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Quel Mezzogiorno in caduta libera


Tao
 Tao
Illustrious Member
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La crisi colpisce il paese in modo diseguale. Cresce la differenza tra sud e centro-nord quanto a occupati, produzione, servizi, speranze di vita, infrastrutture, produttività. Riprende forza l'emigrazione interna per motivi economici. Lo Svimez vede una sola possibile via d'uscita: fare del meridione la frontiera dei rapporti col Mediterraneo»

Se in Italia piove, al Sud grandina. Il Rapporto Svimez 2010 non lascia margini alla retorica del «paese che sta meglio degli altri»: non c'è un solo settore economico che non presenti stabilmente un segno meno davanti a un numero invariabilmente più alto di quelli registrati nel centro-nord o negli altri paesi europei. Nemmeno il turismo - che pure potrebbe giovarsi di condizioni climatiche tali da poter programmare una «stagione di 12 mesi» - riesce a migliorare la media: su 100 visitatori solo 10 vanno nel Mezzogiorno (sono 40, ad esempio, per la Spagna meridionale).

Dovunque si guardi il problema è lo stesso: carenze infrastrutturali che derivano da un'antica e ora aggravata assenza di progetto politico-economico, appesantite da una presa della criminalità organizzata capace di «bruciare» in partenza qualsiasi ipotesi di modernizzazione.
Su questo mondo la crisi economica globale - che sta per «festeggiare» il terzo anno di vita - si è abbattuto distruggendo quel poco di industrializzazione costruita con molti fondi pubblici e tanta furbizia privata. Il manifatturiero ha perso qui in un solo anno il 16,6% di valore aggiunto, con devastazioni irrecuperabili in settori come l'esportazione di metalli, il chimico-farmaceutico, i mezzi di trasporto. E dal 2012 non ci sarà più nemmeno lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, con il relativo indotto... Anche nell'edilizia o nel terziario la caduta del Sud è andata a velocità doppia rispetto alla contemporanea crisi del centronord. Trascinando in basso una «produttività» già ampiamente deficitaria (il gap con la parte «evoluta» del paese si attesta ormai intorno al 25%).

Del resto il governo in carica ha di fatto azzerato le «politiche di riequilibrio», già prima molto inferiori a quelle di altri paesi (Germania, Francia, Spagna). Il colpo finale è arrivato dallo storno verso altri obiettivi dei Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas), per un totale di 26 miliardi in pochi anni. Vero è che il tasso di utilizzazione di questi fondi da parte degli enti locali era in alcuni casi vergognosamente basso; ma non averli più a disposizione mette a rischio il raggiungimento di molti degli obiettivi indicati nel «Quadro strategico nazionale». La forzatura del «federalismo demaniale» si va oltretutto a sommare a «liberalizzazioni e privatizzazioni» che hanno aggravato il divario Nord-Sud (il contrario di quanto promesso); è infatti molto probabile che gli enti territoriali più deboli economicamente siano spinti ad «adottare comportamenti opportunistici»: ovvero «mettere a valore» quei beni più facilmente collocabili sul mercato.
Lo scenario che emerge dall'analisi dello Svimez è quella di un avvitamento senza quasi più speranze. Le spese per investimenti infrastrutturali sono scese in soli tre anni di quasi il 9% in una parte del paese che presenta una rete autostradale e ferroviaria di fatto preistorica (il 51% delle tratte non è nemmeno elettrificato).

Bassa qualità dei servizi pubblici meridionali, restrizioni nel credito a imprese e cittadini, ecc, sono ormai dei luoghi comuni. Per gli analisti dello Svimez l'unica soluzione è rappresentata da «un profondo processo di ristrutturazione dell'apparato produttivo meridionale» nell'ambito di uno sforzo progettuale per fare del Sud «una frontiera del paese verso il Mediterraneo». Uno spostamento del baricentro, insomma, che invece di continuare a vedere il Sud come la parte lontana e arretrata di un paese ormai saldamente «sbilanciato» a settentrione, fa di questo territorio un possibile «ponte» verso Africa e Medio Oriente. Significa un sistema integrato di porti e reti di trasporto efficienti, non la diffusione puntiforme e fatiscente di oggi.
A pagare il prezzo sono le popolazioni, naturalmente, a partire dai giovani - con tassi di disoccupazione record - ormai protagonisti di un costante flusso migratorio senza ritorno, come anche del fenomeno del «pendolarismo su grandi distanze». Un divario che si misura anche nei livelli di povertà (il 14% delle famiglie può contare su meno di 1.000 euro al mese), con forti difficoltà a far fronte al pagamento delle bollette, le spese mediche oppure quelle «impreviste». Del resto, il 47% delle famiglie qui è monoreddito. E anche se uno il lavoro ce l'ha, la «protezione» della cassa integrazione vale solo per il 25% dei lavoratori (il 50%, nel centronord). Un indicatore aiuta a capire le conseguenze. Anche la «speranza di vita», al Sud, è più bassa: un anno in meno, sia per le donne che per gli uomini.

Francesco Piccioni
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.07.2010


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dana74
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come fa a crescere la differenza con il Nord se anche il nord sta precipitando? O percaso sosteniamo la tesi del B che c'è la ripresa e le aziende assumono a gogo?
Allora gli imprenditori del nord che si suicidano è solo una leggenda metropolitana

Il sud si impoverisce ma camorra mafia ndrine sono la prima azienda italiana, ecco dove vanno le tasse dei contribuenti spremuti e dovremmo aumentare gli aiuti alla azienda criminali spa?


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Tonguessy
Membro
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Post: 2779
 

sosteniamo la tesi del B che c'è la ripresa e le aziende assumono a gogo?

Il legittimamente impedito infatti parlava di gogol, ma non mi ricordo che citasse le assunzioni. A meno che gogol non sia un distretto cinese....mah, qui l'affare si ingrossa!
http://www.youtube.com/watch?v=Ul5smuyJOgc


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Anonymous
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prima di tutto sarebbe da capire che tipo di autorità o di agenzia è questo Svimez( tanto per poterne valutare l'indipendenza )...e poi leggendo l'articolo sembra di intravvedere il pluridecennale piagnisteo che recita più o meno così: il sud è una regione svantaggiata che ha tanto bisogno dei soldi dello Stato( che per dircelo tra noi sarebbero i soldi delle tasse, che sono naturalmente limitati...di coloro che lavorano anche duramente e che queste tasse le pagano...considerando che Luca Ricolfi, in una memorabile puntata di Anno Zero dichiarò che secondo le sue analisi tendenzialmente al sud si evadono, in proporzione più tasse che al nord e fece il confronto tra la Lombardia e la Cabria e qundi : 20% del reddito prodotto evaso in Lombardia, e l'80 % del reddito prodotto evaso in Calabria, smentendo clamorosamente il luogo comune o favola metropolitana secondo la quale al nord si evaderebbero le tasse più che al sud e che il sud pagando le tasse tramite i numerosi lavoratori dipendenti avrebbe salvato i destini d'Italia; amenità queste che provenivano da taluni intellettuali, magari provenienti dal meridione, che dispensavano così la loro KKultura...); regione sfortunata il sud perchè i cattivoni nordici la sfrutterebbero( senza specificare il come ed il quando...)magari in combutta con le mafie del sud( che fatalmente non hanno nulla a che fare con la società del sud... si potrebbe sempre ipotizzare che la mafia l'abbiano portata Garibaldi ed i Savoia stavolta, tanto per assolvere per intero la società meridionale)...ma che comuque la comunità delle regioni del sud dello sfacelo che lamentano, gli stessi cittadini del sud, non ne ha nessuna colpa meglio incolpare le regioni del nord, che nei 60 anni di Repubblica italiana hanno inondato di finanziamenti pubblici( derivati dalle tasse di chi produce reddito...e non piagnistei...) per lo sviluppo del mezzogiorno, le regioni meridionali...magari con lo scopo di estorcere ulteriori risorse economiche che attualmente il nord non possiede...sarebbe un quadretto veramente edificante se così fosse...


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Lowspirit
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il Sud non ha mai estorto niente al nord anche perchè con quello che è stato depredato...


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dana74
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al sud è andato con gli interessi quello che è stato depredato, altroché
ovvio che non sia finito in mano alle brave ed oneste persone del meridione, mi pare ovvio ma non neghiamo che le tasse dei contribuenti (e parlo di quelli del centro nord dato che amici al sud mi confermano che non pagano diversi bollettini senza rischiare le cartelle) che magari se li sudano finiscano alla criminalità, alla lunga esser presi per i fondelli scoccia


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