Basta con la carità...
 
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Basta con la carità. (intervista a Dambisa Moyo)


Tao
 Tao
Illustrious Member
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«Ora basta con la carità, l'Africa è schiava degli aiuti»

Parla l'economista zambiana Dambisa Moyo, autrice di un best-seller che condanna la dipendenza del continente dai donatori occidentali.
È lucida e senza esitazioni Dambisa Moyo, economista africana autrice di Dead Aid uscito in Italia per Rizzoli con il titolo Quando la carità uccide. La sua tesi è tanto forte quanto ovvia, sostiene, il suo pensiero ruota intorno all'analisi attenta e documentata del fallimento del sistema degli aiuti allo sviluppo al continente africano, da non confondere con gli aiuti di emergenza, come quelli per calamità naturali ad Haiti o dopo lo tsunami.

Un pensiero che potrebbe rischiare di essere strumentalizzato da chi cerca un pretesto per tagliare tutti gli aiuti, che secondo la Moyo sono spesso causa di dipendenza economica e ulteriore povertà, oltre che complici di corruzione, guerre civili e regimi dispotici. Gli aiuti diventano un fattore importante della tragedia africana alimentando molti governanti con l'unico scopo di arricchirsi. La prova sta nel miliardo versato all'Africa dall'Occidente negli ultimi sessant'anni e che non ha dato grandi risultati. Moyo, nata e cresciuta in Zambia, ha un curriculum brillante: master ad Harvard, dottorato in Economia ad Oxford, per molti anni analista in Goldman Sachs. Il suo Dead Aid nel 2009 è entrato nella lista dei bestseller del New York Times. La domanda che si pone con insistenza è perché l'Africa non sia stata in grado di uscire da una condizione di povertà grave e cronica. Per Moyo la colpa è da individuare anche nell'elemosina che costringe il continente africano ad una «perenne adolescenza economica». Per questo lo invita a liberarsi dall'Occidente. L'abbiamo incontrata a Bologna ospite della rassegna Molteplicittà.

Com'è nato il suo interesse per l'economia e in particolare per il sistema degli aiuti?

Credo sia difficile crescere in Africa, aver visitato molti paesi nel mondo e non porsi la domanda «perché l'Africa è economicamente peggiore di tutti gli altri?». Ricordo molte chiacchierate fatte con la mia famiglia a proposito di economia e politica. L'economia è una questione di sopravvivenza per milioni di persone in tutto il continente ed è necessariamente qualcosa a cui interessarsi. Per molti in Occidente è una materia di cui non ci si occupa perché si vive una vita confortevole. In Africa fin dal mattino la gente lotta per portare il cibo in tavola; per questo l'economia è un elemento conduttore della vita di tutti i giorni. Ho viaggiato quasi in ogni continente, mi sento molto grata per questa opportunità, l'aspetto più interessante è stato andare in Asia, in America Latina, in alcuni paesi dell'Est Europa e vedere ciò che hanno fatto negli ultimi 30 anni, un tempo relativamente breve. Questo è stato fondamentale per formare il mio pensiero.

Perché l'Africa è così in difficoltà, diversamente da quanto accade in Cina o in altri paesi che sono riusciti a sollevarsi?

Si può spiegare con il ruolo che esercitano i governi. In tutto il continente la maggioranza dei presidenti sono inefficienti, hanno cattive politiche, non difendono gli interessi e i diritti della loro gente. Sembrano molto più concentrati nella loro crescita personale e nel riempire le proprie tasche e sfortunatamente il mondo tollera tutto questo che viene fatto a spese di centinaia di milioni di persone. In questo gli asiatici sono stati diversi, anche se in molti paesi dell'Asia la corruzione è alta, la gente investe ancora nelle proprie economie, cosa che non accade nel continente africano.

Nel libro si parla dell'ipotesi di tagliare gli aiuti all'Africa nell'arco dei prossimi cinque anni. Com'è possibile?

Non ho mai detto questo. Nel libro uso il condizionale «cosa accadrebbe se...» per stimolare una discussione sul tempo in cui l'Africa dovrà «svezzarsi» dal sistema degli aiuti. Non avrebbe senso tagliare gli aiuti a tutti i paesi africani. I paesi hanno raggiunto diversi livelli di sviluppo economico: l'Etiopia è diversa dallo Zambia e dal Ghana, un taglio drastico sarebbe insano. Non potrei mai immaginare una proposta simile che prevedesse di tagliare gli aiuti nel giro di soli cinque anni. Alcuni paesi hanno avuto incredibilmente successo nel farlo: Sudafrica e Botswana; in altri paesi la leadership è quasi sul punto di svezzarsi dal sistema degli aiuti come il Ruanda. È giusto parlare dello «svezzamento» dell'Africa dagli aiuti, ma è assurdo parlare di un programma da realizzare in cinque anni. Tuttavia c'è un'urgenza sempre maggiore che riguarda anche i paesi donatori: gli Stati uniti, l'Inghilterra e molti altri stati europei che non possono più affrontare lo sforzo di dare all'Africa altro denaro perché hanno seri problemi strutturali che riguarderanno le loro economie anche in futuro. Non ci sarà abbastanza denaro per mandare aiuti ai paesi africani.

La sua tesi sembra essere un po' controversa...

Non capisco cosa ci sia di controverso, penso sia ovvia. Tutto il resto del mondo sta operando sul modello che descrivo, ovvero finanziare programmi di sviluppo basati sulla combinazione di mercato, investimenti stranieri diretti ecc... È così che l'Italia, gli Stati uniti e la Cina sopravvivono, perché è così controverso per l'Africa usare lo stesso modello economico che ha generato successo? Non sono la prima a fare una critica al sistema degli aiuti, anche Peter Bauer, a cui ho dedicato il libro, sosteneva queste tesi già negli anni '50 oltre a Bill Easterly, grande economista americano autore di «White Man's Burden» che ha espresso il suo punto di vista.

Quali sono le soluzioni e le alternative a questo sistema?

Non chiedo all'Africa, agli africani o alle comunità internazionali di sviluppare un nuovo sistema. Ciò di cui ha bisogno l'Africa è copiare ciò che ha fatto il resto del mondo, incoraggiare una forte e responsabile relazione fra la gente e i governi. In questo senso gli aiuti creano una frattura fra i singoli cittadini e i governi, non ritenuti responsabili dalla gente locale. In quasi tutto il continente i politici al potere sanno che i paesi donatori danno aiuti all'Africa sebbene sappiano che i governi non si impegnano nel ridurre la povertà e per favorire la crescita. Il presidente Obama o Berlusconi o chiunque altro, sa che ha bisogno di avere il supporto degli elettori per essere in carica nel suo paese. Sfortunatamente un gran numero di persone nel mondo sviluppato crede si possa aiutare l'Africa solo attraverso gli aiuti, e questo è un problema. L'alternativa dovrebbe essere la microfinanza, il mercato, gli investimenti stranieri diretti, incentivare le tasse e le rimesse. Si tratta di copiare ciò che ha fatto il resto del mondo. Se non si vuole guardare al modello europeo e americano si può prendere come riferimento la Cina, l'India, la Russia, il Brasile. Come questi paesi hanno tirato 300 milioni di persone fuori dalla povertà? Non certo affidandosi agli aiuti.

Come potrebbe cambiare l'economia mondiale?

Credo ci siano molti problemi strutturali; sono stati fatti molti errori politici in merito al lavoro, all'accesso all'istruzione; ci sono molte questioni che i paesi occidentali in particolare devono trattare, necessari per trasformare le loro economie in declino.

Il suo libro ha avuto un qualche impatto su chi decide le politiche degli aiuti?

Ho trascorso molto tempo con rappresentanti dei paesi donatori, ministri dello sviluppo internazionale, ma anche con presidenti e politici di molti paesi africani. Molti governi riconoscono che il sistema degli aiuti non è sostenibile, così come i donatori sanno che a causa dei loro problemi economici non possono continuare a mantenere gli aiuti, ma la questione è: come spiegare agli elettori che quello degli aiuti non è il sistema giusto dopo che per 60 anni abbiamo convinto la gente che lo fosse?
Ha mai incontrato Bob Geldof e Bono Vox, promotori di grandi campagne umanitarie a favore dell'Africa come Live Aid?

Sì. Non discuto le loro motivazioni, ma non penso stiano offrendo una soluzione sostenibile e a lungo periodo. Finché non ci sarà una crescita economica in Africa tutte queste iniziative saranno soluzioni tampone.

Di cosa tratterà il suo prossimo libro?

How the West was Lost uscirà a gennaio e continua ad occuparsi del tema delle conseguenze involontarie, le cose che facciamo credendo giuste, ma le cui conseguenze non lo sono. Tratta di circa 50 anni di politiche in Europa e negli Stati uniti che hanno buone intenzioni, ma i cui risultati non lo sono affatto.

Linda Chiaramonte
Fonte: www.ilmanifesto.it
21.07.2010


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dana74
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Post: 14375
 

l'ipocrisia occidentale dei grandi nomi...

http://arte-cultura-recensioni.noiblogger.com/il-leader-degli-u2-bono-vox-scandalizza-lopinione-pubblica-inglese-e-solo-un-vecchio-ipocrita/

http://controcorrente83.blogspot.com/2010/02/bono-vox-siamo-sicuri-che-sia-per-la.html

questa donna è grandiosa, finalmente si sente denunciare gli aiuti che non sono aiuti ma catene per inchiodarli all'occidente


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Truman
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Post: 4113
 

... fallimento del sistema degli aiuti allo sviluppo al continente africano...

Non credo che il sistema degli aiuti dei paesi occidentali al continente africano abbia fallito. Anzi mi sembra sia riuscito in modo eccellente.
Solo che lo scopo vero era diverso da quello dichiarato. Si volevano mantenere schiave le ex-colonie, senza la fatica di un'occupazione militare. L'economia liberista e le organizzazioni internazionali hanno funzionato perfettamente nel loro ruolo reale di mantenere l'Africa in schiavitù.


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dana74
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Registrato: 2 anni fa
Post: 14375
 

esatto truman, gli aiuti sono la faccia buonista del marketing coloniale


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