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Sindaci,opposizioni,Squinzi, criticano legge Stabilità


marcopa
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19/12/2013 - IL CASO

Il governo blinda la legge di Stabilità
L’affondo dei sindaci: “Taglia le risorse”
Domani il voto di fiducia alla Camera, lunedì 23 in Senato. «Nessuna rottura».
Squinzi incalza: non basta per la crescita. L’Anci: si muova il capo dello Stato.

Il governo blinda la manovra. La Camera voterà la fiducia domani alle 12, l’Aula del Senato – ha stabilito la Conferenza dei capigruppo - è chiamata a pronunciarsi lunedì prossimo, 23 dicembre. La chiama dei parlamentari è prevista per le 15. La fiducia, ha spiegato il ministro Franceschini, viene posta sul testo approvato dalla commissione. «La legge di stabilità, che doveva essere una rottura rispetto alla vecchia Finanziaria, rischia di riallinearsi con quella normativa nella parte di essa inserita in Parlamento».

Il testo finale

Il testo finale dovrebbe essere quello approvato in Commissione in nottata. A partire dalla rimodulazione della web tax, resa «più leggera» dopo il niet di Matteo Renzi alla prima versione dell’emendamento Pd, caldeggiato dal presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia e dal renziano Edoardo Fanucci, firmatario della proposta. È stato lo stesso Boccia che a tarda notte, ha proposto una mediazione sulla cancellazione dell’obbligo di aprire una partita Iva italiana per tutte le imprese del web, comprese le multinazionali come Google o Amazon. L’obbligo viene cancellato solo per l’e-commerce, ma rimane per chi vende spazi pubblicitari (cioè il business più rilevante), così come restano le tutele del diritto d’autore e le nuove norme sulla tracciabilità. In questo Boccia si è trovato spalleggiato tanto da Fanucci quanto dal capogruppo Pd, anch’egli renziano, in commissione Bilancio, Angelo Rughetti.

Obiettivo crescita

«Nessuno ha la bacchetta magica», ma la nuova legge, ha insistito Letta, porterà crescita e comincerà a dare risposte alle esigenze del Paese, concederà più risorse allo studio, assicurerà meno tasse sulla casa. Il testo che uscirà da Montecitorio prevede anche la nascita del nuovo atteso Fondo per la riduzione del cuneo fiscale alimentato con le risorse della spending review e della lotta all’evasione, sponsorizzato con forza dalle parti sociali. La norma arriva però in una versione anche in questo caso “light”.

La platea dei destinatari è infatti allargata da lavoratori e imprese anche a pensionati, artigiani e professionisti e le risorse che confluiranno nel Fondo saranno comunque quelle che «avanzeranno» rispetto agli obiettivi primari del rigore dei conti e delle spese inderogabili.

Da qui probabilmente lo scetticismo ribadito ancora una volta con forza dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo il quale le risorse destinate alla riduzione del cuneo sono «assolutamente insufficienti».

Ma Letta risponde così alle critiche di Confindustria: «Io ho la responsabilità di tenere in equilibrio la barca dell’Italia. Voglio che ci siano strumenti per la crescita senza sfasciare i conti pubblici».

L’affondo delle opposizioni

La polemica politica intanto non si placa.

Movimento 5 Stelle e Forza Italia, che nella notte hanno abbandonato i lavori della Commissione, sferrano l’ultimo attacco, contestando innanzitutto le nuove norme in materia energetica, interpretate come misure ad hoc per favorire la Sorgenia del Gruppo Cir.

Renato Brunetta, in prima fila, parla in generale di un provvedimento «clientelare», arricchito di «marchette» per 145 milioni. Di «scandalo in Commissione». Sorgenia replica: l’unico «scandalo» è la disinformazione dell’onorevole Brunetta.

I sindaci in prima linea

L’Anci lancia un appello al capo dello Stato Giorgio Napolitano e chiede un incontro quanto prima al Quirinale per «manifestare nel modo più formale ed autorevole il profondo disagio di migliaia di sindaci ed amministratori locali».

Il presidente dell’Anci, Piero Fassino, oggi ha puntato il dito, al termine di un ufficio di presidenza dell’Associazione, su una legge di stabilità che «configura - in particolare per quanto riguarda la iuc - una secca ed inaccettabile riduzione delle risorse a disposizione dei Comuni con gravi ed inevitabili conseguenze sulla erogazione dei servizi ai cittadini e sulle condizioni di vita di milioni di persone e di famiglie».

Questo esito, ha proseguito Fassino, «è tanto più grave perché contraddice di 180 gradi l’impegno assunto formalmente dal governo negli incontri del 7 e 28 agosto per non ridurre ulteriormente nel 2014 le risorse per i Comuni, dopo che dal 2007 - ha sottolineato - gli enti locali italiani hanno subito continui e pesanti tagli alle loro risorse».

http://www.lastampa.it/2013/12/19/italia/politica/stabilit-il-governo-pone-la-fiducia-tiu0eYrtcehNK4MsCwFvlM/pagina.html


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