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Tangenti ai medici per vendere più farmaci


Tao
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Firenze, 6 arrestati e 24 indagati. Ai domiciliari il presidente della Società di dermatologia. Soldi e favori dalle case per prescrivere le cure contro la psoriasi

Hanno ricevuto dalla case farmaceutiche un fiume di soldi: circa un milione e 700 mila euro con cui hanno finanziato borse di studio, congressi e pubblicazioni, apparecchiature da mettere in reparto. In cambio hanno fornito pacchetti di pazienti, gruppi di malati di psoriasi su cui utilizzare i medicinali prodotti da quelle aziende. Un giro di corruzione scoperto dai carabinieri del Nas che punta dritto al vertice della dermatologia italiana. Al centro di quella che il pm di Firenze Sandro Cutrignelli e il gip Angelo Pezzuti considerano una associazione a delinquere c´è Torello Lotti, professore ordinario, primario di due reparti, presidente delle società scientifiche italiana e internazionale della sua specialità. È stato arrestato ieri mattina all´alba. Come lui sono finite ai domiciliari altre 5 persone, fra cui medici, la sua segreteria e organizzatori di convegni. Altre 24 persone sono indagate e fra loro sono stati interdetti per due mesi dalla attività di impresa 13 dirigenti delle case farmaceutiche Abbott, Janssen-Cilag, Wyeth Lederle, Shering Plough, Novartis, Morgan Pharma, produttrici dei farmaci, biologici e non, usati nel trattamento della psoriasi.

La psoriasi colpisce un milione e 800 mila persone in Italia. In certi casi per curarla si usano i farmaci biologici. L´Aifa ha avviato nel 2005 il programma nazionale "Psocare" per utilizzare sui pazienti che non migliorano con le terapie sistemiche le nuove molecole, che sono molto care (un trattamento annuale costa 10-15 mila euro) e a carico del sistema sanitario.

A Lotti faceva capo uno dei 154 centri accreditati per questi trattamenti, dove sono stati arruolati 20 mila malati, ma vista la sua fama accademica e clinica ha influenza su altre realtà. Secondo le accuse, aveva creato un mercato di malati: «spostati a pacchetti, venduti come oggetti», ha detto il sottosegretario alla salute Francesca Martini. Così circa 800 pazienti sarebbero stati trattati non in base al medicinale di cui avevano bisogno ma con un altro prodotto, sempre pensato per la psoriasi, ma scelto in base agli accordi fatti da Lotti e dagli altri medici con l´industria. Il mercato è partito quando, all´inizio del 2009, è stato tolto dal mercato il Raptiva della Merck Serono, che finanziava generosamente congressi e borse di studio per specializzandi. Il ritiro della Merck da ogni impegno ha fatto sì che il professor Lotti si sia trovato alle prese, oltre che con le croniche ristrettezze di bilancio dell´università, con un ammanco di 200 milioni per due borse di studio. E´ stato allora, secondo le accuse, che ha messo sul mercato i pazienti, proponendoli a gruppi di 40 o 100 ai migliori offerenti in proporzione agli stanziamenti che questi erano disposte a erogare. «Non capisco. Vedo la colpevolizzazione di un sistema largamente accettato e logico e razionale», si è difeso ieri Lotti: «La prova dei soldi direttamente a me non c´è. Ho operato a favore delle istituzioni».

Il ministro Ferruccio Fazio, dopo aver ribadito che la sanità toscana è buona, ha parlato di cambiamenti: «Contro gli abusi in medicina stiamo modificando il sistema sanzionatorio dell´Ordine dei medici per renderlo più agile e in grado di dare risposte tempestive. Chiunque utilizza gli ammalati a fini speculativi va punito, ma quanto accaduto non deve minare la fiducia nel lavoro dei dermatologi». Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli Ordini, parla di «notizia molto triste. E speriamo che gli accertamenti delle autorità riducano la gravità del fatto. Nel prescrivere i farmaci bisogna fare solo l´interesse del paziente». «Stiamo ricevendo decine di telefonate di malati angosciati - spiegano dall´associazione degli psorisiaci - perché hanno paura che si smetta di curarli. Ci abbiamo messo tanto a ottenere la possibilità di avere i farmaci e ora temiamo che si faccia di tutta l´erba un fascio, e si interrompano i programmi».

Michele Bocci
Fonte: www.repubblica.it
2.10.2010


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