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Opposizioni contro via libera a Basi Usa per attacchi Libia


helios
Illustrious Member
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Libia, Pinotti dà il via libera alle basi. Le opposizioni promettono bagarre in aula
Pubblicato: 03/08/2016 20:28 CEST Aggiornato: 03/08/2016 20:28 CEST

Il tentativo (del governo) di silenziare le bombe in Libia è destinato a infrangersi in Parlamento. Ecco Mario Mauro, ex ministro della Difesa. Il suo successore Roberta Pinotti ha appena ammesso che, se richiesto, daremo la base di Sigonella per i raid (leggi qui l'intervento in Aula del ministro): “Sa – dice Mauro – cosa stanno facendo? Glielo dico che a quel ministero ci sono stato. Stanno facendo il gioco delle tre carte. Gentiloni dice ‘valuteremo’, la Pinotti il giorno dopo dice una frase su quel che è ovvio ed è stato già deciso e cioè che daremo le basi, e domani? Domani è prevista la riunione delle commissioni Eteri e Difesa congiunte. E loro mandano i sottosegretari, non i ministri, per non metterci la faccia. E lì le opposizioni li aspettano…”.

L’ex ministro, sempre molto informato di quel che accade alla Difesa, riceve una telefonata, poi con un ghigno butta lì una frase: “Non mi stupirei che un governo che si rifiuta di esporsi con i ministri in commissione non abbia già autorizzato di fatto ciò che evita di discutere di Parlamento”. E cioè che da Sigonella sia già decollato un drone Usa, sganciando un missile su una postazione dell’Isis. Del resto la concessione d’uso di Sigonella è stata già concordata con Washington. Né è stato smentito un articolo molto documentato del Fatto sui sette raid in Libia in due giorni, dal titolo Da Sigonella già partono i Droni Usa contro l’Isis.

La verità la sussurra una fonte della Difesa vicina al ministro: “Questo governo ha paura delle parole. Ma che dobbiamo valutare? Se ci proponiamo come il paese guida nel Mediterraneo nella lotta al terrorismo, poi abbiamo paura di dire che diamo Sigonella agli americani? Ma quale è il problema se gli F16 partono e atterrano a Sigonella così possono stare in volo 48 ore invece che partire dalla Giordania e avere autonomia di 24 ore?”. La valutazione non c’entra nulla con una pianificazione operativa già comunicata: 30 giorni di raid con l’Italia che mette a disposizione Sigonella e lo spazio aereo, come da richiesta del Comando statunitense.

La “valutazione” è tutta interna e politica. E riguarda l’impatto della vicenda sul referendum. Fonti governative di livello raccontano l’assoluta determinazione di Renzi ad evitare che la parola “guerra” sia associata al suo nome e al suo “governo”. Fino al paradosso di chiedere pieno coinvolgimento e un ruolo guida nel Mediterraneo sulla lotta al terrorismo, ma ostentando estraneità alle operazioni militari. Ancora oggi il premier spera che non sia necessario l’uso delle basi italiane: “Molto – spiegano fonti informate – dipende da come vanno i raid sui primi dei 4-5 compound di Sirte”. Anche perché Renzi vuole evitare il dibattito parlamentare sul tema, che inevitabilmente farebbe da cassa di risonanza per l’opinione pubblica: "Tecnicamente - prosegue la fonte - non è necessario un dibattito parlamentare per concedere l'utilizzo delle basi".

Già si sentono i possibili rumori della battaglia d’Aula. Il capogruppo di Sinistra Italia Arturo Scotto è pronto ad associare il governo alle bombe: “Vogliono dare le basi? Chiedo al governo un passaggio parlamentare e un voto formale. Per combattere e sradicare l'Isis occorre una strategia che non può essere esclusivamente militare. I bombardamenti rischiano solo di mettere in pericolo i civili”. Ecco perché il governo si mostra prudente, minimizza, prova a tenerla bassa. Alessandro Di Battista, varca il Transatlantico con l’aria di chi la sa lunga: “Sulla Libia intervengo io”. Il governo manda i sottosegretari, tenendo a riparo i ministri dalla polemica annunciata. Evitando loro di rispondere alla domanda che qualcuno, in commissione esteri e difesa, ha pronta: “È vero che il drone Usa Reaper è già decollato dalla base di Sigonella sganciando un missile Hellfire su una postazione dell’Isis?”. Per risposta, al netto della paura delle parole, basta una sillaba: sì o no.

http://www.huffingtonpost.it/2016/08/03/libia-basi-opposizioni_n_11317888.html?utm_hp_ref=italy


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