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46a dopo la morte del Che


vic
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http://www.liberatv.ch/articolo/17199/cavalli-e-rusconi-cosa-ne-pensate-oggi-della-vita-e-della-morte-di-ernesto-che

Cavalli e Rusconi: cosa ne pensate oggi della vita e della morte di Ernesto Che Guevara?
Il 9 ottobre di 46 anni fa il rivoluzionario veniva giustiziato in Bolivia. "Fossi cattolico e Papa lo farei Santo", dice il dottore. "Cosa resta di concreto a parte qualche sparatoria nella giungla?", ribatte il deputato UDC

Scritto il: 09 ottobre 2013

LUGANO - "Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno/ di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno/ fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia, giovanili ciarpami, arrivò la notizia…/ Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto/ sapere a brutto grugno che Guevara era morto".

Ne è passato di tempo da quella stagione, così narrata nelle "Stagioni" di Francesco Guccini. Sono passati 46 anni, oggi, da quando Ernesto Che Guevara venne sommariamente giustiziato a La Higueira, Bolivia, dopo che l'esercito boliviano con la sapiente collaborazione dell'intelligence degli Stati Uniti, lo catturò e pose fine al suo ultimo sogno rivoluzionario.

"Mi ricordo che andai all'ambasciata cubana a Berna per firmare il libro delle condoglianze e scoppiai a piangere", ricorda Franco Cavalli. “Per me, quella di oggi, è una data con un significato sentimentale ambivalente: è il giorno in cui è nata la mia prima figlia e quello in cui è morto il Che".

Cavalli è tra i guevaristi più sinceramente e romanticamente convinti che ci sono in Ticino. E non si tratta solo del legame che lo ha sempre legato con Cuba. Nel suo ricordo del Comandante c'è l’amore della devozione più che semplice ammirazione. Amore consapevole, viscerale, vissuto. Ieri come oggi. Niente a che vedere con il Che icona pop “warholiana”, praticamente come una Coca Cola, che ha accompagnato tante generazioni di giovani idealisti in buona fede, ma è pure sconfinata nel marketing più capitalistico.

Tutto merito e colpa (anche) di una foto. L'immagine immortale del Mito. Quello scatto lì, di Alberto Korda, che tutti lo abbiamo visto e lo conosciamo a memoria. E che a un uomo di destra dissacrante come Pierre Rusconi fa dire: "Il più grande merito di Che Guevara a mio avviso è stato quello di essere fotogenico e di incontrare un bravissimo fotografo che lo ha immortalato in un modo che resiste ancora oggi. Quella foto è mitica, un po' come quella di Einstein con la linguaccia. Che Guevara ha avuto la grande sfortuna e fortuna di morire giovane e di essere passato in un sol colpo dalla vita reale al Mito. Come James Dean. Ma se pensiamo a cosa ha portato realmente alla sua causa, beh, qualche perplessità sulla sua grandezza la possiamo legittimamente avanzare, penso…".

Qualche perplessità l'avrà Rusconi, ma di certo non Cavalli: "Se fossi cattolico e Papa - dice il dottore - lo farei subito Santo! A mio avviso ci sono due aspetti fondamentali che resistono del Che e che ne fanno un Mito. Il primo è il suo esempio: la forza di una coerenza totale, anche a costo di sacrificare la sua vita per gli ideali in cui credeva. Il secondo aspetto è il suo insegnamento, quello racchiuso nella frase che più amo di lui: "È più facile impegnarsi nella lotta rivoluzionaria armata che non realizzare ogni giorno il proprio dovere". In sostanza, voleva dire, che nel momento dell'esaltazione è semplice impegnarsi, ma quando si tratta ogni giorno di spendersi senza riserve nella politica e nella professione, senza voler diventare milionario, le cose si complicano. Lui era convinto, ed è un altro insegnamento fondamentale della sua vita, che è necessario sviluppare una nuova mentalità nelle persone. Solo quando la gente sarà trasformata e non penserà di vivere pensando esclusivamente al proprio interesse ma anche a quello degli altri, il Mondo cambierà davvero”.

Poi c'è il Mito che resiste. Ed un Mito a cui anche Pierre Rusconi rende l'onore delle armi: "Certo, sicuramente, anche se è un simbolo per la sinistra e non sicuramente per me. Ma è vero che alla destra manca un personaggio così". Concede questo il Consigliere Nazionale UDC, e nulla più: "Concretamente cosa è rimasto di buono delle sue azioni oltre a qualche sparatoria nella giungla?", chiede provocatoriamente. "La sua vita politica e rivoluzionaria è stata sicuramente mossa da buone intenzioni ma i cimiteri sono lastricati di buone intenzioni. E tutto quello che è nato in Sudamerica in quegli anni, a destra come a sinistra, sono state solo delle dittature, compresa quella di Fidel".

Fidel e il Che, binomio indissolubile. Binomio su cui ancora oggi aleggia più di un'ombra, anche sulla morte del guerrigliero argentino: "L'unico punto che non è ancora ben chiaro di quanto successo in Bolivia - riflette Cavalli - è il ruolo di Castro. Probabilmente, a un certo punto, Fidel avrebbe potuto salvare il Che, farlo uscire dalla Bolivia. Quello che rimane oscuro è perché non è successo. È il Che che non ha voluto? Le informazioni in possesso del governo cubano non erano sufficienti? Oppure è stata una reale decisione di Fidel quella di abbandonarlo al suo destino? Non lo sapremo mai…".

"Non credo - aggiunge Cavalli - che Fidel abbia sofferto dell'ombra di Che Guevara. Anche perché a Cuba era forse più forte il suo, di Mito. Tra i due la grossa differenza è stata che Fidel, anche perché è stato educato dai gesuiti, è un politico capace di pirolette straordinarie, un esponente della realpolitik di ferro. Mentre il Che era l'opposto: non faceva compromessi. La divisione fra i due fu soprattutto sul tema fondamentale dei rapporti con i sovietici. E magari sono stati proprio loro a "consigliare" a Fidel di mollarlo. Perché la posizione del Che verso l'URSS era durissima".

Anche questo probabilmente non lo sapremo mai. Quello di cui invece Cavalli si dice convinto è che il Mito di Guevara resisterà ancora a lungo e che per la sinistra, anche quella socialista, deve continuare ad essere una bandiera: "Assolutamente sì ,perché la lotta di liberazione contro l'impero rimane attualissima".

Mentre Rusocni dopo le critiche, precisa che comunque non ha mai fatto il tifo neppure per quelli che stavano sul fronte opposto, rispetto a Guevara: "Mai stato parte degli Stato Uniti: la loro moralità è a senso unico ed è morale solo quando conviene a loro. E oggi lo stiamo provando anche sulla nostra pelle come svizzeri".

Quarantasei anni dopo….

-- NB
Franco Cavalli: noto esponente di spicco del PS svizzero, fa parte dell'ala piu' a sinistra. Contemporaneamente e' una specie di Veronesi del Ticino, per via della sua passata attivita' di oncologo. Malgrado tanta scienza sua moglie e' morta di cancro. Gli oncologi sono l'ultimo anello della catena rappresentata dall'industria farmaceutica oncologica, che prezzi tanto popolari non li fa, lo sanno tutti.

Pierre Rusconi, esponente dell'UDC ticinese di cui e' stato presidente. L'UDC e' un partito di destra, originariamente si chiamava partito agrario. Rusconi lavora in campo finanziario. E' deputato al Consiglio nazionale (il parlamento svizzero), come lo e' stato, a lungo, Cavalli.


Citazione
Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

Piccola inesattezza nell'articolo: Guevara è stato assassinato, non giustiziato e neppure sommariamente. Le parole hanno un senso e i fatti sono fatti. Per essere giustiziati occorre veder messo i piedi un processo, magari farlocco, ma un processo.


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grillone
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 880
 

delle battaglia del che non è rimasto niente..... ed è un vero peccato questo


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