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SCIENZA E CONOSCENZA: LA SCOMPARSA DI ETTORE MAJORANA


mystes
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La RAI in questi giorni sta trasmettendo una serie televisiva per rendere omaggio al genio universale di Guglielmo Marconi e approfitto di questa occasione per ricordare un altro grande genio italiano, di cui nessuno più parla, ma che meriterebbe di essere degnamente ricordato soprattutto dalla RAI.

La vicenda umana e professionale di Majorana ha attirato la mia attenzione per i numerosi risvolti scientifici e umani che essa presenta.

Com’è noto Ettore Majorana, considerato un genio della fisica e della matematica, pari se non addirittura superiore ad Enrico Fermi e ad Albert Einstein, scomparve a Palermo alla fine di marzo del 1938. Di lui si persero le tracce subito dopo essere sbarcato nella città siciliana e le ricerche non approdarono a nulla.

A volte la ricerca della verità entra in rotta di collisione e si scontra terribilmente con l’egoismo e la menzogna degli uomini e dei governi e rischia di essere sacrificata sull’altare degli interessi politici e delle lobby che li governano e li dirigono. Nel nostro caso ci troviamo di fronte a uno scienziato che secondo l’opinione più diffusa degli esperti era in anticipo su tutti gli altri in conoscenze che riguardano l’energia atomica e il suo impiego. Il che vuol dire essere a conoscenza di segreti per il possesso dei quali qualunque governo del mondo sarebbe stato disposto a pagare cifre altissime.

Quel che però ha particolarmente attirato la mia attenzione sono tre punti:

la “sensibilità” scientifica di Majorana;

le intuizioni sullo spazio e sul tempo;

le “simpatie” nazionaliste di Majorana che mi autorizzano a sospettare l’esistenza di un complotto per eliminarlo.

Incomincio col punto 3) in quanto la teoria del complottismo è tornata prepotentemente in auge ai tempi nostri, da quando gli storici hanno cominciato ad accorgersi che molti avvenimenti del secolo scorso non era possibile spiegarli alla luce della comune e semplice analisi storica dei fatti.

Ognuno, dal suo punto di vista, ha cominciato a parlare delle manovre occulte della massoneria, dei gesuiti, dei servizi segreti, del sionismo che hanno in qualche modo influenzato o condizionato i grandi avvenimenti politici del secolo XX. La cosa è perfettamente plausibile in quanto era in ballo il possesso o il controllo delle fonti energetiche del pianeta senza le quali non è possibile dominare i popoli e soprattutto mantenere efficiente la grande macchina industriale e finanziaria del mondo. Questo controllo o questo possesso non sempre può essere affidato alle armi o alla diplomazia, il più delle volte viene deciso dietro le quinte delle istituzioni.

Vittima di qualche trama oscura potrebbe essere stato lo stesso Ettore Majorana.

Scrive Umberto Bartocci nel suo libro dedicato alla scomparsa di Ettore Majorana: “Le parole sono attribuite allo stesso Ettore Majorana, e debbono risalire a un periodo da collocarsi intorno alla fine del 1930, inizio del 1931, visto che si citano altrove nel testo, e come prossimi, eventi che avranno luogo nel 1931. Esse dimostrano non solo che delle potenzialità dell’equazione fondamentale dell’energia si avevano delle “idee molto concrete” da parte di Fermi e dei suoi discepoli, ma anche che l’atteggiamento nei confronti degli aspetti teorici contro-intuitivi della teoria della relatività di Einstein (inerenti il nuovo modo di concepire lo spazio e il tempo che veniva da questi proposto) era molto pratico, come del resto si conviene a un buon fisico, che preferisce tangibili realtà ad astratte elucubrazioni – e ciò nonostante Fermi fosse, lo ricordiamo, professore proprio di Fisica Teorica. Sì, la teoria di Einstein poteva avere dei fondamenti poco soddisfacenti, forse addirittura errati, ma era inutile stare a discutere su di essi; quelle che contavano erano solo le conclusioni fisiche che se ne potevano trarre, come quella dell’equivalenza massa-energia. Da dove e come una tale ‘perla’ fosse stata dedotta, contava in fondo ben poco; molto più importante era scoprire come potersi impadronire di questa immensa ricchezza”.

“Si tratta allora di cercare di comprendere – scrive Bartocci a pag. 134 – eventuali ulteriori possibili ragioni di una sorta di conflitto intellettuale e psicologico irrimediabile, di una incompatibilità morale e culturale tra modi antitetici di intendere il mondo, e il senso di condurvi l’esperienza della vita”.

“Majorana cerca di approfondire sul serio gli spesso impenetrabili misteri della natura, svolgendo attorno ad essi un’indagine che non trascura nessun particolare, neppure quelli che i fisici respingono di solito un po’ sdegnosamente con l’appellativo di “filosofici”.

“É lo sfuggente frutto della conoscenza quello a cui aspira, e tutte le altre mete raggiungibili nel corso della vita non possono che esserne un pallido surrogato.”.

Con queste parole, a mio modo di vedere, Bartocci è penetrato nel cuore del problema: la conoscenza. Alla conoscenza avevano aspirato tutte le grandi menti dell’antichità e del Rinascimento.

E quando Majorana si accorge che in quel circolo di scienziati che lui frequentava non si perseguiva solo la “conoscenza”, ma il successo e il potere materiali, la “fuga” fu inevitabile.

Con questo non voglio assolutamente avallare l’ipotesi del suicidio. Nemmeno Bartocci la fa. Majorana non era solo uno scienziato, era anche un filosofo, un sapiente, un uomo leonardesco. E uomini così fanno paura specialmente a coloro i quali dalla scienza si ripromettono di ricavare guadagni e successi.

Per concludere: non so se si scoprirà mai cosa avvenne al povero Majorana. Io credo che la verità si legge nei fatti e nello svolgimento dei fatti, nonché nella stessa vita di questo genio. Dall’uso che è stato fatto della scienza dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi si possono trarre le logiche e naturali conseguenze e conclusioni. Un uso che certamente Majorana avrebbe disapprovato in quanto egli sapeva che la vera scienza non può finire nelle mani sbagliate e non può distruggere lìuomo e la natura come sta accadendo oggi.


oriundo2006 hanno apprezzato
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