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Roma e l'Italia tutta


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http://liberopensare.com/articoli/1016-mi-vergogno

Mi vergogno...

Scritto da Piero Cammerinesi

Sulla stampa italiana campeggiavano le immagini di migliaia di turisti lasciati in fila senza preavviso per assemblea sindacale davanti ai cancelli chiusi di Colosseo, Palatino, Foro Romano, Terme di Diocleziano e Ostia Antica.

Ciliegina sulla torta: i pochi cartelli in loco erano persino sbagliati, riportando 11 PM come orario di riapertura - vale a dire le 23 - invece di 11 AM.

I decerebrati che hanno compilato questi cartelli – e che sono quelli che, di default, dovrebbero avere contezza dei nostri retaggi latini - ignorano che AM e PM, anche se viene prevalentemente usato nel mondo anglosassone, è acronimo dei termini latini ante meridiem e post meridiem.

Che dire?

Al di là dello sconcerto e dell’indignazione vorrei partire con alcune considerazioni personali.

La prendo alla larga.

Quest’estate, visitando il Canada ho preso il VIA Rail Train, il treno che da Vancouver, sul Pacifico, porta fino a Toronto, sull’Atlantico, attraversando tutto il Paese. Durante il viaggio – ne ho percorso solo una piccolissima parte, poco più di 600 chilometri – degli addetti delle ferrovie ci hanno fatto una sorta di conferenza sull’importanza storica di questo treno che, agli inizi del secolo scorso ha, di fatto, permesso al Canada di diventare una nazione unita, convincendo anche Stati non ancora associati ad unirsi a quelli già confederati.

La storia – vecchia di non più di un secolo - diviene così argomento di studio e oggetto di rispetto; ogni minimo reperto è considerato ed esibito con orgoglio.

Ancora: un paio d’anni fa, andando a Dallas sono passato per Fort Worth, dove c’era una straordinaria mostra di dipinti di Caravaggio provenienti da musei di tutto il mondo. All’interno non c’erano solo tante, preziose e superbe tele, ma anche audiovisivi, cartelli illustrativi, conferenze e dibattiti.

Costo? Zero.

File? Zero.

Basta prenotarsi sul web.

Qualche anno prima, quando vivevo a Los Angeles, ero solito recarmi al Getty Museum o alla Getty Villa – una villa romana perfettamente ricostruita con impluvium, e giardini sul mare - che ospita esposizioni d’eccezione, con straordinarie sculture greche e romane, mosaici, quadri etc. Anche qui ogni oggetto viene valorizzato in modo sapiente e professionale.

Costo? Zero.

File? Zero.

Basta prenotarsi sul web.

Ancora prima, girando i grandi Parchi USA, dove vi sono ancora dei resti di costruzioni dei native – come, ad esempio, la Mesa Verde – ho potuto vedere con quanto rispetto, attenzione e approfondimento viene affrontato nel Nuovo Mondo ogni oggetto o bellezza naturale di cui il territorio dispone. Alle volte viene da sorridere di fronte alla venerazione che gli americani dimostrano verso un pezzo di legno o una pietra che non avrà più di due secoli.

Ho fatto solo alcuni esempi di esperienze personali e solo nel Nuovo Mondo, perché qui è ‘antique’ la cassapanca della nonna e ‘historic’ anche la prigione di Davy Crockett.

A tutti coloro che hanno visitato Paesi europei non serve dire come vengono trattate le antichità in Germania, in Francia o nel Regno Unito.

Invece noi – che possediamo il 60% delle ricchezze artistiche mondiali – lasciamo tranquillamente crollare gli edifici di Pompei, le mura della Domus Aurea, lasciamo ore sotto il sole i turisti per assemblee sindacali, nascondiamo negli scantinati dei musei più opere di quelle esposte, facciamo pagare biglietti a volte esosi a fronte di servizi pessimi.

Ma non è tutto.

Il turista in Italia dovrebbe essere onorato e rispettato più che in altri Paesi, perché se fossimo in grado di ritrovare un minimo di intelligenza e di civiltà, capiremmo che il Belpaese potrebbe vivere quasi di solo turismo.

Invece il turista è solo una mucca da mungere, da taglieggiare con alberghi e ristoranti esosi, da avvelenare con pasti pessimi, da borseggiare nei treni e negli autobus o da truffare dai tassisti abusivi che pullulano nelle nostre stazioni ed aeroporti sotto l’occhio compiacente dei finanzieri che si accaniscono invece sui viaggiatori per una macchina fotografica o un telefonino non dichiarati.

Cosa pensate che raccontino questi turisti, lasciati ore davanti ai cancelli chiusi dei monumenti senza preavviso, ingannati, borseggiati, derubati, quando tornano a casa loro?

Vivendo da anni all’estero e avendo occasione per lavoro di avere a che fare con persone che si recano per turismo in Italia e che, tornando, vengono al Consolato italiano a denunciare furti, truffe, borseggi, la risposta è piuttosto evidente: che il nostro è un Paese da evitare, un Paese di selvaggi che non meritano di custodire il ben di Dio che la Storia gli ha lasciato.

Ora, il punto è che tutta questa genia di taglieggiatori, rubagalline, truffatori, ladruncoli, personale museale ignorante e becero, creano un danno inestimabile al Paese.

Un danno d’immagine e – nel tempo – economico di primissimo piano. Un danno che dovrebbe essere punito penalmente con la massima severità perché danneggia il Paese più di una battaglia persa in guerra.

All’estero sono ormai adusi ai nostri governanti da operetta, ai voltafaccia, all’incapacità di mantenere una direzione coerente ma si aspetterebbero dall’Italia almeno un minimo di rispetto per il proprio passato, per il retaggio che un tempo ha fatto grande il nostro Paese.

Vi siete chiesti come mai – ripeto – il Paese con il 60% di ricchezze artistiche al mondo – è scivolato nella classifica delle maggiori mete turistiche al quinto posto, dopo Francia, USA, Spagna e Cina?

Ebbene, perché la stoltezza dei suoi abitanti è superiore all’immaginazione.

Noi abbiamo con le nostre ricchezze artistiche, la nostra cultura, la nostra storia, la bellezza del paesaggio una vera e propria gallina dalle uova d’oro, che potrebbe risolvere gran parte dei nostri problemi.

Basterebbe crearle le condizioni per covarle, le sue uova.

Ma noi preferiamo metterla in padella per farci un brodino da mangiare stasera.

Ecco, in giornate come questa, mi sento proprio di sottoscrivere le parole del grande Giorgio Gaber: “mi vergogno di essere italiano”.


Citazione
lanzo
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 744
 

Illusione, dolce chimera sei tu... diceva una vecchia canzone.
Da espatriato e quindi non proprio turista, ogni volta che vengo a Roma...
Vai in museo - faccio un esempio pratico - Palazzo Venezia, ricordo che esisteva una grandissima sala piena di armi d'epoca, spadoni, alabarde, armature - chiedo alla femmina/custode/guida - mi dice che la sala e' chiusa da anni. Magari manco non sapeva neamnche di cio' a cui mi riferivo.
Saranno ancora la' queste cose o qualcuno se le e' fregate e rivendute ?


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