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Antonio Gramsci ed il PCI


pietroancona
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Gramsci ed il PCI

Rifletto su Gramsci sul suo lascito politico e mi domando perchè è la citazione preferita dei comunisti che ne richiamano il pensiero quando affrontano questioni cruciali del nostro tempo.
Credo che la ragione, la causa di tanta attualità del suo pensiero, sia dovuta alla sua eresia. Gramsci, fondatore del PCI, era un eretico e come tale fu trattato dal suo Partito, dalla tenebrosa e possente organizzazione del comunismo internazionale. Il comintern dove Togliatti era dirigente di rilievo ne ignorava il pensiero ma lo teneva sotto controllo. L'atteggiamento dei comunisti verso di lui fu come quello della Chiesa nei confronti di
pensatori eretici e poi finiti sul rogo o comunque discriminati ed isolati. Gramsci non condivise l'atteggiamento assunto dalla terza internazionale nei confronti della socialdemocrazia definita socialfascismo e da combattere ancora più duramente dei nemici di classe perchè, come diceva Togliatti, bisogna "tagliare l'erba del nostro vicino". Per quanto non sapesse molto di quanto succedeva in Unione Sovietica certamente era allarmato dei segni di una degenerazione verso il totalitarismo di Stato.
Credo che il comunismo gramsciano finisca con lui. Il PCI è un'altra cosa. Il PCI è stata forgiato dal togliattismo frutto lungamente maturato negli uffici del comintern e dell'URSS. La commistione tra interessi statali, di potenza con quelli di partito è fortissima. L'idea che gli interessi del Partito siano da anteporre a quelli della classe lavoratrice e, se del caso, dello stesso socialismo che è alla base della dottrina togliattiana non sarebbe mai stata condivisa da Gramsci. Gramsci avrebbe sempre preposto
gli interessi dei lavoratori e del socialismo a quelli del Partito. Inoltre la sua idea del Partito non era esattamente quella di Togliatti e dei suoi successori. Questo lo deduco dalla lettura di Ordine Nuovo
e dai Quaderni del Carcere. La struttura cardinalizia del PCI, la sua cultura sapienziale paragonabile a quella dei gesuiti, il "centralismo democratico", la disciplina ferrea, non sarebbero mai state accettati
dal nostro pensatore che non cessava mai di pensare e di correggersi. Gramsci non avrebbe votato la radiazione del gruppo del "Manifesto" come fece Ingrao.
Il PCI isolò Gramsci in galera. Forse il silenzio dei suoi compagni che non gli rivolgevano la parola per paura di compromettersi con il partito fu la cosa più dolorosa della sua lunga detenzione. Credo che anche suoi parenti come la cognata Titiana furono usati dal Partito e dal Comintern per monitorarne continuamente il pensiero. La storia dei rapporti di Gramsci con la sua famiglia andrebbe tutta riscritta. Anche il destino dei suoi figli è degno di approfondimento e non è soltanto una faccenda privata.
Dubito molto che Gramsci avrebbe condiviso il duplice strappo di Berlinguer (non si può governare con il 51 per cento e l'adesione alla Nato del cui ombrello si sentiva protetto). Dubito che avrebbe condiviso la Bolognina e la deidentificazione del comunismo italiano. Il suo comunismo era frutto originale della cultura del socialismo italiano e non avrebbe avuto bisogno dei pentimenti e dei "mi vergogno" dei Veltroni...
Pietro Ancona


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radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
 

E' innegabile, contrariamente a quello che amano pensare in tanti, che i difetti "consociativi" del Pci nascono da quelle scelte fatte a cavallo della fine della guerra.

Gramsci, come dice Pietro, era certamente un'altra cosa ma credo invece ci sia una sostanziale continuità tra il Togliatti dei governi di unità nazionale del dopoguerra, che amnistia i fascisti e che invita gli operai ai sacrifici normativi e salariali e, ad esempio, Berlinguer e la linea del compromesso storico e quella ancora dei sacrifici ( Eur) degli anni settanta.

E, in fondo in fondo, checchè se ne dica, anche la scelta funesta e sostanzialmente suicida del Pds - Ds - PD è si una involuzione ma dello stesso segno .... non è quindi che il Pci ha smesso di essere comunista con Occhetto e la Bolognina .... invece molto probabilmente ha già smesso di esserlo durante la dittatura fascista, nelle discussioni un pò aberranti all’Hotel Lux di Mosca dopo le quali "spariva" spesso qualche compagno esule, nella cosiddetta "svolta di Salerno" ecc. ecc. ecc.

Prova ne sia che molti dei difetti stalinian/togliattian/ belingueriani se li è portati dietro pure Rifondazione che la svolta occhettiana della Bolognina aveva invece rifiutato ...

E che proprio intorno a quei difetti è riuscita a costruire il cappio che l’ha impiccata ...

K.

da Bellaciao.org/it


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radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
 

Fu una scelta precisa, certo presa a Mosca in seguito agli accordi di Yalta, quella di evitare come la peste di rischiare di andare al potere in Italia ...

Si può dire, a differenza degli alleati socialisti, che il Pci fece di tutto per perdere le elezioni del 1948 ...

Ma fu una scelta precisa anche quella di non contrastare minimamente lo strapotere clericale, dal mantenimento del Concordato fatto dai fascisti col Vaticano ( in Italia si ebbe il divorzio solo nel 1970 !) a tutto il resto ... così come quella di non entrare troppo in contrasto con la grande industria italiana, prima di tutto la Fiat .....

C’erano alternative ? Francamente non lo so ... ma certo quello di Togliatti non era un partito comunista, era un’altra cosa ....

Al massimo un buon partito socialdemocratico che tendeva gradualmente a conquistare, credendo ingenuamente in uno sviluppo economico inarrestabile, qualche diritto sociale per i lavoratori ... ma che però manteneva, in senso stalinista, una autoritarismo di fondo rispetto ai dissensi interni e a quelli alla propria sinistra ....

Comunque, roba veramente figlia di quell’epoca e di quell’Italietta contadina, semianalfabeta ed in via di industrializzazione .... e che indubbiamente aveva ben poco a che spartire , al di là dell’iconografia ufficiale del Partito, con Antonio Gramsci e con la sua visione rivoluzionaria dei rapporti sociali e di un "comunismo" non dipendente da Mosca e dalla "geopolitica" che lì, di volta in volta e con contorsionismi allucinanti ( si pensi al patto Hitler-Stalin di qualche anno prima), si riteneva di praticare ....

K.

sempre da bellaciao.org/it


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AndFinallyWillBeZeitgeist
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Registrato: 2 anni fa
Post: 178
 

L’eclissi del movimento operaio coincide con l’eclissi della politica (che contrariamente a quanto dicono ex-fascisti ed ex-pciisti non ebbe mai il primato sulla vita economica e più in generale su quella materiale) sia in campo borghese con lo smembramento della rappresentanza e la riduzione a funzioni tecnico-amministrative di supervisione di scelte compiute altrove a livello nazionale come a livello sovranazionale, sia nel campo degli oppressi, che hanno percepito da tempo l’inutilità di qualsivoglia partecipazione alla vita politica complessivamente intesa (altro che crisi della militanza!) visto che la loro emancipazione dentro la forma capitale è stata sommariamente raggiunta ................ Anche l'ideologia che fa capo al PCI è deceduta ......... Korsch lo ha scoperto nell'immediato secondo dopoguerra: AVEVA, CON LE SUE DIECI TESI SUL MARXISMO, CHIARITO I TERMINI DELLA QUESTIONE ............... Per giungere a quell’appunto però Korsch era dovuto passare attraverso tutte le peregrinazioni dei movimenti rivoluzionari della prima metà del secolo e la sua eresia era stata certificata, non dai CARC e neppure da qualche intellettuale organico di un partito comunista del secondo dopoguerra, ma dalla Presidenza del Comintern NON ANCORA STALINIZZATO nella persona del suo Presidente Zinov’ev ............. KORSCH GIUNGE QUINDI ALLA CONCLUSIONE DELL’ABBANDONO (NON SUPERAMENTO!) DEL MARXISMO NON ATTRAVERSO UNA RIFLESSIONE ASTRATTA FATTA SU QUALCHE TAVOLINO O IN QUALCHE AULA UNIVERSITARIA MA DOPO DECENNI DI FUOCO DELLA STORIA MONDIALE IN CUI SPESSO È COINVOLTO IN PRIMA PERSONA ......... A noi resta Marx. Tuttavia Marx è imprescindibile ma non autosufficiente, né tanto meno esente da errori, limiti, aporie, contraddizioni. Tra tutti i marxismi si può preferire il maoismo per il suo tratto di "praticità" ............ Malgrado ciò, preferisco, nel gioco della torre, salvare Trotsky, Lenin e Bordiga dalle cui ceneri abbiamo avuto almeno Debord, James e Camatte.


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