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La vera differenza tra le politiche economiche del M5s e della Lega: il rispetto dei feticci.


azul
 azul
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Non è uno scherzo. Lo ha sostenuto il responsabile economico dei 5s Andrea Roventini, indicato come ministro dell’economia dell’eventuale governo pentastellato, dichiarando che il rispetto del deficit al 3% “è un feticcio ma va rispettato”!
La dichiarazione di Roventini è arrivata prontamente dopo che il il vicepresidente dell’esecutivo Ue Valdis Dombrovskis aveva bacchettato il responsabile economico della Lega Alberto Bagnai: è “importante” che l’Italia mantenga la “rotta”, con politiche di bilancio “responsabili“, dato che ha il secondo debito/pil di tutta l’Ue “dopo la Grecia”. E la “disciplina” dettata dai mercati finanziari “può avere un ruolo” nell’influenzare la direzione della politica economica del governo che verrà.

Bagnai in un’intervista a Mf aveva detto che la priorità è la crescita economica e la via maestra per ridurre il debito/pil è puntare sul denominatore, lanciando un piano di investimenti pubblici e se necessario superando i tetti previsti per il deficit.
Se scattasse una procedura d’infrazione, “ne avremo sempre una trentina in meno della Germania”, aveva sostenuto Bagnai. I feticci quindi non vanno rispettati.

Per chi non lo avesse ancora capito abbiamo un possibile governo feticista, ligio, attento, responsabile e rispettoso degli ordini e dei feticci di Bruxelles ed un altro possibile governo Lega non feticista, pronto a difendere gli interessi nazionali.


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Simulacres
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intervistato nel merito...
I commissari sono impensieriti dal deficit, soprattutto con la fine degli stimoli monetari della Bce, e più ancora dal debito pubblico, oltre il 130% del Pil. Il M5S promette di tagliarlo di 40 punti in dieci anni. Ci spiega come? Anche per lei come per Di Maio il parametro del 3% deficit/Pil non deve essere un tabù?

Il rapporto debito/Pil deve certamente calare, principalmente attraverso la crescita economica e non con surplus crescenti di bilancio. L'evidenza empirica dimostra che oggi i moltiplicatori fiscali sono maggiori di uno: va colta questa opportunità attraverso investimenti pubblici, in particolare “mission oriented” a sostegno dell’innovazione. Inoltre tassi d’inflazione superiori a quelli attuali e vicini al 2% - l’obiettivo perseguito dalla BCE – contribuiranno a ridurre il rapporto tra debito e Pil. Il parametro del 3% deficit/Pil è un feticcio che non trova nessuna giustificazione nella teoria macroeconomica. Va quindi rispettato, ma in maniera flessibile. In Europa dialogheremo con la Germania, la Francia e gli altri Paesi per modificare il Fiscal Compact.

Ridurre il debito agendo esclusivamente sul denominatore, è però una scommessa su una ripresa dell'economia italiana che non si vede da decenni, a ritmi cinesi. Ma anche su un piano di spending review da 30 miliardi annui, in cui finora nessuno è riuscito. Non sono ipotesi irrealistiche?


Il rapporto debito/Pil non è mai calato agendo solo sul numeratore. In Europa, abbiamo avuto recentemente molti esempi disastrosi, come la Grecia e la Finlandia. Studi teorici ed empirci dimostrano che le politiche di austerità sono auto-distruttive, cioè danneggiano l’economia senza stabilizzare i conti pubblici. Come dicevo prima, i moltiplicatori fiscali sono attualmente superiori ad uno: il debito va tenuto sotto controllo, ma è il momento per rilanciare la crescita economica. In ogni caso, si possono fare tagli mirati alla spesa pubblica realizzando il piano Cottarelli e tagliando agevolazioni fiscali improduttive. Non capisco perché questo piano non sia stato realizzato dai governi della precedente legislatura.

Il Movimento prevede nel suo programma il reddito di cittadinanza e il congelamento della legge Fornero con la quota 41. È sostenibile per i nostri conti?


Non miriamo a un’abolizione tout court della riforma Fornero ma a un suo superamento. A mio giudizio, tale riforma è sostenibile per i conti dell’Italia. In ogni caso, penso che dopo quarant’anni un lavoratore abbia diritto ad andare in pensione. Il mio amico e collega Pasquale Tridico ha proposto un piano per finanziare il reddito di cittadinanza o meglio il reddito minimo condizionato.

Userebbe la leva delle privatizzazioni per ridurre il debito? Se sì, come? 


No, non mi sembra lo strumento adatto. In questi anni si è privatizzato troppo, svendendo imprese strategiche per il nostro Paese senza incidere sul rapporto debito/Pil. Ricordiamoci di Telecom Italia, un’eccellenza italiana, un'impresa innovativa che è stata distrutta dalle privatizzazioni e dai vari “capitani coraggiosi”.

Il M5S promette una riforma Irpef da 13 miliardi e l’abolizione graduale dell’Irap, coperte anche da una revisione delle tax expenditures. Anche quella una ricetta mai attuata... 


Proveremo ad attuarla noi. Inoltre, taglieremo i trasferimenti improduttivi alle imprese individuati nel rapporto Giavazzi. Di nuovo, non capisco perché questo piano è stato messo nel cassetto. In ogni caso, una mia priorità assoluta sarà una riforma fiscale basata sull’equità. C’è troppa disuguaglianza in questo Paese. E la disuguaglianza è dannosa per la crescita e la stabilità economica, come evidenziato anche dal Fondo Monetario Internazionale.

Il prossimo governo eredita anche la gestione della crisi del sistema bancario. Quali sono le vostre coordinate? 


Le sofferenze bancarie sono esplose in parallelo alle misure di austerità fiscale e ai fallimenti di molte imprese. La ricetta per mettere in sicurezza il nostro sistema creditizio passa anche attraverso un ritorno ad una politica economica espansiva. Ci batteremo in Europa per una maggiore regolamentazione del sistema finanziario. Attualmente nella maggior parte dei Paesi sviluppati c’è troppa finanza e poca economia reale e questo porta a crisi sempre più devastanti, salvataggi pubblici costosissimi e minore crescita. Naturalmente rispetteremo l’indipendenza della Banca d'Italia.

Su Twitter lei si definisce «un keynesiano eretico». Perché? 


Perché fin da studente all’Università di Modena ho capito che la teoria macroeconomica dominante non può portare a una crescita robusta, inclusiva e sostenibile. Le crisi finanziarie e la grande recessione che hanno colpito il mondo nel 2008 sono anche il frutto di teorie sbagliate, improntate al liberismo e alla deregolamentazione sfrenata dei mercati finanziari. Non lo dico solo io, ma premi Nobel per l'economia come Stiglitz e Krugman. Per questo ho cercato di pensare e scrivere fuori dal coro sviluppando modelli Keynesiani e Schumpeteriani basati sulla teoria dei sistemi complessi.

QUI l'intervista integrale: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-02-28/il-candidato-m5s-all-economia-ecco-come-ridurro-debito-200921.shtml?uuid=AECOOp8D&refresh_ce=1


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azul
 azul
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Grazie per il contribuo. In realtà questa lunga intervista non fa che confermare la mia prima impressione. 3 brevi considerazioni:
1. Roventini si autodefinisce «un keynesiano eretico». Cosa intende? O sei un post-keynesiano o sei un pre-keynesiano e per le conclusioni alle quali arriva dopo tanto blablabla pur condivisibile, non mi sembra ci siano dubbi che sia, nei fatti, della seconda categoria. Puoi predicare tutto il bene che vuoi, ma sei poi arrivi alla conclusione che devi rispettare il feticcio, non potrai fare altro che razzolare male o non razzolare affatto. Diventerai il tonno Varoufakis italiano.
2. "Naturalmente rispetteremo l’indipendenza della Banca d'Italia." Naturalmente. Si passa dal feticismo al masochismo.
3. Tagliare il debito pubblico di 40 punti in dieci anni. Piano di spending review da 30 miliardi annui. Piano Cottarelli. Dialogo con Leuropa. Siamo alle solite.

Da una parte abbiamo quindi il partito/movimento feticista di Cuelo. Cuelo che la risposta è dentro di voi ed è sbagliata e Cuelo del foot-fetish, vale a dire del piacere che si riceve a farsi mettere i piedi in faccia dall'EU.
Dall'altra parte abbiamo invece la chiara e netta posizione post-keynesiana di Bagnai e della lega.
Al posto del feticismo masochista e servile dei 5S, la Lega afferma in modo chiaro ed esplicito il diritto di dire di no. E' Antigone, baby! Ed io sto con Sofocle, con la Grecia e con l'Italia.


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olmo
 olmo
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Condivido le conclusioni di Azul, c'è odore di "voglia di schiavitù" nelle stanze a 5 stelle!


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