Argentina: sotto l’...
 
Notifiche
Cancella tutti

Argentina: sotto l’Albero di Natale un altro default…


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Argentina: sotto l’Albero di Natale un altro default…E Grecia, Portogallo e Spagna potrebbero Seguire

Default o non default? Non guardate troppo alla Grecia, fate attenzione all’Argentina. Già, perché il Paese sudamericano il prossimo dicembre potrebbe fare bancarotta un’altra volta, un bel pacco da 24 miliardi di dollari di debito sotto l’albero di Natale. Nella tarda serata di mercoledì (ora statunitense) e alla vigilia del giorno del Ringraziamento, la Corte distrettuale di New York, nella persona del giudice Thomas Griesa, ha infatti respinto l’appello del governo argentino e dato ragione a un consorzio di hedge funds capitanato NML Capital – parte dell’aggressivissimo vulture fund Elliott Associates che negli anni Novanta trasportò di fronte ai giudici il Perù e guadagnò il 400% dalle sue detenzioni obbligazionarie – che si rifiutarono di aderire alla ristrutturazione dei debiti del Paese nel 2001.

Quindi, Buenos Aires dovrà pagare 1,3 miliardi di dollari entro il 15 dicembre, che la cosa gli piaccia o meno. Il problema è che proprio il mese prossimo l’Argentina dovrà già pagare 3,4 miliardi in totale a vari detentori dei bonds ristrutturati su regolari scadenze, il primo appuntamento – di piccola entità – è previsto già per il 2 dicembre.

Se però entro il 15 non verranno pagati i due hedge funds, si bloccheranno automaticamente tutti gli altri pagamenti regolari ai detentori post-swap e sarà molto probabilmente un nuovo default sovrano, uno scherzo da 24 miliardi di dollari per un Paese che già non naviga in buone acque economiche, come RC sta monitorando da tempo. Non a caso, sul mercato nelle ultime due settimane i grandi players hanno fatto scorpacciate di credit default swaps argentini, saliti a livelli tali da prospettare già oltre il 70% la possibilità di bancarotta. La storia si ripete ma questa sentenza rischia di creare un pesante precedente.

I “fondi locusta”, infatti, hanno comprato anche bonds greci denonimati in diritto britannico e non hanno aderito allo swap dello scorso marzo, Elliott Associates in testa ma anche la Dart Managemet, fondo domicialiato alle Cayman, che nel 1993 guadagnò il 600% dell’investimento grazie alla crisi in Brasile. Insomma, l’hold-out che ora potrebbe costare la ghirba all’Argentina, potrebbe costare molto caro anche alla vecchia Europa, visto che una sentenza simile sul debito greco significherebbe che o Atene paga in pieno i suoi obblighi – e quindi l’Ue sborsa, visto che in Grecia già oggi emettono debito a tre settimane per pagare le scadenze pregresse – oppure vengono bloccati tutti i pagamenti sul debito ristrutturato.

A quel punto il rischio sarebbe quello di un default disordinato, visto che i mercati massacrerebbero Atene nell’arco di un pomeriggio, mentre governanti e regolatori ci metterebbero una settimana solo per riunirsi. Liberia e Zambia ne sanno qualcosa, prese e trasportate senza troppe romanticherie davanti a corti londinesi e costrette a pagare per il debito acquistato a prezzo di saldo dai vulture funds, così come la Repubblica Democratica del Congo, spennata lo scorso 28 maggio dal fondo di Jersey denominato FG Hemisphere. La legge passata negli ultimi giorni del governo guidato da Gordon Brown vieta infatti a vulture funds di usare le Corti inglesi come bancomat per fare profitto da detenzioni di vecchio debito per Paesi poveri ma questo non vale per le nazioni non definibili tali – la Grecia – o per nuovo debito.

Ad oggi, infatti, Atene ha preferito evitare i tribunali e pagare solo alcuni dei fondi consorziati dallo studio americano Bingham-McCutchen, tra cui proprio il Dart Management che si è portato a casa il 90% dei 436 milioni di euro di debito ellenico sotto legislazione straniera ma a dire no allo swap di marzo sono stati i detentori di oltre 6 miliardi di euro di debito greco.

E, guarda caso, da qualche giorno i rendimenti sui bonds greci stanno crollando, la gente quindi compra. Attenzione, poi, lo stesso Portogallo ha emesso un’alta percentuale del suo debito sotto legislazione britannica, qualcosa come oltre 25 miliardi di euro di bonds che potrebbero far scattare la “negative pledge”, ovvero l’obbligo del pagamento pari passu di quel debito anche in caso – non peregrino – di ristrutturazione del debito lusitano.

E ancora, una grande parte del debito regionale emesso dalle varie Generalitat spagnole è emesso sotto legislazione UK, come ad esempio il debito della Catalunya, la quale prima di chiedere il salvataggio all’odiata Madrid, ha avuto la bella idea, per finanziarsi, di dar vita a un “Programma di emissione a medio termine in euro” da 9 miliardi di euro con governing law del Regno Unito e negative pledge inserita nella condizione numero 5 del contratto. Insomma, oggi è l’Argentina. Domani, chissà…

Mauro Bottarelli
Fonte: www.rischiocalcolato.it
Link: http://www.rischiocalcolato.it/2012/11/argentina-sotto-lalbero-di-natale-un-altro-default-e-grecia-portogallo-e-spagna-potrebbero-seguire.html
22.11.2012


Citazione
Gattonerosso
Honorable Member Redazione
Registrato: 2 anni fa
Post: 718
 

Ma ben venga se l'Argentina fa un altro default!

Se la Kirchner paga quei 24 miliardi di dollari è fuori di testa!


RispondiCitazione
aNOnymo
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 37
 

Mi sembra ben poco per far fallire una nazione!


RispondiCitazione
AlbertoConti
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 1539
 

.... la Corte distrettuale di New York, nella persona del giudice Thomas Griesa, ha infatti respinto l’appello del governo argentino e dato ragione a un consorzio di hedge funds capitanato NML Capital – parte dell’aggressivissimo vulture fund Elliott Associates che negli anni Novanta trasportò di fronte ai giudici il Perù e guadagnò il 400% dalle sue detenzioni obbligazionarie – che si rifiutarono di aderire alla ristrutturazione dei debiti del Paese nel 2001.

Quel giudice che rappresenta il diritto anglosassone non rappresenta più nulla, come un pompiere incendiario non rappresenta più nulla nel momento stesso in cui viene scoperto. Sono ancora fortissimi, tengono ancora il mondo per le palle, ma sono divorati dall'interno e si stanno progressivamente svuotando da soli. Spiace solo vedere ancora isolata l'Argentina da questa parte di occidente già sotto scacco, cioè noi.


RispondiCitazione
Gattonerosso
Honorable Member Redazione
Registrato: 2 anni fa
Post: 718
 

Ma ve lo ricordate il giudice di New York che ha condannato, come corresponsabili per l'11 Settembre, sia Hezbollah sia Iran a risarcire un miliardo di dollari alle vittime?

Per la serie: insensibili allo sprezzo del ridicolo..


RispondiCitazione
mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

E' un pò impreciso l'articolo. Più che i Vulture sono CEDE e BoNY e i bondholders. E poi ha una serie di scadenze pesanti a Dicembre.
E rischio di default tecnico parziale c'è. Ma non è così benvenuto come qui commenta qualcuno. Nel mondo dei sogni forse, in quello reale sono altre limitazioni.
Ma a parte i cattivi che avevano sottoscritto le obbligazioni, gli stessi Argentini non sono così festanti, entusiasti e fiduciosi come qui molti dicono.
E basta solo ricordare che Juan Manuel Abal Medina, un Ministro, era intervenuto di fronte al Senato rispondendo al malcontento crescente per le forti restrizioni imposte ai privati per l’acquisto di Dollari dicendo:
“Porteremo avanti un processo di de-dollarizzazione. La moneta Argentina è il Peso, non il Dollaro, eppure siamo il secondo paese al mondo per circolazione di dollari con circa 1300$ per ogni abitante”

Che significa 55mld se è vero, ma significa anche che non hanno molta fiducia nei Pesos e si tengono i Dollari e anche che se li cambiano in Dollari al mercato nero.

Perchè il peso ufficiale è 4,80 per un dollaro, me se vuoi un dollaro veramente lo paghi 6.80-7 pesos, cioè il 40% in più ma si vede che nemmeno a quel prezzo gli Argentini li vendono i Dollari che hanno sotto il materasso.

Gli esportatori invece incassano i dollari tramite banca e sono obbligati per legge a cambiarli a 4.80 Pesos, cioè il cambio ufficiale.
Ma se quelli non corrispondono alla realtà si tratta di aver tagliato i ricavi in realtà. E questo peserà sui bilanci a lungo andare.

I cambi "per decreto" hanno sempre problemi se non corrispondono alla realtà. E alla fine il "decreto" poi fa i conti colla realtà


RispondiCitazione
reio
 reio
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 937
 

questo sembra interessante
http://www.voxeu.org/article/argentinas-latest-looming-crisis


RispondiCitazione
Condividi: