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Ahmedinejad e Berlusconi: i due complotti


Tao
 Tao
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Due paesi e due leaders diversissimi, entrambi sotto attacco sul piano interno e internazionale

Uno strano destino sembra accomunare due personalità e due paesi così diversi fra loro: è dal giugno scorso che l’Italia di Berlusconi e l’Iran di Ahmedinejad sono teatro di eventi che solo uno sguardo molto ingenuo potrebbe percepire come casuali o come frutto esclusivo delle “intemperanze” o delle “aberrazioni” dei due leaders. In realtà, è evidente che si è di fronte a due complotti tesi a destabilizzare i governi di Roma e di Teheran, consacrati dal voto popolare e protesi a cambiamenti capaci di incidere non solo sugli equilibri interni ma anche su quelli internazionali.

Le due derive sono, fatte salve le differenze storiche e istituzionali fra i due paesi, molto simili: prima l’aggressione sul piano elettorale, poi la mobilitazione di piazza, infine – falliti i due tentativi, e a fronte della consimile determinazione di Ahmedinejad e Berlusconi a non “mollare” alle pressioni delle rispettive cosiddette “opinioni pubbliche” – l’escalation violenta: alle voci sulla morte di Khamenei, alle violenze di piazza contro Ahmedinejad, e all’attentato stragista del Belucistan, ben corrispondono - tenuto conto delle diversità storiche fra i due paesi - da una parte la diffamazione permanente via internet, tv e “stampa progressista” contro il Presidente del Consiglio italiano, e dall’altra le minacce dirette contro la sua persona. Alcuni, mezzo loffi e mezzo superficialii, minimizzano, ma in realtà quell’istigazione a delinquere via internet di un dirigente del PD di De Benedetti “sparate a Berlusconi”, e il volantino “comunista” che promette la “rivoluzione” contro la maggioranza liberamente eletta dal popolo e dal proletariato italiani, non sono da sottovalutare. Solo per un caso fortuito la bomba del disperato musulmano milanese non è esplosa, altrimenti avremmo avuto anche qui da noi la prima vera e propria strage della strategia della tensione del nuovo secolo: rivolta, oggi, contro il rinnovamento del paese proposto dal centrodestra, così come di quella degli anni Settanta obiettivo era stata l’avanzata di una sinistra non ancora erosa e distrutta dall’egemonismo del giornale partito di De Benedetti (1976).

Peraltro, in entrambi gli attentati iraniano e italiano funziona la disinformatio tipica delle strategie complottiste: in Iran, la maschera sunnita per una strage che, come del resto denunciato esplicitamente da Ahmedinejad, puzza lontano mille miglia Mossad (con relative proiezioni anglo-americane); in Italia, le maschere islamica dell’oscuro Mohamed Israfel e quella “comunista”, riedizione becera delle BR del “compagno” Moretti, assassine del filoarabo Moro. Fin qui gli aspetti esteriori che accomunano le due crisi iraniana e italiana. Ma la forma dei due complotti non permette certo di concludere automaticamente circa l’identità di campo e di minacciato “destino” dei due governi. Una prima differenza sta nell’elite politica che circonda i due leaders: Ahmedinejad è personalità determinata, ma anche prodotto di una generazione diffusa di leaders politici forgiatisi dopo il 1979, e nel pieno di un rivolgimento profondo della società iraniana. Questo anche spiega la ferocia dell’attentato di tre giorni fa, un chiaro tentativo di fare il vuoto attorno al presidente iraniano. Quanto a Berlusconi, egli è invece prodotto soprattutto di se stesso: ha inventato lui stesso il suo partito, sconvolgendo i piani del complotto di Tangentopoli, e ricompattando attorno a se una parte almeno del ceto politico dei vecchi partiti della prima repubblica. Ma proprio questo rende assai più debole il suo progetto e il suo establishment politico: non c’è alcun ricambio vero nelle fila del centrodestra alla sua leadership, è un dato oggettivo prima ancora che una critica o un apprezzamento. Ma questo ragionamento riguarda più che altro il futuro, le tenuta nel tempo lungo del programma del centrodestra.

La domanda dell’oggi è invece, confrontando le crisi in Iran e in Italia, soltanto questa: riconosciuta l’esistenza di due piani di destabilizzazione consimili nelle forme, si può forse estendere la similitudine alla loro natura ultima? Sono le stesse forze che vogliono eliminare Ahmedinejad, quelle che minacciano in Italia il governo Berlusconi? La risposta non è semplice: per l’Iran il quadro è sufficientemente chiaro, chi vuole il rovesciamento di Ahmedinejad e la fine del suo programma di sviluppo nucleare è il solito Israele e il solito sionismo oltranzista: non solo oggi Obama resiste, ma persino Bush junior aveva alla fine puntato i piedi contro i tentativi di Tel Aviv di coinvolgere gli Stati Uniti in una aggressione contro Teheran. E’ sempre e solo Israele che predilige la “soluzione finale”, oggi per il “caso Ahemdinejad”, ieri per tutte le altre crisi mediorientali: che riesca o no a tentare questa partita (vincerla è altra cosa), dipenderà dalle pressioni (ad orologeria?) della giustizia israeliana su alcuni leaders politici dello Stato ebraico, dai rapporti interni allo stesso sionismo internazionale e, negli USA, dal braccio di ferro fra Obama e la Rodham Clinton, assediata nel suo Dipartimento di Stato dall’attivismo concorrenziale di George Mitchell e del suo consorte. Una partita sottile e incerta che, fra le altre cose, la dice lunga sulla vacuità delle analisi della solita sinistra antiamericanista, incapace di distinguere fra le proprie condivisibili opzioni e aspirazioni, e i fatti; e fra i tempi lunghi (forse lunghissimi) e lenti (forse lentissimi) della diplomazia obamiana, e la direzione effettiva della strada intrapresa dal nuovo capo della Casa Bianca: il quale, in Honduras come nel Darfur mostra di essere pressato ma nello stesso tempo anche desideroso di liberarsi dalla stretta mortale della “lobby”. Quanto a Berlusconi, il suo filoisraelismo è plateale e sbandierato ad ogni occasione, ben saldo anche nella composizione della compagine governativa di centrodestra. Cosa che spinge Odifreddi a compiere la sua eroica scelta antisionista attaccando la Gelmini (ma sulla riforma universitaria Giorgio Israel ha detto cose sagge) e collaborando con

Il fatto di Travaglio e Colombo, che più filoisraeliani non si può. Ma le contraddizioni non sono solo del matematico e della sinistra finta antisionista, ma anche, all’opposto, del centrodestra: perché, nonostante l’Afghanistan, nonostante il non riconoscimento di Hamas, ci sono altri capitoli del programma del governo di centrodestra che, commisti al decisionismo del leader del PDL, spaventano molto i poteri forti internazionali: l’alleato Gheddafi, assolutamente necessario per bloccare i flussi migratori senza regole in Italia, è sicuramente – nonostante le belle parole terzomondiste e anticolonialiste con cui il premier italiano ha commentato l’accordo con Tripoli di 14 mesi fa – molto scomodo, viste certe denunce forti del leader libico contro Israele, l’ONU e la sua in-giustizia internazionale. Di più e più dirompente, l’opzione nucleare è una sfida non solo all’immobilismo interno ammantato di bucolicismo ecologista, ma anche agli equilibri mediterranei. Certo l’Italia non è l’Iran, ma imboccata la strada dell’energia atomica, le iniziali opzioni possono anche mutare o quanto meno essere percepite come mutabili da chi è ossessionato dal monopolio strategico nel settore. Per il nucleare (anche per il nucleare) morì molto probabilmente Mattei. Infine, per toccare un altro fronte, la manovella aquilana di Tremonti, il meccanismo che ha messo in moto l’attacco ai paradisi fiscali e all’anarchia destabilizzatrice del grande capitale speculativo transnazionale – un avvio che che spiega la ragionevolezza, con tutte le sue contraddizioni, dello scudo fiscale – rischia di incrinare la dittatura finanziaria non solo sull’economia – le questioni cruciali del signoraggio, dello strapotere bancario e appunto dei paradisi fiscali -
ma persino sul ceto politico del “mondo libero”: perché quel sta procedendo, sia pure attraverso l’insopportabile mediazione dei “grandi” del mondo (la cui “autonomizzazione” non esaurisce certo il problema) è la possibile liberazione della Politica dalla sua schiavizzazione ad opera del mondo finanziario e dunque massmediatico.

La rabbiosa reazione – cadenzata a suon di mignotte e di domande diffamatorie – di Repubblica contro Berlusconi e Tremonti rappresenta appunto questo: non si tratta solo o tanto di invidia personale fra i due big del capitalismo italiano (il “fallito” De Benedetti contro il vincente Berlusconi) quanto della certezza che il centrodestra non si comporterà mai, sotto la guida del suo attuale premier, come il cagnolino addomesticato del centrosinistra postbipolare, istruito giorno per giorno dagli spocchiosi e minacciosi editoriali di Scalfari. In Italia è Repubblica a giocare, peraltro fin dai tempi del PCI di Berlinguer, Napolitano e Cossutta e delle micidiali campagne polacca e afghana, questo ruolo antidemocratico che svuota le istituzioni repubblicane e il voto popolare della loro legittimità e sacralità costituzionale: all’estero, lo stesso ruolo è svolto oggi dai media cugini, dall’Economist al Times dalla Frankfurter Allegmeine al New York Times, da El Pais a Sky di Murdoch. Il vero impero massmediatico del nostro secolo, altro che Mediaset: l’impero che aggredisce giorno dopo giorno non solo l’Italia di Berlusconi ma anche l’Iran di Ahmedinejad, dipingendolo come una dittatura integralista e feroce, conciostesso creando il terreno – come nel 2001-2003 nei confronti dell’Iraq, e nel 1999 contro la Jugoslavia – per un suo rovesciamento o dall’interno o dall’esterno.

E’ troppo presto per fare di questa coincidenza il punto focale per capire una situazione molto complessa, proponendo conclusioni affrettate: tanto più che, a fronte di certe possibili direttrici “neomatteiane” dell’ENI con cui il centrodestra mostra una sintonia forte, o a fronte del ben diverso atteggiamento nei confronti della Russia di Putin (un paese odiato dalla solita lobby mediatica internazionale, tanto quando l’Iran) la stampa berlusconiana usa esattamente gli stessi clichet quando scrive di Medio Oriente, con toni troppo accesi e netti per poter cercare di leggere “fra le righe” un comportamento solo tattico (un tatticismo che peraltro, se fosse tale, rischierebbe di trasformarsi in un boomerang: un po’ come la scelta di Craxi e Andreotti di partecipare alla guerra d’Iraq del 1991, in controtendenza con lo spirito di Sigonella). Tuttavia, lo svolgersi degli avvenimenti nei due paesi merita anche in futuro un’attenzione comparata per cercare di comprendere quel che accade: in Iran se la campagna internazionale cui è sottoposto il governo di Teheran non ripeta nei meccanismi profondi della disinformazione (prendere un episodio condannabile e amplificarlo a “simbolo” della perfidia del regime) quella contro l’Italia; e in Italia, quali delle componenti della politica internazionale del nostro paese – se quella puramente diplomatica, quella ideologica, o quella “strutturale” intracapitalistica – costituisca alla fine la pietra miliare su cui elaborare una corretta analisi e eventualmente – per chi ne avesse voglia e coraggio – un agire politico diverso.

Claudio Moffa
Fonte: www.claudiomoffa.it/
Link: http://www.claudiomoffa.it/pdf/iduecomplotti.pdf
19.10.2009


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mazzi
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E ci risiamo a cercare di venderci il complotto ai danni del Cav.

Questa volta l'abbinata vincente (si fa per dire) e' il presidente iraniano, la forcheri aveva usato Barnard... il succo del copione rimane comunque piu' o meno lo stesso. Vittime reali in parallelo alla vittima immaginaria - mica poi tanto scema la trovata.

Pero' che noia! uno si aspetterebbe un po' piu' immaginazione dagli strapagati spin doctors del caimano... si daccordo, alla lunga funziona, dagli e dagli diventa mantra.
Chissa' che insistendo un bel giorno il Cav dallo squallidone che e' mi diventa una cosa a meta' tra Skywalker e la piccola vedetta lombarda.

E allora ripetiamolo: NON HA SENSO UNA COSPIRAZIONE AI DANNI DI CHI NON HA UNO STRACCIO DI PRINCIPI. UNO COSI' LO SI COMPRA - soldi, peppa o potere, scegliete voi.


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Aldebaran
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Basta, basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non se ne può più di questa panzana dei complotti contro berlusconi!!!!!!!!!!!!!!


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Anonymous
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basta voi due cazzo,
ma dove avete maisentito dai giornali ufficiali o da un solo politico del PDL
che si tratta di un complotto oltreoceano?Non lo dicono mai per paura che il padrone(d'oltroceano)si incazzi... si limitano ad incolpare la sinistra italiani come aizzatrice di giornali stranieri...il che è ridicolo ma più di questo non possono dire..
E voi dite ,basta con la storia del complotto internazionale come se fosse detto da ogni tv o giornale o parlamentare PDL non ve ne è uno ma dico uno...solo qui su cdc o su altri siti di controinformazione..
quindi dire basta mi pare veramente che voi due stiate esagerando...

se siete cosi' fessi da credere che 4 mesi di puttane su alcuni giornali siano solo per vendere copie,vi manca qualche neurone..
se siete cosi 'faziosi da credere che i principali giornali inglesi ed anche USA
(spesso portavoce della finanza internazionale) dicano ad un presidente del consiglio che rappresenta l'Italia(ehi voi due non dimenticatelo!) quindi in quel momento non è Berlusconi ma è l'Italia,che fa schifo che si deve dimettere...
anche io vorrei dirlo ad Obama o Brown e se un solo giornale italiano lo facesse ci sarebbe il finimondo...
ma gli stranieri possono farlo...

questo quando lo capiree voi?In una prossima vita?manco...

Ve lo ripeto anche a voi che ancora non ci arrivate..
berlusconi senza il consenso USA non sarebbe mai diventato politicamente quello che è
è stato utile per sostituire la prima repubblica perchè era diventata troppo filoaraba (e con interessi energetici che ostacolavano i piani energetici e petroliferi dell'impero)e prima con Moro e Mattei poi con craxi rappresentava un ostacolo all'imperialismo perchè voleva autodeterminarsi e ciò non era previsto per stati colonia che hanno perso la seconda guerra mondiale(come non è previsto ad oggi per Giappone e Germania,la Francia almeno prima del sionista Sarko aveva molte più libertà ma non aveva perso la guerra!)

ma poi ha accentrato su di se troppo potere(che non ha eguali al mondo per un premier!) e conduce una politica che insegue proprii fini non allineati a quelli dell'impero cosi' come la politica estera-energetica con Libia,Iran,Siria,Venezuela,Algeria,RUSSIA,tutti definiti stati canaglia o giù di li... e quindi divenuto un vero ostacolo..

ovvio che non abbia la lucidità di un Ahmadinejad di un Putin di un Chavez..naviga a vista in maniera opportunistica...ma quanto basta perchè sia ritenuto non più utile all'impero e quindi vada rimosso...

Ovviamente gli USA non farebbero mai salire al potere una persona onesta...altrimenti poi come lo togli?Sei costretto a minacciarlo e magari ucciderlo come hanno fatto con Moro ( http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Galloni:-quando-Kissinger-minacci%C3%B2-Moro/1608308 )o Mattei meglio mettere un corrotto o chi ha scheletri nell'armadio per poi ricattarlo o sputtanarlo...(era la tecnica usata da Hoover del FBI)

Quindi ovvio che Berlusconi ne abbia di scheletri o di corruttele gli USA non si sono mai formalizzati altrimenti non avrebbero appoggiato fior di dittatori come Suarto e lo stesso Saddam,finchè gli era utile,poi lo hanno rimosso con la forza il primo,con scandali il secondo...
Ovvio per che Berlusconi sia lui stesso un potere forte..(Altrimenti lo avrebbero già rimosso)per l'enorme potere mediatico ed economico(che permette anche di comprare persone) quindi nessuno lo può definire un agnellino vittima innocente cosi' come Ahmadinejad non è un angioletto
cosi' come Putin non è un angioletto anzi ad occhio e croce sono implacabili contro gli oppositori(soprattutto se al soldo degl istranieri)e non si fanno problemi a sopprimerli...
nessuno che ha il coraggio di opporsi all'impero può essere un pacifista o un buono,non avrebbe chance..

ma come è ovvio che si Berlusconi è un 'caimano' è altrettanto ovvio che il caimano si sta rompendo i denti contro l'offensiva non condotta da un ridicolo PD che perde consenso ad ogni elezioni o dall'IDV o da due giornali ma bensi' dagli USA-UK-Israele...

Anche l'ultima semipanzana che siccome gli italiani pagavano i talebani(chi non lo fa Bush li invitava alla casabianca e foraggi di armi e soldi ogni etnia pur di ottenere qualche vittoria immediata per avere consenso negli USA)allora sono responsabili della morte dei 10francesi..
fa capire che il complotto internazionale c'è...
Sarkozy per adesso non ha ripreso la palla servitagli dagli USA ma potrebbe farlo...
Karzai ha smentito tutto e detto che sono panzane...
anche per questo e per aver deplorato gli attacchi sui civili degli USA,Karzai (che è corrotto presumibilmente come è presumibilmente corrotto il nostro o Abdullah Abdullah) verrò con tuttaprobabilità e con una buona dose di brogli ,rimosso...

Gli USA non cercano la persona onesta ,ma il corrotto o il corruttibile che però è favorevole alla loro geoplitica,lo mettono li e finchè gli sta bene ce lo lasciano...poi se non va più ,lo rimuovono con i metodi a loro disposizione..che partono col soft e usano ''character distruction'' fino alla eliminazione fisica''

ciao


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mazzi
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E perche' non dovrebbero volerlo piu'?
Che tutto d'un tratto non e' piu' ne' corrotto, ne' corruttibile?

Se fosse come dici tu, al contrario se lo dovrebbero tenere caro. E dove lo trovano un altro come lui?


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Anonymous
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il nyt, (foglio ufficiale della casa bianca)arrivare a scrivere che l'Italia paga i talebani e si è accordata con loro,nonostante qualche settimana fa sono morti nostri soldati proprio a causa di un kamikaze talebano. al limite ci può anche stare..

però ARRIVARE A SCRIVERE CHE A CAUSA DI QUESTO(pagare i talebani per evitare attacchi) sono poi morti 10 soldati francesi perché non sapevano che gli italiani si erano accordati.....
in SOSTANZA METTERCI IN CATTIVA LUCE AL COSPETO INTERNAZIONALE COME INFAMI--

se non è complotto questo..che altro è?

e addirittura sempre il nyt ha scritto che nell'accordo eni gazprom per il southstream berlusconi avrebbe interessi personali diretti come se fosse un petroliere qualsiasi..)notizia questa ripresa naturalmente solo dal solito travaglio e da nessun altro poiché è una boiata pazzesca).

se non è complotto questo..

....ma perché GLI ITALIANI SONO COSì COGLIONI E PECORE?
....

non dico di difender berlusconi..ci mancherebbe..
MA NON RENDERSI CONTO CHE CHI LO ATTACCA è 1000 VOLTE PEGGIO DI BERLUSCONI...


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