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Ora i giudici frenano le espulsioni: serve il verdetto della Cassazione


Hito
 Hito
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Fonte: https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_giugno_21/ora-giudici-frenano-espulsioni-serve-verdetto-cassazione-064952ea-74d8-11e8-993d-4e6099a1c06b_amp.html?__twitter_impression=true

Espellere i migranti prima che la Cassazione decida i ricorsi sulla protezione negata dai Tribunali? Per i giudici di Milano la norma contrasta con il diritto dell’Unione Europea. E interpellano la Corte Ue. La questione riguarda la sorte delle persone straniere che, avendo visto le proprie richieste di protezione bocciate in via amministrativa dalle Commissioni territoriali ministeriali, si siano rivolte ai giudici e però abbiano incassato un no anche dai Tribunali. L’anno scorso la legge Minniti-Orlando ha tolto (soltanto per i migranti) un grado di giudizio, l’Appello: sicché, dopo il no del Tribunale, allo straniero resta solo il ricorso in Cassazione. Ma mentre la bocciatura da parte della Commissione amministrativa non è immediatamente esecutiva e dunque il migrante può restare in Italia in attesa del Tribunale, dopo la bocciatura da parte del Tribunale e in attesa della Cassazione non c’è invece sospensiva, e dunque lo straniero non ha più titolo a restare in Italia, deve subito lasciarlo, e se non lo fa può essere espulso in ogni momento verso il Paese d’origine (salvo l’eccezione di «fondati motivi» ravvisati dal medesimo Tribunale).
Ma questo assetto normativo — scrivono ieri il presidente della sezione immigrazione Patrizio Gattari, la giudice relatrice Martina Flamini e la collega Patrizia Ingrascì dopo non aver creduto alla discriminazione omosessuale narrata da un nigeriano — «non rispetta alcuni principi che rappresentano le “pietre angolari” del diritto dell’Unione Europea». Tre. Il primo è che «viola il diritto ad un rimedio effettivo»: nel diritto di difesa c’è il diritto al contraddittorio, che comprende il diritto di confrontarsi con il proprio avvocato e di esporre sino alla fine all’autorità giudiziaria tutti gli elementi in proprio possesso, anche sopravvenuti: ma se lo straniero viene rispedito dall’altra parte del mondo, diventa non solo impossibile curare con il proprio avvocato il ricorso, ma anche «non è più garantita l’utilità della futura sentenza, con conseguente lesione dell’effettività della tutela»: la Corte Ue l’ha già detto nel 2007 nel caso Unibet tra in materia di giochi d’azzardo, un po’ meno importanti delle persone.
Il secondo punto è un difetto di imparzialità del giudice, se a rigettare la domanda di protezione è lo stesso a cui spetta ravvisare i «fondati motivi» eccezionalmente pretesi dalla legge come unica chance dello straniero di restare in Italia in attesa.
La terza ragione è l’irrazionalità della violazione del principio di equivalenza: in tutte le altre materie le norme italiane ammettono la possibilità di sospendere l’esecutività delle sentenze civili di primo grado di fronte a un «pericolo di danni gravi e irreparabili», mentre solo nel caso dei migranti pretendono una prognosi di «fondati motivi» di accoglimento.
Ma invece di arrogarsi la pretesa di disapplicare da soli la legge italiana (magari stravolgendola), i giudici milanesi scelgono di interpellare la Corte di Giustizia dell’Unione Europea in Lussemburgo, che esiste apposta per dire se le norme di un Paese siano compatibili con il diritto Ue. Si chiama «questione pregiudiziale», e il Tribunale di Milano chiede che avvenga con «procedura d’urgenza». Vuol dire che la risposta potrebbe arrivare in 7-8 mesi. Fino ad allora, come proprio ieri nel caso del nigeriano, il Tribunale di Milano concederà ai migranti la sospensione delle conseguenze dei propri rigetti e dunque la permanenza in Italia in attesa della Cassazione, pressoché in via automatica ad esclusione dei ricorsi palesemente campati per aria o minati da vizi di forma.


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Incredibili pastoie giuridiche italiane o della Ue sembrano fatte apposta per ostacolare addirittura anche delle semplici espulsioni. Se non si modificano urgentemente certe norme tra non molto diventeremo un paese africano!


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fuffolo
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La possibilità di appellare le sentenze non è principio costituzionale


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Tizio8020
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La domanda è un'altra.
Chi paga tutto l'ambaradan?
Io da 11 anni attendo di trovare il denaro per usufruire di un avvocato, e non ci riesco.
Questi, hanno gratis pure i ricorsi!!!
Assurdo...


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Hito
 Hito
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Migranti, protezione umanitaria e mancati ricorsi. Le colpe di Prodi

Fonte: http://www.affaritaliani.it/blog/zoom/migranti-protezione-umanitaria-e-mancati-ricorsi-le-colpe-di-prodi-546996.html
Ecco perché i rimpatri non funzionano


C’è una domanda cruciale per capire lo scandalo migranti e il caso aperto dalla “nouvelle vaguecattivista” del ministro dell’Interno Matteo Salvini. La domanda è: perché in Italia, accanto a poche decine di migliaia di veri “profughi”, e a un numero indefinito di immigrati sicuramente irregolari, cioè di clandestini, ci sono anche tra 600 e 700mila migranti che profughi di certo non sono, ma restano qui e sono liberi di muoversi sul nostro territorio, liberi anche di scomparire, e in certi casi (purtroppo) di delinquere?
È tutta colpa (ma si potrebbe dire anche merito, a seconda della posizione ideologica di chi legge)di tre diverse leggi, per l’esattezza di tre decreti legislativi: il primo e il n° 286 del 1998, il secondo è il n° 251 del 2007, e il terzo è il n° 286 del 2008. Tutti e tre i decreti hanno in comune la firma di un governo presieduto da Romano Prodi. E introducono la “protezione ausiliaria” e la “protezione umanitaria”.
Che cosa è un “profugo”
Ma prima di tutto facciamo un po’ d’ordine sui “profughi”, cioè i rifugiati veri e propri, quelli che hanno pieno diritto di essere tutelati in Italia come in qualsiasi Paese europeo. Per “profugo” s’intende esclusivamente chi sia stato riconosciuto come tale da una delle 20 Commissioni territoriali prefettizie, cioè gli enti che devono valutare lo status di chi sbarca in Italia da un altro Stato. Le Commissioni territoriali, va sottolineato, non sono un covo della reazione in agguato, né sedi della Lega camuffate: presiedute da un viceprefetto, sono composte da un funzionario di Polizia, da un rappresentante del Comune o di un altro ente locale, e da un soggetto designato dall’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Insomma, tutta gente perbene.
Le Commissioni interrogano i sedicenti profughi e cercano di capire se dicano il vero o il falso: indagano cioè quale sia il Pese da cui provengano, e se siano davvero perseguitati o in pericolo di vita. Sono anche piuttosto generose, le Commissioni. In media, negli ultimi sei anni, appena metà delle 333mila domande esaminate è stata respinta (vedere la tabella). Soltanto l’anno scorso, con 171.332 sbarchi, le Commissioni sono state un poco più severe: hanno esaminato 81.527 domande d’asilo e ne hanno respinte 46.992, il 58%.

Che cosa succede ai “respinti”
A quel punto, che cosa ha fatto la stragrande maggioranza dei sedicenti profughi respinti? Semplice, ha fatto ricorso in questura. Ottenendone quasi sempre una protezione sussidiaria o umanitaria, e quindi un permesso di soggiorno. E proprio qui arriviamo ai tre decreti prodiani del 1998, del 2007 e del 2008.Perché è in base a quelle tre leggi se i migranti respinti restano comunque in Italia. I due decreti promulgati nel biennio 2007-2008 hanno introdotto nel nostro ordinamento la “protezione sussidiaria”:lo straniero che non possiede i requisiti per essere riconosciuto come profugo può comunque restare in Italia senza problemi se “nei suoi confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine (…), correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno”.  Il decreto del 1998, invece, stabilisce i criteri della “protezione umanitaria”: la legge dice che il sedicente profugo che sia stato respinto dalle Commissioni territoriali prefettizie non va riaccompagnato alla frontiera “se ricorrano seri motivi, in particolare di carattere umanitario”.
L’Italia è praticamente l’unico Paese europeo che riconosce la “protezione umanitaria”. Questo tipo di tutela, insomma, non nasce né da obblighi internazionali, né da un dettato costituzionale: è stata una scelta autonoma del nostro legislatore. Per intenderci, presto la Spagna espellerà gran parte dei 629 immigrati che ha accolto con grande clamore mediatico nel porto di Valencia con la nave Aquarius: li espellerà perché non sono profughi, e Madrid non riconosce una tutela diversa dall’asilo per i rifugiati.
Le Questure non possono dire No
Il vero problema è che ormai nessuna Questura può rifiutarsi di concedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Lo hanno stabilito varie sentenze di primo e di secondo grado, e la stessa giurisprudenza della Cassazione è orientata stabilmente a favore dell’immigrato-sedicente profugo.
Quattro successivi giudizi della suprema corte hanno stabilito che “il questore non ha alcuna discrezionalità in ordine al rilascio del titolo di soggiorno, non avendo alcun potere accertativo circa la sussistenza del diritto, ed è tenuto obbligatoriamente al rilascio del titolo”. La Cassazione ha deciso anche che “del tutto irrilevante è la pregressa condizione di irregolarità di soggiorno di colui che è a chiedere il rilascio del titolo di soggiorno, così come non può ritenersi che la sussistenza di precedenti penali costituisca motivo automatico di rifiuto del titolo”.
Insomma, davanti alla richiesta di un immigrato che fa domanda per un “permesso di soggiorno per motivi umanitari”, la Questura non può obiettare nulla, nemmeno se si tratta di un irregolare conclamato, o di un pregiudicato. Forte della logica permissiva della Cassazione, per esempio, cinque anni fa il tribunale di Roma ha stabilito che la Questura della Capitale non potesse rifiutare il permesso per motivi umanitari a un’immigrata dell’Est, che pure in Italia era già stata condannata due volte per tentata rapina e per impiego di minori nell’accattonaggio.
I ricorsi ai tribunali civili
C’è poi il capitolo dei tribunali civili, cui si sono rivolti in questi anni decine di migliaia di immigrati sedicenti profughi, quelli che hanno deciso di “saltare” a pie’ pari le Questure presentandosi direttamente davanti a un giudice. I loro ricorsi da qualche anno intasano i tribunali italiani. Anche in questo campo, esiste una lunga serie di sentenze assai anomale. Vengono concessi permessi di soggiorno per motivi umanitari a immigrati che non lo meritano affatto: restano in Italia grazie a una sentenza in cui il giudice ammette di avere scoperto che hanno mentito sul loro stato, dicendosi perseguitati mentre non lo sono affatto; restano in Italia anche se hanno dichiarato di venire da un Paese che non è quello dal quale sono effettivamente partiti; restano anche se sono stati già condannati per reati compiuti in Italia. E restano perfino se in patria sono ricercati per fatti di terrorismo. Sembra follia, ma è accaduto davvero, nel 2016, e si trattava di un immigrato dalla Turchia, ricercato per terrorismo islamico.


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esca
 esca
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Quantii danni ha fatto sta gente non smetteremo mai di scoprirlo.
Quanto a certi giudici, mi domando perche' a questo punto non scendono loro di persona a pattugliare le strade al posto di Polizia e Carabinieri; gia' che ci sono, si sostituiscano direttamente al personale di commissariato, visto che di fatto ne rendono inefficace nonche' inutile il lavoro. Troppo rischioso?


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Nella tabella riportata sopra leggo che gli sbarcati in italia nel 2017 sono stati ben 171 mila contro i 181 mila del 2016...cioè nel 2017 gli sbarchi sono diminuiti poco più del 5%!
Proprio qualche giorno fa, invece, ho sentito quella mezza cartuccia di Martina del Pd affermare che gli sbarchi, grazie a loro, erano diminuiti dell'80%!
Incredibile la capacità di mentire di questa gente!
Detto questo, è evidente dall'articolo, che qui ci sono un bel po' di norme che meritano solo di essere stracciate e, anche riguardo al diritto di rifugiato, avrei qualcosa da ridire.
Non credo affatto che sia un diritto ma una facoltà dello Stato concedere o meno lo status di "rifugiato".
Se davvero esistesse l'obbligo di accogliere un rifugiato di guerra ne verrebbe che le popolazioni dei paesi cosiddetti in guerra (siria, irak, afganistan, mali, forse somalia ed etiopia, la stessa ucraina e quant'altri) potrebbero tranquillamente trasferirsi in massa in italia!
Immaginiamo che scoppi una guerra tra Cina e India allora, in base a questo presunto obbligo di dare rifugio e accoglienza ai rifugiati per causa di guerra, dovremmo ospitare qualche miliardo di profughi dalla cina e dall'India?
In realtà , a parte la dottrina di una sparuta minoranza di pazzi che ritiene esista un vero e proprio diritto individuale in capo al rifugiato di guerra, non esiste nessuna norma internazionale che imponga un'assurdità del genere!

Uno stato sovrano ospita chi vuole non chi pretende di avere diritto all'accoglienza.

Peraltro sia le norme internazionali che la stessa costituzione italiana, parlano di accoglienza a chi è perseguitato politico o comunque in pericolo di vita nel caso fosse rispedito nel paese di provenienza.
Ma questo non significa che milioni di persone provenienti da paesi in guerra debbano essere obbligatoriamente accolte...la stessa norma costituzionale credo che indiscutibilmente faccia riferimento a casi singoli di richiesta d'asilo da parte di chi è perseguitato nel proprio paese e quindi rischia anche la vita...il presunto obbligo di ospitare milioni di persone che vengono qui da paesi in guerra sta solo nella mente truffaldina di chi (cattolici che cercano di guadagnarsi il paradiso col culo degli altri e sfrontati bugiardi alla PD ) ha voluto interpretare la stessa norma costituzionale in modo del tutto arbitrario.
Anche su questo, quindi, un governo decente come pretende di essere quello attuale, dovrebbe fare pulizia di tante menzogne.

Quanto al famigerato "accordo di Dublino" del 1990 tra stati membri della Ue (sottoscritto poi anche da alcuni stati non membri) quell'accordo di Dublino "non determina i criteri che ciascuno Stato utilizza per decidere se un rifugiato meriti o meno il diritto di asilo in un dato paese, ma solo quale paese europeo debba occuparsene. Tutti i paesi europei hanno il dovere di accogliere i rifugiati, ma hanno anche il diritto di decidere su quali basi farlo, e cosa garantirgli."
Perciò specie uno Stato invaso da orde di immigrati avrebbe tutto il diritto di rispedirli immediatamente indietro senza violare nessuna norma né internazionale né europea.
Ora sembra che questo governo voglia chiedere di modificare questo accordo di sicuro obsoleto ma in che direzione? Semplicemente nella direzione di chiedere che ci sia una redistribuzione degli immigrati!
Dunque nessuno Stop ai flussi ma solo una più equa gestione.
Proprio quello che vogliono i Soros e gli altri centri di potere dominanti che in questo modo potranno invadere e distruggere l'Europa intera.

Proprio furbi e rivoluzionari questi nostri nuovi campioni del "cambiamento"!


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