) provengono per la maggior parte da sinistra, sicuramente molti dei 13.973 presi da Raspanti al primo turno (Buongiorno Livorno e alleati). Ma anche molti da parte di cittadini che in questi anni hanno condiviso le lotte contro il rigassificatore, il megainceneritore, la discarica di Limoncino, le speculazioni di Nuovo Centro e Porta a Mare.

Vediamo commenti di molte persone che vivono fuori Livorno che sono stordite da questo risultato e da posizioni come le nostre. Chi vive qui sa benissimo che la sinistra organizzata elettoralmente (eccetto Rifondazione), quella organizzata dal basso e quella diffusa nel sostegno a tante lotte sul territorio, hanno votato in massa per i 5 Stelle, o meglio contro il Pd. Molti tappandosi il naso ma per il bene della città, altri in modo naturale visto che nella sede del Movimento 5 Stelle di Livorno sono appese le bandiere "No Tav", "No Rigassificatore" e "Referendum Acqua Pubblica", le stesse che molti hanno in casa. Col Pd invece cosa c'era da condividere? Nulla, se non la vuota retorica di chi spesso parla facendo credere ai propri elettori che esiste sempre il Pci. Anzi, probabilmente molti possono condividerci le decine di denunce e i processi dei prossimi mesi per molte battaglie recenti e passate.

Ci sarà sicuramente qualcuno che la farà passare come la sconfitta della Livorno rossa e della sinistra e interpreterà questo risultato come l'avanzamento delle destre. Noi sappiamo solamente che in questo consiglio comunale ci sarà solo una rappresentante del centrodestra su 32 consiglieri (minimo storico della destra livornese). Ci saranno 20 del M5S di cui ne conosciamo alcuni che abbiamo incrociato in qualche lotta ambientalista, ci saranno 3 di Buongiorno Livorno e ci sarà Marco Cannito. Se qualcuno in tutto ciò ci vede l'avanzamento della destra (storica o moderna) ce lo spieghi bene. Sicuramente in questo consiglio comunale ci sarà meno rappresentanza per banche e lobby, anche se sappiamo che i poteri forti della città continueranno a comandare e il consiglio comunale è ormai un luogo dove le sorti della città si decidono in misura minima.

Tuttavia in Comune stasera c'erano molte facce preoccupate: dirigenti, funzionari, vertici dei Vigili Urbani e molti altri che hanno sempre avuto la faccia arrogante di chi si sentiva tutelato da un potere inscalfibile. Questa è la sconfitta di un malgoverno ventennale, di un potere adagiato e sempre più privo di qualità. È anche la sconfitta culturale de Il Tirreno che ha cercato fino all'ultimo di reggere il gioco a Ruggeri sull'impegno a cambiare, dipingendo Nogarin come un improvvisato.

Chiudiamo ribadendo un passaggio che abbiamo scritto nell'editoriale preballottaggio: Sappiamo bene che quando si apre un tombino sigillato esce tanta merda sottoforma di ambigui imprenditori che aspettavano la fine di un'era, personaggi incapaci che pensano di aver inventato la politica o pericolosi cialtroni. Ma sappiamo anche che quando un potere pluridecennale se ne va, libera anche tante energie spesso represse in questa cappa di piombo che ha sempre visto coesi partito-sindacato-amministrazione.

Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Militanza politica e un giornale indipendente.

Livorno ha dato, come sempre, un segnale di ribellione sapendo di rischiare. Ma come disse Lenin: "Per fare una frittata bisogna cominciare a rompere delle uova".

Redazione Senza Soste - 9 giugno 2014

http://www.senzasoste.it/livorno/a-livorno-vincono-i-5-stelle-un-voto-storico-contro-il-pd-da-sinistra


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😀


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radisol
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Elezioni Livorno, operai e portuali voltano le spalle al Pd e scelgono M5S

L'ex roccaforte rossa era stata tra le poche a non seguire l'onda del congresso nazionale e a eleggere un segretario cuperliano. La dirigenza del partito era sicura di superare anche questo scoglio: "Di poco ma vinciamo". Invece - tra astensionismo e boom Cinque Stelle - i voti sono mancati nelle zone più popolari, comprese Shangai e Ovosodo

di Diego Pretini | 9 giugno 2014

Dimenticate Livorno, Livorno è un’altra cosa. Dopo quasi un secolo anche gli ultimi detriti del Pci finiscono per rotolare giù nel nulla e la città del teatro San Marco, del collegio di Umberto Terracini padre della Costituzione e delle vittorie per 70 anni decide di fare la rivoluzione. Mentre l’Italia va da tutt’altra parte, il Pd gonfia le urne nel nord est e Renzi non ha rivali nel cuore degli elettori, Livorno si incazza, dà barta ar tavolino e spacca tutto. E’ stato un referendum sul Pd di Livorno: sì, no. Ha vinto il no. “Livorno è una città di gente dura, poco sentimentale” scrisse una volta Pasolini. E’ rimasta attaccata, anzi aggrappata per decenni a quella falce e a quel martello, diventati quercia, diventati non si sa cosa. Poi basta. Livorno si sveglia nel Duemila inoltrato, dove le cose sono un po’ più complicate e la rassicurazione per cui “ci pensa il partito” non vale più, non basta più a nessuno. Ora ci sono altre regole, altre lingue da parlare. Renzi a giudicare dai risultati elettorali l’ha capito, almeno per ora, e ha stravinto. A Livorno lo hanno capito da oggi, ma è troppo tardi: il nuovo sindaco è Filippo Nogarin, Movimento Cinque Stelle.

Dice: vabbè, i Cinque Stelle hanno vinto per gli elettori di destra. Invece no. Marco Ruggeri, il candidato sindaco del Pd che ha provato in tutti i modi a convincere che la sua sarebbe stata una ventata di freschezza, è stato abbandonato dai suoi stessi elettori. Alle Europee il Partito democratico a Livorno ha preso 45mila voti, cioè quasi il 53%, al ballottaggio il candidato sindaco non ha raggiunto la soglia dei 32mila. I numeri fotografano un sentimento. Quello dei portuali di banchine semi-depresse, degli operai della componentistica auto alle prese con vertenze lunghe anni, dei commercianti che non trovano fiato. Il Pd di Livorno è stato abbandonato proprio nella sua fetta di città, nei rioni con i circoli Arci e le bandiere, le case popolari, le mutande stese sui chiostri. Proletariato e piccola borghesia non hanno voluto più questi dirigenti, non si sono fidati più, si sono stufati. Magari non hanno votato il nuovo sindaco Filippo Nogarin, ma di sicuro hanno preferito gli scogli di Calafuria e il riso freddo nella borsa frigo, come se laggiù in città si tenesse un referendum sulla caccia. Si sono registrate affluenze molto basse in numerosi seggi delle zone “rosse” della città. A Shangai, per dirne una, dov’era nato e quasi subito morto il mito del calciatore milionario con il pugno chiuso: erano solo pochi anni fa ed è diventata già un’immagine sbruciacchiata. Ma anche a San Marco, Colline, la zona del Mercato Centrale, Borgo Cappuccini. In tutte queste zone non si è raggiunto il 50% dei votanti. I grillini hanno fatto il pieno (in alcuni seggi oltre il 60%) nel quartiere Ovosodo, il cui vero nome è Benci Centro e Benci è il nome della scuola elementare dove da più tempo e con più energia si fa un lavoro di integrazione tra bambini di diverse comunità, in una città che si sta facendo grande. L’M5s vince nel quartiere della Rosa, dove una volta la somma di Rifondazione, Comunisti Italiani e Ds raggiungeva risultati renziani (o da epoche del Pci delle glorie), cioè tra il 55 e il 60 per cento. Ora il Pd ha preso intorno al 38-40, quando è andata bene anche di poco sopra il 50%.

Il dna non basta più, Livorno taglia il cordone ombelicale
Prima ancora degli errori dell’amministrazione uscente – di cui oggi ovviamente non si trova un solo sostenitore – il Pd a Livorno è stato abbattuto dai cliché, dalla retorica su se stessi, dalla convinzione che basta il dna, basta quel 21 gennaio 1921. Da quel riflesso dello specchio che raccontava ancora una volta quegli scontri di piazza con i parà della Folgore o l’interruzione del comizio di Almirante in piazza Magenta. Oppure che il mondo reale, gli umori, le opinioni fossero davvero tutte racchiuse in una cucina della festa che non si chiama più neanche dell’Unità o in una riunione nella sede di partito. “Non abbiamo saputo ascoltare la città” si battono il petto ora nei circoli democratici.

Non è stato più sufficiente ripetersi la storia della culla del Pci, perché quella è storia e i livornesi ne vanno fieri, ma la politica è fatta di negozi che chiudono e di cassaintegrazione e tasse da pagare. Livorno si è persa: non ha ritrovato più, come da anni sostiene il direttore del Vernacoliere Mario Cardinali, i tempi delle “battaglie civili, della solidarietà e dell’amore del prossimo, del non arrendersi mai, nello sforzo di cambiare e migliorare, dell’entusiasmo, della voglia di combattere – ripete oggi al Corriere della Sera – Operai, impiegati, donne, uomini e ragazzi scendevano in piazza per difendere i diritti della gente e c’erano sindaci che li accompagnavano, li guidavano, davano impulso alle idee, davano spazio ai giovani”.

Il Pd di Livorno che non voleva il cambiamento di Renzi
Livorno era stata l’unica città a essere graziata dalla bufera di Renzi. Qui hanno continuato a votare sempre la vecchia guardia. Alle primarie in massa scelsero Bersani. Nel cappotto congressuale di dicembre si intestardirono e scelsero di nuovo Cuperlo. Con la differenza che Cuperlo era una faccia quasi nuova al “grande pubblico”. Qui, invece, in un paesone di 160mila abitanti, si conoscono tutti: si fa presto a passare per il “vecchio”. E infatti Nogarin ora parla già da sindaco, galvanizza i suoi concittadini con un ritratto più che calzante per conquistare anche chi non l’ha votato né al primo turno né al ballottaggio: “Vi abbraccio idealmente tutti – scrive su facebook – Siete bellissimi come siete: rivoluzionari, anarchici, artisti, irriverenti, insofferenti, ribelli, generosi, reazionari, goderecci, incazzosi e sempre, sempre, sempre un passo avanti a tutti”.

La mancanza di risposte. Rossi: “Pd contro se stesso”
Ora Ruggeri dice: “Perdere Livorno non è uno scherzo e qui, guardate, i grillini non c’entrano: questa campagna elettorale è stata Pd contro Pd e tutti gli altri, coalizzati, hanno voluto dare una spallata a un sistema che era diventato insopportabile. Io voglio bene a questo partito, non avrei messo il culo alla finestra”. Il Pd – che negli ultimi anni aveva sostenuto il sindaco Cosimi a corrente alternata – ha infatti candidato Ruggeri dopo aver ricevuto una sfilza di no da figure esterne al partito con le quali si tentava di spazzare via i brutti ricordi e supplire a una crisi di classe dirigente: un professore di biorobotica del Sant’Anna, l’ex ad del Tirreno, forse anche Concita De Gregorio.

Figurarsi: la città aveva già deciso. Aveva già fatto capire tutto al primo turno, quando il candidato del partito democratico aveva racimolato solo il 40% dei consensi: Ruggeri nel secondo turno non ha neanche preso i suoi, di voti. Ne ha persi oltre 2mila in 15 giorni. Punizione su punizione. La risposta è tutta lì: nella mancanza di risposte. “Alla base – scriveva su facebook il presidente della Regione Enrico Rossi - c’è una crisi economica e occupazionale più grave che altrove e una risposta inadeguata da parte della vecchia classe dirigente di sinistra. Poi la politica ha fatto il resto. Tutti contro il Pd locale diventato il responsabile di tutti i problemi. E anche il Pd diviso e contro se stesso. Punto e a capo. In Comune va un grillino”.

Il Pd era sicuro di riuscire a sfangarla anche questa volta. “Di poco ma vinciamo” era il sussurro
più ricorrente, in un’operazione di training autogeno che però non è stata sufficiente. Era passato il ministro Giuliano Poletti, era passato anche il sottosegretario (renziano) Luca Lotti: il tempo di dire quella cosa su Orsoni che non è del Pd. Ma non c’è stato verso. Ruggeri ha provato per settimane a convincere i livornesi che la sua squadra non aveva niente a che vedere con la giunta uscente: aveva presentato perfino tre assessori che parevano in pectore (il leader dei Virginiana Miller, l’ex campionessa del volley Cacciatori e una preside) e che invece resteranno a fare i rispettivi mestieri.

La vittoria di Nogarin (e della sinistra e della destra)
La sordità alla richiesta di cambiamento è stata solo rimandata. Dove la rottamazione non è riuscita al segretario nazionale, è riuscita ai Cinque Stelle: il segretario comunale Jari De Filicaia annuncia le dimissioni, Ruggeri (consigliere regionale) pensa di lasciare la politica. Il sindaco Nogarin, un ingegnere aerospaziale, ha più che raddoppiato i suoi voti tra il primo e il secondo turno, da 16mila a quasi 36mila. Improbabile che anche solo un decimo di questi elettori conosca qualcosa del programma dei Cinque Stelle: forse sanno della battaglia contro il rigassificatore, sulle discariche, sul nuovo ospedale e poco altro. “Ma meglio lui dei soliti” è stato il ragionamento. Difficile incrociare con scienza esatta i flussi elettorali, ma tanta parte di quelle preferenze nuove è arrivata da quella che per prima ha azzoppato il Partito democratico, la coalizione che faceva capo a Buongiorno Livorno, una lista di “sinistra-sinistra” che sulla parola d’ordine del cambiamento radicale aveva conteso l’accesso al ballottaggio allo stesso M5s (2% il distacco al primo turno). Buongiorno Livorno, nel suo piccolo, l’aveva capito: in lista aveva solo cittadini che non avevano mai fatto politica. Quasi 14mila voti che hanno contribuito a recidere Livorno che da radici evidentemente erano diventate catene. Certo, la vittoria di Nogarin avrà d’ora in poi tanti padri e tante madri: dalla sinistra radicale dicono che non c’entra niente la destra, i grillini dicono che non gliene frega niente del colore dei voti, a destra festeggiano e quello gli basta. “E’ il giorno più bello della mia vita” ha detto Marcella Amadio, storica esponente della destra livornese (candidata di Fratelli d’Italia) che proprio per la vittoria dei Cinque Stelle perderà il proprio seggio. Per inciso la destra scompare dal consiglio comunale: ci sarà solo l’esponente di Forza Italia.

Il direttore del Vernacoliere: “Un successo con basi popolari e per il bene comune”
Rompere con il passato, cambiare, ribaltare, ripartire. I verbi che si usano sono gli stessi delle Politiche 2013, ma un anno dopo. Cardinali ci crede: “Speriamo nei giovani, perché abbiano l’entusiasmo di rompere gli schemi, gli interessi di una casta sclerotizzata che non ha più niente da dire alla città”. Cardinali riconosce nel successo del M5s “una base popolare, che ha cultura dell’autocoscienza, di voler fare per il bene comune. E questo desiderio di partecipazione popolare sono convinto che non potrà che far bene a questa città. La crisi ha rotto il giocattolo per tutti e ha fatto capire che cosa era diventata questa sinistra. La crisi ha portato alla rottura dell’immobilismo”. La “peste rossa” almeno qui, almeno per ora è stata debellata. E’ stato ancora una volta un urlo liberatorio come quel “Vai a casa” gridato da un’auto che passa davanti al Comune all’indirizzo del sindaco uscente e capro espiatorio entrante Alessandro Cosimi. Un urlo liberatorio, ma con la politica nazionale pare non entrarci niente.

E il vescovo è già “grillino”: “Si batta per il lavoro e saremo con il sindaco”
La “rivoluzione” è tutta livornese: la scatoletta di sardine, Schulz, Di Battista, Berlinguer, le stampanti 3D, il reddito di cittadinanza e il fiscal compact qui non c’entrano niente. Non è stato un vaffanculo. E’ stato un “te lo vai in culo, dé”. E il vento soffia già tanto forte che all’indomani del trionfo è il vescovo di Livorno, Simone Giusti, a dare il primo sostegno al sindaco: “Lei che sa progettare strutture ultraleggere, alleggerisca la burocrazia che asfissia questa città; Lei che sa ideare imbarcazioni veloci, faccia correre e volare lo sviluppo del nostro territorio e il lavoro, soprattutto per tante famiglie che non sanno come andare avanti; sia certo che se perseguirà questi obiettivi non le mancherà il nostro appoggio”. Se la sfida anche qui è stata tra paura e speranza, i livornesi hanno dato la loro risposta.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/09/ballottaggio-livorno-operai-e-portuali-voltano-le-spalle-al-pd-e-votano-m5s/1020388/


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radisol
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I Cinque Stelle portano a casa le poltrone del capoluogo toscano, dello scalo laziale e del comune siciliano, male in Emilia e in Liguria. Grillo sul blog: «Virus inarrestabile»

Si riparte dai porti italiani, Livorno e Civitavecchia. E si continua con gli ingegneri sindaco. Non è il vinciamopoi promesso dopo il 20.1% delle elezioni europee. Ma è un piccolo sospiro di sollievo per il Movimento Cinque Stelle che porta a casa un altro capoluogo di provincia (Livorno), dopo Parma e Ragusa. E si attesta in Lazio con Antonio Cozzolino, altro ingegnere informatico 37enne, che si va aggiungere alla schiera degli esperti informatici primi cittadini del Movimento. Nel porto del Lazio, l’esponente dei pentastellati ha ottenuto praticamente due terzi dei voti (66,57% contro il 33,43% del sindaco del Pd Pietro Tidei, fermo al 33,4% dei voti). Ma è Livorno la vittoria che riesce a risollevare di più il Movimento che espugna una roccaforte rossa. «Mi sento emozionato, è una grande responsabilità ce ne rendiamo conto, ma faremo molto bene. Domani andrò a prendere le chiavi dell’ufficio, anzi ci vuole un fabbro che c’è da cambiare una serratura», ha dichiarato ai giornalisti il neosindaco di Livorno Filippo Nogarin. Il tutto mentre Grillo esulta e su Facebook, dopo aver elencato i dieci sindaci a 5 Stelle, scrive: «Sempre di più, virus inarrestabile». Poi, nel pomeriggio arriva un’altra buona notizia. Il M5S ha vinto anche a Bagheria, comune in provincia di Palermo, dove viene dato praticamente per certo il successo del giovane Patrizio Cinque, 28enne, laureato in Comunicazione.Si riparte dai porti italiani, Livorno e Civitavecchia. E si continua con gli ingegneri sindaco.

Uomini e ingegneri: i sindaci a 5 stelle, chi è Nogarin

Una vittoria, quella di Livorno che per certi versi ricorda quella di Federico Pizzarotti a Parma, quando ancora erano lontane le nuvole del dissenso con Grillo e Casaleggio. E se il neo sindaco di Livorno Filippo Nogarin, ingegnere (aerospaziale questa volta) festeggia la vittoria con un «Mi sento emozionato, è una grande responsabilità ce ne rendiamo conto, ma faremo molto bene. Domani andrò a prendere le chiavi dell’ufficio, anzi ci vuole un fabbro che c’è da cambiare una serratura», da Parma arriva la benedizione di Pizzarotti da Twitter (dopo la mancata partecipazione al comizio di Livorno per evitare dispiaceri a Grillo e Casaleggio): «Filippo Nogarin (M5S) è il nuovo sindaco di Livorno. Più siamo, e più saranno i risultati che porteremo avanti per il paese». Parole che però non nascondono le difficoltà di questi ultimi mesi e un rapporto con Milano e Genova sempre più teso, al limite della rottura per il sindaco di Parma che ora vede la sua maggioranza traballare. Poi, sul blog arriva il commento di Giancarlo Cancelleri, esponente del M5S in Sicilia: «Filippo Nogarin e Antonio Cozzolino del MoVimento 5 Stelle sono i nuovi sindaci di Livorno e Civitavecchia! [... Manca l’ultimo tassello, Patrizio Cinque candidato sindaco M5S Bagheria, oggi dalle ore 15 si comincerà a conoscere l’esito. Sarà vero che vinceremo poi? Non so, ma io sono contento adesso!». Il tutto mentre Nogarin entra in comune lasciandosi alle spalle un passato da ibero professionista nel settore IT e ICT. e si appresta a realizzare i punti del suo programma tra cui: la riduzione dei costi della politica, bilancio partecipato, nomine per merito e competenza, usare il turismo come opportunità di lavoro, incentivare i mercati rionali con prodotti a km 0 e per finire impegno dell’Amministrazione per una sinergia di tutti gli operatori portuali ai fini di una riqualificazione generale del porto.

http://www.corriere.it/politica/14_giugno_09/m5s-vinciamopoi-riparte-livorno-civitavecchia-0301c92c-ef9f-11e3-85b0-60cbb1cdb75e.shtml


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Anonymous
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Non ci vedo molto da gioire. Con la definitiva trasformazione del PD nella DC del XXI secolo, si sono aperte praterie a sinistra che nessuno è riuscito ad occupare, tranne il M5S e solo grazie alla sua vaghezza di posizioni e programmi.

Eppure per gli operai ed i cittadini di Livorno, non ci voleva molto a capire che si sarebbero consegnati ad una destra liberale solo un po' più furba e paternalista, bastava telefonare a qualche amico che vive oltre gli Appennini, nella ridente cittadina di Parma. Ma probabilmente è proprio quello che volevano. D'altronde altro in giro non c'è...


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helios
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Con la definitiva trasformazione del PD nella DC del XXI secolo, si sono aperte praterie a sinistra che nessuno è riuscito ad occupare, tranne il M5S e solo grazie alla sua vaghezza di posizioni e programmi.

ma qualcuno infatti sta lanciando adesso dei segnali al Pd, a suon di bombe.

Poi qualcuno se vuole restare nel vago lo dovrà fare ancora per poco tempo.

Se poi invece si capirà che non ci sono idee e programmi il M5S non se li può dare, come il coraggio di DonAbbondio.Allora cominceranno i ca.. amari, altro che gioire.

D'altronde altro in giro non c'è...

chi ha scodellato il M5S nessuno lo riesce ancora a capire.
E pensare che il CDC di una volta lo capiva subito.


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Anonymous
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chi ha scodellato il M5S nessuno lo riesce ancora a capire.
E pensare che il CDC di una volta lo capiva subito.

Se pensi a un movimento costruito a tavolino da complottisti usraeliani, dico subito che non ci credo.
M5S è l'effetto dell'evoluzione della società italiana degli ultimi 20 anni.


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InvernoMuto
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So bene le vicissitudini di Pizzarotti a Parma eppure ho votato per il 5stelle ritenendolo il male minore. L'importante è, come ho già detto, si riesca almeno a scalfire la corruzione e la mafia del PD da anni imperante a Livorno.


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helios
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chi ha scodellato il M5S nessuno lo riesce ancora a capire.
E pensare che il CDC di una volta lo capiva subito.

Se pensi a un movimento costruito a tavolino da complottisti usraeliani, dico subito che non ci credo.
M5S è l'effetto dell'evoluzione della società italiana degli ultimi 20 anni.

a tavolino ci riescono anche gli italiani ormai a far qualcosa.
Se poi hanno qualche dritta anche da altri ci riescono meglio.

Chi ha controllato l'evoluzione della società italiana NON sono solo italiani.
Meglio chiarirci subito.

So bene le vicissitudini di Pizzarotti a Parma eppure ho votato per il 5stelle ritenendolo il male minore. L'importante è, come ho già detto, si riesca almeno a scalfire la corruzione e la mafia del PD da anni imperante a Livorno.

se sconfiggere la mafia e la corruzione fosse possibile solo votando ormai di mafie e corruzioni non ne parleremo più.
Non credo sia il M5S che riesce a sconfiggere qualcosa, piuttosto è l'illusione dei votanti che ha ma meglio. Finchè non si trovano,i solerti votanti, di fronte agli stessi problemi di prima ma in altra salsa. Nel caso dei 5S si troveranno a NON affrontare i problemi e a NON farsi problemi. Un vaffanculo ogni day risolverà la situazione?


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InvernoMuto
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Capo, a Livorno PD=mafia. Che ora si riesca per magia a cancellare decenni di clientelismo e di magagne non ci credo nemmeno io. Che non possano più spadroneggiare e tiraneggiare è però quantomeno auspicabile. Tanto fare peggio di come è stato fatto in questi anni a Livorno è difficile (anche se so che non c'è limite al peggio
Helios forse per sbaglio ti ho mandato un messaggio privato...non ci fare caso, è il caldo!


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helios
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Capo, a Livorno PD=mafia. Che ora si riesca per magia a cancellare decenni di clientelismo e di magagne non ci credo nemmeno io. Che non possano più spadroneggiare e tiraneggiare è però quantomeno auspicabile. Tanto fare peggio di come è stato fatto in questi anni a Livorno è difficile (anche se so che non c'è limite al peggio
Helios forse per sbaglio ti ho mandato un messaggio privato...non ci fare caso, è il caldo!

vogliamo parlare di Parma? l'inceneritore non poteva esser fermato nemmeno dai 5S.
Pertanto lo stesso sarà per quanto riguarda Livorno.Quelli di prima hanno fatto qualcosa che quelli di adesso non possono fermare. Di fatto governeranno ancora malgrado il responso dell'urna.
E'vero che tanto peggio di così non può andare ma è anche vero che il peggio ora non si sa cosa potrebbe essere.

PS-non ho ricevuto nessun messaggio privato


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radisol
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Tra Parma e Livorno la situazione è diversa ...

Pizzarotti, che pure ha commesso errori clamorosi ... non si può fare solo il "corretto amministratore" dopo un plebiscito del genere e dopo la vera e propria rivolta di piazza che lo aveva preceduto ... sull'inceneritore non ha potuto veramente fare granchè ... erano state stabilite, dalle amministrazioni precedenti, penali allucinanti se si fermavano i lavori ... ed ha pure ereditato dai ladroni berluscones che lo hanno preceduto le casse vuote ed un mare di debiti ... se a questa situazione dissestata si aggiungevano le penali per l'inceneritore, arrivava subito il commissario prefettizio ...

Livorno, invece, ha i suoi problemi ma non è in default nero ... e non mi risultano, sull'inceneritore, penali da capogiro come per Parma ... quindi i margini di manovra sono molto diversi ...

Comunque è vero che a Livorno c'è stato un "non se ne può più" generalizzato ... e dopo 70 anni mi pare un qualcosa di abbastanza normale e doveroso ... in più, seguendo spesso proprio il sito Senza Soste, una specie di house organ della sinistra antagonista livornese, l'ultima amministrazione Pd era stata veramente impresentabile ... e lo strumento adatto ad esercitare questo "non se ne può più" era oggettivamente rappresentato dal M5S che ha ottenuto al ballottaggio anche l'appoggio delle due "liste civiche" di sinistra che si erano presentate al primo turno fuori dal centro-sinistra classico ...

Così come qualcosa del genere è successo anche a Civitavecchia ... che era controllata da circa 30 anni dalla famiglia Tiddei ( non solo il comune ma tutto il potere cittadino, gli appalti, il porto, le centrali elettriche, gli stabilimenti balneari, una parte del commercio ecc. ecc.) ... una famiglia di ex muratori comunisti diventati nei decenni ricchissimi .... pure lì era il caso di voltare pagina e l'unico strumento era il M5S ...

Così come è ovviamente meglio che a Bagheria non governi più la mafioseggiante Udc che fu di Cuffaro ... e che a Casal di Principe un vecchio e bravo amministratore, una volta comunista ed ora Pd ma di quelli disposti a rischiare le pistolettate per i propri principi, abbia battuto i referenti locali storici del clan di "Sandokan" Schiavone ...

Nelle elezioni locali, la logica del "meno peggio" ... che ritengo famigerata invece quando si parla della politica nazionale o peggio ancora internazionale ... ed è la logica che ha portato al de profundis di certa cosiddetta "sinistra radicale" italica .... per quanto mi riguarda, un senso lo può pure avere ...

Ma al di là dei casi specifici locali ( e certamente, in questa tornata amministrativa, Livorno lo è più di tutti gli altri) ... mi sembra proprio in generale che il "trionfo indiscutibile" di Renzi e del Pd alle europee si sia notevolmente e quasi subito ridimensionato ...

No, come pensavo sin dal giorno dei risultati delle europee, Renzi non è affatto la "nuova Dc" ... è qualcosa certamente di molto peggio nei contenuti e soprattutto è un "servo sciocco", molto più di quanto lo fosse la vecchia Dc, dei burattinai di Bruxelles e Francoforte ed anche di Washington ... ma anche qualcosa di molto più aleatorio ed anche casuale ed effimero in termini di consenso reale ...

Ed ogni tipo di gioco rimane quindi aperto ... comunque con Renzi #civediamolundiciluglio .... #stiasereno ....


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InvernoMuto
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Capo, a Livorno PD=mafia. Che ora si riesca per magia a cancellare decenni di clientelismo e di magagne non ci credo nemmeno io. Che non possano più spadroneggiare e tiraneggiare è però quantomeno auspicabile. Tanto fare peggio di come è stato fatto in questi anni a Livorno è difficile (anche se so che non c'è limite al peggio
Helios forse per sbaglio ti ho mandato un messaggio privato...non ci fare caso, è il caldo!

vogliamo parlare di Parma? l'inceneritore non poteva esser fermato nemmeno dai 5S.
Pertanto lo stesso sarà per quanto riguarda Livorno.Quelli di prima hanno fatto qualcosa che quelli di adesso non possono fermare. Di fatto governeranno ancora malgrado il responso dell'urna.
E'vero che tanto peggio di così non può andare ma è anche vero che il peggio ora non si sa cosa potrebbe essere.

PS-non ho ricevuto nessun messaggio privato

Si, si, però bisogna discutere delle opere, che "grazie" alla farraginosa macchina burocratica, rimangono ancora sulla carta: ospedale nuovo (uno spreco immane e una trappola finanziaria, vedasi project financing della regione), discarica al Limoncino (fra l'altro in zona protetta e pare anche stoppata dal giudice per alcune mafiate per altro subodorabili anche da chi non è troppo addentro alla questione), inceneritore, cementificazione di Piazza del Luogo Pio ecc. ecc.
Pertanto, gli scempi ereditati dalle passate amministrazioni come l'orripilante Rigassificatore ormai ce li puppiamo, per il resto si guarda. D'altronde con il PD confermato si aveva certezza che le schifezze che ho citato prima erano cosa fatta, ora si è tentato l'azzardo. Sono un po' scettico anch'io ma a che serve se si parte con il fatalismo che chiunque ci sia in amministrazione non cambia nulla?


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Anonymous
Illustrious Member
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Sono un po' scettico anch'io ma a che serve se si parte con il fatalismo che chiunque ci sia in amministrazione non cambia nulla?

Non è fatalismo, è realismo. E' rendersi conto che pretendere di cambiare muovendosi dentro gli stessi paradigmi economici e sociali, come fa il M5S, non cambia un bel niente, se non l'elite che guida gli affari e si intasca i profitti.


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A
 A
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 154
 

"M5S è l'effetto dell'evoluzione della società italiana degli ultimi 20 anni."

e ir budello di tu ma


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