Passa l'ICI per le chiese

Il parlamento vara il decreto con esenzione, vendita delle strade dell'Anas e legge «mancia»

La Camera ha dato ieri il via libero definitivo al decreto fiscale collegato alla finanziaria per il 2006. Un provvedimento che tra manovrina (2,7 miliardi) e nuove entrate dovrebbe assicurare un ammontare totale di quasi 7 miliardi di euro. Nel decreto varato ieri sono confluiti più provvedimenti che erano stati presentati separatamente e che ora sono riassorbiti in un unico testo dove c'è di tutto: dall'esenzione del pagamento dell'Ici per tutti gli immobili anche di uso commerciale di proprietà di enti religiosi (islamici esclusi) e non profit, fino alla modificazioni delle procedure per i modelli 730. Nel decreto ci sono comunque cose anche molto «pesanti» che avranno effetti nel prossimo futuro, come la possibilità della subconcessione di tratti interi di strade a soggetti privati. Con il decreto viene anche varata la nuova Riscossione Spa, che sostituirà le concessionarie nell'attività fiscale. Per quanto riguarda l'Ici, si registra una sconfitta dei tentativi di opporsi a un provvedimento che cadrà come una tegola sui già precari bilanci dei Comuni. Solo a Roma, infatti, l'assessore al bilancio, Marco causi, aveva calcolato una perdita di gettito di quasi 25 milioni di euro. Con la norma varata ieri sono infatti esentati dal pagamento tutti gli enti religiosi e non profitt. Questo vuol dire che anche importanti alberghi, esercizi di ristorazione, negozi e molte altre strutture commerciali degli enti non dovranno più versare l'Ici. Il provvedimento riguarda tutte le confessioni che hanno sottoscritto l'intesa con lo Stato italiano: saranno quindi esclusi gli immobili dei musulmani, mentre sarà oggetto di intrepretazione e di scontro l'area di applicazione della nuova legge nel variegato mondo del non profit. In teoria, infatti, potrebbero essere inclusi anche gli immobili delle fondazioni bancarie o di provenienza bancaria.

Effetti rilevanti potrà anche avere la parte del decreto che riguarda la possibilità di vendere interi tratti della rete stradale. In particolare viene prevista la possibilità della subconcessione delle tratte stradali a privati che ne dovranno curare la gestione e la manutenzione. Questi privati, a loro volta, potranno ottenere la remumerazione attraverso l'istituzione di pedaggi. Potrà dunque avvenire quello che si era paventato, ovvero i caselli sui raccordi cittadini (tipo il Grande raccordo annulare di Roma) o comunque su strade e tratti di autostrada che oggi sono sprovvisti di pedaggio.
Il pedaggio potrà essere reale, ovvero pagato dagli automobilisti come in autostrada, o virtuale, ovvero pagato dallo Stato ai privati sulla base di un calcolo delle autovetture che transitano ogni giorno su quegli specifici tratti di strada.

Il decreto prevede poi, tra le tante altre cose, anche l'istituzione della Riscossione Spa: vengono superate le concessione nella riscossione dei tributi. Ed è stata anche confermata la cosiddetta legge «mancia».
Si tratta di oltre 220 milioni che saranno destinati alle spese dei deputati nel collegi elettorali. Previste anche misure di lotta all'evasione fiscale e misure antierosione della base imponibile. Il governo tenta di coinvolgere anche i Comuni (che nel frattempo vengono stangati con l'Ici e il taglio dei trasferimenti) nella lotta all'evasione fiscale. Ai Comuni andrà infatti il 30% delle maggiori entrate effettivamente riscosse a seguito degli accertamenti. La nuova riscossione partirà nell'ottobre 2006.

P. A.
Fonte: www.ilmanifesto.it
1.12.05