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Mai mangiato carne in vita mia. Intervista a Margherita Hack


Tao
 Tao
Illustrious Member
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«MAI MANGIATO CARNE IN VITA MIA. E MAI LO FARÒ»

Diecimila copie in poche settimane per il suo libro «Perché sono vegetariana».
L'astrofisica Margherita Hack: «Amo gli animali, non potrei mai averli nel piatto. E anche senza ho vissuto alla grande»

MILANO - La carne la ripugna, il pesce ancora di più. È per quell'idea della sofferenza dell'animale che muore, della vita che viene spezzata per trasformarsi in pietanza. Margherita Hack non ha bisogno di grandi presentazioni. Astrofisica, studiosa, divulgatrice scientifica, donna impegnata nel sociale, autrice di pubblicazioni e saggi e conduttrice di programmi televisivi. Il suo ultimo lavoro è un libro che è autobiografico, ma non solo: «Perché sono vegetariana» (Edizioni dell'Altana) che sabato alle 18 sarà presentato alla libreria Hoepli di Milano in un confronto con Paola Maugeri, altra vegetariana e animalista doc. Un paphlet in cui spiega sia dal punto di vista personale sia da quello della scienziata per quale motivo un'alimentazione che non preveda animali morti nel piatto sia non soltanto più etica, ma anche decisamente più salutare.

«Lo dimostra anche semplicemente il mio essere qui - ci dice con enfasi, dalla sua casa di Trieste -: alla mia età sono arrivata in discrete condizioni e l'essere vegetariana non mi ha impedito negli anni della gioventù di praticare la pallacanestro e l'atletica leggera e con risultati soddisfacenti: ho vinto un paio di campionati universitari di salto in alto e salto in lungo, sono stata terza ai campionati assoluti. E ricordo tutta la mia vita come attiva, piena di tante gite in bicicletta tanto a vent'anni quanto a ottanta».

Bisogna dire subito che per Margherita Hack essere vegetariana è stato relativamente facile. E' lei stessa a premetterlo nelle prime pagine del libro e a confermarlo in ogni occasione: «Non ho dovuto rinunciare a nulla, sono nata vegetariana. I miei lo erano perché avevano aderito alla teosofia, una filosofia indiana che predica il rispetto di tutti gli esseri viventi e quindi il non mangiare gli animali. Io non ho mai mangiato carne. Nè mai la mangerei». E quando dice carne, la professoressa Hack intende anche pesce. Che, ammette, per lei è forse anche peggio «con quel suo odore insopportabile».

Vegetariana per nascita, sente dunque ora la necessità di ribadire la sua scelta e di spiegare le sue ragioni in un libro che in poche settimane ha già venduto più di 10 mila copie.

«Non mangio carne perché amo gli animali e li rispetto. Ma ci sono anche ragioni scientifiche: non posso pensare di mangiare carne di animali provenienti da allevamenti intensivi, dove non sono più animali ma macchine da carne. Sono rimpinzati di antibiotici e vivono in maniera innaturale. Quindi le loro sono carni malate. Anche Veronesi spiega che c'è una frequenza maggiore di cancro intestinale in chi mangia molta carne».

Ma ha mai pensato di diventare vegana?

«In realtà no, la mia preoccupazione è sempre stata evitare l'uccisione diretta degli animali. Certo che pensando a come vengono allevati i polli per la produzione di uova viene da pensarci...».

Lei era già vegetariana in tempi «non sospetti», quando pochissimi lo erano e di certo non era una moda. Oggi i vegetariani si stima che siano 7 milioni in Italia e che negli ultimi 25 anni l'incremento sia stata del 500%...
«Oggi c'è maggiore sensibilità, soprattutto nei giovani. E' certo maggiore attenzione per gli animali, ma credo anche una scelta salutistica».

Che però è una scelta tutto sommato facile in un Paese mediterraneo come il nostro. In altre zone del pianeta non è così semplice adottare una dieta «veg»...

«Un esquimese deve mangiare per forza pesce, non ha altro. E dove c'è la miseria non hanno certo tempo di pensare ai diritti degli animali. Ma sono casi estremi».

Lei insiste sul fatto che l'alimentazione vegetariana potrebbe dare un forte contributo alla soluzione di problemi globali come la fame nel mondo...
«Oggi una gran parte del terreno coltivato è usato per coltivare il foraggio per gli animali . Potrebbe invece servire per alimentare tanti popoli che fanno davvero la fame...».

Lei pensa che sia semplice?

«Basta volerlo. Alla base di tutto c'è questa idea sbagliata secondo cui non si può fare a meno della carne. Bisogna cambiare mentalità, far capire che si può vivere benissimo senza. E di certo senza consumarne tanta quanta se ne consuma oggi. Prima della guerra non se ne mangiava così tanta. Nel dopoguerra, forse per compensare le privazioni, sono iniziati consumi eccessivi».

Lei parla anche di tutela degli animali anche al di là dell'ambito specifico dell'alimentazione. Ma è proprio dal mondo della scienza a cui lei stessa appartiene che viene spesso la giustificazione della vivisezione e della sperimentazione animale...

«Vi si potrebbe fare ricorso in misura molto inferiore. A volte si fanno esperimenti che sono assolutamente inutili. Per altri ci si potrebbe servire delle cellule. Se ci sono casi in cui la sperimentazione animale è assolutamente necessaria allora che la si effettui in anestesia, pensando alla sofferenza dell'animale. Purtroppo l'Europa ha approvato una legge che da questo punto di vista è peggiore di quella italiana».

Il libro si chiude con la riproposizione della Dichiarazione universale dei diritti dell'animale, varata dall'Unesco nel 1978. Sono passati più di trent'anni. Cosa pensa che sia cambiato?

«C'è una maggiore consapevolezza, soprattutto tra le nuove generazioni. Ma la situazione non è molto cambiata. Anzi, se possibile è pure peggiorata. Basti pensare che tutti gli allevamenti intensivi che ci sono oggi un tempo non esistevano...».

Alessandro Sala
Fonte: www.corriere.it
16.02.2012


Citazione
Nyarlathotep
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 108
 

VeganVegetarianesimo = Faccia della medaglia del fast/processed food


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patrocloo
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 567
 

Estiqaatsi....


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Eurasia
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 702
 

Un gatto incontrò in una soffitta un grosso topo maschio. Spinto in un angolo, senza via d’uscita, il topo disse tremando: “Signor gatto, la prego. Non mi mangi. Devo tornare dalla mia famiglia. I miei figli mi aspettano affamati. Mi lasci fuggire”. Il gatto rispose: “Non devi preoccuparti. Non ti mangerei comunque. A essere sincero, anche se non posso dirlo ad alta voce, sono vegetariano. Non mangio carne di nessun tipo. Quindi, avermi incontrato è stata per te una gran fortuna”. Il topo disse: “Ah, che giornata meravigliosa! Sono proprio fortunato ad avere incontrato un gatto vegetariano!” Ma un attimo dopo, il gatto si avventò sul topo, lo immobilizzò con gli artigli e gli affondò i denti in gola. Il topo, torcendosi per il dolore, con l’ultimo fiato che aveva, gli chiese: “Ma non avevi detto che sei vegetariano e non mangi carne? Allora mentivi?” Il gatto, leccandosi i baffi, rispose: “Io non mangio carne. Non ho mentito. Infatti, quando tornerò a casa ti scambierò con la lattuga”. (Haruki Murakami, 1Q84)

Nulla da aggiungere... se non a buon intenditore etc. etc. 👿


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