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ma quanto ci costa non praticare la democrazia!


paolodegregorio
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- ma quanto ci costa non praticare la democrazia! -
di Paolo De Gregorio, 18 aprile 2013

Sono le 15 di oggi 18 aprile e da poco è finita la prima votazione per il Presidente della Repubblica, con la bocciatura del nome di Marini legato ad una intesa PDL-PD.
All’interno dei deputati e senatori del PD si è manifestata una spaccatura nell’ordine di duecento voti, in parte di schede bianche e nulle, in parte confluito sul nome di Rodotà (proposto dal M5S).
Questa grave spaccatura che potrebbe concludersi con una scissione e con le dimissioni del segretario Bersani, poteva essere evitata se il PD, invece di affidarsi alle decisioni dei vertici del partito, avesse imitato il metodo del M5S che ha fatto decidere ai suoi iscritti i nomi da proporre per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Già ieri sera, fuori dal locale in cui si riunivano i deputati e senatori Piddini, dopo aver saputo che il segretario si era messo d’accordo con Berlusconi sul nome di Marini, si era radunata una folla di iscritti, militanti, elettori del PD che diffidavano ad altissima voce di proseguire a sostenere quel nome.

Come al solito la base è più avanzata dei vertici e dobbiamo incominciare a pensare che ogni decisione importante debba essere votata dagli iscritti che devono avere ognuno un codice di accesso personale in internet ed i loro voti devono essere vincolanti.
Con questo metodo sono sicuro che stasera avremmo avuto Rodotà Presidente della Repubblica e in pochi giorni un governo con dentro i 5 stelle.

Solo così i partiti possono cambiare, affidando tutte le decisioni agli iscritti, annullando la nomenklatura che, nel caso del PD, si è rivelata inamovibili insieme al suo apparato, ne hanno annientato identità e radicamento territoriale, hanno per 20 anni dato uno spettacolo di inciuci e falsa opposizione che ha portato il paese nella crisi strutturale in cui stiamo affogando.
Paolo De Gregorio


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