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Piemonte, Cota non è più presidente


Tao
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GIUDICI DEL CONSIGLIO DI STATO HANNO CONFERMATO LA SENTENZA DEL TAR: ANNULLATE LE REGIONALI DEL 2010.

Roberto Cota non è più il presidente del Piemonte. Si dovrà tornare presto al voto. Ieri sera il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar del 10 gennaio con cui venivano annullate le elezioni del 2010 e ha respinto il ricorso del governatore leghista. Per il Partito democratico è “la fine di un’agonia, sotto molti punti di vista”, mentre per il capogruppo leghista Mario Carossa “è davvero assurdo”: “Ormai la magistratura in Italia comanda”, ha commentato. Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione, ma è probabile che i giudici di Palazzo Spada ritengano sufficiente l’esistenza di una sola lista elettorale irregolare per invalidare le elezioni, lo stesso principio seguito dai colleghi del Tar del Piemonte. Nel caso specifico la lista è quella dei “Pensionati per Cota” di Michele Giovine , ex consigliere regionale condannato dalla Cassazione il 18 novembre scorso per le firme false dei suoi candidati. Questo era il motivo alla base del ricorso fatto da Mercedes Bresso, ex governatrice uscita sconfitta dalle elezioni del 2010, sostenuta da Verdi e Radicali. I magistrati amministrativi hanno ritenuto di avere tutti gli elementi per affrontare la questione, sono entrati subito nel merito, hanno evitato la sospensione cautelare chiesta dal professore Angelo Clarizia, l’avvocato di Cota, e hanno evitato altre attese in questo clima di incertezza. Così ieri i giudici hanno chiesto agli avvocati di trattare approfonditamente la materia. Clarizia voleva che fosse sospesa la sentenza del Tar perché – si legge nel suo ricorso – provocava un “pregiudizio gravissimo e non riparabile” alla Regione, la cui attività è limitata agli atti urgenti e improrogabili. “Una situazione di sostanziale inoperatività ed incertezza – scriveva – sia per ciò che concerne l’attività di ordinaria amministrazione e urgente, sia per le funzioni legislative”.

IN SEGUITO CLARIZIA ha criticato alcune questioni formali della prima sentenza e poi ha chiesto un conteggio dei voti che tenesse conto non solo di quelli nulli andati ai “Pensionati per Cota”, ma pure di quelli andati a un’altra lista giudicata irregolare, i “Pensionati e invalidi per Bresso” di Luigina Staunovo Polacco. In questa maniera, togliendo i voti dei due partiti illegittimi, Cota sarebbe rimasto presidente con 6.085 voti di distacco sull’ex presidente Bresso. Invece nel contro-ricorso Gianluigi Pellegrino e Paolo Davico Bonino, avvocati di Mercedes Bresso e Luigina Staunovo Polacco, hanno sottolineato che “una volta accertata l’illegittima ammissione di una o più liste sono le elezioni nel complesso a risultare irrimediabilmente compromesse e come tali da rinnovarsi”. Per questa ragione hanno chiesto ai giudici di stabilire chi debba indire nuove elezioni e quando. L’intenzione di Bresso è votare alla fine di maggio in contemporanea con le elezioni europee, sia per l’urgenza, sia per “assicurare un notevolissimo risparmio di spesa”, si legge nel documento. Qualunque siano le motivazioni, la conferma della sentenza del Tar apre la strada alla campagna elettorale. Da una parte è già schierato Sergio Chiamparino, l’ex sindaco di Torino che ha ufficialmente lasciato la sua carica alla testa della Compagnia di San Paolo. Dall’altra parte c’è Guido Crosetto, cofondatore dei Fratelli d’Italia. Da tenere d’occhio Davide Bono, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: “Da quattro anni diciamo che queste elezioni erano truccate, non solo per la lista ‘Pensionati per Cota’, ma anche per la lista ‘Pensionati e invalidi per Bresso’. Ora si vada al voto insieme alle europee e si faccia piazza pulita di questa classe politica impresentabile”, ha dichiarato ieri.

Andrea Giambartolomei
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
12.02.2014


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