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TO - scontri nella notte ai mercati generali


radisol
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Venerdì 23 Maggio 2014

Torino, sciopero al CAAT: la polizia carica, i facchini resistono!

Aggiornamento ore 10: Le ambulanze hanno portato via i lavoratori e i solidali investiti da un furgone davanti ai cancelli. Lo sciopero continua determinato, fino a quando non avranno risposte. I feriti sono stati nel frattempo portati in ospedale per essere medicati.

ore 09.00: Alcuni facchini sdraiati per bloccare i tir sono stati brutalmente investiti. Sul posto vi sono ambulanze. La rabbia dei lavoratori sale.

ore 7: la polizia ha provato a scortare i camion dentro il CAAT forzando i blocchi ma i facchini si sono sdraiati davanti ai tir non facendoli passare. Il blocco continua.

***

Lo avevano annunciato nei giorni scorsi e così è stato: questa notte i lavoratori impiegati presso il CAAT (il centro agro-alimentare di Torino, che gestisce praticamente l'intera grande distribuzione del settore sul tessuto cittadino) hanno dato il via ad un blocco ad oltranza dei cancelli dello stabilimento.

Sono perlopiù lavoratori migranti, assoldati tramite cooperative con metodi da caporalato, sottopagati, sottoposti a continui ricatti con orari massacranti. Proprio pochi giorni fa sei facchini sono stati minacciati e poi sospesi perché avevano protestato contro queste condizioni indecenti.

Ieri sera, a partire dalle 22, facchini e solidali hanno dato vita a un presidio di fronte ai cancelli del CAAT con l'obiettivo di impedire il normale svolgimento dei traffici fino a che non avessero ottenuto garanzie concrete di un cambiamento della propria condizione lavorativa. Intorno all'una di notte il presidio si è ingrossato notevolmente grazie all'arrivo delle centinaia di facchini che ogni notte si recano sul posto per lavorare (o si presentano nella speranza di ottenere una giornata) e che hanno immediatamente aderito alla protesta, rendendo in breve gremito il piazzale antistante i cancelli.

A quel punto è stato ottenuto un incontro tra i rappresentanti delle cooperative che gestiscono il CAAT e i lavoratori, mentre tutt'attorno al centro di grande distribuzione il traffico veniva paralizzato dal formarsi di centinaia di metri di camion e tir bloccati all'esterno e impossibilitati a ritirare la merce. L'incontro ha fatto strappare ai lavoratori la promessa di assunzione regolare per tutti, ma i facchini, determinati a non indietreggiare fino a che non avessero avuto qualcosa di concreto tra le mani, hanno deciso di proseguire il blocco dei cancelli.

Dopo aver tentato inutili mediazioni per tutta la notte, cercando di far desistere la protesta per riattivare il circuito della grande distribuzione, la polizia presente sul posto è intervenuta pesantemente contro i facchini e i solidali. Intorno alle 4.30 la celere è uscita dai cancelli dietro i quali era asserragliata, caricando pesantemente il presidio nel piazzale. A quel punto è esplosa la rabbia dei lavoratori, che con coraggio e determinazione hanno resistito alle violenze della polizia, costringendola ad arretrare nuovamente dietro una cortina di gas lacrimogeni. Nonostante la carica, dunque, il blocco sta proseguendo.

Gli eventi di questa notte confermano una volta di più l'emergere di un'indisponibilità crescente dei lavoratori assunti nel settore della logistica a sottostare a logiche di sfruttamento e quotidiane angherie e dall'altro che andare a colpire nel cuore della grande distribuzione è una forma di lotta che può fare molto male, come testimonia la violenta reazione della polizia costretta a intervenire con mano pesante per tentare di rimettere in moto il circuito del commercio cittadino.

InfoAut Torino

VIDEO :

https://www.youtube.com/watch?v=MCIx7XP-qMI


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Tetris1917
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il sale della rivolta è portato dagli immigrati soprattutto.


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radisol
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Aggiornamento ore 12:

Mentre il presidio resiste, le cooperative che gestiscono i rapporti di lavoro hanno offerto un incontro per lunedì con il sindacato SI Cobas e i facchini. I lavoratori annunciano che fino a quel giorno non se ne andranno e continueranno il presidio permanente. Tre delle quattro persone investite questa mattina intanto continuano ad essere in ospedale poichè riportano danni sostanziali, mentre uno di loro è stato dimesso.

Al termine della giornata i lavoratori annunciano che se il tavolo d'incontro, che si terrà lunedì 26 alle ore 15 all'interno del Caat, non soddiferà le loro richieste lo sciopero riprenderà subito nella nottata.


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radisol
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Venerdì 23 Maggio 2014

Ce lo chiedono i mercati generali!

“Un problema di uno è un problema di tutti”. Questa è la frase urlata da un facchino a un caporale di una cooperativa, che invano provava a dividere i lavoratori e convincerli uno per uno che a loro non sarebbe successo niente se avessero cessato i blocchi. “An injury to one is an injury to all” era il motto degli IWW, che ora rivive nei conflitti di altri lavoratori migranti e sottopagati, in quello che da tempo possiamo definire un ciclo di lotte nelle catene della logistica di distribuzione. Questo ciclo oggi è esploso a Torino, all’enorme centro agro-alimentare della città, l’area nevralgica di smistamento dei mercati generali e di tutta l’area metropolitana. È esploso dopo mesi di fermento in varie imprese della logistica e contemporaneamente alle grandi mobilitazioni che da oltre tre anni stanno rendendo ingovernabile molti nodi di circolazione delle merci nel nord Italia, dal Veneto alla Lombardia e soprattutto in Emilia.

A innescare la scintilla del conflitto è stato un caso analogo a tanti altri: la sospensione di sei facchini che hanno rifiutato di abbassare la testa di fronte all’ipersfruttamento e hanno scelto di stare dalla parte della dignità, costi quel che costi. È stato così, per citare un paio di importanti esempi dell’ultimo anno, alla Granarolo di Bologna e all’Ikea di Piacenza. Del tutto comuni, del resto, sono le dinamiche del conflitto.

Da un lato, lo sono dal punto di vista strutturale: per le condizioni di lavoro a cui i facchini si ribellano, per i dispositivi contro cui insorgono. Il primo e centrale è il sistema delle cooperative, che anche al Caat gestisce la riduzione dei costi della forza lavoro, la cancellazione dei diritti e il continuo ricatto dei dipendenti. Lo fa attraverso una fitta rete di comando e violenza, in cui – con buona pace degli amanti della legge e della costituzione – i confini tra legalità e illegalità, ovvero tra impresa e mafia, sono assai labili. Ben prima dei giudici che indagano sull’Expo, erano stati i facchini dell’Ikea a scrivere “cooperative=mafia”.

Fa quindi alquanto ridere che Susanna Camusso, a capo di un sindacato che appone regolarmente la sua firma a contratti vergognosi, ora si lamenti delle cosiddette “false cooperative”. Come se il problema non fosse invece proprio il modello costruito da multinazionali come Legacoop, i suoi satelliti e il blocco di potere che rappresenta insieme al Pci/Pd, con cui tradizionalmente la Cgil si spartisce la torta. Insomma, la lotta contro questo sistema di cooperative è un tratto centrale di questo ciclo di lotte, uno degli elementi che ne ha permesso una generalizzazione anche al di fuori del settore della logistica. Non è un caso che al ministero del lavoro sieda un certo Poletti, ex capo della multinazionale delle “cooperative rosse”... di vergogna. Alla domanda se il suo incarico, come già era stato per Berlusconi, non fosse un chiaro esempio di conflitto di interessi, Poletti ha risposto che se anche fosse non è un problema, perché lui rappresenta gli interessi di svariati milioni di persone. Beh, certamente non rappresenta gli interessi dei lavoratori che da tempo si stanno rivoltando contro il suo sistema di comando e sfruttamento.

Dall’altro lato, sono comuni le dinamiche del conflitto dal punto di vista dei comportamenti soggettivi. La composizione è fatta per la quasi interezza di lavoratori migranti, in buona parte maghrebini e perlopiù giovani, che riconoscono il terreno di conflitto innanzitutto nella messa in discussione dei rapporti di sfruttamento e non più in una generica grammatica dei diritti. Come nelle altre lotte della logistica, anche qui il sindacato di base (al Caat come altrove il Si Cobas) è un’infrastruttura di autorganizzazione dei lavoratori, che permette un’immediata apertura alla partecipazione nelle lotte di altri soggetti metropolitani, dagli studenti ai precari, impedendo così una chiusura puramente vertenziale o semplicemente settoriale del conflitto.

Questa composizione è segnata dalla grande determinazione e da una radicalità finalizzata al conseguimento della vittoria, dimostrate ancora una volta di fronte alle cariche e ai lacrimogeni della polizia, di fronte alle provocazioni dei crumiri, e quotidianamente di fronte alle minacce di capi e capetti. Al rifiuto di ogni mediazione, infatti, si unisce il rifiuto di partecipare a iniziative sindacali simboliche o di testimonianza, come quelle regolarmente proposte dai confederali (che non sono visti solo come complici, ma direttamente come controparte). Il rifiuto di una lotta inutile è in certe situazioni una forma di lotta, ci insegnava Alquati nella Torino di mezzo secolo fa: ecco che al Caat quel rifiuto è diventato rivolta.

Qui come nelle altre lotte della logistica e ora anche fuori, attaccare il sistema di scatole cinesi delle cooperative ha significato allo stesso tempo rompere il processo di smaterializzazione del nemico. Chiamarlo con nome e cognome, individuarne i nervi, il cuore e il sistema nervoso, ha permesso di mostrare alcuni punti di fragilità del capitalismo contemporaneo. Queste lotte, inoltre, hanno avuto la capacità di individuare i luoghi del conflitto, di opporre la conquista degli spazi ai flussi del capitale.

La strada è ancora lunga, al Caat così come nella creazione di passaggi di generalizzazione dei conflitti. La mobilitazione di luglio sarà, da questo punto di vista, un momento di grande importanza, per fare comunicare e mettere in relazione soggetti e ambiti sociali differenti. Verso quella data, ieri è stato messo un tassello importante. Allora anche per voi, padroni della logistica, false e vere cooperative, governanti dello sfruttamento, vale il saluto: ci vediamo l’11 luglio.

State sereni, è ben più che una minaccia: è una certezza. Da ieri, ce lo chiedono anche i mercati generali!

http://www.infoaut.org/index.php/blog/editoriali/item/11840-ce-lo-chiedono-i-mercati-generali


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radisol
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Lunedì 26 Maggio 2014

Torino: la lotta dei facchini ottiene i primi risultati

La lotta dei lavoratori del Centro agro alimentare di Torino ottiene i primi risultati: i cinque facchini sospesi vengono reintegrati e le mensilità arretrate saldate. Oggi pomeriggio l'incontro fra i lavoratori, i SiCobas e i rappresentanti delle cooperative e la direzione del Caat. Intanto la determinazione dei facchini in lotta non arretra e rilancia con un'assemblea per questa sera, lunedì 26 maggio, davanti ai cancelli del Caat, per discutere come proseguire la lotta contro lo sfruttamento e i diritti per tutti i lavoratori. Qui di seguito il comunicato dei SiCobas Torino:

Dopo la lunga notte di lotta di venerdì al Caat un primo passo è stato fatto: le sospensioni dei 5 lavoratori sono tutte rientrate e il pagamento dei salari arretrati tutti saldati già ieri.
Restano invece aperte tutte le problematiche contrattuali per gli oltre 1000 facchini, per questo è convocato un incontro oggi, lunedì 26 maggio, al Caat alle 14,30 tra una delegazione dei lavoratori Sicobas di almeno 15 cooperative, rappresentanti delle cooperative, direzione del CAAT e assessorato al lavoro della città di Torino. In questo incontro si andrà a verificare la disponibilità concreta di risolvere la grave condizione lavorativa e contrattuale di gran parte dei facchini al Caat. L'assemblea di sabato ha formulato le seguenti rivendicazioni da portare al tavolo di domani:

- regolarizzazione di tutti i contratti

- applicazione del Contratto nazionale della logistica e movimentazione merci

- annullamento di ogni provvedimento relativo ai fatti avvenuti nella notte dello sciopero

- spazio internamente al Caat per il Sicobas di informazione sindacale per i lavoratori.

L'auspicio che questa realtà da anni sommersa nel silenzio, trovi sostegno e mobilitazioni tra i lavoratori torinesi, perché la lotta dei facchini del Caat è la lotta di tutti i lavoratori che lottano contro il continuo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Su queste basi ci muoveremo nella città e non solo.

Convochiamo un'assemblea alle 23 di lunedì davanti al Caat per organizzare e decidere come proseguire nella lotta.

da Sicobas Torino


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