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Una guerra a scoppio ritardato


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Ci sono voluti ben 8 anni di tempo affinché le autorità italiane, o forse solo alcune di esse, comprendessero ciò che un'anima ingenua e smaliziata avrebbe compreso sin dall'inizio. Il potere decisionista della classe politica italiana, soprattutto di quella al governo oggi, è indiscutibile. Ma lo è altrettanto la sua incapacità di analisi della realtà.

Un'incapacità di analisi solo apparente, che funge da utile maschera di una realtà che tutti conoscono bene e fingono di non conoscere: l'Italia è un paese in guerra. Non perché sia stato attaccato, non perché qualcuno abbia attaccato le istituzioni sovranazionali di cui fa parte, né tanto meno perché il governo di un qualsivoglia paese di questo pianeta abbia attaccato uno dei suoi alleati.
Nessuna di queste ragioni è alla base del conflitto in Afghanistan. Ciò nonostante ci ritroviamo lì in quella terra, in una missione di guerra incostituzionale sostenuta dal 100% del Parlamento italiano.

L'illustrissimo Presidente Giorgio Napolitano ha risposto piccato alle sollecitazioni di questi giorni fatte dall'Italia dei Valori e dalla sinistra extra-parlamentare dopo la strana presa di posizione sul "pacchetto sicurezza". Ha tenuto a rimarcare che il suo ruolo consiste solo ed esclusivamente nella tutela dei principi costituzionali. Ruolo che ha ben evitato di ricoprire nei primi giorni di mandato, quando sollecitò la più ampia convergenza in Parlamento sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, richiesta dall'allora governo Prodi.
Una missione che violava e viola tuttora un articolo fondamentale della nostra Costituzione. E sulla quale il Presidente non solo non pronunciò una parola di critica, ma ne invocò addirittura l'approvazione unanime. Tacciando di "anacronismo storico" le sinistre della coalizione.

Ma l'incoerenza non è certamente una caratteristica peculiare del nostro Presidente Napolitano. Sono in tanti a seguire la sua scia in questi giorni.

A partire dagli indiscussi protagonisti delle ultime ore: i deputati, i senatori ed i ministri della Lega Nord, impegnati nell'estemporaneo ruolo dei pacifisti no-global, gli stessi che nemmeno un mese fa avrebbero volentieri preso a calci ogni mattina.
Oggi ne fanno le veci. Non chiedono però il disimpegno dall'Afghanistan in nome della pace, della fine di una guerra palesemente inutile e dannosa o di una carneficina inarrestabile. Non chiedono di lasciare quella terra perché impegolati in una guerra la cui causa reale è ancora inesistente (perché se la causa è il rovesciamento armato di un governo poco simpatico, dovremmo prepararci a dispiegare le nostre truppe in 2/3 del globo terrestre, mentre se è la risposta agli attacchi dell'11 settembre, dovrebbero spiegarci con qualche prova non risibile il coinvolgimento del governo afghano del 2001).
Lo chiedono in nome della riduzione dei costi economici. E in un periodo di crisi economica e finanziaria come quella attuale, un argomento del genere sembra essere più forte anche del più accorato appello alla difesa delle vite umane.

Nel 2006/2007, quando il ministro Parisi modificò le regole d'ingaggio dei soldati, trasformando la missione quasi offensiva del governo Berlusconi in una missione di polizia militare e controllo del territorio, ci fu una feroce levata di scudi da parte dell'opposizione, Lega Nord in primis, che ufficializzò il voto contrario al rifinanziamento di una missione che toglieva ai soldati impiegati nel sud-ovest afgano la possibilità di attaccare preventivamente.
Oggi chiedono il ritiro.

Del tutto analoga la posizione assunta dall'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Che criticò la trasformazione in senso "difensivo" della missione (pur votando a favore) dalle pagine del suo blog il 24 marzo 2007: "I nostri soldati devono poter affrontare adeguatamente il nemico. Altrimenti è meglio che stiano a casa. L'Italia dei Valori voterà rispettando l'impegno preso con il governo".
In altre dichiarazioni parlò di rispetto degli obblighi internazionali e di impossibilità di decisioni autonome dell'Italia. Difese l'importanza di una missione di pace come quella in Afghanistan ed etichettò i "pacifisti" contrari all'impegno come "traditori".

Oggi, 2 anni dopo, dichiara: "L'Italia dei Valori è da sempre contraria a fare le guerre. Lo abbiamo detto per l'Iraq, lo ribadiamo per l'Afghanistan".

Un "sempre" che dura quanto l'intervallo tra gli Europei e i Mondiali di calcio.

L'unica folle coerenza resta quella dei due colossi politici italiani, Partito Democratico e Popolo della Libertà, favorevoli al tempo alla missione in Afghanistan, come lo sono oggi, ideatori della spesa di 13 miliardi di euro per i nuovi caccia da combattimento JSF i primi, sostenitori del relativo piano di spesa i secondi.
L'unica differenza era l'atteggiamento verso la sinistra cosiddetta "radicale": insopportabile alleato per l'uno, utile avversario per l'altro.

Ricordo ancora oggi quanto dichiarò l'esimio Antonio Polito (PD) 2 anni fa, a proposito delle critiche del PDL sulle regole di ingaggio: "I militari devono avere quello che chiedono. L' Italia si è sdraiata a tappetino a Gino Strada".
Una dichiarazione di pessimo gusto, ma che fu utile a suo tempo per aprire la strada a quelle convergenze in politica estera tra PD e PDL, convergenze che permangono ancora oggi, per somma gioia di Napolitano, che, dopo anni di attesa, ha potuto vedere coronato il suo inaspettato sogno: un Parlamento che vota all'unanimità il rifinanziamento delle missioni militari all'estero.

La missione in Afghanistan costò 337 milioni nel 2008, secondo quanto stabilito dal governo Prodi. Oggi ne costa 500 milioni. Quasi il doppio.
Quello che nel 2002 era il costo semestrale di tutte le missioni all'estero oggi rappresenta il costo annuale della sola missione ISAF.
Ma per la gioia di Franceschini, Berlusconi, Napolitano e Polito si fa questo ed altro.
Altro che zerbini di Gino Strada!

Alessandro Tauro
Fonte: http://alessandrotauro.blogspot.com
Link: http://alessandrotauro.blogspot.com/2009/07/una-guerra-scoppio-ritardato.html
27.07.2009


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AlbaKan
Noble Member
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"Zerbini"???
Se Gino Strada volesse usarli come tali...le scarpe se le sporcherebbe! 😉


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

L' italia ripudia la guerra.

L' italia non e' in guerra con l Afganistan.

L' italia partecipa alla lotta ai terroristi

Si chiama azione di Polizia internazionale

contro assassini e pericolosi fanatici. 😯

Visto quanti attentati? 😯

Soldi? Se non c'e' lavoro, si lavora anche cosi. 😯

Spesa? E' un investimento per la pace. 😯


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Hassan
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 416
 

Comunque le dichiarazioni di Calderoli mi hanno lasciato abbastanza perplesso. Non me le sarei aspettate da uno come lui.


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Tao
 Tao
Illustrious Member
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E' un Calderoli davvero inedito, quello che si è espresso ieri sulle pagine de La Repubblica. Leggere per credere: "Anch'io un tempo ero interventista. Poi ho fatto il mea culpa. Interroghiamoci: è migliorata la situazione in Afghanistan? Io sono arrivato alla conclusione che c'è una sfasatura temporale". In che senso? "I tempi dell'emancipazione sono diversi. Non ce la fai a costruire la democrazia, il contesto culturale e storico è diverso dal nostro". Anzi, "la testa alla gente non la cambi con il voto. E poi è la strada giusta? E' una riflessione di pancia che il paese fa. E in Iraq è stato utile abbattere Saddam? Non era democratico, ma di equilibrio. Forse occorreva un passaggio più graduale, aiutare l'Iraq a liberarsi di Saddam". Roba da comunisti trinariciuti.

Come se nom bastasse, Calderoli rincara la dose: "Io mi sono convinto che a foraggiare il terrorismo sono altri, paesi più tranquilli e con le risorse". Allude forse all'Arabia Saudita? "Non faccio casi, altrimenti succede un guaio (uno impara con l'esperienza... ndr). Ma è più facile sostenere i terroristi per un paese con il petrolio. L'Afghanistan mi sembra come la Somalia, dove siamo andati e poi siamo scappati. E anche lì, vogliamo dirlo che senza le armi dell'occidente sarebbe diverso?". Ma dai...Anche Calderoli dà la colpa all'Occidente nella migliore tradizione stalinista? "Mi arrabbio quando penso ai tanti casini che abbiamo creato in passato. E all'ipocrisia dell'occidente. Che guerre farebbero senza le nostre armi?"

Quella di Calderoli è una conversione o un miracolo? Propendo per la seconda ipotesi, anche se trattasi di miracolo graduale. A inizio legislatura, per esempio, fece un'affermazione da Guinness. Ha espresso il "più profondo rispetto per tutte le civiltà" dicendosi "convinto che il dialogo con quella islamica sia un tema imprescindibile dei nostri tempi". Non so se ci siamo capiti: non solo ha affermato di credere nel dialogo con il mondo islamico, ma l'ha persino accreditato come Civiltà. Affermazione che farebbe venire la pella d'oca alla maggior parte dei suoi elettori, ammesso che abbiano capito il sottinteso. Viene da chiedersi quale Elisir di buonsenso abbia assunto il Ministro, per mettere da parte le magliette controverse e le Maialiadi.

Le malelingue vociferano di una miracolosa cura libica. Una bevanda a base di datteri e latte di cammella. A regalarne una confezione al Ministro sarebbe stato Saif Al Islam, figlio del Fratello Colonnello Muammar Al Gheddafi (che a inizio legislatura ha parlato di «ripercussioni catastrofiche nelle relazioni tra l'Italia e la Libia» qualora l'esponente leghista entrasse nel nuovo governo») e Abdul Alim al Abyat (Lega Araba) (che all'epoca avveva affermato che «se veramente un personaggio di questo tipo diventasse ministro, personalmente penso che ci potrebbero essere problemi nei rapporti con il vostro Paese»). Calderoli è diventato comunque Ministro. Ma un Ministro che fa le affermazioni sopra riportate l'avrei votato persino io. Speriamo che duri.

Sherif El Sebaie
Fonte: http://salamelik.blogspot.com
Link: http://salamelik.blogspot.com/2009/07/calderoli-e-lelisir-libico.html
28.07.2009


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castigo
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 29
 

non ci dovremmo stupire del comportamento di napocapo.
dopo tutto è colui che difese l'intervento sovietico in ungheria affermando che tutelava la pace nel mondo, ed è lo stesso che, come se nulla fosse, si è recato in ungheria qualche tempo fa per commemorare i morti di quella sanguinosa repressione.
con uno capace di simili acrobazie, di cosa ci si può ancora stupire??
forse del fatto che gli ungheresi non lo abbiano mandato a fare in culo.....


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Tonguessy
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Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
 

Ma Calderoli non era quello che faceva pisciare i maiali sul suolo dove doveva essere edificata la moschea? Sta forse pensando che è più economico e costruttivo far irrorare l'intero Afganistan di piscio di maiale?


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