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Toscana:Sversamento nel mar tirreno di liquidi nucleari


Eshin
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TOSCANA. SVERSAMENTO NEL MAR TIRRENO DI LIQUIDI NUCLEARI DEL REATTORE MILITARE
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

In Italia, adesso, va in onda - come avevo anticipato tanto tempo fa - un disastro nucleare, nella solita disattenzione generale. Tanto la salute pubblica non vale nulla. Si scaricano in mare 750 metri cubi di liquidi refrigeranti del reattore nucleare. Secondo l'Arpat "i limiti di rilascio sono entro i limiti". Una menzogna a buon mercato: infatti per questo genere di inquinamento il limite biologico è mac zero.

Agli esperti delle istituzioni si raccomanda la lettura del mirabile saggio Il mare intorno a noi, della biologa marina Rachel Carson. Questo tipo di danno è irreversibile.

In altri termini: le autorità legalizzano malattie e morte certa per la popolazione. Sono sicuro che non si solleverà nessuno; anche nell'Italia centro-settentrionale sono quasi tutti a cuccia.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=camen

http://sulatestagiannilannes.blogspot.nl/2013/11/toscana-sversamento-in-mare-di-liquidi.html


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Eshin
Famed Member
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Acque radioattive, è iniziato lo sversamento nel Canale Navicelli

Dopo l’ok ricevuto da Enea sul primo lotto di 30 metri cubi di liquidi trattati l’operazione è cominciata. «I limiti di legge sono rispettati con margini altissimi, è acqua distillata»

È iniziato venerdì mattina lo sversamento delle acque trattate della piscina dell’ex reattore nucleare di San Piero a Grado.

L’operazione che vedrà lo smaltimento del primo lotto dei liquidi (30 metri cubi) durerà cinque giorni. A essere sversato ogni giorno nel Canale Navicelli sarà un piccolo quantitativo di acqua trattata : 4.5 mc/giorno. La procedura è iniziata dopo aver ricevuto l’ok di Enea come aveva anche confermato la Provincia di Pisa in un comunicato stampa. «Le analisi Enea sul primo lotto indicano misure radiometriche conformi ai valori previsti. Si procederà dunque con lo scarico attraverso il depuratore di Pisa Sud», aveva affermato l’amministrazione pisana.

In riferimento alle analisi in corso sulle acque trattate della piscina dell'ex reattore nucleare di San Piero a Grado (analisi preventive effettuate in ordine al loro scarico attraverso il depuratore biologico di Pisa Sud), il Cisam, responsabile del processo di smaltimento, aveva, come promesso, trasmesso i risultati delle misure radiometriche che l'Enea, (coinvolta nel procedimento per volontà del Cisam stesso) ha compiuto sui campioni del primo lotto (batch) di 30 metri cubi. I rilevamenti, inviati per conoscenza a Prefetture, Province e Comuni di Pisa e Livorno; Ispra-Dipartimento nucleare rischio tecnologico e industriale; Arpat; Asl 5 Pisa; Acque Industriali Srl «confermano il rispetto, con ampi margini, dei valori previsti dalla "formula di scarico" illustrata in occasione dell'incontro del 16 ottobre scorso», scrive il Cisam. Il quale quindi provvederà, con le modalità indicate dall'autorizzazione conseguente agli esiti degli esami svolti, a eseguire «lo scarico dell'acqua suddetta attraverso il depuratore. Con cadenza settimanale, si procederà ad analoga operazione per i restanti batch da 30 mc, sempre previa ricezione, dall'Enea, delle misure radiometriche che attestino il rispetto della riferita formula di scarico».
15 novembre 2013

http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2013/11/15/news/acque-radioattive-e-iniziato-lo-sversamento-nel-canale-navicelli-1.8118729


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Tanita
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Considerando quanto sta' accadendo nel Pacifico via Fukushima, ormai i danni si considerano irreversibili per le attuali speci animali e vegetali. La Terra si riprenderá: il Pianeta il tempo ce l'ha.

Un branco di bestie governa il mondo.


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dana74
Illustrious Member
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per carità niente toglie la gravità al crimine contro l'umanità ed il creato nel tirreno, ma se fosse vera questa notizia....forse, si potrebbe provare a sperare ....(non è la soluzione ad ogni modo) la soluzione è finirla con il nucleare senza se e senza ma

Wow: super depurazione anti radiazioni.
Passa da Pavia, presidio chiave per le tecnologie nucleari, la strada che potrà portare l’Italia alla centrale atomica di Fukushima. E’ qui infatti che al Lena (Laboratorio Energia Nucleare Applicata) è stata testata in gran segreto Wow, l’invenzione di un ingegnere padovano, i cui risultati sono stati definiti senza precedenti. Alle facoltà di fisica e chimica dell’Università, infatti, dove dal 1965 è in funzione Triga, un piccolo reattore nucleare di ricerca gestito dal Lena. Dopo tre prove ripetute a distanza di pochi mesi, gli esperti hanno ottenuto acqua decontaminata da una soluzione fortemente radioattiva contenente radiocesio, lo stesso radionuclide di Fukushima.

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L’ultimo esperimento il cui esito è stato certificato il 15 ottobre 2013, è durato quaranta giorni di fila ha raggiunto una conclusione incredibile, determinando una riduzione di 7.500 volte della concentrazione di Cesio radioattivo nell’acqua. Di qui, tutta una serie di scenari che possono portare questa tecnologia ad affrontare i guai della centrale giapponese. Oggi a Fukushima vengono depurati 25 mila metri cubi d’acqua al mese e la radioattività viene confinata in 5 mila metri cubi di fanghi e rifiuti. Con Wow, dalla stessa quantità si otterrebbero solo 5 metri cubi di residui, senza produrre fanghi o rifiuti aggiuntivi. Una conclusione che ha già allertato non solo gli scienziati, ma anche il mondo dell’impresa e degli operatori specializzati, che ha fiutato enormi business potenziali. Lo strumento, presentato insieme alla multinazionale Techint al Remtech di settembre a Ferrara, rassegna dedicata ai processi di bonifica dei siti contaminati, ha suscitato subito un enorme clamore nel ristretto ambiente del settore, una volta dimostrato che il macchinario azzera la radioattività nel liquido trattato proveniente da soluzioni contaminate. La storia comincia un paio d’anni fa, quasi per caso, quando Adriano Marin, studioso veneto cinquantenne, nel garage di casa costruisce con altre persone e con una spesa ridicola il prototipo di un potabilizzatore portatile, con l’obiettivo di salvare dalla siccità alcuni villaggi africani. Ma presto le prime prove dimostrano che lo strumento è in grado di separare le molecole d’acqua da qualunque altro elemento. Fanghi, metalli, inquinanti di ogni natura, fino agli atomi radioattivi. Piccolo come una lavatrice, l’apparecchio consente - attraverso un mero ma misterioso processo fisico - di depurare l’acqua radioattiva, senza utilizzare alcun filtro o sostanze chimiche. Una procedura termodinamica legata all’evaporazione, coperta da brevetto industriale mondiale. Il primo a essere incredulo è lo stesso inventore, che però sottopone Wow a delle prove servendosi prima dei laboratori Arpav di Padova, poi del Cnr. Dopo i risultati formidabili, l’approdo è al Lena di Pavia, dove Wow viene volutamente testato su acque molto simili a quelle utilizzate per il raffreddamento dei reattori incidentati di Fukushima: il risultato conferma la riduzione di 7.500 volte della presenza di Cesio. Il fattore di riduzione del volume, però, per una ragione molto tecnica, non è esattamente uguale al fattore di decontaminazione. Nella pratica, da 5.000 metri cubi di acqua radioattiva se ne ottengono 4.999 di acqua pulita. Un livello di abbattimento centinaia di volte superiore a quello di qualunque metodo oggi disponibile.

Gli sviluppi della tecnologia sembrano illimitati, estensibili come sono alla desalinizzazione, alla pulizia delle acque di sentina, alla lavorazione dei metalli pesanti all’abbattimento dei fumi tossici vaporizzati (come nel caso dell’Ilva di Taranto), al trattamento di percolati di siti oggetto di bonifica e recupero ambientale. Chiunque produce rifiuti liquidi, insomma, è un potenziale fruitore dell’invenzione. Tanto è vero che attorno all’ingegner Marin è nata una start up di dodici azionisti, che hanno creduto nel progetto quando ancora non c’erano certezze, condividendo con l’inventore, prima che le possibilità di guadagno, sogni e speranze che questa scoperta può rappresentare per il nostro Paese e per l’ambiente. La sfida è mantenere il brevetto in Italia e lanciarlo su larga scala nel mondo.
Dall’inviato Enrico Fovanna - Pavia, 31 ottobre 2013

Fonte: http://m.ilgiorno.it

http://www.ansuitalia.it/Sito/index.php?mod=read&id=1384448718


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