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Nucleare - Spunta Monfalcone


sacrabolt
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Leggendo tra le righe di un articolo di cronaca locale, spuntano parecchi elementi che delinano una prima istallazione del "rinascimento nucleare in Italia"

Gli operai della fabbrica milanese sono in agitazione dal 21 dicembre scorso
Mangiarotti Nuclear, presidio per salvare il posto. Tafferugli con la polizia
La Fiom: «Manganellate agli operai». La Questura: «Solo azioni di contenimento»

MILANO - Momenti di tensione durante la manifestazione degli operai della Mangiarotti Nuclear - che produce componenti per centrali nucleari e contenitori per lo stoccaggio delle scorie - giovedì mattina davanti alla Prefettura: il corteo degli operai è stato caricato dagli agenti in tenuta antisommossa e cinque lavoratori sono rimasti feriti. A denunciare l'episodio è un delegato Fiom della Rsu dello stabilimento milanese che rischia la chiusura per il trasferimento della produzione a Udine. Ma fonti della Questura smentiscono le cariche facendo invece cenno ad «azioni di contenimento». I manifestanti, infatti, non si sarebbero fermati nel punto prestabilito. «Il percorso del corteo era stato autorizzato - ha affermato Rosario Schiettini, delegato della Fiom dell'azienda che produce componenti per l'industria nucleare - ma all'imbocco di corso Monforte uno schieramento di forze dell'ordine ci ha impedito di arrivare fino al portone della Prefettura. Sono partite le cariche e cinque operai sono stati colpiti dalle manganellate: uno di loro è stato portato via in ambulanza».

LA MOBILITAZIONE - La giornata di mobilitazione degli operai della Mangiarotti era iniziata davanti al consolato francese per impedire che la committente Areva chiedesse il trasferimento delle commesse dallo stabilimento di Milano. Dopo un colloquio tra un gruppo di sindacalisti e il diplomatico francese, il corteo a cui hanno partecipato anche una delegazione dei lavoratori della Maflow di Trezzano sul Naviglio e alcuni esponenti dei centri sociali, ha tentato di raggiungere la Prefettura per chiedere al rappresentante provinciale del governo il rispetto di una sentenza che impone alla proprietà di mantenere la produzione nello stabilimento milanese. Dopo gli scontri una delegazione di rappresentati sindacali è riuscita a ottenere un'udienza in Prefettura.

PRESIDIO DA DICEMBRE - Gli operai della fabbrica milanese sono in presidio costante dal 21 dicembre scorso. Gli operai della Mangiarotti Nuclear sono in presidio da dicembre davanti ai cancelli della fabbrica di V.le Sarca: vogliono solo tornare a fare il proprio mestiere, ossia produrre. Hanno fatto causa all'impresa, che li aveva messi ingiustamente in cassa integrazione straordinaria e aveva spostato in un altro sito le commesse su cui stavano lavorando, e hanno vinto. Nonostante questo (nonostante la sentenza del Tribunale di Milano) il lavoro non è tornato in V.le Sarca. Gli ultimi pezzi in produzione pare stiano per essere prelevati, per essere portati in Friuli (dove ha sede un altro stabilimento del gruppo), oppure spediti direttamente in Francia, dal committente. «Non e’ accettabile che il Friuli regali 27 milioni di euro per costruire una nuova fabbrica a Monfalcone e la Lombardia ci regali un po’ di cassa integrazione», hanno detto i rappresentanti. «Chiediamo al Prefetto che la Mangiarotti continui ad esistere a Milano anche se in forma ridotta non vogliamo che sia una vetrina, ma una produzione seria».
Corriere Redazione online
08 luglio 2010

Quindi tra i committenti di Mangiarotti c'è Areva, azienda che produce centrali nucleari EPR chiavi-in-mano. Areva chiede il trasferimento delle commesse dallo stabilimento di Milano a quello di Monfalcone, che guardacaso sta a 200 metri dal potenziale sito nuclearizzando. Che la regione FVG regali poi (prestito a fondo perduto?) 27 milioni di euro per costruire una nuova fabbrica a Monfalcone, la dice lunga sul neoliberismo del paga la collettività (con denaro e cancro) e mangia (il signor) rotti.

E, peggio di tutto, è sconfortante vedere degli operai lottare per un pezzo di pane avvelenato. Se questa è la situazione, il giorno che faranno succedere un black-out elettrico, avremo il 99% degli italiani a favore di mangiarotti, areva e i "salvatori" del nostro costoso stile di vita.


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dana74
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vedi sacrabolt è la logica perversa del "tengo famiglia" che ha trasformato gli operai in prostitute, solo che loro così facendo ledono avvelenando le "altre famiglie" che con il nucleare non vogliono aver a che fare..
e pensare che tanti anni fa una fabbrica di armi in val di susa PER DECISIONE DEGLI OPERAI riconvertì la produzione


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sacrabolt
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[...]sull’ ipotesi che uno dei siti nucleari sia a Monfalcone (Gorizia) ha risposto: “Oggi non possiamo smentire ne’ confermare queste che sono solo voci”. Salia ha poi confermato che a livello di opinione pubblica “il cittadino si sta avvicinando al nucleare. Dalle indagini che abbiamo oramai il 50 per cento dell’opinione pubblica e’ favore alla energia nucleare. Se pensiamo al referendum dell’87 si puo’ dire che l’opinione pubblica ha cambiato orientamento. Ci vuole pero’ un’informazsione corretta e su base scientifiche. Questo potrebbe fare il resto cpome accade negli altri paesi del mondo dov3e hanno capito che senza nucleare non si puo’ creare energia a un costo competitivo”. (AGI) Cli/Ts/Pgi

vedremo quali "basi scientifiche" il ministero dell'industria nucleare ci propinerà.


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