500 anni dopo Galil...
 
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500 anni dopo Galileo ci sentiamo ancora...


Tao
 Tao
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500 ANNI DOPO GALILEO CI SENTIAMO ANCORA AL CENTRO DEL MONDO E CREDIAMO CHE LA CRISI L’HA PROVOCATA BERLUSCONI E LA RISOLVERÀ MONTI. INTANTO CI SPOLPANO. DUE VOLTE.

Due grossi errori di noi italiani: siamo provinciali e – paradossalmente – siamo ancora Tolemaici. Crediamo che nel mondo si occupino di noi. Quando gli affari andavano bene – anni 70 – gli investimenti USA in Italia rappresentavano il 2% del totale dei loro investimenti nel mondo. Il secondo errore – l’altra faccia della medaglia – è che crediamo che quel che accade in Italia abbia ripercussioni nel mondo. Spiamo la borsa di Tokyo per vedere che effetto ha fatto la nomina di Monti.
Ci chiediamo che effetto abbia fatto a Pechino o a Berlino e facciamo finta che tutto sia cambiato.
Sarà il caso di vedere anche se il gattopardo ha colpito, mentre gli USA ci spolpano politicamente e la Francia economicamente.
La prima cosa che salta agli occhi è che Monti sta ripercorrendo – con altra cultura e conoscenza della lingua italiana – la stessa strategia errata di ” è arrivato il Messia” che Berlusconi lasciò diffondere a suo tempo.
Entrambi hanno creato una tale atmosfera di aspettativa, da rendere inevitabile un altrettanto grande e crescente “effetto delusione” man mano che ci sarà lo scontro con la realtà.

La differenza sostanziale è che Monti, con la sua aria schiva – che un arguto amico ha definito da pesce lesso da trangugiare quando si è malati – è riuscito ad evitare l’antagonismo dei più e, abituato a tener conto delle personalità complesse dei cattedratici, ha saputo citare tutti e dare importanza a ciascuno.
L’accoglienza è stata imponente come la maggioranza raccolta alla Camera: quasi dieci a favore per ogni oppositore.
Anche questo è un punto in comune col Berlusconi che ritenne di avere “la camera introvabile” con cento deputati di differenza con l’opposizione.
Nessuno dei due potrà addurre l’alibi del non consenso.
Il terzo punto in comune è il “Ghe pensi mi”. Enzo Biagi scriveva che se avesse avuto le tette, Berlusconi avrebbe fatte anche l’annunziatrice nelle sue TV.
Monti ha riunito nella sua persona entrambe le funzioni di Berlusconi (presidenza) e di Tremonti (economia).
Entrambi hanno un atteggiamento personale patologico: l’uno troppo estroverso e l’altro troppo schivo.
Entrambi si sono circondati di persone ben conosciute, spacciandole per specialisti. Entrambi contano sui viaggi all’estero per crearsi una immagine alta in Patria.
Entrambi attenti più all’immagine che alla sostanza. Oggi Monti è andato all’aeroporto per salutare il Papa in partenza per l’Africa, ricevendone in cambio il terzo apprezzamento ufficiale in tre giorni. Dal portavoce padre Lombardi, dopo la dichiarazione a favore del Vaticano ier l’altro e della CEI ieri.
Manca solo che il Cardinale arcivescovo di Milano annunzi che ha trovato “l’uomo della provvidenza” titolo dato prima d’ora a Mussolini e a Berlusconi.
Le differenze tra i due sono minime. Hanno entrambi studiato dai preti- uno dai salesiani, l’altro dai gesuiti. Uno si è trapiantato il toupet e l’altro ha una capigliatura folta.
Entrambi considerano il programma di governo un optional sul quale soffermarsi il meno possibile e entrambi parlano di aiutare i più deboli, l’uno togliendo l’ICI e l’altro aumentando le pensioni minime, ma ripristinando l’ICI.
Insomma una riforma a costo zero perché, come mi ha spiegato il vecchio cameriere in pensione (minima) del BAR EUCLIDE, pare che gli aumenteranno la pensione minima, il cui importo incrementale comunque dovrà versare come ICI, perché in una vita di lavoro, spesso precario, una casa l’ha comprata.
Gran lavorio di burocrazia per non ottenere granché. Nessuno dei due ha scalfito (o scalfirà) i grandi interessi.
L’unica seria differenza tra i due è che Berlusconi ha incrementato i posti di lavoro – circa diecimila – nelle aziende sue e Monti ha tolto di mezzo una cinquantina di posti disponibili, accaparrandoseli lui.
Sono tanto simili che Berlusconi direbbe che sono quasi gemelli: Romolo e Remolo.
Vediamo il concreto.

Siamo tutti informati che Pechino ha il 30% del debito USA e tiene gli americani “per le palle”, ma pochi hanno fatto mente locale al fatto che la Francia possiede il 35% del nostro debito e sta ottenendo col ricatto spazi immensi di dominio per i propri imprenditori.
Diamo un’occhiata?
ENERGIA

EDF (Electricitè de France) sta trattando una partecipazione con EDISON che è il secondo gruppo elettrico italiano. EDF già controlla La Fenice spa che opera in Italia, Spagna, Polonia, Russia.
GDF SUEZ: ha una partecipazione in ACEA e controlla la TIRRENO POWER.

LUSSO: a settembre LVHM ha acquistato il 98% di BULGARI dopo aver rilevato i marchi PUCCI e FENDI.
PPR: ha comprato i marchi GUCCI, BOTTEGA VENETA, SERGIO ROSSI.
EURAZEO: ha comprato il 45% di MONTCLER che nel 2003 era stata comprata da un italiano.

BANCHE

BNP PARIBAS ha acquistato la BANCA NAZIONALE DEL LAVORO.
CREDIT AGRICOLE ha il controllo di CARIPARMA (oltre mille sportelli) s FRIULADRIA ed è socio di BANCA INTESA S PAOLO.
VINCENT BOLLORÈ, compagno di merende di Sarkosi, attraverso la FINANCIERE DU PERGUET S.A. ha acquistato una forte partecipazione in GENERALI e in PREMAFIN .
DEXIA ha acquistato il 70% di CREDIOP.
GROUPAMA ha acquistato la NUOVA TIRRENA e una consistente partecipazione in MEDIOBANCA.
AXA ha il 50% del comparto assicurativo di MONTEPASCHI (sei miliardi di raccolta).

ALIMENTARI

PARMALAT è l’acquisizione più recente che va ad aggiungersi a DANONE E GALBANI.

TRASPORTI

La realizzazione della TAV TORINO LIONE (che a noi non serve a nulla ) fa parte del pacchetto e ALITALIA è il prossimo boccone. Renault che è ancora pubblica finirà per assalire Le industrie che abbiamo privatizzato e Che non difendiamo, in nome del Libero mercato.

Ditemi adesso se Monti con le sue frasette tra l’ovvio e il banale e Berlusconi con le sue senili rodomontate non fanno la figura dei polli Di Renzo nei “Promessi sposi”, mentre i contraffattori cinesi e napoletani – a mio avviso – sono l’ultimo bastione del patriottismo Italiano e della attività produttiva reale, contro l’avanzata degli strozzini d’oltralpe.
la conseguenza della internazionalizzazione del debito pubblico voluta da Ciampi e Draghi è che paghiamo due volte I Paesi sottoscrittori: quando paghiamo fior di interessi e quando cediamo alle pressioni di richieste di penetrazione commerciale.

Antonio De Martini
Fonte: http://corrieredellacollera.com/
19.11.2011


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