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Rifondazione contro le proteste di Torino

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Black_Jack
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Devo aver saltato qualche dettaglio negli ultimi quarant'anni; credevo di aver visto tutto ma non è cosí.
Leggo sul sito di PRC di Portogruaro che Ezio Locatelli di PRC Torino, dopo aver affermato che nei movimenti della sua città c'è poco di spontaneo (eterodiretti? La CIA? I Bilderberg?) e molto di preoccupante, dice che

"Va respinto un certo permissivismo delle forze dell'ordine".

Meno permissivismo significa che dovevano caricare a manganellate? O Ezio Locatelli forse preferisce i lacrimogeni?

Allora vorrei un parere spassionato: questa protesta è una pericolosa deriva verso destra o è una vera sollevazione di popolo e Rifondazione è un partito di fessi?
Se è solo una bieca deriva destrorsa cosa devono fare i lavoratori veramente di sinistra? Come si distingue un lavoratore esasperato di sinistra che scende in piazza da uno di destra esasperato per gli stessi motivi che scende in piazza pure lui?

http://rifondalemene.over-blog.it/2013/12/forconi-proteste-in-molte-citt%C3%A0.-prc-no-a-rigurgiti-reazionari.html


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dana74
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è molto chiaro chi sia alla deriva..... 😀


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marcopa
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Rifondazione la deriva l' ha presa da tempo e si è sempre diviso sul governo, dal 1994 al 1998 al 2006-2008.

Quasi tutti stavano nel PCI che già negli anni '80 era criticabile...anche da sinistra nonostante avesse sempre la bandiera rossa con la falce e martello.


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Black_Jack
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è molto chiaro chi sia alla deriva..... 😀

Sí sí, ma non credevo arrivassero a questo punto.
E vai sul sito nazionale di PRC e non c'è manco una parola.
Che ritardati mentali.


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dana74
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il compagno Fassino chiama agli ordini 😉


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marcopa
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Dal sito di Liberazione (quotidiano online del Prc)

APPUNTAMENTI

Protesta sociale a Torino: diamo una risposta di sinistra

Mercoledì 11 dicembre, ore 20,45, presso la sede provinciale di Rifondazione Comunista in Via Brindisi, 18/c, Torino

proponiamo una riunione provinciale aperta a tutti gli iscritti e simpatizzanti per discutere di quanto sta accadendo in questi giorni a Torino in tema di crisi politica e sociale, di politiche di austerità, di proteste e manifestazioni varie.

Ci sono state come Rifondazione di Torino alcune prese di posizione che vanno approfondite e condivise, soprattutto vi è la necessità di dare alcune indicazioni di risposta politica e di mobilitazione che vedano il coinvolgimento di tutto il partito.

Stante l'importanza dell'incontro abbiamo invitato Paolo Ferrero a presenziare e a intervenire.

Vi aspettiamo tutte/i.

in data:10/12/2013


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marcopa
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Proprio da Torino forse la sinistra rimasta proverà a dare una sua risposta

e ricordo

l' appuntamento di sabato 14 a Roma con l' assemblea di Ross@,


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Black_Jack
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Dal sito di Liberazione (quotidiano online del Prc)

APPUNTAMENTI

Protesta sociale a Torino: diamo una risposta di sinistra

Mercoledì 11 dicembre, ore 20,45, presso la sede provinciale di Rifondazione Comunista in Via Brindisi, 18/c, Torino

proponiamo una riunione provinciale aperta a tutti gli iscritti e simpatizzanti per discutere di quanto sta accadendo in questi giorni a Torino in tema di crisi politica e sociale, di politiche di austerità, di proteste e manifestazioni varie.

Ci sono state come Rifondazione di Torino alcune prese di posizione che vanno approfondite e condivise, soprattutto vi è la necessità di dare alcune indicazioni di risposta politica e di mobilitazione che vedano il coinvolgimento di tutto il partito.

Stante l'importanza dell'incontro abbiamo invitato Paolo Ferrero a presenziare e a intervenire.

Vi aspettiamo tutte/i.

in data:10/12/2013

E magari si svegliano, hai visto mai?
Magari quello di cui ho messo il link è uno isolato. Vediamo...


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marcopa
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In Rifondazione, anche nella mozione vincente ci sono due aree con origine diversa,

gli ex PCI che vogliono comunque alleanze a sinistra con PdCI e CGIL, SeL (se ci sta,anche se si sa che non ci sta, ma anche qui sarà tutto in movimento dopo Renzi)

l' area che fa riferimento all' ex Dp Ferrero


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Black_Jack
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In Rifondazione, anche nella mozione vincente ci sono due aree con origine diversa,

gli ex PCI che vogliono comunque alleanze a sinistra con PdCI e CGIL, SeL (se ci sta,anche se si sa che non ci sta, ma anche qui sarà tutto in movimento dopo Renzi)

l' area che fa riferimento all' ex Dp Ferrero

Ma Ferrero ha detto qualcosa?


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Kazonga
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Ma perchè, Rifondazione esiste ancora?


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marcopa
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deve lavorare alla sua rielezione, hanno finito il Congresso domenica,

comunque Ferrero è lento.....


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marcopa
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Rifondazione ha sempre 30.000 iscritti

di questi 10.000 hanno partecipato ai congressi,

sono pochi ma sono in tutta Italia

a differenza degli altri dieci ...partiti comunisti che esistono oggi in Italia....


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marcopa
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“Rovesciare il tavolo” è la via di uscita, sempre più attuale ed urgente

Editoriale del sito del sindacato di base USB
www.usb.it

10/12/2013, ore 19.00

Al contrario di quella gente e di quelle parole d'ordine che hanno riempito le strade di Roma il 18 e 19 ottobre, la politica è lontana dai problemi del lavoro.
Lo diciamo da tempo che nell'agenda politica di questi mesi c'è tutto meno che la questione del lavoro, della disoccupazione, del precariato, del salario e delle pensioni.

Ne abbiamo riprova in questi giorni nei quali di fatti politici e sociali rilevanti e degni di attenzione ne abbiamo visti molti, ma tutti estranei alle esigenze di chi non ce la fa più ad andare avanti: dall'abbraccio politico tra Landini e la Camusso che hanno sottoscritto lo stesso documento congressuale alle primarie del PD che hanno incoronato Matteo Renzi.

Ma ci sono anche altri fenomeni ed avvenimenti da valutare attentamente:

le attuali manifestazioni del cosiddetto “movimento dei forconi”,

il Congresso del PRC che non ha incoronato nessuno

e la prossima Assemblea nazionale del neonato soggetto politico “Ross@”.

Sembrerebbe difficile ricondurre tutti questi eventi ad un filo logico comune, invece è più semplice di quanto non appaia.

Sicuramente sul piano sindacale l'avvenuta riconciliazione tra Landini e la Camusso sancisce la definitiva morte di quella “sinistra sindacale” riunita nell'ultimo Congresso Cgil sotto il nome di “La Cgil che vogliamo” e la fine dell'anomalia Fiom che nella sua maggioranza ora non esprimerà più quell'antagonismo interno, più apparente che reale, che aveva espresso mediaticamente sino a poco tempo fa. Di converso nasce dalla Rete 28 Aprile una nuova area di sinistra denominata in modo molto aderente alla realtà “Il sindacato è un'altra cosa”. Quindi di fatto si profila un ravvicinamento rapido ma non indolore della Cgil di Landini e Camusso a Bonanni e Angeletti, con una sinistra interna apparentemente più debole e pezzi di Cgil, ma non solo, che si avvicinano o entrano in USB.
In definitiva la fine della diversità apparente o presunta della Cgil e della Fiom rispetto agli altri sindacati “collaborativi”.

Con Renzi vince il “berlusconismo senza berlusconi”, la politica spettacolo e comunicazione, senza contenuti importanti, populismo a piene mani, ma piedi ben saldi nel filone centrista tracciato dalla vecchia dirigenza del PD e nelle logiche di riduzione degli spazi democratici per favorire e rendere possibili le direttive dell'UE, della BCE e del FMI, che così male hanno ridotto decine e decine di milioni di cittadini europei.
In definitiva, un soggetto teatrale che vedrà il cambiamento dei costumi sino ad ora utilizzati nel PD, mantenendo però i ruoli e le parti sempre uguali a se stesse.

Rifondazione Comunista va a Congresso ma non riesce, per evidenti divisioni interne, ad eleggere un segretario nazionale. Forti i toni contro il PD e il centrosinistra, contro l'Europa e in favore della costruzione di un'alleanza di sinistra, anche elettorale, per le prossima scadenza europea del maggio 2014, ma non è chiaro il programma ed il metodo di lavoro e rilancio che questo partito si vuole dare.

Vedremo anche come si svilupperà l'Assemblea nazionale di Ross@ del prossimo 14 dicembre, i cui obiettivi sono chiari e condivisibili sul lavoro e sulla questione sindacale, sull'Europa e sul debito pubblico, sui trattati europei da cancellare e sullo sviluppo della democrazia.
In definitiva, a sinistra c'è ancora molta ed evidente confusione e non si vede ancora la possibilità di una reale unità che parta dal popolo della sinistra e non dalle macerie di questi ultimi anni.

Le manifestazioni del cosiddetto “movimento dei forconi” sono in corso in questi giorni ed è quindi più difficile disegnarne una fisionomia corretta di questo fenomeno. Possiamo però cominciare dal dire che di “un movimento” non si tratta in quanto è costituito da filoni completamente diversi tra loro in termini di provenienza sociale. In una situazione “normale” si faticherebbe molto a comprendere che cosa ha a che vedere il mondo dei disoccupati, delle partite Iva e degli studenti con i camionisti, i commercianti e i piccoli imprenditori. Perché di questo si tratta; il tutto farcito poi della presenza di fascismi di ogni risma e di ragazzi appartenenti agli ultrà di varie curve degli stadi italiani. Un miscuglio pericoloso proprio perché non ha un retroterra comune ed è accomunato soltanto dal disagio sociale che è piombato in Italia piuttosto che di un progetto di cambiamento della società.

In definitiva un fenomeno che sarebbe grave sottovalutare per questi motivi, che nel passato e in altri paesi hanno prodotto brusche svolte reazionarie, ma da non sottovalutare neanche per il disagio e la disperazione che esprimono e che rendono visibile in modo evidente, confuso e contraddittorio, frutto di una crisi senza precedenti che non solo sta erodendo le condizioni di vita delle classi sociali più povere ma produce anche il rapido impoverimento della classe media italiana.

E allora il filo che lega questi avvenimenti diventa ora molto più chiaro.

1. L'Italia è nel pieno della crisi economica e non ne sta uscendo come qualcuno afferma in modo demagogico. Una crisi che produce disperazione e sottrazione di risorse dalle tasche del 90% dei cittadini italiani. Una proletarizzazione di massa di cui non si vede la fine.

2. A tutto ciò il centrosinistra, forse anche più del centro destra che conserva e riacquisisce oggi un forte populismo di facciata, non intende rispondere con un programma alternativo a quello indicato dalla Troika e ne segue pedissequamente le indicazioni e gli ordini. Collateralmente il sindacato collaborativo si stringe insieme in un abbraccio mortale per i lavoratori e la democrazia.

3. La sinistra è a pezzi ed attualmente non riesce a superare i limiti e le carenze che ne hanno decretato negli ultimi anni una decadenza senza precedenti. Si è però in presenza di un certo risveglio e nella consapevolezza di avere una responsabilità enorme, forse riuscirà nel medio termine a ricostruire un percorso credibile e coerente. D'altra parte le manifestazioni del 18 e 19 ottobre anche questo chiedono: di non lasciare soli i sindacati conflittuali, che in questi anni, proprio a seguito dell'inconsistenza di una sinistra politica litigiosa ed inconcludente, hanno assunto anche un ruolo sociale e politico, e i movimenti che operano nei territori che spesso lottano in perfetta solitudine, e dare una prospettiva politica complessiva alle esigenze di milioni di persone.

4. In mancanza e in attesa di una sinistra politica ed in presenza di una ormai evidente trasformazione del centro-sinistra in un qualche cosa che sta tra la Democrazia Cristiana di un tempo e il berlusconismo degli ultimi anni, passando per un Monti ed un Napolitano che hanno disegnato per l'Italia un percorso tracciato dai gruppi economici e finanziari internazionali, è più che naturale che la crisi in atto determini confusione e disorientamento, oltre che disperazione e povertà. Così si risponde in modo contraddittorio, con la ricerca della soluzione nazionale e spesso filofascista, con un populismo strumentalizzabile, con parole d'ordine scoordinate, ma che esprimono disagio vero in fasce di popolazione sempre più estese.

Che fare?

Noi di USB continuiamo a fare sindacato come si dovrebbe e cominciamo a vederne i frutti in termini di crescita e di aumentata credibilità.

Auspichiamo che la sinistra ricominci a fare il suo lavoro e siamo convinti che se riuscirà a farlo adeguatamente si potrebbe iniziare a pensare all'uscita dalla crisi da un punto di vista diverso da quello oggi prevalente.
Quello che abbiamo detto nel nostro congr
esso è sempre più valido ed attuale: “Rovesciare il Tavolo” non vuol dire soltanto un diverso modo di fare sindacato, ma anche e forse soprattutto, un diverso punto di vista dal quale osservare la realtà. Non più dall'alto dei mercati, della finanza e dei padroni, ma dalla realtà quotidiana di chi si spacca la schiena tutti i giorni e non riesce ad arrivare alla fine del mese, di chi il lavoro non lo conosce neanche, di chi ha lavorato 40 anni e con una pensione da fame non riesce neanche a sopravvivere.

Questo è “Rovesciare il Tavolo” e noi lo stiamo praticando.


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Anonymous
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Devo aver saltato qualche dettaglio negli ultimi quarant'anni; credevo di aver visto tutto ma non è cosí.
Leggo sul sito di PRC di Portogruaro che Ezio Locatelli di PRC Torino, dopo aver affermato che nei movimenti della sua città c'è poco di spontaneo (eterodiretti? La CIA? I Bilderberg?) e molto di preoccupante, dice che

"Va respinto un certo permissivismo delle forze dell'ordine".

A parte quest'ultima frase stonata, anch'io - che pure non sono particolarmente simpatizzante di "RC", ho qualche dubbio sulla spontaneità almeno di alcune di queste manifestazioni di "forconi" per le ragioni che ho espresso in
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=184935#184935 e che, quindi, evito ora di ripetere


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