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“Le macchine non saranno mai più intelligenti dell’uomo. Vi spiego perché”


Maia
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Il padre del microchip: “Le macchine non saranno mai più intelligenti dell’uomo. Vi spiego perché”

Tiscali News ha intervistato Federico Faggin, uno dei più grandi scienziati italiani del XX secolo, autore dell’invenzione che ha avviato la rivoluzione dell’elettronica e dell’informatica

di Michael Pontrelli

Tra gli italiani più importanti del XX secolo c’è sicuramente Federico Faggin. Nel 2010 ha ricevuto dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione per l’invenzione del microprocessore, il componente che ha fatto nascere la terza rivoluzione tecnologica della storia: quella dell’elettronica e dell’informatica. Fisico, inventore ed imprenditore, è nato a Vicenza nel 1941 ma nel 1968 si è trasferito negli Stati Uniti, in Silicon Valley, dove tuttora risiede. E’ stato capo progetto e designer dell’Intel 4004, il primo microchip al mondo, e fondatore, nel 1974, di Zilog, la società che ha prodotto il mitico Z80, uno dei processori più importanti della storia.

Nel 1986 ha fondato Synaptics, l’azienda che ha sviluppato la tecnologia Touchscreen prima della Apple di Steve Jobs. Fatto, quest’ultimo, noto solo agli esperti e appassionati di tecnologia e innovazione ma non al grande pubblico. Nel 2011 ha fondato la Federico and Elvia Faggin Foundation, una organizzazione no-profit dedicata allo studio scientifico della coscienza. Nel 2019 ha pubblicato, con Mondadori, "Silicio", la sua autobiografia. Tiscali News lo ha incontrato per fare il punto sullo stato dell’arte delle nuove tecnologie informatiche, in particolare l’intelligenza artificiale, di cui lo stesso Faggin è stato un pioniere con Synaptics.

Secondo lo storico britannico, Eric Hobsbawm, autore del celebre saggio “Il secolo breve”, fino al 1914 non c’è stata discontinuità rispetto al 1800. Il XX secolo di fatto inizia solo con lo scoppio della Prima guerra mondiale, evento traumatico che segna la nascita di una epoca storica nuova con caratteri propri. A suo avviso può accadere una cosa analoga nel XXI secolo con l’intelligenza artificiale? Ovvero, c’è il rischio che il progresso di questa tecnologia sia così impetuoso e violento da creare nei prossimi anni un mondo nuovo totalmente differente da quello che conosciamo?


"Il trauma che l’umanità dovrà affrontare non sarà quello dell’intelligenza artificiale ma del cambiamento climatico che avverrà molto più in fretta di quello che oggi si pensa. Tutte le previsioni fatte nel passato erano ottimistiche, nel senso che si pensava che certe cose sarebbero avvenute più avanti nel tempo rispetto a quanto effettivamente accaduto. Per esempio lo scioglimento dei ghiacci sta avvenendo ad una velocità 100 volte superiore rispetto a quella dei modelli usati nel passato per fare le previsioni. L’intelligenza artificiale passerà in secondo piano rispetto al cambiamento climatico”.

COMMENTO MIO: C'è da esaminare il perché del caos climatico. *

Molti studiosi ed economisti sono preoccupati degli effetti che intelligenza artificiale e automazione sempre più spinta avranno sul mercato del lavoro. Qualcuno si spinge addirittura ad ipotizzare un mondo futuro senza più lavoro umano, ad esclusione di quello di pochi scienziati e tecnici privilegiati. E’ uno scenario realistico?

"No. Sono fantasie. L’intelligenza avrà sempre bisogno della supervisione umana di una certa qualità. Prendiamo, per esempio, la guida autonoma delle automobili, a cui si arriverà non fra 5-10 anni come ci raccontano ma fra 20-30 anni. Eliminerà gli incidenti stradali che sono provocati principalmente da persone disattente, ubriache o sotto effetto di droga. Una macchina può effettivamente fare meglio di una persona incapacitata, ma non sarà mai in grado di guidare meglio rispetto ad un uomo nel pieno delle sue capacità”.

Altri scienziati però, come per esempio Ray Kurzweil, il futurologo di Google, sostengono che le macchine diventeranno più intelligenti dell’uomo (la cosiddetta singolarità tecnologica) e che l’unico modo che abbiamo per restare competitivi è quello di diventare esseri ibridi, ovvero innestare le nuove tecnologie nel nostro corpo. Elon Musk, con la sua Neuralink, sta lavorando proprio per connettere il cervello umano con i computer. Cosa ne pensa?

"E’ una teoria che non ha nessun fondamento scientifico. Sono assolutamente contrario all’idea che una macchina possa diventare più intelligente dell’uomo”.

Per quale motivo?

“Perché il computer non sarà mai cosciente. Negare all’uomo la capacità di mantenere la sua superiorità sulla macchina, come fa Kurzweil, è una follia”.

Cosa è la coscienza?

"Semplificando possiamo dire che è la capacità di avere esperienze anche superiori a quelle ordinarie. Il corpo umano è una struttura quantistica e non una macchina classica come il computer, che non potrà mai riprodurre quello che fa il nostro corpo. Grazie allo sviluppo della propria coscienza l’uomo è incommensurabilmente superiore a qualsiasi macchina perché ha una comprensione della realtà che la AI non potrà mai avere in quanto priva di coscienza".

Il messaggio che siamo inferiori all’intelligenza artificiale e ai robot è però veicolato con sempre maggiore frequenza nella cultura mainstream. Perché?

"Perché ci sono forti interessi economici che spingono affinché passi questo messaggio. Se noi crediamo di essere inferiori alle macchine finiremo per accettare l’idea di aver assolutamente bisogno dell’intelligenza artificiale e dei robot. Chi controlla queste tecnologie diventerà padrone dell'umanità".

Nel suo libro "Silicio” ha citato una frase del filosofo cinese Chuang Tzu: le ricompense e le punizioni sono la forma più bassa di educazione. A suo avviso come dovrebbe cambiare l’educazione per riuscire a preparare gli uomini del XXI secolo?

"E’ un discorso molto importante che tra l’altro pochi genitori fanno perché troppo occupati a vivere la loro vita. L’educazione dei figli è sempre più spesso lasciata agli insegnanti delle scuole. E’ essenziale insegnare ai bambini a sviluppare la propria coscienza. Insegnare loro che hanno uno spirito. Cosa che oggi si trascura perché prevale l’idea che il mondo sia solo quello esteriore e non anche quello interiore. Le religioni davano almeno un inizio di questo processo ma purtroppo sono passate in secondo piano. I genitori che hanno buon senso devono insegnare il valore dello spirito ai loro bambini perché altrimenti nessuno glielo insegnerà”.

FONTE https://notizie.tiscali.it/innovazione/articoli/intervista-federico-faggin-microchip-intelligenza-artificiale-coscienza-uomo/

* Articolo di Michel Chossudovsky
https://www.nogeoingegneria.com/news-eng/global-warming-and-the-ozone-layer-whats-more-dangerous-co2-or-nuclear-war/?fbclid=IwAR1jnSF0GRF30-CRYrpTHxsaU5Jn4gKg1OZVBw7X_VOeboIo2UADlXPxQ5U


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esca
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Stupefacenti parole provenienti dalla bocca di un uomo della Silicon Valley con siffatto curriculum...ma in fondo non ci deve stupire: chi si occupa della cosiddetta intelligenza artificiale, che altro non e' se non abilita' artificiale non necessariamente intelligente, sa che una macchina non puo' competere con certe peculiarita' interiori umane, cosi' come un uomo difficilmente puo' competete con la complessita' di serie di algoritmi.
E qui sta l'inghippo: ma quale imbecille puo' pretendere di mettere in competizione due realta' con natura tanto differente tra loro? Mai visto idiozia piu' clamorosa diventare una specie di mantra religioso. Non si poteva lasciare che l'abilita' artificiale fosse d'ausilio nelle umane faccende e basta?
Si poteva ma non si e' voluto.


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Maia
 Maia
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Federico Faggin, il fisico vicentino che ha inventato il primo microprocessore, la mente che ha contribuito a creare la tecnologia che conosciamo oggi, pioniere della Silicon Valley è stato spinto, nel corso della sua carriera, dal sogno di creare un computer consapevole. Quello che è arrivato a scoprire è, semplicemente, che un simile dispositivo non possa esistere. Speaker d’eccezione alla prima conferenza organizzata da Science Gallery Venice, lo scorso 27 aprile al polo scientifico di Mestre, Faggin ha presentato il suo modello di realtà, un mondo in cui la consapevolezza sta alla base della natura stessa. La ricerca dell’inventore italiano lo ha portato a scoperte ben più rivoluzionarie della tecnologia alla base del celebre 4004, ma la più importante conclusione alla quale è giunto è sicuramente una: un computer non potrà mai essere consapevole. https://www.youtube.com/watch?v=Fu3xWGd9KiQ&feature=youtu.be&fbclid=IwAR19PPdkGtrEKoQGbCev_jMu6QMbnK4FbZ4vILH3EuZWHVQU2MIBiV7lCUc


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CarloBertani
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Il computer non potrà mai divenire "umano", quindi, niente Al-9000 di 2001 Odissea nello spazio, però ha utilissimi sistemi per ingannarci.
Il Multitaskig ed il Mutitreading sono le due "armi" che il PC ha per ingannarci, ossia (l'apparente) capacità di "fare più cose insieme" - falsa: in realtà, il PC svolge una azione per volta, ma ne svolge milioni al secondo! - e la capacità (che gli ha insegnato l'uomo) di "dedicare" più o meno risorse secondo la "difficoltà" che incontra nello svolgere una certa azione. L'unione di queste due qualità, inganna l'essere umano: così possiamo scrivere su questo blog mentre ascoltiamo la musica.
Il PC, però, può essere un terribile assassino: insegnategli a discriminare una colonna di carri armati da una di camion, e lui li spazzerà tutti!
Perciò, non è il computer colui che deciderà - sua sponte - che l'essere umano va distrutto, ma una volontà umana che glielo insegnerà e lo doterà dei mezzi adatti. Guardate cosa può fare un drone: e siamo soltanto agli inizi!
Quindi, attenzione a quello che si fa, ma più attenzione a quello che si insegna!


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oriundo2006
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Quello che dice Faggin la priorità della Coscienza umana è quanto già esponeva nei suoi trattati un pensatore quasi completamente sconosciuto in Occidente ( troppo occupato nel suo delirio autoreferenziale 'ad escludendum' ): il grandissimo Abhinavagupta più di mille anni orsono, legando la coscienza umana alla Coscienza Superna di Shiva. Tocca leggerlo, nonostante l'estrema difficoltà dei suoi scritti, magnificamente tradotti e commentati da uno studioso completamente negletto dall' ufficialità: Raniero Gnoli. Come Maia riferisce, la Coscienza Assoluta è alla base della Vita stessa Universale ed è dunque l' architrave fondamentale della nostra esistenza ( rammento quanto Heidegger si sia avvicinato a queste tesi ). Posso dire che solo oggi, a 63 anni suonati, dopo essermi profondato in questi scritti, ho capito e dunque ricordato quanto ebbi a vivere anni addietro.


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Maia
 Maia
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oriundo2006, ovvio che le riflessioni sulla consapevolezza e coscienza non siano le prime, ma un approccio individuale di chi fa un cammino di esplorazione molto interessante ed espone pensieri altrettanto interessanti. E come dice il primo commento, stupefacenti parole provenienti dalla bocca di un uomo della Silicon Valley.


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Maia
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CarloBertani, Faggin avverte non meno di te. E apre una visione che merita ascolto.


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CarloBertani
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Sai, Maia, il problema è che un elettrodomestico un po' più complicato è stato dipinto come un "essere sociale", ossia un "qualcuno" che poteva esistere autonomamente. E' un bel modo per scrollarsi di dosso le responsabilità: "le bombe erano intelligenti", ma hanno sbagliato. Già Asimov ci aveva avvertiti...
Sulla consapevolezza, che vuoi che risponda...sono buddista da trent'anni...e il pensiero occidentale mi sembra terribilmente complicato ed autoreferenziale, senza costrutto...Buona vita a te (ricordo una Maia nella Malatempora...)


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Maia
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CarloBertani, trovo il lavoro che sta facendo su di se notevole. Una voce fuori dal coro. Innovazione in un ambito che non sa cos' è la coscienza, non ce l'ha,
uno stato ignoto in generale.
Indaga nell' interiorità. Cosa mai sarà?
Anche quella è sempre più sconosciuta.
Scopre una realtà in cui tutto è connesso - non come vogliono suggerire con le macchine (IOT)
Riesce a creare ponti , tra scienza e spiritualità.


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Holodoc
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Secondo me discutere se i computer avranno mai o meno un coscienza è assolutamente sterile. Perché quello che sappiamo già è che comunque riusciranno ad essere intelligenti quanto basta per potersi svincolare dal controllo umano.

Asimov ha ipotizzato l'esistenza di un mondo in cui l'intelligenza delle macchine sarà obbligata a rispettare delle regole che la renderanno obbediente ed inoffensiva nei confronti dell'uomo. Ma questo non vuol dire che sarà impossibile costruire macchine che non abbiano un tale vincolo. E dato che credo nell'antico detto vulcaniano secondo cui "ciò che è possibile prima o poi accadrà", c'è poco da "stare sereni".


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AlbertoConti
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Parafrasando Ivano Fossati, quest'uomo non ha mica 20 anni, ne ha molti di meno! Proprio per questo, chapeau!
Grazie Maia, non sapevo di questo genio italico prestato all'impero.

Al di là della sua ipotesi delirante, nel merito mi trova d'accordo.
I supercomputer, con il relativo software che li "anima", sono una delle espressioni più evolute delle protesi che l'umanità non si stanca di "realizzare", dal giorno che si vide particolarmente sfigata in un mondo popolato da competitors ben più attrezzati sul piano fisico.

Anche un kalashnicov è molto più potente di un semplice Schwarzenegger, ma questo non significa che ne possa prendere il controllo, mentre è sempre vero il contrario. Lapalisse insegna.

Quanto allo studio "scientifico" della coscienza, dopo millenni di studi introspettivi d'altissimo livello, mi fa quasi tenerezza sentirne parlare, ma è comunque un argomento affascinante.

Io la coscienza l'ho letta chiaramente negli occhioni di un vitello che sapeva benissimo di essere condotto al macello.


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