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Galapagos - Senza fiducia


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il Financial Times di ieri ha chiuso un editoriale con una frase lapidaria: «nessuno è indispensabile», né Berlusconi, né Tremonti. Il ministro dell'Economia finora aveva goduto di buona fama. Il problema è che all'improvviso è scoppiato lo scandalo Milanese e Lionel Berber, il direttore del giornale, non ha perdonato a Tremonti la scarsa moralità nel pagare cash, cioè in «nero», l'affitto dell'appartamento di via Campo Marzio. Insomma, la fiducia è venuta meno. Non solo a Berber: il governo viene accusato di non essere in grado di affrontare la crisi finanziaria (ma non stavamo meglio degli altri?) e non avere il coraggio di affrontare l'opinione pubblica, mentendo sulle scelte di politica economica. Questo spiega l'attacco all'Italia di questi giorni. C'è la speculazione, ma gli speculatori fanno il loro «mestiere» e attaccano utilizzando anche sfruttando il caos greco o quello degli Stati Uniti. La speculazione anticipa le tendenze. Una tendenza certa è che questo governo è morto e, quando c'è un morto, i vivi sono disposti a sbranarsi.

Oggi Berlusconi parlerà alla Camera: ripeterà le stesse promesse, farà la sceneggiata, largamente preparata, annunciando che in mattinata il Cipe ha sbloccato 7,5 miliardi di fondi Fas che serviranno allo sviluppo. Annuncerà il lancio della Banca del Mezzogiorno, grandi investimenti nel Sud, citando cifre enormi (100 e più miliardi) che ha già promesso in decine di occasioni. Ma Berlusconi non è il solo responsabile in questo governo di marionette che - tanto per dirne una - vota la fiducia sulla manovra correttiva e due settimane più tardi si accorge che i ticket sono una vera schifezza.

In realtà è tutta la manovra che fa schifo, a cominciare dai tempi. Solo uno sprovveduto (Berlusconi non lo è) o un opportunista (Berlusconi lo è) poteva non capire che l'Italia era da settimane sotto tiro e che una manovra in due tempi era assolutamente sbagliata: rinviare al 2014 il risanamento dei conti è stato un errore fatale che ha fatto emergere tutta la debolezza del governo e la fragilità dell'economia. O meglio, la «furberia» di lasciare in eredità al futuro governo i tagli pesantissimi, come accaduto in passato.

Galapagos
Fonte: www.ilmanifesto.it
3.08.2011


Citazione
dana74
Illustrious Member
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Post: 14354
 

"O meglio, la «furberia» di lasciare in eredità al futuro governo i tagli pesantissimi, come accaduto in passato. "

e siccome manco Bersani e l'opposizione è così sprovveduta e pure opportunista non è che son d'accordo per spianarsi la strada a vicenda?

Così quando Fed della Sinistra+Sel+Idv+Lega+Pd forse +Udc qualunque rivendicazione sarà già tacitata?


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lucoli
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Registrato: 2 anni fa
Post: 18
 

Eccolo, il pensiero unico

Sul Manifesto di oggi 3 agosto, un commentatore di cose economiche solitamente acuto, che si firma Galapagos, critica la recente manovra economica del governo Berlusconi, dicendo che “fa schifo” e spiegando che “rinviare al 2014 il risanamento dei conti è stato un errore fatale”. Sul sito del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, giornalista che certamente conosce bene i poteri reali che governano questo paese, spiega che per “domare subito l'incendio” occorrono misure drastiche: le solite privatizzazioni, “interventi più incisivi sul mercato del lavoro e sul sistema previdenziale” ma in primo luogo “l'anticipo del pareggio di bilancio”. Tralasciamo altre chicche dell'articolo di De Bortoli,

come il fatto che “non c'è più tempo per vagheggiare governi tecnici e nuove maggioranze” (tradotto: non possiamo ancora liberarci di Berlusconi), ma Berlusconi è chiamato “forse all'ultima drammatica prova da statista che la storia gli assegna” (traduciamo: deve fare il lavoro sporco, poi potremo liberarcene).
Veniamo al punto fondamentale. Cosa ci mostra il confronto di questi due articoli?

Che il “quotidiano comunista” e la “voce del padrone” dicono esattamente le stesse cose. E questo non è né un caso né un complotto: è la conseguenza logica necessaria dei presupposti condivisi dall'intero arco delle forze politiche e sociali che oggi hanno voce e rappresentanza.

Questi presupposti, nella neolingua del pensiero unico, si chiamano “globalizzazione” (cioè il dominio delle oligarchie finanziarie internazionali incentrate sugli USA), “Europa” (cioè la creazione dello spazio giuridico e istituzionale più adatto a quel dominio), “crescita” (cioè l'asservimento di società e natura alle esigenze di valorizzazione del capitale).

Se essi non vengono drasticamente rifiutati non c'è in sostanza nessun'altra scelta se non l'asservimento del paese agli ordini dei poteri forti internazionali, la spoliazione di ogni risorsa, l'immiserimento diffuso.

Per questo l'unica speranza di salvezza del nostro paese è la creazione di un fronte di opposizione sociale che metta al centro della propria azione la critica dei quei dogmi.

Marino Badiale
Fonte: http://www.megachip.info/tematiche/democrazia-nella-comunicazione/6567-eccolo-il-pensiero-unico.html
3.08.2011


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