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Autorità religiosa: assenza o complicità?

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tania
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Primadellesabbie

Sono desolata , forse non mi spiego bene , ma se ti riferisci a questa affermazione

É compito della Tradizione, quando esista, o della Religione che ne surroga in parte le prerogative, di tracciare il quadro nel quale si possa svolgere la vita sociale e privata di ciascuno, e di indicare i limiti entro i quali si possa e si debba esercitare ogni forma di potere, in modo da dare una peculiare impronta anche ai rapporti sociali.

ribadisco la mia risposta .
Penso che privatamente tutti debbano essere liberi di portare avanti le proprie abitudini e la propria fede religiosa se vogliono . Ma le coordinate di senso della società devono essere dettate dal rispetto della dignità umana , dalla sua libera emancipazione in uguale dignità .


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Primadellesabbie
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@ tania

Da tempo immemorabile, per rendere possibile la vita in una società di uomini é necessario un terreno unificante, in orizzontale ed in verticale. A questo é servita, per migliaia di anni, la Tradizione, che é anche qualche cosa di più.

La Religione é un'emanazione moderna di questa, ha conservato (e forse poi perso o reso male, alcuni principi di quella)

A seguito di evoluzione o involuzione, o per qualsiasi altra causa, sono cambiate le finalità che la società si é data e cerca di raggiungere?

O si trova un surrogato efficace, o si conserva la Tradizione che ci ha fin li caratterizzato, diversamente la società si sgretola, inesorabilmente.

Quindi, secondo il mio punto di vista, se credi giusto quello che affermi e che condivido, devi trovare il modo di renderlo possibile nell'ambito della Tradizione che ci tiene insieme (o inventare un surrogato, che non é proprio un giochetto).

La divisione implicita in discussioni del tipo di quella qui sopra é in gran parte (in gran parte) determinata da questo nodo. Gli sviluppi sono poi, di volta in volta, a tema e 'ad personam' (qui, da un po', si sono messi in team).


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istwine
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Boh , non so se ho capito . Comunque ..

Si anche secondo me la categoria di progresso è per molti aspetti inservibile o comunque di complicata utilizzazione ( bisognerebbe prima fare lunghe premesse su cosa si intende : progresso della libera emancipazione umana in uguale dignità , progresso della ragione strumentale , progresso tecnico scientifico eccetera ) e appunto per questo non l’ho usata ; ho utilizzato reazionario non come contrario di progressista ( che poi secondo quest’ottica ci sarebbe anche conservatore , che non vuol dire certo reazionario , quindi anche se secondo te avessi seguito questa strada , l’impostazione manichea che mi attribuisci non mi sembra che abbia molto senso ) ma l’ho usato in senso lato se si può dire , nel senso di chi sostiene il radicamento della politica in un fondamento indisponibile che la precede come la Tradizione , la Religione , la Razza ( che oggi si dice Cultura o Identità ).

Si la scuola di Francoforte è eterogena , ma non è che “su certe cose non era mica tanto progressista” ; la categoria di progresso viene proprio dichiarata inservibile : Horkheimer in “Gli inizi della filosofia borghese della storia” oppure ancora di più Adorno e Horkheimer in “Dialettica dell’illuminismo” evidenziano proprio il contrasto , la tensione tra il progresso ( inteso come progresso della ragione strumentale e tecnico scientifico ) e il progresso inteso come libera emancipazione umana in uguale dignità . Infatti non ho scritto che la Scuola di Francoforte è progressista ( dovrei scrivere che è progressista in un senso , ma non in un altro , quindi conviene proprio non utilizzarla come categoria ) . Ho scritto che è antireazionaria , che mi sembra poi una banalità scontata ; in ogni caso se ci fossero dei dubbi : Neumann con “Behemoth .Struttura e pratica del nazionalsocialismo” ; Horkheimer con “Stato autoritario” ; Marcuse con “Davanti al nazismo” , Erich Fromm con “Fuga dalla libertà” eccetera

Non vedo perchè avrei dovuto tirar fuori Foucault o Deleuze se un utente mi chiede delle classi sociali in Marx . E non ho capito il discorso sulla visione sistemica , quella delle colonie , rozza per gli standard attuali ma per l’epoca molto raffinata ..

tania,

Wallerstein stringi stringi si inserisce nella corrente dei dependentistas, tipo Frank, Cardoso ecc. Quel tipo di analisi, centro-periferia, non è nuovo, questo ti sto dicendo. L'unica differenza è appunto l'auspicio del socialismo e la critica al capitalismo, ma la struttura su cui si basa, arriva sia dallo strutturalismo tipo Prebisch e Singer + analisi marxiste varie. Ma di nuovo non c'è nulla, quindi se tu mi dici che bisogna usare l'ottica del sistema mondo io ti dico che è roba vecchia, perché l'analisi si basa su un'idea di centro industriale e periferia agraria (o mineraria, ma comunque colonia), col primo che basa il suo sviluppo sul secondo. Ora, una versione ragionevole di quel tipo di analisi la trovi pari pari 300 anni fa, se non 400 (Thomas Mun, Antonio Serra ecc). La versione dependentista invece ha esasperato il ruolo delle colonie per lo sviluppo del centro, come se fosse tutto lì, ma non è vero, lo è in parte, e per certi aspetti soltanto. E in ogni caso la soluzione prevista ha poi avuto diversi problemi quando è stata messa in pratica, vedi il caso ad esempio di Nyerere in Tanzania.

Detto ciò, sulla scuola di Francoforte io ti avevo mostrato alcune stranezze del loro rapporto con Israele. Anche lì, decisamente eterogenea come situazione. Io un po' reazionari li vedo, ma vabbè.

Per il resto non capisco, mi spieghi cosa intendi per "fondamento indisponibile che la precede"? A parte quegli esempi dico.

Primadellesabbie,

Basta con ste cazzate del team, son le stesse sciocchezze che scriveva la giornalista. Uno scrive una cosa, l'altro fa domande. Se uno è onesto risponde, tu mi hai preso per il culo con la storia dello sbarco sulla luna.


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sankara
Honorable Member
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La versione dependentista invece ha esasperato il ruolo delle colonie per lo sviluppo del centro, come se fosse tutto lì, ma non è vero, lo è in parte, e per certi aspetti soltanto. E in ogni caso la soluzione prevista ha poi avuto diversi problemi quando è stata messa in pratica, vedi il caso ad esempio di Nyerere in Tanzania

Ti andrebbe di aggiungere qualcosa in più in merito, in particolare sulla Tanzania? Grazie


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tania
Honorable Member
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Wallerstein stringi stringi si inserisce nella corrente dei dependentistas, tipo Frank, Cardoso ecc. Quel tipo di analisi, centro-periferia, non è nuovo, questo ti sto dicendo. L'unica differenza è appunto l'auspicio del socialismo e la critica al capitalismo, ma la struttura su cui si basa, arriva sia dallo strutturalismo tipo Prebisch e Singer + analisi marxiste varie. Ma di nuovo non c'è nulla, quindi se tu mi dici che bisogna usare l'ottica del sistema mondo io ti dico che è roba vecchia, perché l'analisi si basa su un'idea di centro industriale e periferia agraria (o mineraria, ma comunque colonia), col primo che basa il suo sviluppo sul secondo. Ora, una versione ragionevole di quel tipo di analisi la trovi pari pari 300 anni fa, se non 400 (Thomas Mun, Antonio Serra ecc). La versione dependentista invece ha esasperato il ruolo delle colonie per lo sviluppo del centro, come se fosse tutto lì, ma non è vero, lo è in parte, e per certi aspetti soltanto. E in ogni caso la soluzione prevista ha poi avuto diversi problemi quando è stata messa in pratica, vedi il caso ad esempio di Nyerere in Tanzania.

Ma i teorici del Sistema Mondo non trattano del rapporto tra stati . Gli stati se mai vengono trattati come un epifenomeno del Sistema Mondo , come una conseguenza della divisione assiale del lavoro all’interno dell’economia mondo . Sono costretta quindi a farti delle domande ( perché non conosco gli autori che hai nominato , quindi non riesco a seguire il filo conduttore del tuo ragionamento )
In Prebisch , quando denuncia lo scambio ineguale , il “centro” e la “periferia” sono Stati nazione ( la metropoli e la colonia diciamo ) o sbaglio ? Cioè l’unità d’analisi di Prebisch sono ancora gli Stati nazione ? Se è così , Prebisch ( stesso ragionamento si può fare per i dependistas ) cosa c’entra con il Sistema Mondo à la Wallerstein ? E quindi non riesco nemmeno a seguire il collegamento Wallerstein-dependistas-socialismo africano alla Nyerere

Detto ciò, sulla scuola di Francoforte io ti avevo mostrato alcune stranezze del loro rapporto con Israele. Anche lì, decisamente eterogenea come situazione. Io un po' reazionari li vedo, ma vabbè.

Mi mostri Marcuse che in un’intervista usa l’espressione “stato ebraico” e per questo non solo Marcuse , ma tutta la scuola di Francoforte diventerebbe “un po’ reazionaria” ? E’ questo il senso del tuo ragionamento ?

Per il resto non capisco, mi spieghi cosa intendi per "fondamento indisponibile che la precede"? A parte quegli esempi dico.

vuol dire che è un fondamento regolatore , cioè che è indisponibile alla critica della ragione umana , pena il crollo dell’ordine . Quindi “a parte quegli esempi” mica tanto però , se stiamo discutendo delle idee politiche reazionarie : perché vuol dire che c’è un disordine che si mostra , si accetta ( e si alimenta ) , considerato immanente e insuperabile ( condizione sine qua non per l’esistenza delle idee reazionarie ) . E si innalza un fondamento escludente che annulla il soggetto libero e uguale ( che ebbe principio dalle rivoluzioni di fine Settecento ) : come nell’idea di Giustizia medievale , fondata sull’auctoritas cristiana , che fissava l’ordine dell’essere .


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