Aveva ragione Malth...
 
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Aveva ragione Malthus, ma non si può dire.

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Georgejefferson
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Grazie.A me quello che fa incazzare,al di la di Malthus,e penso anche a tanti in buona fede,E'l'ottica della poverta come "inevitabile".."per destino".."da che mondo e'mondo".."giusto"(ti assicuro che in tanti lo pensano)

come giustificazione spiccia a lavarsi la coscenza.Ma dovrei argomentare meglio e volevo farlo ma ancora non ho avuto voglia/tempo.
Non so se comprendi detto cosi cosa intendo.
E Malthus preso come giustificazione teorica a quelle puttanate mistificandone il messaggio.


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mincuo
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[quote="Georgejefferson"]

mildareveno ha detto...

Non mi è simpatico Malthus, anche perché era contrario alla contraccezione, però quelle citazioni mi insospettiscono. Ho dato un'occhiata al suo saggio e non le ho trovate.

Mi potresti citare quei brani in lingua originale o almeno dirmi in quale capitolo sono?
11 febbraio 2009 12:31
mildareveno ha detto...

Ho verificato che le citazioni di Malthus sono vere. Si trovano nell'ultima edizione dell'opera (libro 4, capitolo 5).

Leggendo i 2 comm.sembrerebbe in buona fede.
Mi chiedo,se dice la verita(cioe che ha visto il libro)..

Non tantissimo in buona fede, se leggevi il link che ti avevo messo.
http://curi.us/1561


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mincuo
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Grazie.A me quello che fa incazzare,al di la di Malthus,e penso anche a tanti in buona fede,E'l'ottica della poverta come "inevitabile".."per destino".."da che mondo e'mondo".."giusto"(ti assicuro che in tanti lo pensano)

come giustificazione spiccia a lavarsi la coscenza.Ma dovrei argomentare meglio e volevo farlo ma ancora non ho avuto voglia/tempo.
Non so se comprendi detto cosi cosa intendo.
E Malthus preso come giustificazione teorica a quelle puttanate mistificandone il messaggio.

Per Malthus non era inevitabile.
Comunque il suo pensiero era questo: che tecnologia ed economia hanno una crescita abbastanza lineare mentre la popolazione mostrava segni di averla esponenziale.
Lui vedeva nella tecnologia una grande opportunità per gli uomini, ma solo se l'economia cresceva più veloce della popolazione, e allora la popolazione ne avrebbe tratto sempre più benefici. Viceversa vedeva un pericolo.
Ma Industriali, Partiti e Chiese avevano l'interesse esattamente contrario.
Tanti consumatori e tanta manodopera a basso costo per gli uni, tanti militanti per gli altri, e tanti fedeli per gli altri ancora.
Per cui Malthus è divenuto il Demonio.
E lo hanno ripetuto continuamente che lui era un Demonio, inventando, ma eticamente e a fin di bene si intende, anche decine di citazioni false.
Gli intellettuali, i pedagoghi, servono a quello. I professori normali di scuola poi si formano sui libri scritti dai pedagoghi su Malthus, non leggendo Malthus, e poi lo insegnano. Quello dei pedagoghi.
E la gente impara quello. E non vorrà mica poi leggere il Demonio la gente, quello che dice quelle cose: Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l'acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane.

Agevolando il ritorno della peste....Non si sognerà mica di leggere uno simile spero....

(A parte che è un pò da bambini credere che uno, perfino se le pensa cose simili poi le scriva anche su un libro, ma la propaganda è tarata appunto su bambini di 9/10 anni, quindi significa che va bene percentualmente).

Comunque non le ha mai dette, anzi.

E chissenefrega se non le ha mai dette.

Tanto saranno in tre che lo sanno e uno solo che ha il coraggio di dirlo, e quello sarà sicuramente insultato a morte da tutti, perchè "lo sanno tutti".
E così imparerà la prossima volta a starsene zitto.


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fengtofu
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Bello scambio signori, quasi ad infinitum. Io non so quanto Malthus sia stato falsato, fatto sta che il suo assioma basilare, quello della progressione geometrica ed aritmetica di popolazione e produzione alimenti, è di una stupidaggine clamorosa, oppure è comunque in malafede, come si converrebbe ad un massone o congerie satanica consimile. Come si fa a pensare che i poveri si riproducano così, perchè gli piace il sesso non protetto, senza avere una base biologica ovvero il cibo??
Ogni specie vivente è preceduta dagli alimenti che la sostengono, senza cibo no riproduzione, no fenomeni. Un pensiero simile a quello di Malthus trova origine forse nell'altra grossolana imprecisone, il Cartesiano [i]Cogito ergo sum, come se il pensiero, di per sè un'astrazione immateriale,da solo potesse procreare la vita. Poveri intellettuali, vittime senza speranza del lro bel cervello dualista, e delle loro visioni cupe di borghesi già decadenti.


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mincuo
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Giusto Fengtofu. Avevo detto solo Demonio io, chiedo scusa.
Invece "massone o congerie satanica consimile"
Hai fatto bene a precisare.
Ma si capiva subito che l'hai studiato.


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sankara
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Infatti.Per questo trovero il libro.

Thomas Malthus, Saggio sui principi della popolazione, edizione inglese, 1798
http://www.esp.org/books/malthus/population/malthus.pdf


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MM
 MM
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Il cartesiano Cogito ergo sum non è mai stato verificato con metodo idoneo, in realtà, in effetti sarebbe stato più opportuno dichiarare Co-(g)-ito e-(r)-go sum, specialmente quando da riferirsi alla procreazione e particolarmente quando con il "pensare" si voglia intendere un atto di manifesta coscienza che vada al di là del semplice agitarsi dei neuroni.


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Santos-Dumont
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Se a qualcuno può interessare...
An Essay on the Principle of Population, liberamente scaricabile dal sito del Progetto Gutenberg: http://www.gutenberg.org/ebooks/4239
Oppure, versione a costo zero per Kindle: http://www.amazon.com/An-Essay-Principle-Population-ebook/dp/B0082XV0CY/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1359727901&sr=8-2&keywords=malthus
P.S. La versione Kindle è disponibile anche a partire dalla pagina del P. Gutenberg.


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cdcuser
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da John Maynard Keynes, che cito testuale, sul Marx economista: "Non ho trovato neanche una sola frase che abbia un qualche interesse per un essere umano dotato di ragione"

per caritá ognuno puó avere le proprie idee, anzi sarebbe piú appropriato dire "deve avere", ma per quel che mi riguarda, in merito a Keynes, io concordo con la visione del prof. Guglielmo Carchedi sulla correttezza dell'analisi di Marx e il fallimento di quella di Keynes e riporto quí di seguito 2 articoli in merito:

La finanziarizzazione come effetto della crisi.
Non confondere le conseguenze con le cause della crisi. La correttezza dell'analisi di Marx e il fallimento di quella di Keynes. Intervista a Guglielmo Carchedi.

Guglielmo Carchedi, è uno studioso marxista, professore di Economia Politica all’Università di York, Toronto (Canada) e per molti anni professore all'università di Amsterdam.
Nel dibattito sulla natura dell’attuale crisi del sistema capitalistico, non mancano neanche a sinistra interpretazioni volte a presentarla come il portato di un’eccessiva finanziarizzazione dell’economia. Personalmente mi sembrerebbe invece corretto leggere il ricorso alla finanza come effetto e non causa delle presenti difficoltà economiche?

Ha perfettamente ragione, la finanziarizzazione dell’economia è certamente l’effetto e non la causa dell’attuale crisi. Mi permetta però in apertura di avanzare dubbi anche sulla bontà del termine. Infatti, il costante utilizzo della parola finanziarizzazione sembra presupporre una mutazione quasi genetica nel sistema. Tuttavia la realtà è in questo caso assai meno complessa di come vogliamo immaginarla: l’attuale sistema tende infatti necessariamente verso la crisi attraverso dei cicli economici. La traslazione di ingenti risorse dalle attività direttamente produttive a quelle speculative (dove il tasso di profitto è maggiore, almeno fino a quando la bolla speculativa non scoppia) è quindi semmai il tentativo di arginare una decrescente redditività del capitale investito, dovuto in primis alla caduta tendenziale del saggio di profitto. Questa è a sua volta il portato dell’aumento di quella che Karl Marx chiamava la composizione organica del capitale, ovvero la riduzione del capitale variabile rispetto a quello costante, un fenomeno che deve essere considerato come l’effetto diretto delle innovazioni tecnologiche.

Simili letture non trovano però grande spazio sui principali media, spesso propensi a presentare l’attuale crisi come il portato di un debito pubblico eccessivo e di un allegra gestione della macchina statale da parte degli amministratori che si sono successi alla guida del Paese.

Quella che ho menzionato non è però l’unica interpretazione che cerca di affermare la bontà delle proprie riflessioni. Provando a semplificare un quadro certamente complesso possiamo sostenere come le teorie più rilevanti che tentano di fornire spiegazioni all’origine dell’attuale crisi siano sostanzialmente tre. La prima è quella che muove dalle riflessioni e dagli argomenti offerti dall’economista inglese John Maynard Keynes (1883-1946). In essenza, la cosiddetta teoria keynesiana individua l’origine della crisi nei salari eccessivamente bassi che determinerebbero una diminuzione nel potere d’acquisto delle classi lavoratrici e conseguenti difficoltà per i produttori nella vendita dei beni di consumo. Una siffatta situazione porterebbe quindi ad una riduzione dei profitti per i capitalisti, che di fronte ad una contrazione delle merci vendute risponderebbero con licenziamenti di massa. La spirale innescata, come semplice da capire, tenderebbe quindi ad auto-alimentarsi.

La seconda teoria è quella neoliberista. Spesso mi riferisco a questa attraverso un neologismo: definendola quindi come “austeriana”, da austerità. La visione qui proposta è opposta alla precedente e si fonda, semplificando molto, sul presupposto che le crisi sarebbero provocate da salari eccessivamente elevati e da conseguenti limitati profitti per le imprese.

Lei però non crede alla bontà di nessuna delle due ricostruzioni che ha appena richiamato…

Proprio così, visto che entrambe queste interpretazioni presentano delle gravi lacune teoriche. Consideriamo l’approccio Keynesiano (molto in voga nella sinistra) e esaminiamo la fetta di economia statunitense che produce valore e plus-valore. E’ possibile dimostrare come il tasso di profitto in questa sezione cada dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla metà degli anni ottanta, per poi risalire. Leggendo questo dato contemporaneamente al rapporto tra salari e profitti noi vediamo chiaramente che quando il tasso di profitto scende il rapporto tra salario e profitto sale (siamo qui nel periodo temporale che corre fino alla metà degli anni ottanta), mentre quando il tasso di profitto sale il rapporto tra salari e profitti scende (situazione verificatasi a partire dal 1986). Questa rappresenta quindi una supporto empirico della correttezza della teoria di Marx e del fallimento della teoria keynesiana. Naturale quindi che il fallimento di questa teoria nella spiegazione della crisi, determini anche una sua incapacità nel trovare adeguate soluzioni alla presenti difficoltà economiche. Esiste però una terza interpretazione…

Immagino che questa richiami le riflessioni del “barbuto uomo di Treviri”, oggi forse più di ieri incredibilmente attuale, sbaglio?

Direi proprio di no. Si tratta infatti della teoria di Karl Marx, che a differenza delle precedenti non si basa sul concetto di consumo e quindi di profitto, ma bensì sul tasso di profitto. La differenza, che ad un primo sguardo potrebbe apparire non eccessivamente rilevante, è in realtà di grande importanza, dato che Marx mette in relazione il profitto realizzato con il capitale investito. Proprio questo ci permette di constatare come a partire dalla seconda guerra mondiale ad oggi la tendenza di lungo periodo del tasso di profitto realizzato dai capitalisti americani sia calante (nonostante tale tasso sia prima calante e poi crescente nei due sub-periodi). Ciò è dimostrato da un numero crescente di recenti studi empirici, anche a livello mondiale. Sostanzialmente si tratta quindi di un movimento secolare del capitale, un fenomeno che spiega le ragioni per cui ci siano sempre meno profitti in relazione al capitale investito. Tutto questo rende quindi necessario per i capitalisti colpiti da una minor profittabilità, ricercare strade alternative verso le quali indirizzare il proprio capitale. La via maestra, anche se non l’unica, è così quella di investire nella speculazione e nella finanza, che sono quindi il sintomo di una crisi che ha in realtà radici lontane.

Mi scusi, ma in precedenza non ci aveva parlato di una crescita del tasso di profitto a partire dalla metà degli anni ottanta fino ad oggi? Ora invece ci dice che la tendenza riscontrata è quella ad una interrotta decrescita negli ultimi settant’anni. Non capisco, dove mi sono perso?

Non si preoccupi, è semplicemente caduto in un errore che sono soliti commettere anche molti economisti che più o meno direttamente si richiamano alla teoria marxista.

Provi ad essere più esplicito…

Spesso in materia si confonde tra tendenze e contro-tendenze. Così facendo non si riesce a comprendere come la crescita nel tasso di profitto riscontrata a partire dal 1986 sia in realtà il frutto di un aumento colossale del tasso di sfruttamento. Infatti, se noi teniamo costante questa variabile e calcoliamo nuovamente il saggio di profitto, noteremo come la produzione, la generazione e la realizzazione del plus-valore prodotto relativamente al capitale investito decresca costantemente.

* intervista realizzata a Firenze da “La Prospettiva.eu”
Fonte: http://www.controlacrisi.org/notizia/Economia/2012/12/18/29453-la-finanziarizzazione-come-effetto-della-crisi

Guglielmo Carchedi: Tasso di sfruttamento e tasso di profitto nei set
tori produttivi degli USA 1948-2010

Questo grafico riguarda il tasso dei profitti sui salari, o tasso di sfruttamento (P/S, la linea blu i cui valori si leggono sulla scala a sinistra) e il tasso di profitto (la linea rossa, i cui valori si leggono sulla scala destra) nei settori produttivi degli USA dal 1948 al 2010. Ora, la tesi sottoconsumista sostiene che le crisi sono causate dai bassi salari, dalla mancanza di domanda effettiva, e quindi dal sottoconsumo delle masse.

Ciò causerebbe una minore vendita e quindi una minore produzione di mezzi di consumo e poi di mezzi di produzione. il risultato sarebbe la caduta del tasso di profitto. in ultima istanza, schematizzando estremamente, bassi salari = bassi profitti = crisi; e alti salari = alti profitti = ripresa economica (la diagnosi e la cura del sottoconsumismo).

Orbene, dal 1950 al 1986 i salari aumentano relativamente ai profitti (il P/S diminuisce) ma il tasso di profitto cade invece di salire e nel periodo dal 1987 ad oggi i salari diminuiscono (il P/S aumenta) ma il tasso di profitto aumenta (invece di cadere).

Dunque: quando i salari aumentano (relativamente ai profitti) i profitti diminuiscono e vice versa, proprio come in Marx e non come nel sottoconsumismo.

Dati non corretti per l'inflazione

Dati corretti per l'inflazione


Fonte: http://www.areaglobale.org/index.php/it/m-formazione/critica-marxista-economia-politica/101-carchedi-tassi-salari-profitti


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Truman
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Thomas Malthus, Saggio sui principi della popolazione, edizione inglese, 1798
http://www.esp.org/books/malthus/population/malthus.pdf

Ottimo. Ho messo qualche riferimento su wikipedia.

Dal punto di vista letterario è un libro notevole, mi ricorda molto "Un modesto suggerimento" di Swift. Però Swift era satirico, mentre Malthus (o meglio il suo nick, J. Johnson) sembra prendersi sul serio. Tra i difetti anche una certa prolissità, che può annoiare.
Comunque notevole la parte finale dove "spiega" come i disastri naturali (epidemie, pesti) siano una conseguenza della volontà divina e della libertà lasciata agli umani. In pratica se i poveri non si decidono a schiattare senza fare figli, Dio li punirà con le sofferenze. Evidentemente i poveri se la sono cercata, perchè Dio ha predisposto le cose perchè i poveri non possano crescere.


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mincuo
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N.B. Io non sono un Keynesiano.
Ma questo qui.....
Basta solo la terminologia, uno si mette le mani nei capelli. Io divido i profitti, e quelli "finanziari" cosiddetti li escludo. E perchè?
Dopodichè parlo "dell'uomo di Treviri". Sono cose penose.
Basta prendere un dato semplicissimo, dico uno solo, tra i tanti, la quota di ricchezza mondiale negli anni, la sua concentrazione, un aumento costante, e nonostante una platea che si allarga sempre.

Il "saggio di profitto". Il calesse e la carrozza col tiro a 4.
A posto.
Infatti nemmeno iniziabile. 100 anni di processi di mergers & acquisitions, e pure "saggi di perdita" hanno fatto in settori cruciali per prendere quote di controllo. Cose neanche da credere. Neanche iniziare si può.
Io sono stato su terra terra, popolazione, e ho messo una frasetta di Keynes su Marx tanto per dare un po' di pepe.
Ma non mi sogno nemmeno qui. Va bene matto, ma c'è un limite. Ho già verificato su cambi, export, moneta, debito, "speculazione" "derivati" che pure mi ero sforzato di fare in modo semplicissimo.
Basta basta per l'amor del cielo.


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mincuo
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Un post così uno deve farlo qui, se no non sarebbe stato neanche da fare.

A un livello un po' buono una persona legge almeno 30 40 libri all'anno e guarda non più di 100-150 ore di TV.
Qualche evento sportivo, qualche notiziario, qualche film che gli interessa.
La media invece in Italia è sui 3 libri l'anno, e per la TV il 35% la guarda fino a 2 ore al giorno, il 40% da 2 a 4 ore e il 21% oltre 4 ore.
Mettiamo 3 ore di media sono 1000 ore all'anno.
Dopo solo 10 anni uno ha letto 400 libri e visto 1000 ore di TV, e quel che glli interessava, l'altro ha letto 30 libri e visto 10.000 ore di TV di indottrinamento
Non occorrono discorsi raffinati.
La TV distrugge completamente la capacità logica.

Come ho detto ancora poi nei libri di scuola o nei giornali alla gente non si da APPOSITAMENTE mai nessun contesto. E così la si alleva a sì/no bianco/nero cattivo/buono, 0 o 100. Cioè per forza a credere/non credere. Poi uno avrà quello/quelli di una parte a cui crede. Crede a tutto di quello, e quello invece a cui non crede, e non crede a niente dell'altro.
Fedeli/infedeli.
Anche inconsciamente.
Prendi Truman che ha fatto un commento sui poveri che hanno continuato a far figli. Ora lui deve aver capito che se si ascoltava un pò Malthus i poveri non avrebbero più dovuto fare dei figli. E questo è bianco / nero, cioè ideologico e risponde a Malthus = no figli. Malthus = sterminio, una cosa del genere. Va bene. Ma a parte ideologia e propaganda che lo hanno dipinto così, cosa altro c'è ancora? Che gli manca contesto.
Delle poche cose che a uno danno, accuratamente escludono sempre il contesto, in modo che non abbia riferimenti, contesti da associare, e gli si possa sempre raccontare una volta "buono" poi "cattivo", una volta "giusto" l'altra "sbagliato". Gli resta solo scegliere a chi credere, di chi fidarsi.
E lui crede di averli i riferimenti, di avere una logica, ma non li ha.
Prediamo questa dei poveri che hanno continuato a fare figli.
Oggi nel 2000 per mantenere una popolazione, cioè che non cali ma non cresca è necessario un tasso di fertilità pari a 2, cioè 2 figli.
Ma nel 1800 1900, con la vita media più corta, con mortalità infantile, con meno igiene, con le epidemie, senza determinati farmaci, il tasso di fertilità necessario era oltre 3 figli.
Solo per mantenere appena la popolazione, non per farla crescere.
Quindi se uno avesse avuto un minimo di contesto non avrebbe mai detto quello che ha detto sui poveri. Perchè si trattava di dire sviluppiamo una cultura che non vada troppo oltre i 3 figli di media, tutto qui.

Questo post mi interessava perchè si prestava a tante possibilità.
E perchè tante lampadine avrebbero potuto accendersi nel cervello.
Tantissimi sviluppi. Anche troppi. Ho tenuto una conferenza anni fa, a inviti.
Non era più finita da quanti temi poi ha comportato.
Sono dovuto stare lì ore.

Invece vedo che qui siamo stati su una frase, falsa, che avevo anche premesso che ne circolano, e cioè per stabilire se era cattivo.
Punto, basta, fine della corrente elettrica.

E dire che ci avevo aggiunto anche un pò di pepe apposta, con Marx trattato un pò male, visto il sito, pensando: alla peggio quello magari, in presunta contrapposizione, o vattelapesca, chissà, qualcosa verrà fuori, e da lì magari.....

Buio pesto.


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nuvolenelcielo
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@mincuo
il tuo post era breve, e la parte della falsificazione circa la metà...

chi non conosce già l'argomento bibliografico "Malthus" non è che possa commentare molto.
e non è che tu poni le cose in riferimento alla situazione odierna con un "da farsi oggi", non è chiaro.
hai delle idee/proposte sul tema della (eventuale) sovrappopolazione oggi?

l'unico commento inerente che posso fare è che la crescita della tecnologia non è lineare bensì esponenziale, molto più di quanto lo sia quella della popolazione, almeno nell'era successiva a quella di Malthus...


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mincuo
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@mincuo
il tuo post era breve, e la parte della falsificazione circa la metà...

chi non conosce già l'argomento bibliografico "Malthus" non è che possa commentare molto.
e non è che tu poni le cose in riferimento alla situazione odierna con un "da farsi oggi", non è chiaro.
hai delle idee/proposte sul tema della (eventuale) sovrappopolazione oggi?

l'unico commento inerente che posso fare è che la crescita della tecnologia non è lineare bensì esponenziale, molto più di quanto lo sia quella della popolazione, almeno nell'era successiva a quella di Malthus...

Esponenziale/lineare sta per popolazione economia, e risorse, non tecnologia, e però parli del 1800. Con le conoscenze del 1800. Una grande intuizione e il tentativo di sistematizzarla. E lega queste tre variabili: economia /popolazione/risorse. Indiscutibile se uno non è proprio malato di fanatismo e indottrinato come una scimmia, e fissato solo col buono/cattivo che altro non gli hanno ficcato in testa, e infatti poi gli stessi fanno 6.000 discussioni sul petrolio finito, sulla "decrescita felice", sul "modello sociale", "l'ambiente", e chi più ne ha più ne metta. La popolazione mai.
Non esiste. Nel 1800 1mld, nel 1900 raddoppiata, 2mld, nel 2000 più che triplicata, 7 mld. Ma quella non conta. Non consuma, non mangia, non esiste, è uguale. Mai nominata.
E se appena dici la parola "popolazione" scattano: "RAZZISTA" "NAZISTA".
Neanche uno proponesse qualcosa, solo dire che è una variabile, che era una variabile e che non era FINTA. E Malthus aveva ragione.
Anche un idiota lo capirebbe, non si tratta quindi di intelligenza, le persone lo sono, ma di indottrinamento e lui deve solo vedere buono/cattivo, è educato così, è automatico, non ha altra lettura possibile. E non gli viene in testa niente. Perchè gli hanno distrutto la logica e non ha contesto.
Dato che gli hanno inculcato "cattivo" in questo caso, ne consegue che la popolazione per lui non è una variabile. NON DEVE esserlo. Se no non va più bene. Perchè anche "cattivo" deve essere 100%. Non un pò, magari. 100%.
Come il Babau.
Questo è il processo inconscio.

Quanto ai temi sono tanti. Ma oggi siamo 7 miliardi, quindi il povero Malthus che c'entra lui? Pare che sia colpa sua.
Semmai c'entra chi non ha voluto vedere no? No, quelli sono nella casella "buoni". E il buono è 100%. Come nei telefilm. Quindi 7 miliardi va bene, anche 14. Perchè si possono sfamare, gli dicono. E lui ripete. Non si domanda se sia quello l'obiettivo di un progresso dell'uomo: "sfamarsi". Perchè?. Perchè gli hanno distrutto la logica. Non lo fa un ragionamento suo.

I temi sono tantissimi però sono temi: degli oggetti, e invece ognuno diventerebbe poi buono/cattivo. Il solito giro.

Prendi MPS. Io ho seguito un pò anche commenti.
La gente cosa sa? Niente. Sa che è colpa dei derivati. Tale Alexandria o Alexandre, gli danno pure il nome così uno ha pronta la "persona fisica cattiva". Il signor Derivato cattivo in carne e ossa.
Ma a cosa serviva come era fatto ecc.. zero. Il solito: niente contesto.
In compenso un sacco di balle: che era "occultato" dai bilanci, ma dove? Che era fatto per speculare, ma dove? Io ho provato pure a dire: era per coprire un buco. UN BUCO FATTO DALLA GESTIONE ORDINARIA, non dai derivati.
I derivati sono serviti a traslarlo.
Ma derivati = cattivi. 100%. E sono degli animaletti vivi con le zampette, e fanno tutto da soli.

Non ho trovato una riga decente. Oggi un amico mi dice, CAZZO c'è uno, almeno uno, che in due parole ha detto in TV una cosa semplice ma corretta e non una puttanata delle mille, e mi ha mandato un filmatino di due minuti.
In cui spiega facile, comprensibile. Un minimo di contesto.
http://www.serviziopubblico.it/2013/02/01/news/il_pollo_lo_stato_italiano.html?cat_id=26
Ma perchè controinformazione e informazione allora dicono un sacco di vaccate invece che una cosa semplice. Ma non ve lo domandate mai?

Qual'è il senso vero di MPS? Eccolo qui.
Banca d'Italia sapeva, il Tesoro sapeva, la CONSOB sapeva, ecc..
Sono UOMINI. HANNO RESPONSABILITA'
No la colpa è di Alexandria, UNA COSA, uno strumento.
il DERIVATO CATTIVO!!!!

E' la stessa storia di Malthus. E' sempre la stessa storia.


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nuvolenelcielo
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grazie per il link interessante

(quella di: "quando ti siedi al tavolo e non sai chi è il pollo, vuol dire che il pollo sei tu" è una frase originaria del mondo del poker).

---

comunque la guerra tra polarità del buono contro cattivo è il problema di tutto,
per questo le ideologie politiche e le religioni dovranno marcire tutte prima che si possa parlare liberamente di qualcosa,
e prima che si possa risolvere il problema dell'oligarchia perenne.

(e marciranno paradossalmente solo quando smetteremo di combatterle, perché non le alimenteremo più del loro pane quotidiano - buoni contro cattivi).

siamo in un mondo in cui lo sportivo ringrazia dio dopo una vittoria come se dio avesse fatto il tifo contro l'altra squadra...
quindi
non c'è da stupirsi se non si può parlare di sovrappopolazione o di petrolio o di derivati senza cadere in quella logica assolutistica da gregge e da slogan...

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a parte le intuizioni di Malthus, riguardo alla sovrappopolazione oggi, io non la vedo come un problema, o almeno non un problema prioritario su cui intervenire direttamente o duramente...
la crescita della popolazione notoriamente diminuisce (o si inverte) nelle zone ricche,
basterebbe ridistribuire la ricchezza in un modo diverso (non ideologico, tipo reddito di cittadinanza senza condizioni), per avere un freno e un riequlibrio nella riproduzione della specie.


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