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Marco Travaglio - Andante con ritmo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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L’Italia è il Paese europeo col maggior numero di leggi e col più alto tasso di illegalità. È prima in Europa, nel G7 e nell’intero Occidente per corruzione percepita, al 69° posto fra le nazioni più virtuose (fonte Transparency International). La corruzione si mangia il 40% di ogni grande opera: solo l’alta velocità ferroviaria costa da noi una media di 61 milioni a km contro i 10,2 della Parigi-Lione, i 9,8 della Madrid-Siviglia e i 9,3 della Tokyo-Osaka (Commissione Ue). Abbiamo i cantieri più lenti d’Europa, con tempi allungati di un terzo negli ultimi cinque anni (Dps-Uver): ogni opera sopra i 100 milioni dura in media 14 anni.   La nostra evasione fiscale è la più alta d’Europa (la terza nel mondo, subito dopo Turchia e Messico), come pure la pressione fiscale (44%, la quarta dell’Eurozona, la prima per il suo aumento in base al Pil nell’ultimo decennio: nel 2002 era al 40,5).

Ogni italiano evade in media 38 euro ogni 100: merito dei 10-11 milioni di evasori su 40 milioni di contribuenti, per almeno 180 miliardi sottratti ogni anno al fisco (Ocse-Corte dei conti). Un italiano su due dichiara meno di 15 mila euro, il 50% dell’Irpef la paga il 10% dei contribuenti e gli imprenditori risultano più poveri dei loro dipendenti. Il 40% delle imposte evase in tutt’Europa è made in Italy. Primato mondiale per il sommerso: l’economia in nero è il 21% di quella legale, 340 miliardi l’anno.   Ma niente paura: secondo l’Institut de criminologie et de droit penal, nel 2011 avevamo appena 156 detenuti per crimini economici e fiscali, contro gli 8.601 della Germania (55 volte in più): la media europea è 10 volte la nostra, col 4,1% di colletti bianchi in galera contro lo 0,4 dei nostri. Che sono 1/6 degli olandesi, 1/10 degli svedesi, inglesi e norvegesi, 1/11 dei finlandesi, 1/15 degli spagnoli, 1/22 dei turchi. E ci umiliano persino i paradisi fiscali di Montecarlo (23%) e Liechtenstein (38,6%).  

Abbiamo servizi fra i più scadenti, ma siamo secondi in Europa per i rincari delle bollette: +19,1% nel 2014 (+324 pro capite). Ci batte solo la Spagna, ma l’anno prossimo vinciamo noi (la Cgia di Mestre prevede aumenti di acqua, trasporti, sanità e rifiuti per 677 euro a testa). Nei costi dei conti correnti bancari non ci supera nessuno: 350 euro l’anno contro i 114 della media dell’Unione europea.   Illegale il Paese, illegale lo Stato: l’Italia è prima in Europa per procedure d’infrazione Ue (ben 99), multe per trasposizione tardiva delle norme europee (36), reclami all’Ue di cittadini italiani contro il loro Stato (438) e frodi comunitarie. Siamo invece ultimi per aumento di turisti stranieri: cresciuti in tutta Europa (persino in Grecia e Lettonia), da noi sono calati dello 0,5% (-4,6 calcolando anche il crollo del turismo nazionale): il tutto, con il maggior patrimonio artistico e culturale del mondo.   Siamo ben piazzati anche sull’economia. In 20 anni abbiamo perso rispetto alla Germania 14 punti di Pil, che nel 2014 è sceso dello 0,4% (il Def di Renzi prevedeva un +0,8). Il debito pubblico, sotto il governo Renzi, è cresciuto di 80 miliardi in 10 mesi toccando i 2.140 miliardi (131,6% del Pil). Il deficit (che doveva scendere, nelle previsioni del premier, al 2,3%), è salito al 2,9. La produzione industriale è precipitata dell’1,2%. Intanto abbiamo smarrito altri 600 mila posti di lavoro: la disoccupazione, che Renzi aveva preso al 12,7%, ora è al 13,2 (quella giovanile è balzata dal 42,3 al 43,3). E meno male che siamo il paese più vecchio dell’Ocse (l’unico con più di un abitante su cinque over 65 e meno di uno su quattro under 25), col secondo peggior tasso di natalità d’Europa (8,5 bambini su mille abitanti, secondi solo al Portogallo) e con le peggiori politiche per le famiglie e le giovani coppie: sennò saremmo ancor più rovinati. Fortuna poi che molti giovani se ne vanno: 94.126 espatri solo nel 2013 (+ 28%).

Ma non è che chi lavora se la passi granché meglio: coi salari fra i più bassi d’Europa, un occupato italiano è più povero di un disoccupato tedesco (in Germania il sussidio ai senza lavoro con famiglia supera i 1.600 euro: il salario di gran parte dei nostri lavoratori).   Avendo astutamente rinunciato alla banda larga, una famiglia su tre al Nord e una su due al Centro-Sud non ha ancora accesso a Internet: la nostra velocità media di navigazione è di 5 megabit contro gli 8 della Germania e i 12 dell’Olanda. Il che ci pone al 36° posto nell’Ict Developement Index su dotazioni e competenze digitali, dietro a Emirati, Qatar e Barbados. Quanto a velocità di download domestica, con 8,51 megabyte scaricabili al secondo siamo ultimi nel G8 (penultimo il Canada con 23,09) e nell’Ocse, penultimi in Europa: nel 2010 eravamo al 70° posto al mondo, ora siamo al 98°, tallonati dal Kenya.

Peggio ancora la rapidità di upload: in cinque anni siamo precipitati dall’86° al 157° posto.   Per non farci mancare nulla, siamo anche primi in classifica per ignoranza e disinformazione (Ignorance Index), su 14 paesi testati da Ipsos. Ma pure 64esimi al mondo per libertà d’informazione secondo Freedom House e 49esimi secondo Reporters Sans Frontières. E ultimi nell’Ocse per spesa nella scuola e nella ricerca in rapporto al Pil: solo un ricercatore precario su 100 viene stabilizzato. Per investimenti esteri siamo al 56° posto nel mondo e al 18° in Europa. Per competitività, 49esimi nell’Ocse. Per risolvere una lite commerciale, impieghiamo 1.185 giorni, il triplo dei grandi paesi europei. Nel ramo giustizia, a fronte della magistratura più produttiva d’Europa, abbiamo così tanti processi (5,2 pendenti e 4 milioni nuovi ogni anno nel civile, 3,4 pendenti e 3 nuovi nel penale) che durano in eterno. Le politiche di austerità, oltre a non risolvere nessuno dei guai sventolati per giustificarle, hanno aumentato diseguaglianze e ingiustizie sociali, raddoppiando il numero dei poveri: il 12,4% della popolazione (nel 2007 erano il 6,8). Intanto siamo affondati al 24° posto dell’Ue per capacità d’inclusione nella vita sociale e lavorativa: solo Ungheria, Bulgaria e Grecia stanno peggio. E al penultimo per giustizia intergenerazionale. Però siamo primi per la la Repubblica, che ora purtroppo ci lascia dopo appena nove anni.

Grazie a tutti per averci salvati dal baratro, alla faccia dei gufi e dei rosiconi. Avanti così, mi raccomando. Ma con più ritmo. quota di “Neet”, cioè di giovani che non lavorano e non studiano (Fondazione Bertelsman).   L’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi Confartigianato colloca l’Italia sotto la media europea in ben 42 indicatori economici e sociali su 50: oltre a quelli già detti, primeggiamo in peggio per tasso di abbandono scolastico, efficienza della spesa pubblica, costi dell’energia, tempi di procedure import-export, rapporti telematici con la PA, e così via. Il che produce un altro record: un tasso di pessimismo unico in Europa, con appena il 15% dei genitori che pronostica per i figli una vita migliore della propria.  Dall’alto di questo medagliere olimpico, non possiamo che guardare con rinnovata fiducia al futuro e con profonda gratitudine a chi ci ha così ben governati, a cominciare dai vari premier e dal più longevo presidente della Repubblica, che ora purtroppo ci lascia dopo appena nove anni. Grazie a tutti per averci salvati dal baratro, alla faccia dei gufi e dei rosiconi. Avanti così, mi raccomando. Ma con più ritmo.

Marco Travaglio
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
2.01.2014


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clack
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 407
 

Siccome non è agevole navigare in quella fogna che il sito di FQ, ma certi articoli come quello qui pubblicato sono meritevoli di commento, sarebbe possibile rendere meno difficile la vita di chi vorrebbe reperire la pagina in cui sono pubblicati allegandone per intero il link?
Grazie


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brumbrum
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1643
 

tipico distorcimento della realtà


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MarioG
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3055
 

180 miliardi sottratti al fisco ogni anno!
Non ne dubitiamo, lo dicono le leggi tributarie.
Quanti quelli sottratti DAL fisco?
180 mld sottratti, di per se' non significa nulla. Bisogna vedere da quali categorie e perche'. Potrebbero essere (e penso che in gran parte lo siano) soldi protetti DALL'azione del fisco.
Equitalia riscuote circa il 15% delle tasse a ruolo, accumulando un arretrato di 500 mld. Evidentemnete frutto di accertamenti irrealistici e inesigibili.
Senno', se questi 180 mld all'anno circolano impunemente nella societa', che come noto gode di un'inspiegabile impennata dei consumi, facciamo una manovra da 180 mld. E vediamone i risultati.


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