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10 Novembre 2019 12:00
Il peso della crisi sulle famiglie: 21,5 miliardi
Quanto ha pesato la crisi sulle abitudini e sui consumi degli italiani? La Cgia di Mestre ha provato a dare una risposta, con un’analisi del decennio di crisi e stagnazione che abbiamo appena vissuto. Ecco i numeri presentati dall’Ufficio studi dell’istituto veneto. Rispetto al 2007 (anno pre-crisi) le famiglie italiane hanno ridotto i consumi per 21,5 miliardi di euro. L’anno scorso, la spesa complessiva dei nuclei familiari del nostro Paese è stata pari a poco più di 1.000 miliardi di euro. Nonostante la contrazione, la voce dei consumi delle famiglie continua comunque ad essere la componente più importante del Pil nazionale (pari al 60,3 per cento del totale).
10 Novembre 2019 16:21
La chiusura era inevitabile, dato internet e la E-economy. La cosa grave è non averla prevista ne aver posto dei ripari alla caduta di reddito e di occupazione, ovvero aver trovato delle alternative credibili e fattibili per tutta una parte essenziale della nostra società. La desertificazione orribile delle nostre periferie, la morte dei nostri piccoli paesi, sta a dimostrare il fallimento della democrazia nel produrre risposte ai mutamenti della nostra epoca. E se fallisce in questo, a cosa serve ?
11 Novembre 2019 4:21
Dietro ogni negozio che chiude dietro ogni bottega artigiana dietro ogni
piccola e piccolissima impresa familiare ci sono sempre delle persone, ci sono sempre delle famiglie che passano dall'essere dei produttori di reddito e pagatori di tasse, all'essere dei poveri cristi che si arrabattano per cercare di fare la spesa e pagarsi le bollette.
L'ilva con i suoi 10.000 dipendenti è a rischio e qualcuno la salverà:
L'alitalia produce solo debiti da 40 anni, ed è stata salvata decine di volte ma chi si è mai curato delle decine di migliaia di partite IVA e piccole imprese familiari fallite, delle imprese e botteghe artigiane chiuse magari dopo una vita intera di lavoro e senza né cassa integrazione né liquidazione, né alcuna forma di ammortizzatore sociale?
Questo non è più un paese in cui fare impresa almeno dalla fine degli anni '90
il futuro per l'Italia è solo il lavoro statale, parastatale, o presso immense multinazionali, oltre a varie forme di assistenzialismo.
La piccola e media impresa artigiana sparirà e quasi tutti gli imprenditori che oggi si ostinano ancora ad alzare le serranda dei negozi ben presto getteranno la spugna in massa lavorando solo come dipendenti o emigrando.
Almeno se ti licenziano perdi solo il lavoro, e non anche i risparmi e i sacrifici di una vita intera tuoi , e spesso anche della tua famiglia.