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per una TV senza padroni


paolodegregorio
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- per una TV senza padroni -
di Paolo De Gregorio, 19 giugno 2011

Finora soltanto “il Fatto Quotidiano” è una realtà di editoriale di peso, senza padroni né padrini politici, nata dall’incontro e la collaborazione tra un gruppo di giornalisti, che oltre a questo meraviglioso e orgoglioso gesto di autogestione, ha dimostrato etica sociale rifiutando il finanziamento pubblico ai giornali, al contrario di tutti gli altri, soprattutto quelli tipo “il Foglio”, Libero, “il Giornale”, liberisti a parole, ma statalisti quando si tratta di succhiare denaro pubblico.

La bella esperienza di Santoro al “Paladozza” e il successo di “tutti in piedi” per la festa della FIOM a Bologna con due milioni di spettatori fuggiti dalle ammuffite TV generaliste (compresa la 7), ci dice che il sogno di una presenza televisiva di peso, autogestita dai suoi autori, insieme ai cittadini finanziatori (centomila che con una telefonata tirano fuori due euro a evento) E’ POSSIBILE. In una multipiattaforma dove si sommano digitale, analogico, internet, Tv satellitari, siti, emittenti locali, magari una volta a settimana, cercando la collaborazione di tutti coloro che ne hanno abbastanza della telecrazia padronale e del pensiero unico, e hanno voglia di libertà e di farci vedere l’Italia reale che per la prima volta abbiamo visto ieri sera nei volti e nelle parole di operai, studenti, precari.

La oppressione monopolistica di Berlusconi e dei partiti sul sistema televisivo può essere spezzata solo dalla determinazione di un gruppo di giornalisti, intellettuali, artisti, che facciano dell’AUTOGESTIONE e della INDIPENDENZA il loro maggior punto di riferimento etico, chiedendo la collaborazione e il consenso ai cittadini, ritenendo coloro che finanziano tale attività azionisti a tutti gli effetti, con sviluppi possibili inammaginabili perché parliamo di democrazia vera, diretta, e non più del monopolio delle oligarchie, spacciato per liberismo.

Il risultato elettorale dei Referendum dimostra che l’Italia si è liberata dalle illusioni, dalle panzane di tutti i politici. La gente desidera partecipare, decidere, sono indifferibili nuove regole elettorali, sono necessari i referendum propositivi, ma senza una tribuna settimanale, come quella di ieri a Bologna, è difficile far camminare idee nuove, nuove organizzazioni, nuovi obiettivi.

Al gruppo di Santoro e al gruppo dirigente de “il Fatto Quotidiano”, uniche entità che si sono avviate sulla strada rivoluzionaria dell’autogestione,chiediamo semplicemente di continuare su questa strada, perché spezzare i monopoli è possibile, è bello pensare di trasformare i sudditi in cittadini che partecipano e decidono.

Caro Santoro, non andare a “La7”. Hai già lavorato per Berlusconi e per la RAI lottizzata dei partiti e della censura, sono esperienze già fatte, sostanzialmente sei stato cacciato sia dal padrone che dal falso “servizio pubblico”, e ti rimane solo la strada della dignità professionale, dell’autonomia, dell’autogestione, della “public company” con i cittadini, per fare il caposcuola di una democrazia avanzata.

Quanto all’idea santoriana di proporsi come direttore generale della RAI, essa è corretta (io lo sostengo da anni) se la legittimità del direttore (con ogni potere) deriva dal voto dei veri azionisti RAI, cioè coloro che pagano il canone, e l’elezione avviene in concomitanza con elezioni politiche o amministrative, e ciò non è in contraddizione con l’organizzare eventi come Santoro ha già fatto.
Paolo De Gregorio


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