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Uno su quattro non ce la fa


dana74
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Uno su quattro non ce la fa

Uno su quattro non ce la fa. Il 24.5% delle famiglie italiane è a rischio povertà. Non riesce a pagare l'affitto, il mutuo, non usa il riscaldamento, non apre neppure le bollette del gas e della luce. Mangia ancora, ma sempre più spesso fa la fila alla Caritas. Qualcuno si azzarda a chiedere l'elemosina, ma lo fa quasi chiedendo scusa. Abbassa gli occhi come un cane bastonato. La disoccupazione colpisce soprattutto i ragazzi che lasciano il Paese appena possono. Nel Sud l'emigrazione è diventata l'unica possibilità, come nel dopoguerra.
Ci stiamo abituando a questa realtà come se non ci riguardasse. Una malattia che colpisce sempre gli altri, di cui parlare sottovoce con compatimento "E' fallito, eppure stava così bene", oppure con una punta di critica "Se volesse troverebbe un lavoro" o con sicumera "A noi non può succedere". Stiamo diventando una Nazione di pezzenti e, paradossalmente, la cosa non ci riguarda. Almeno fino a quando non tocca a noi. Un quarto degli italiani è un numero colossale, pari a quindici milioni di persone, ed è in aumento. A quanti potremo arrivare? Un tempo avevamo panem et circences, ora solo i circences con il calcio. Non possiamo trasformare l'Italia in una società a due livelli, chi mangia e chi no. Dovremmo mangiare tutti un po' meno e stringere la cinghia. L'unica misura mai nominata dal governo Monti è stata la patrimoniale, una bestemmia per un banchiere, colpisce i ricchi che "sono tristi se noi piangiam", come cantava Jannacci. Invece andrebbe proposta per la creazione di un fondo destinato al reddito di cittadinanza uguale per tutti i disoccupati per soddisfare i bisogni primari, dalla casa alla spesa. Insieme al reddito per cittadinanza andrebbero creati dei veri centri di collocamento che propongano attività che se rifiutate farebbero decadere l'erogazione del reddito. Nessuno può essere lasciato indietro.

http://www.beppegrillo.it/2012/02/uno_su_quattro/index.html


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dana74
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I giovani “viziati”, si accontentano di 900 euro al mese

Scritto da Paolo Ribichini il 17 febbraio 2012 in

Quasi un giovane su 4 pronto ad allontanarsi da casa per lavorare. Inutile rivolgersi ai centri dell'impiego

I giovani viziati, si accontentano di 900 euro al meseViziati e svogliati? Macché. I giovani italiani si accontentano di stipendi decisamente bassi pur di portare a casa qualcosa. E non è così vero che si rifiutino di andare a lavorare lontano da mamma e papà. È quanto emerge da una ricerca sui disoccupati under 35 pubblicata da DataGiovani.

Mille euro al mese, anzi…927. Il 75% dei giovani disoccupati è alla ricerca di un lavoro dipendente, soprattutto al nord dove si raggiunge l’84%. La stragrande maggioranza di questi (94,9%) sogna un posto a tempo indeterminato, ma allo stesso tempo è dispostissimo ad accontentarsi di un contratto a scadenza (95%). E lo stipendio? Altro che viziati bamboccioni come talvolta i politici, i “tecnici” e i commentatori politici disegnano i nostri giovani. Si accontentano di poco: addirittura meno di 1.000 euro. Per la precisione 927 euro. e pensare che il 37,8% si accontenterebbe di uno stipendio anche inferiore agli 800 euro.

Attaccati alla gonna di mamma? Macché! Il 23% dei giovani disoccupati è disposto a muoversi da casa. L’8,2% è disposto ad andare anche all’estero per cercare un’occupazione soddisfacente. Quelli non disposti ad allontanarsi dal comune di residenza per lavorare sono il 13,8%. Nonostante gli stereotipi che li vedono fortemente attaccati alla gonnella di mamma, sono proprio i meridionali quelli più disposti a muoversi. Al nord i giovani non disposti a lasciare casa per trovare lavoro sono l’85,1%, il 79,1% al centro e il 71,4% al sud.

Raccomandazioni o segnalazioni, così cercano lavoro. Che si tratti di mal costume o di necessità poco importa. Il 79% dei giovani cerca lavoro rivolgendosi prevalentemente ad amici e parenti, mentre il 75% invia il proprio curriculum alle aziende nella speranza di essere richiamato. Prevale quindi il fai-da-te. Anche perché i centri per l’impiego non sembrano affatto adeguati alle aspettative. La percentuale dei giovani che si affida ai vecchi uffici di collocamento sono quasi il 30%, in calo rispetto agli scorsi anni.

Flexsecurity, un lontano miraggio. I giovani iscritti al centro per l’impiego che non hanno più contatti con questo da più di 3 anni sono il 29,6%. Chi ha avuto contatti nell’ultimo anno è stato prettamente per rinnovare lo status di disoccupato o per sapere se ci fossero opportunità di lavoro. Solo l’1,1% è stato contattato per un’offerta di lavoro. Percentuali bassissime anche per i corsi di formazione: 1,2% quelli contattati per un corso di formazione professionale, il 2,9% per orientamento e consulenza. Dati, questi, che dimostrano la necessità impellente di riformare il sistema dei centri per l’impiego. “È impossibile parlare nel nostro Paese di Flexseurity per i giovani prendendo a modello le buone pratiche europee senza riformare profondamente il sistema dei centro per l’impiego”, sottolineano i ricercatori di Datagiovani. Questi centri dovrebbero “rappresentare il punto di congiunzione tra domanda e offerta di lavoro fornendo servizi efficaci per chi si deve collocare sul mercato del lavoro”.

http://www.dirittodicritica.com/2012/02/17/giovani-disoccupati-lavoro-34757/


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helios
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Uno su quattro non ce la fa. Il 24.5% delle famiglie italiane è a rischio povertà. Non riesce a pagare l'affitto, il mutuo, non usa il riscaldamento, non apre neppure le bollette del gas e della luce. Mangia ancora, ma sempre più spesso fa la fila alla Caritas. Qualcuno si azzarda a chiedere l'elemosina, ma lo fa quasi chiedendo scusa. Abbassa gli occhi come un cane bastonato.

se andiamo avanti di questo passo soltanto uno su mille ce la fa 😥


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MM
 MM
Noble Member
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Stiamo assistendo al successo dell'euro, soprattutto per la Grecia ma pian piano esso avrà uno straordinario successo anche in Italia, poi altrove. Un vero successo, perché ci costringe alla cultura della stabilità.
Mica pizza e fichi.


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dana74
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Stiamo assistendo al successo dell'euro, soprattutto per la Grecia ma pian piano esso avrà uno straordinario successo anche in Italia, poi altrove. Un vero successo, perché ci costringe alla cultura della stabilità.
Mica pizza e fichi.

stabilità....nella povertà...ma sarà tutta colpa della Merkel....i nostri "rappresentanti" non ci hanno messo niente di loro...


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