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MILITARI MINACCIATI SE SI OPPONGONO AL GOVERNO


Maia
 Maia
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MILITARI MINACCIATI SE SI OPPONGONO AL GOVERNO. MA IL VENTO STA CAMBIANDO

Il vento sta cambiando? Decisamente.
Esce su Il Giornale un mio articolo che parla della protesta degli addetti dei comparti Sicurezza e Difesa contro il governo Renzi relativamente al riordino delle carriere. Un putiferio. Arrivano telefonate dagli alti gradi dello Stato Maggiore, si arrivano a minacciare rappresentanti dei Cocer per aver anche solo lasciato intendere che non si è d’accordo con le scelte del governo Renzi. Si ricorda che si sono “pagate pubblicità”, ma non ci si rende conto che la libertà, compresa quella di stampa, non si compra mai. E poi qualcuno paventa l’ipotesi di votare “no” al prossimo referendum costituzionale e si fa presente che i militari non possono esprimersi in questo senso.
Esce un comunicato del presidente del Cocer interforze, il generale Paolo Gerometta, uno che doveva essere in pensione dallo scorso 7 settembre, ma che magicamente è stato prorogato dal consiglio dei ministri fino al 30 giugno prossimo. Uno che, pensate, è riuscito a far riunire il Cocer una sola volta in un anno e mezzo, a causa della mancanza del numero legale. Gerometta vuol “rassicurare”, lasciando intendere che “il Cocer, dopo il recente confronto con lo Stato Maggiore della Difesa, sta sviluppando una serie di propri approfondimenti e proposte volti a migliorare le iniziali bozze di lavoro. Ove tale attività proseguirà con l’odierno spirito di confronto fattivo e propositivo sicuramente potrà portare ad un testo all’altezza delle aspettative nutrite da tutti gli uomini e donne con le stellette che tutti noi auspichiamo dal profondo del cuore”.
E poi parla di “spontanee interpretazioni”, dimenticandosi di dire che ci sono centinaia di migliaia di militari che sono stufi delle penalizzazioni a loro carico e che da giorni, sui social, ci mettono la faccia, rischiando anche sanzioni disciplinari, pur di manifestare il proprio pensiero. D’altronde, si sa, le minacce dei graduati piazzati dal governo ai posti giusti arrivano puntuali. Fu il caso dell’articolo sulle tende per i militari impegnati a Expo. Si intese aprire un’inchiesta militare e punire tre innocenti, solo per aver messo “mi piace” al post della sottoscritta che riportava l’articolo integrale.
Da giorni circola un documento del consiglio centrale di rappresentanza dei militari del Comparto Difesa, in cui si spiega che “si è assistito con sconcerto a una delle pagine più nere di sempre per oltre 80mila graduati e militari di truppa dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica.

Scritto da: Chiara Giannini

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