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5 proposte per un fronte contro il governo delle banche

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radisol
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Incontriamoci il 1° ottobre a Roma

Per adesioni:

[email protected]

E’ da più di un anno che in Italia cresce un movimento di lotta diffuso. Dagli operai di Pomigliano e Mirafiori agli studenti, ai precari della conoscenza, a coloro che lottano per la casa, alla mobilitazione delle donne, al popolo dell’acqua bene comune, ai movimenti civili e democratici contro la corruzione e il berlusconismo, una vasta e convinta mobilitazione ha cominciato a cambiare le cose. E’ andato in crisi totalmente il blocco sociale e politico e l’egemonia culturale che ha sostenuto i governi di destra e di Berlusconi. La schiacciante vittoria del sì ai referendum è stata la sanzione di questo processo e ha mostrato che la domanda di cambiamento sociale, democrazia e di un nuovo modello di sviluppo economico, ha raggiunto la maggioranza del Paese. A questo punto la risposta del palazzo è stata di chiusura totale. Mentre si aggrava e si attorciglia su se stessa la crisi della destra e del suo governo, il centrosinistra non propone reali alternative e così le risposte date ai movimenti sono tutte di segno negativo e restauratore. In Val Susa un’occupazione militare senza precedenti, sostenuta da gran parte del centrodestra come del centrosinistra, ha risposto alle legittime rivendicazioni democratiche delle popolazioni. Le principali confederazioni sindacali e la Confindustria hanno sottoscritto un accordo che riduce drasticamente i diritti e le libertà dei lavoratori, colpisce il contratto nazionale, rappresenta un’esplicita sconfessione delle lotte di questi mesi e in particolare di quelle della Fiom e dei sindacati di base. Infine le cosiddette “parti sociali” chiedono un patto per la crescita, che riproponga la stangata del 1992. Si riducono sempre di più gli spazi democratici e così la devastante manovra economica decisa dal governo sull’onda della speculazione internazionale, è stata imposta e votata come uno stato di necessità. Siamo quindi di fronte a un passaggio drammatico della vita sociale e politica del nostro Paese. Le grandi domande e le grandi speranze delle lotte e dei movimenti di questi ultimi tempi rischiano di infrangersi non solo per il permanere del governo della destra, ma anche di fronte al muro del potere economico e finanziario che, magari cambiando cavallo e affidando al centrosinistra la difesa dei suoi interessi, intende far pagare a noi tutti i costi della crisi. Nell’Unione europea la costruzione dell’euro e i patti di stabilità ad esso collegati, hanno prodotto una dittatura di banche e finanza che sta distruggendo ogni diritto sociale e civile. La democrazia viene cancellata da questa dittatura perché tutti i governi, quale che sia la loro collocazione politica, devono obbedire ai suoi dettati. La punizione dei popoli e dei lavoratori europei si è scatenata in Grecia e poi sta dilagando ovunque. La più importante conquista del continente, frutto della sconfitta del fascismo e della dura lotta per la democrazia e i diritti sociali del lavoro, lo stato sociale, oggi viene venduta all’incanto per pagare gli interessi del debito pubblico che, a loro volta, servono a pagare i profitti delle banche. Di quelle banche che hanno ricevuto aiuti e finanziamenti pubblici dieci volte superiori a quelli che oggi si discutono per la Grecia. Questo massacro viene condotto in nome di una crescita e di una ripresa che non ci sono e non ci saranno. Intanto si proclamano come vangelo assurdità mostruose: si impone la pensione a 70 anni, quando a 50 si viene cacciati dalle aziende, mentre i giovani diventano sempre più precari. Chi lavora deve lavorare per due e chi non ha il lavoro deve sottomettersi alle più offensive e umilianti aggressioni alla propria dignità. Le donne pagano un prezzo doppio alla crisi, sommando il persistere delle discriminazioni patriarcali con le aggressioni delle ristrutturazioni e del mercato. Tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, è sottoposto a una brutale aggressione che mette in discussione contratti a partire da quello nazionale, diritti e libertà, mentre ovunque si diffondono autoritarismo padronale e manageriale. L’ambiente, la natura, la salute sono sacrificate sull’altare della competitività e della produttività, ogni paese si pone l’obiettivo di importare di meno ed esportare di più, in un gioco stupido che alla fine sta lasciando come vittime intere popolazioni, interi stati. L’Europa reagisce alla crisi anche costruendo un apartheid per i migranti e alimentando razzismo e xenofobia tra i poveri, avendo dimenticato la vergogna di essere stato il continente in cui si è affermato il nazifascismo, che oggi si ripresenta nella forma terribile della strage norvegese. Il ceto politico, quello italiano in particolare coperto di piccoli e grandi privilegi di casta, pensa di proteggere se stesso facendosi legittimare dai poteri del mercato. Per questo parla di rigore e sacrifici mentre pensa solo a salvare se stesso. Centrodestra e centrosinistra appaiono in radicale conflitto fra loro, ma condividono le scelte di fondo, dalla guerra, alla politica economica liberista, alla flessibilità del lavoro, alle grandi opere. La coesione nazionale voluta dal Presidente della Repubblica è per noi inaccettabile, non siamo nella stessa barca, c’è chi guadagna ancora oggi dalla crisi e chi viene condannato a una drammatica povertà ed emarginazione sociale. Per questo è decisivo un autunno di lotte e mobilitazioni. Per il mondo del lavoro questo significa in primo luogo mettere in discussione la politica di patto sociale, nelle sue versioni del 28 giugno e del patto per la crescita. Vanno sostenute tutte le piattaforme e le vertenze incompatibili con quella politica, a partire da quelle per contratti nazionali degni di questo nome e inderogabili, nel privato come nel pubblico. Tutte e tutti coloro che in questi mesi hanno lottato per un cambiamento sociale, civile e democratico, per difendere l’ambiente e la salute devono trovare la forza di unirsi per costruire un’alternativa fondata sull’indipendenza politica e su un programma chiaramente alternativo a quanto sostenuto oggi sia dal centrodestra, sia dal centrosinistra. Le giornate del decennale del G8 a Genova, hanno di nuovo mostrato che esistono domande e disponibilità per un movimento di lotta unificato. Per questo vogliamo unirci a tutte e a tutti coloro che oggi, in Italia e in Europa, dicono no al governo unico delle banche e della finanza, alle sue scelte politiche, al massacro sociale e alla devastazione ambientale. Per questo proponiamo 5 punti prioritari, partendo dai quali costruire l’alternativa e le lotte necessarie a sostenerla:

1. Non pagare il debito. Bisogna colpire a fondo la speculazione finanziaria e il potere bancario. Occorre fermare la voragine degli interessi sul debito con una vera e propria moratoria. Vanno nazionalizzate le principali banche, senza costi per i cittadini, vanno imposte tassazioni sui grandi patrimoni e sulle transazioni finanziarie. La società va liberata dalla dittatura del mercato finanziario e delle sue leggi, per questo il patto di stabilità e l’accordo di Maastricht vanno messi in discussione ora. Bisogna lottare a fondo contro l’evasione fiscale, colpendo ogni tabù, a partire dall’eliminazione dei paradisi fiscali, da Montecarlo a San Marino. Rigorosi vincoli pubblici devono essere posti alle scelte e alle strategie delle multinazionali.

2. Drastico taglio alle spese militari e cessazione di ogni missione di guerra. Dalla Libia all’Afghanistan. Tutta la spesa pubblica risparmiata nelle spese militari va rivolta a finanziare l’istruzione pubblica ai vari livelli. Politica di pace e di accoglienza, apertura a tutti i paesi del Mediterraneo, sostegno politico ed economico alle rivoluzioni del Nord Africa e alla lotta del popolo palestinese per l’indipendenza, contro l’occupazione. Una nuova politica estera che favorisca democrazia e sviluppo civile e sociale.

3. Giustizia e diritti per tutto il mondo del lavoro.
Abolizione di tutte le leggi sul precariato, riaffermazione al contratto a tempo indeterminato e della tutela universale garantita da un contratto nazionale inderogabile. Parità di diritti completa per il lavoro migrante, che dovrà ottenere il diritto di voto e alla cittadinanza. Blocco delle delocalizzazioni e dei licenziamenti, intervento pubblico nelle aziende in crisi, anche per favorire esperienze di autogestione dei lavoratori. Eguaglianza retributiva, diamo un drastico taglio ai superstipendi e ai bonus milionari dei manager, alle pensioni d’oro. I compensi dei manager non potranno essere più di dieci volte la retribuzione minima. Indicizzazione dei salari. Riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, istituzione di un reddito sociale finanziato con una quota della tassa patrimoniale e con la lotta all’evasione fiscale. Ricostruzione di un sistema pensionistico pubblico che copra tutto il mondo del lavoro con pensioni adeguate.

4. I beni comuni per un nuovo modello di sviluppo. Occorre partire dai beni comuni per costruire un diverso modello di sviluppo, ecologicamente compatibile. Occorre un piano per il lavoro basato su migliaia di piccole opere, in alternativa alle grandi opere, che dovranno essere, dalla Val di Susa al ponte sullo Stretto, cancellate. Le principali infrastrutture e i principali beni dovranno essere sottratti al mercato e tornare in mano pubblica. Non solo l’acqua, dunque, ma anche l’energia, la rete, i servizi e i beni essenziali. Piano straordinario di finanziamenti per lo stato sociale, per garantire a tutti i cittadini la casa, la sanità, la pensione, l’istruzione.

5. Una rivoluzione per la democrazia. Bisogna partire dalla lotta a fondo alla corruzione e a tutti i privilegi di casta, per riconquistare il diritto a decidere e a partecipare affermando ed estendendo i diritti garantiti dalla Costituzione. Tutti i beni provenienti dalla corruzione e dalla malavita dovranno essere incamerati dallo Stato e gestiti socialmente. Dovranno essere abbattuti drasticamente i costi del sistema politico: dal finanziamento ai partiti, al funzionariato diffuso, agli stipendi dei parlamentari e degli alti burocrati. Tutti i soldi risparmiati dovranno essere devoluti al finanziamento della pubblica istruzione e della ricerca. Si dovrà tornare a un sistema democratico proporzionale per l’elezione delle rappresentanze con la riduzione del numero dei parlamentari. E’ indispensabile una legge sulla democrazia sindacale, in alternativa al modello prefigurato dall’accordo del 28 giugno, che garantisca ai lavoratori il diritto a una libera rappresentanza nei luoghi di lavoro e al voto sui contratti e sugli accordi. Sviluppo dell’autorganizzazione democratica e popolare in ogni ambito della vita pubblica. Questi 5 punti non sono per noi conclusivi od esclusivi, ma sono discriminanti. Altri se ne possono aggiungere, ma riteniamo che questi debbano costituire la base per una piattaforma alternativa ai governi liberali e liberisti, di destra e di sinistra, che finora si sono succeduti in Italia e in Europa variando di pochissimo le scelte di fondo. Vogliamo trasformare la nostra indignazione, la nostra rabbia, la nostra mobilitazione, in un progetto sociale e politico che colpisca il potere, gli faccia paura, modifichi i rapporti di forza per strappare risultati e conquiste e costruire una reale alternativa.

Aderiamo sin d’ora, su queste concrete basi programmatiche, alla mobilitazione europea lanciata per il 15 ottobre dal movimento degli “indignados” in Spagna. La solidarietà con quel movimento si esercita lottando qui e ora, da noi, contro il comune avversario.

Per queste ragioni proponiamo a tutte e a tutti coloro che vogliono lottare per cambiare davvero, di incontrarci. Non intendiamo mettere in discussione appartenenze di movimento, di organizzazione, di militanza sociale, civile o politica. Riteniamo però che occorra a tutti noi fare uno sforzo per mettere assieme le nostre forze e per costruire un fronte comune, sociale e politico che sia alternativo al governo unico delle banche.

Per questo proponiamo di incontrarci il 1° ottobre, a Roma, per un primo appuntamento che dia il via alla discussione, al confronto e alla mobilitazione, per rendere permanente e organizzato questo nostro punto di vista.

Firme dei promotori :
Vincenzo Achille (studente AteneinRivolta Bari) Claudio Amato (segr. Gen. Fiom Roma Nord) Adriano Alessandria (rsu Fiom Lear Grugliasco) Fausto Angelini (lavoratore Comune di Torino) Davide Banti (Cobas lavoro privato settore igiene urbana) Imma Barbarossa (femminista, docente di liceo in pensione) Giovanni Barozzino (rsu Fiom licenziato Fiat Sata di Melfi) Giovanna Bastione (disoccupata) Alessandro Bernardi (comitato acqua, Bologna) Sergio Bellavita (segr. naz. Fiom) Sandro Bianchi (ex dirigente Fiom) Ugo Bolognesi (Fiom Torino) Salvatore Bonavoglia (Rsu Cobas scuola normale superiore Pisa) Laura Bottai (impiegata, Filt-Cgil Arezzo) Massimo Braschi (rsu Filctem TERNA) Paolo Brini (Comitato Centrale Fiom) Stefano Brunelli (rsu IRIDE Servizi) Fabrizio Burattini (direttivo naz. Cgil) Sergio Cararo (direttore rivista Contropiano) Carlo Carelli (rsu Unilever, direttivo naz. Filctem Cgil) Massimo Cappellini (Rsu Fiom Piaggio) Francesco Carbonara (Rsu Fiom Om Bari) Paola Cassino (Intesa Sanpaolo, segr. naz. Cub Sallca) Stefano Castigliego (Rsu Fiom Fincantieri Marghera – Venezia) Francesco Chiuchiolo (rsa ARES) Eliana Como (Fiom Bergamo) Danilo Corradi (dottorando Università "Sapienza" - Roma) Gigliola Corradi (Fisac Verona) Giuseppe Corrado (Direttivo Fiom Toscana) Giorgio Cremaschi (pres. Comitato centrale Fiom) Dante De Angelis (ferroviere Orsa) Riccardo De Angelis (rsu Flmu Cub Telecom Italia coord. lav. autoconvocati Roma) Paolo De Luca (FP Cgil Comune di Torino) Daniele Debetto (Pirelli Settimo Torinese) Emanuele De Nicola (segr. Gen. Fiom Basilicata) Paolo Di Vetta (Blocchi Precari Metropolitani) Francesco Doro (Rsu OM Carraro Padova, CC Fiom) Valerio Evangelisti (scrittore) Marco Filippetti (Comitato Romano Acqua Pubblica) Andrea Fioretti (rsa Flmu Cub Sirti coord. lav. autoconvocati Roma) Roberto Firenze (rsu Usb Comune di Milano) Eleonora Forenza (ricercatrice universitaria) Delia Fratucelli (direttivo naz. Slc Cgil) Ezio Gallori (macchinista in pensione, fondatore del Comu) Evrin Galesso (studente AteneinRivolta Padova) Giuliano Garavini (ricercatore universitario) Michele Giacché (Fincantieri, Comitato Centrale Fiom) Walter Giordano (rsu Filctem AEM distribuzione Torino) Federico Giusti (Rsu Cobas Comune di Pisa) Paolo Grassi (Nidil Cgil) Simone Grisa (segr. Fiom Bergamo) Franco Grisolia (CdGN Cgil) Mario Iavazzi (direttivo nazionale FP Cgil) Tony Inserra (Rsu Iveco, Comitato Centrale Fiom) Antonio La Morte (rsu Fiom licenziato Fiat Sata di Melfi) Massimo Lettieri (segr. Flmu Cub Milano) Francesco Locantore (direttivo Flc Cgil Roma e Lazio) Domenico Loffredo (rsu Fiom Pomigliano) Pasquale Loiacono (rsu Fiom Fiat Mirafiori) Francesco Lovascio (sindacalista Usb Livorno) Mario Maddaloni (rsu Napoletanagas, direttivo naz. Filctem Cgil) Eva Mamini (direttivo naz. Cgil) Anton Giulio Mannoni (segr. Camera del lavoro di Genova) Maurizio Marcelli (Fiom nazionale) Gianfranco Mascia (giornalista) Armando Morgia (Roma Bene Comune) Antonio Moscato (storico) Massimiliano Murgo (Flmu Cub Marcegaglia Buildtech, coord. lav. uniti contro la crisi Milano) Alessandro Mustillo (studente universitario, Roma) Stefano Napoletano (rsu Fiom Powertrain Torino) Antonio Paderno (rsu Fiom Same Bergamo) Alfonsina Palumbo (dir. Fisac Campania) Alberto Pantaloni (rsu Slc Cgil Comdata, assemblea lav. autoconvocati Torino) Marcello Pantani (Cobas lavoro privato Pisa) Massimo Paparella (segreteria Fiom Bari) Emidia Papi (esecutivo naz. Usb) Pietro Passarino (segr. Cgil Piemonte) Matteo Parlati (Rsu Fiom Cgil Ferrari) Angelo Pedrini (sindacalista Usb Milano) Licia Pera (sindacalista Usb Sanità) Alessandro Perrone (Fiom-Cgil, coord. cassintegrati Eaton Monfalcone) Marco Pignatelli (lavoratore Fiom lic
enziato Fiat Sata Melfi) Antonio Piro (rsu Cobas Provincia di Pisa) Ciro Pisacane (ambientalista) Rossella Porticati (Rsu Fiom Piaggio) Pierpaolo Pullini (Rsu Fiom Fincantieri Ancona) Mariano Pusceddu (rsu Alenia Caselle-Torino, direttivo Fiom Piemonte) Stefano Quitadamo (Flmu Cub Coordinamento cassintegrati Maflow di Trezzano S/N - Milano) Margherita Recaldini (rsu Usb Comune di Brescia) Giuliana Righi (segr. Fiom Emilia Romagna) Bruno Rossi (portuale, in pensione, Spi-Cgil) Franco Russo (forum “diritti e lavoro”) Michele Salvi (rsu Usb Regione Lombardia) Antonio Saulle (segreteria Camera del Lavoro Trieste) Marco Santopadre (Radio Città Aperta) Antonio Santorelli (Fiom Napoli) Luca Scacchi (ricercatore università, segreteria FLC Valle d’Aosta, direttivo reg. Cgil VdA) Massimo Schincaglia (Intesa Sanpaolo, segr. naz. Cub Sallca) Yari Selvatella (giornalista) Giorgio Sestili (studente AteneinRivolta Roma) Giuseppe Severgnini (Fiom Bergamo) Nando Simeone (coord. lav. autoconvocati, direttivo Filcams Cgil Lazio) Luigi Sorge (Usb Fiat Cassino) Francesco Staccioli (cassintegrato Alitalia, esecutivo Usb Lazio) Enrico Stagni (direttivo Cgil Friuli Venezia Giulia) Antonio Stefanini (direttivo FP Cgil Livorno) Alessia Stelitano (studente AteneinRivolta Reggio Calabria) Alioscia Stramazzo (rsa Azienda Gruppo Generali) Antonello Tiddia (rsu CarboSulcis Filctem-Cgil) Fabrizio Tomaselli (esecutivo naz. Usb) Luca Tomassini (ricercatore precario Cpu Roma) Laura Tonoli (segreteria Filctem-Cgil Brescia) Cleofe Tolotta (Rsa Usb Alitalia) Franca Treccarichi (direttivo FP Cgil Piemonte) Arianna Ussi (coordinamento precari scuola Napoli) Luciano Vasapollo (docente università La Sapienza) Paolo Ventrice (rsu IRIDE Servizi) Antonella Visintin (ambientalista) Emiliano Viti (attivista Coord. No Inceneritore Albano - RM) Antonella Clare Vitiello (studente Ateneinrivolta Roma) Nico Vox (Rsu Fp-Cgil Don Gnocchi, Milano) Pasquale Voza (docente Università di Bari) Anna Maria Zavaglia (insegnante, direttivo nazionale Cgil) Riccardo Zolia (Rsu Fiom Fincantieri Trieste) Massimo Zucchetti (professore Politecnico Torino)


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dana74
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come mai ste cose che va dicendo Per il Bene Comune ( nato apposta nel 2008 grazie al NO di Fernando Rossi al rifinanziamento in Afganistan da parte del Gov Prodi per cui fu preso a pugni dai kompagni) e che sono scritte nero su bianco da allora non sono minimamente considerate da codesti firmatari?
Interessa davvero questa battaglia "per i beni comuni" o interessa di nuovo un restyling da riconsegnare alla futura coalizione FEDerazione della Sinistra+PD+Lega+Idv?

Cosa disturba del movimento per il bene comune, che si professi al di fuori di destra e sinistra?

Ho una marcata impressione che si proponga le stesse battaglie MA che si voglia mettere un cappello (Cgil-Fiom e pure il Mascia, roba già politicizzata) per di nuovo giocare al dividi ed impera?

Facciamo una riprova? Se aderisse a questi 5 punti Casa Pound, immagino la scomunica, altro che fronte comune, quelle sigle e nomi viste e riviste sotto forme e maschere sempre diverse, non sanno più che inventarsi.


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Maria Stella
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Non cambieranno mai... sempre gli stessi imbrogli, mai una idea vera. Si ruba quello che altri hanno scritto, detto, lottato, si fa una macedonia, si mette il cappello sul tutto .. poi, ornati delle penne del pavone, i si fa in tempo a spaccare il capello in quattro per non fare una cacchio o farlo solo per qualcuno ed il Paese .. che crepi!!


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Maria Stella
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Crederò solo in un movimento di ITALIANI PUNTO E BASTA.. ma che CGL, Fiom, sindacati di qua e di là... destri sinistri e cacchiate simili... tutto ciarpame che ha intinto, intitno o comunque voltato la faccia dall'altra parte , mentre molti venivano vessati, usurati, tartassati anche con l'accordo e spesso dietro imput dei sindacati.... a lavorare , provate che vuiol dire lavorare per due lire 12 ore al giorno e poi venir tacciati d'esser ladri perchè non inquadrabili in un maledetto, ricchissimo sindacato!! Ora chiedete la compattezza? E quando gli artigiani si suicidavano? E le famiglie lasciate in mezzo ad una strada? la compattezza so io dove ve le dovreste mettere ora... andate a lavorare che è meglio! Riempirete le strade il 1 ottobre, e noi riempiremo di pagine spiegando.. ricordando.. accusando.. se avete la coscienza a posto ve ne potrete fregare, ovviamente, ma non credo che saranno in molti che potranno farlo..


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Anonymous
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Che UNO parli del sistema "moneta privata a debito" e che proponga di passare a moneta pubblica emessa direttamente dallo stato... solo del gran bla bla per fare bella figura


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radisol
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Pur condividendo molte delle perplessità espresse nei commenti faccio notare che tutti o quasi i firmatari sono a vario titolo militanti di base delle sigle - in gran parte sindacali o "sociali" e non politiche - messe tra parentesi a fianco dei loro nomi e non dirigenti di queste.

Si tratta, in soldoni, del tentativo di mettere in piedi una specie di movimento degli "indignados" spagnoli - peraltro citati come esempio - anche qui in Italia.

E mi sembra che la rottura netta rispetto ad una ipotesi di "alleanza" col Pd sia di una evidenza estrema ....

Ed altrettanto evidente è che tutto questo nasce dall'aggregazione di base che già si era creata rispetto ai referendum, soprattutto quello sull'acqua.

Tra l'altro, in un altro elenco di sottoscrizioni che ho visto in giro ( ce ne sono svariati e diversi), rispetto allo stesso appuntamento, mi sembra di aver visto anche la firma del citato Fernando Rossi .....

E poi, pur come dicevo condividendo le perplessità di merito, non è che il concetto di "bene comune" sia una questione di copyright di appartenenza del gruppo di Rossi ......

Ed anche se qualcuno arriva con ritardo ad una idea giusta non è che chi ci è arrivato un pò prima può dolersi dei nuovi arrivi ..... anzi dovrebbe rallegrarsene ....

Su Casa Pound non c'è dubbio, verrebbero cacciati giustamente a calci .... visti gli inciuci spudorati che stanno facendo a Roma con Alemanno e col centro-destra "palazzinaro"in genere ..... tutti basati sul "privato" e non certo sul "bene comune" .... personalmente non sono particolare cultore dell' "antifascismo" ma dell' anti-affarismo invece sì .....

Nessun problema invece ci sarebbe con altri gruppi di destra, estranei a questi inciuci, che già alle scadenze "per i beni comuni" hanno partecipato anche nei mesi scorsi ....

E comunque, se il modello sono gli "indignados" spagnoli, le adesioni dovrebbero essere tutte individuali e non dovrebbero essere ammesse bandiere di alcun genere .....

P.S. Fernando Rossi, l'unico senatore insieme aL trotzkista allora di Rifondazione Turigliatto - ora leader di Sinistra Critica - che votò contro il rifinanziamento della "missione afghana" ( alla camera invece votarono contro Giannini e Caruso) non fu preso a pugni dai "compagni" che anzi da quel momento lo accolsero come un "eroe" alle manifestazioni no-War, bensì da un altro senatore del suo stesso partito di allora, Il PdCI, personaggio poi passato coerentemente al Pd del quale mi sembra sia tuttora parlamentare .....


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Giancarlo54
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Condivido la posizione di Dana, tante belle parole, ma al momento di concludere ZERO e rigoroso allineamento con Vendola e compari. No no signori non ci siamo, non ci siamo proprio. Solita gente, solita sinistra, solite chiacchiere, soliti contigui, hanno stufato, o meglio, mi hanno stufato e sono anni che mi hanno stufato. Almeno Casapound ha una sua posizione, buona o cattiva la si giudichi e sono assai meno contigui al potere (Alemanno) che non questi firmatari.


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radisol
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Per anni avete detto giustamente che la "sinistra" in genere o era subalterna ad una serie di poteri forti, tra cui le banche, o comunque - quella cosiddetta "radicale" - non era in grado di comprendere la centralità del potere finanziario, italiano ed internazionale, rispetto agli stessi governi nazionali.

E, a parte le intuizioni forti dell'area cosiddetta "disobbediente" e poi "globalproject" ( il buon Toni Negri, da sempre "vate" di quest'area, buon sangue non mente ...), avevate ragione da vendere.

Anche se, soprattutto su spinta di questa area, c'era stata Genova 2001 ed alcuni momenti "alti" di lotta alla globalizzazione gestita dalla finanza.

Avevate invece un pò meno ragione quando invece dipingevate Berlusconi e Tremonti come "ostacoli" allo strapotere delle banche .... ma questo è un altro discorso ....

Ora, soprattutto dopo il cosiddetto "patto per la crescita", stipulato da banche, Confindustra, sindacati-istituzione ecc. ecc. la settimana scorsa e chiaramente tendente a fare il "governo tecnico di emergenza", succede che anche settori di "sinistra", più sociale/sindacale che politica, mettano in piedi una iniziativa che si oppone già nel titolo al "governo delle banche", cioè il futuribile "governo tecnico" di cui si stava parlando, ieri invocato chiaramente anche da Marchionne .... e voi invece di dire almeno "meglio tardi che mai" ..... vi incazzate, tirate fuori a sproposito il buon Fernando Rossi, Casa Pound ed altre questioni decisamente secondarie ...

Un modo decisamente "curioso" di leggere la politica ed i fatti economici e sociali ... dove se qualcuno, sia pure tardivamente, ti dà in qualche modo ragione dovresti esserne contento e non il contrario ....

Come dicevo, pure io ho delle chiare perplessità su questa iniziativa, sia perchè oggettivamente tardiva sia perchè certamente figlia anche ( ma non solo) delle contraddizioni pesanti createsi nella Cgil tra la linea della Camusso e quella della Fiom ... contraddizioni importanti nel merito - basti pensare alla vicenda Tav, tanto per citarne una - ma pure oggettivamente ancora interne ad una logica da "ceto politico" .....

Ma la reazione di molti qua sopra, non è affatto "politica" e non si pone obiettivi politici.

Bensì si tratta del classico narcisismo individualista da "blogger" dove quello che conta è sostenere "l'avevo detto prima io" ( spesso comunque scopiazzando da qualcun'altro che l'aveva detto prima ancora) e non arrivare a risultati pratici, in primo luogo l'obiettivo di chiunque fà in qualche modo "politica", e cioè allargare il consenso rispetto alle proprie opinioni ....

Molti qua sopra preferiscono il "pochi ma buoni", il "molti nemici, molto onore" .... piuttosto che dare un senso di "pratica dell'obiettivo" alle proprie elucubrazioni quotidiane qua sopra o nei propri blog .....


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marcopa
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Condivido questa iniziativa, mi sembra impostata nel modo giusto, anche se i nomi che conosco sono tutti appartenenti alla sinistra politica e sindacale.

Ma nessuno deve rinunciare alle sue idee ,alle sue radici e alle sue attuali militanze, credo che sia evidente a tutti che i vecchi schemi della sinistra ,anche quella che veniva chiamata nuova, non bastano e quindi, com'e' accaduto con le campagne sull' acqua e contro il nucleare dobbiamo concentrarci sui contenuti portati avanti e sui modi utilizzati per farlo e non sulle identita' politiche di chi si impegna.

Per una volta forse e' stato sperimentato con successo un modello di mobilitazione abbastanza rispettoso delle singole persone che condividevano la battaglia, l' esperienza della primavera potrebbe aiutare nell' autunno.
Io comunque aderiro' all' appello.

Confermo infine quanto sostenuto da Radisol, e' una iniziativa che va in senso opposto a quanto fatto dal centro-sinistra,sostenuto dalla cosiddetta sinistra radicale, negli ultimi anni.


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Giancarlo54
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Per anni avete detto giustamente che la "sinistra" in genere o era subalterna ad una serie di poteri forti, tra cui le banche, o comunque - quella cosiddetta "radicale" - non era in grado di comprendere la centralità del potere finanziario, italiano ed internazionale, rispetto agli stessi governi nazionali.

E, a parte le intuizioni forti dell'area cosiddetta "disobbediente" e poi "globalproject" ( il buon Toni Negri, da sempre "vate" di quest'area, buon sangue non mente ...), avevate ragione da vendere.

Anche se, soprattutto su spinta di questa area, c'era stata Genova 2001 ed alcuni momenti "alti" di lotta alla globalizzazione gestita dalla finanza.

Avevate invece un pò meno ragione quando invece dipingevate Berlusconi e Tremonti come "ostacoli" allo strapotere delle banche .... ma questo è un altro discorso ....

Ora, soprattutto dopo il cosiddetto "patto per la crescita", stipulato da banche, Confindustra, sindacati-istituzione ecc. ecc. la settimana scorsa e chiaramente tendente a fare il "governo tecnico di emergenza", succede che anche settori di "sinistra", più sociale/sindacale che politica, mettano in piedi una iniziativa che si oppone già nel titolo al "governo delle banche", cioè il futuribile "governo tecnico" di cui si stava parlando, ieri invocato chiaramente anche da Marchionne .... e voi invece di dire almeno "meglio tardi che mai" ..... vi incazzate, tirate fuori a sproposito il buon Fernando Rossi, Casa Pound ed altre questioni decisamente secondarie ...

Un modo decisamente "curioso" di leggere la politica ed i fatti economici e sociali ... dove se qualcuno, sia pure tardivamente, ti dà in qualche modo ragione dovresti esserne contento e non il contrario ....

Come dicevo, pure io ho delle chiare perplessità su questa iniziativa, sia perchè oggettivamente tardiva sia perchè certamente figlia anche ( ma non solo) delle contraddizioni pesanti createsi nella Cgil tra la linea della Camusso e quella della Fiom ... contraddizioni importanti nel merito - basti pensare alla vicenda Tav, tanto per citarne una - ma pure oggettivamente ancora interne ad una logica da "ceto politico" .....

Ma la reazione di molti qua sopra, non è affatto "politica" e non si pone obiettivi politici.

Bensì si tratta del classico narcisismo individualista da "blogger" dove quello che conta è sostenere "l'avevo detto prima io" ( spesso comunque scopiazzando da qualcun'altro che l'aveva detto prima ancora) e non arrivare a risultati pratici, in primo luogo l'obiettivo di chiunque fà in qualche modo "politica", e cioè allargare il consenso rispetto alle proprie opinioni ....

Molti qua sopra preferiscono il "pochi ma buoni", il "molti nemici, molto onore" .... piuttosto che dare un senso di "pratica dell'obiettivo" alle proprie elucubrazioni quotidiane qua sopra o nei propri blog .....

Mi va benissimo chi mi da ragione. Quello che non mi va bene è che chi ha continuato ad aver torto nel passato adesso si metta in mente che io lo segua. Di questi "sbagliatori continui" io non mi fido, come non mi fido del fatto che sono stati, sono e continueranno ad essere contigui alla "sinistra". Girotondini, violacei, indignados, diverse sigle ma sempre la stessa gente.

PS e OT: stessa cosa che succede nella cosiddetta "Costituente ecologista". Stessi personaggi, stessi "verdi", stessa solfa.

Radisol: "accà nissciuno è fesso"!


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dana74
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in tutta onestà dalla Fiom e quei firmatari non mi farei tutelare manco il dito mignolo, hanno già dato ampiamente prova di come sono capaci a farlo.

La fiducia si conquista con i fatti non con le parole che ritrattano continuamente.


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radisol
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Vabbè .... le mie forti perplessità sull'iniziativa le ho già dette e non è il caso di ripeterle ....

Ma, per non fare di ogni erba un fascio, faccio notare una delle firme ...

Dante De Angelis, macchinista ferroviere, delegato dell' Orsa, comunista ...

Fatto licenziare 4 volte - e solo per aver manifestato la propria libertà di espressione - da Moretti, big di Trenitalia, ex sindacalista Cgil e uomo prima del Pci, poi Ds ed ora Pd .....

E 4 volte reintegrato nel suo lavoro di macchinista da sentenze della magistratura ...

De Angelis, come dicevo, è un inguaribile comunista, di quelli un pò all'antica, ma come si può metterlo nello stesso calderone del suo persecutore Moretti ?

Saranno pure formalmente tutti e due "di sinistra" - anche se in verità il Pd questa definizione la rifiuta - ma certamente sono due "sinistre" ben diverse ed incompatibili tra di loro ....


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dana74
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marcopa aderirai anche al voto per il futuro schieramento PD SEL IDV FEDdellaSinistra e Lega?

Perché a quello approderà, consegnare le proteste, le istanze dei movimenti a CHI SANNO NON NUOCERANNO IL SISTEMA è tecnica ben collaudata.

Nascerà un movimento Per i Beni COmuni sotto l'egida di Fiom e rigorosamente di sinistra (quindi addio trasversalità altro che fronte comune) che inviterà a votare per il maxischieramento.
Film già visto.

Perché allora, non aderire in massa (per chi è di sinistra), proprio in nome di quel fronte comune, a Sinistra Critica? Anche Turigliatto come Nando Rossi ha dato prova di tenere più fede ad un programma elettorale che alla poltrona votando no.

E' forse quello ciò che temono?

Che la protesta si possa concentrare laddove c'è una testa CHE E' STATA CAPACE DI DIRE NO AL SISTEMA??

Meglio consegnare il dissenso in mani "fidate" per il sistema e sinceramente meglio della Fiom (almeno finché rimane sotto Cgil) la credibilità è quella che è.

Ora perché questi firmatari si ergono a paladini dei beni comuni?
Ma chi l'ha nominati? E soprattutto, quelle sigle, che sono in mezzo a tanti inciuci con i comuni, municipalizzate che sono in contrasto con codesti beni comuni, cosa c'è da aspettarsi?

Il dodecalogo il movimento notav non lo dimentica, anche allora rifunda e verdi DISSERO votate massa Rifunda e Verdi che faremo sentire il peso del notav all'interno dell'Unione.

Devo ricordare come è finita?


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radisol
Illustrious Member
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"Devo ricordare come è finita?" dice dana.

Beh, nello specifico della Tav è finita che, dopo gli scontri di Venaus del 2005, di fatto la Tav in Val Susa si è fermata e si è ritornato a parlarne solo nei mesi scorsi .... e forse la presenza nell'allora Unione di forze contrarie è pesata, anche se certo quello che più è contato è stata la determinazione quasi eroica dei valsusini ....

Poi, per carità, Rifondazione è nu cesso, e Vendola peggio, cose dalle quali mi sento oggi lontano mille miglia .... ed infatti c'entrano molto poco, al di là di qualche adesione individuale di singoli militanti, nemmeno in questa iniziativa .... che chiaramente sarebbe in contraddizione con ogni futura alleanza col PD ....

Però, ripeto, un conto è voler praticare l'obiettivo, come fanno proprio i valsusini, mirando a creare con le lotte anche contraddizioni nel campo avverso .... un altro è limitarsi a fare gli "opinionisti" nella logica "quanto sono bravo" .... "l'ho detto per primo" ecc. ecc. ecc.

E se mi interessa l'obiettivo, se voglio far diventare "di massa" le mie opinioni .... certo l'adesione della Fiom a questi obiettivi è assai più decisiva di quella, pur a suo tempo lungimirante, del gruppetto autoreferenziale di Fernando Rossi .... pur con tutto il rispetto che Rossi merita per la sua storia che tra l'altro, come quella di Turigliatto, mi sembra sia cominciata proprio nella Fiom ..... la Fiom ha qualche centinaio di migliaia di iscritti ed è presente in ogni fabbrica meccanica italiana .....


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