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Marino ritira dimissioni ma è indagato per peculato


helios
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Roma, Marino ritira le dimissioni
Ma è indagato per la vicenda scontrini per peculato
Avrebbe taciuto l’iscrizione nel registro degli indagati alla Giunta. Dopo giorni di attesa e inutili tentativi di mediazione, il sindaco ha fatto retromarcia: «Non vado via». Ma dal Nazareno la risposta è netta. Orfini: «Pronti a un nuovo inizio»

di Paolo Foschi

Brusca accelerazione nella crisi in Campidoglio nella giornata di giovedì. Dopo la fumata nera nella cena-incontro di mercoledì sera fra Ignazio Marino e Matteo Orfinia casa del vicesindaco Causi, il chirurgo dem ha rotto gli indugi e dopo quasi tre settimane di attesa, tentennamenti e tentativi di mediazione falliti, ha ritirato le dimissioni presentate il 12 ottobre e che sarebbero diventate definitive il 2 novembre con una lettera in cui rivendica alcuni errori, ma difende le scelte di fondo. Intanto, dalla Procura trapela la notizia che il primo cittadino sarebbe stato effettivamente indagato per peculato per la vicenda dei giustificativi delle note spese (che avrebbe pagato con la carta di credito del Comune). Marino, che nei giorni scorsi aveva affermato «se indagato mi dimetterò», sarebbe stato al corrente dell’iscrizione nel registro degli indagati già da mercoledì ma avrebbe taciuto il «particolare» all’intera Giunta.

Il confronto in Aula

«Voglio un confronto trasparente in Aula con la mia maggioranza» ha poi detto il sindaco, lanciando l'ultima sfida. Ma il Pd è andato subito al contrattacco: al termine di lunghe ore di consultazioni interne e con la parte più dialogante delle opposizioni, i consiglieri eletti nelle file del partito di via del Nazareno con alcuni rinforzi esterni si sono messi d’accordo per le dimissioni in blocco: mossa che, una volta formalizzata probabilmente venerdì mattina, a norma di legge farà scattare la decadenza della consiliatura, avendo raggiunto il quorum della metà dei consiglieri più uno (in totale servivano 25 dimissionari).

Orfini: «Roma volta pagina»

Poco prima della mezzanotte una nota del commissario del Pd romano Matteo Orfini e del capogruppo Pd in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo, chiariva la posizione del Partito democratico al termine della lunga riunione nella sede di Largo del Nazareno:«Con senso di responsabilità nei confronti dei romani e di Roma che non merita il protrarsi di questa penosa attesa siamo uniti e determinati a dare alla Capitale da domani un nuovo inizio». Il risultato, scrivono Orfini e Panecaldo è «un percorso chiaro, trasparente, rispettoso nei confronti del futuro di Roma. Spiace che Ignazio Marino oggi abbia vanificato uno sforzo comune per individuare soluzioni che avessero al centro la città e non i destini personali. Così non è stato, con un inspiegabile arbitrio e un’idea di Roma come di una proprietà privata, che non è giusta e corretta nei confronti dei cittadini. Domani», cioè venerdì mattina, «Roma volta pagina e non perché lo ha deciso questo o quel partito, ma perché, andando oltre egoismi e personalismi, la nostra città merita affidabilità, governo quotidiano e una rinascita civica su cui lavoreremo da subito». Un nuovo inizio è necessario, spiegano ancora Orfini e Panecaldo, «per fare chiarezza una volta per tutte e per mettere in condizione la città di affrontare con serenità un quotidiano da troppo tempo trascurato e la straordinarietà di un grande appuntamento come il Giubileo che sarà un momento di rinascita per la città, sull’esempio milanese di Expo».

12 ottobre: Marino firma la lettera di dimissioni

Le inutili mediazioni

Ancora in mattinata giovedì c'era in ambienti del Pd la speranza di non arrivare a questo epilogo e magari di riuscire a convincere il sindaco a rinunciare al ritiro delle dimissioni. Il presidente del partito e commissario della federazione romana, Matteo Orfini, aveva convocato al Nazareno nel primo pomeriggio i consiglieri Pd per dettare la linea, ma soprattutto per mandare un segnale a Marino: il ritiro delle dimissioni sarebbe inutile, ormai è finita in ogni caso. Niente da fare. Il «marziano», tenendo fede alla inossidabile fiducia nella propria linea a dispetto di quanto gli accade intorno, poco prima delle quattro e mezza del pomeriggio ha annunciato ufficialmente il ritiro delle dimissioni, confermando la convocazione della giunta per le 19.30. Insomma, il sindaco ha mostrato l'intenzione di andare avanti, nonostante tutto.
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La fuga degli assessori

Immediate le reazioni nel Pd. Gli assessori Marco Causi (Bilancio e vicesindaco), Stefano Esposito (Trasporti) e Luigina Di Liegro (Turismo) hanno subito rassegnato le dimissioni. I loro colleghi Alfonso Sabella (Trasparenza e Legalità), Maurizio Pucci (Lavori pubblici), Giovanna Marinelli (Cultura) e Marco Rossi Doria (Istruzione) si sono invece dimessi dopo la giunta serale.

La strategia di Marino

«Sono pronto a confrontarmi con la maggioranza. Illustrerò quanto fatto, le cose positive, la visione per il futuro ma quello è il luogo della democrazia. Questa sera parlerò con la presidente Baglio e illustrerò, oltre a consegnarle la lettera, la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell'aula Giulio Cesare» ha detto Marino prima di recarsi nell'ex caserma Guido Reni, nel quartiere Flaminio, per partecipare a un convegno sull'Urbanistica, dove era atteso da una incredibile ressa di fotografi, ma anche da sostenitori che lo hanno accolto calorosamente. «Abbiamo fatto cose importanti per cambiare la città» ha dichiarato il sindaco, prima di lasciare la sala «per permettere il regolare svolgimento del convegno visto che se esco io, vanno via anche tutti i giornalisti».

L'ultima giunta

Marino intorno alle 19 è tornato così in Campidoglio, dove ha trovato a sorpresa dei sostenitori che nessuno si sarebbe aspettato:alcuni militanti di Casapound, gruppo di estrema destra. «Stavolta tifiamo Marino, la sua follia è utile, tiene in scacco Renzi e il Pd». Poi si è svolta la giunta dimezzata (che ha approvato la sperimentazione della pedonalizzazione integrale dei Fori nei festivi e nei week end e qualche altro provvedimento). Infine, in serata, la decisione del Pd e dei loro alleati: dimissioni in massa per aprire la strada all'arrivo del Commissario e alle elezioni in Primavera.

29 ottobre 2015 22.39
http://roma.corriere.it/notizie/politica/15_ottobre_29/roma-marino-ritira-dimissioni-ma-pd-contrattacca-si-prepara-far-decadere-giunta-consiglio-27ca366c-7e79-11e5-b052-6950f62a050c.shtml?refresh_ce-cp


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