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Africa addio. L’emiro va a a caccia, i masai sloggiano


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Incredibile. Il governo della Tanzania ordina ai nobilissimi pastori masai di lasciar libero entro la fine dell’anno attorno a Loliondo, tra le montagne e le savane del parco nazionale del Serengheti, al confine tra Kenia e Tanzania, a est del Lago Vittoria la cui fauna ittica è stata già distrutta anni fa da una multinazionale che l’ha trasformato in un vivaio di persici, specie dalla carne delicatissima però vorace predatrice che ha distrutto l’ambiente. Ora, dai 40.000 agli 80.000 allevatori di bestiame bovino con le loro famiglie sembrano costretti ad andarsene dalla loro terra per consentire al governo di creare una riserva di caccia di 1500 chilometri quadrati che servirà alle battute di caccia degli emiri del Golfo Persico e dei loro amici ed ospiti. Ovviamente, i pastori-guerrieri sfrattati riceveranno un compenso: meno di mezzo milione di euri, ovviamente non cash bensì sotto forma di “progetto di sviluppo”. Il danno e la beffa.

Protagonisti di questo crimine sarebbero principalmente i gentiluomini della Ortelo Business Corporation (OBC), collegata all’emiro del Dubai, che organizza safari di lusso in un continente che muore di fame, di sete, di AIDS e forse ormai anche di Ebola. Le terre masai erano un oasi serena. Ovviamente, a molti masai è già stato proposto un ingaggio come guardiani della nuova riserva; altri si guadagneranno da vivere con i loro bei mantelli rossi e le loro elegantissime zagaglie come attrazione per turisti e altri ancora, per campare, continueranno a fare i bracconieri e i mercanti abusivi di zanne di elefante. I masai erano già stati costretti a sloggiare dalle loro sedi originarie nel 1959 dal governo britannico. Adesso, il nuovo scempio si annuncia anche coperto dal pretesto della “conservazione della natura”., Via le mucche da latte (e da sangue) dei masai, benvenuto a nuove colonie di gazzelle per la delizia dei cacciatori di lusso. Aggiungete quest’altra espressione al vocabolarietto dei crimini chic: il land grabbing, cioè la sottrazione ai nativi di terra da destinare alla speculazione estera. Cercate sul web Avaaz.org, per informazioni e per eventuali firme di protesta. Per quello che serve…

Franco Cardini
Fonte: www.francocardini.net
24.11.2014


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