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Berlusconi ? Niente paragoni con il Fascismo


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Riccardo Chiaberge è turbato dall’incubo di un paragone storico inquietante fra la situazione italiana di oggi e la situazione italiana alla vigilia delle elezioni dell’aprile 1924, che aprirono la strada al regime fascista illiberale e totalitario, come lo definirono alcuni amanti della libertà, che nessuno ascoltò. Nel suo blog dell’11 agosto, Chiaberge ha chiesto agli italiani di liberarlo dall’incubo, convincendolo che ha torto oppure dimostrandogli, soprattutto, che hanno imparato la lezione della storia e non ricadranno di nuovo nella trappola del 1924.

La lezione inesistente

Un grande storico disse due secoli fa che la storia dimostra che dalla storia gli uomini non imparano nulla. Un grande sociologo del secolo scorso scrisse che gli uomini fanno la storia ma non sanno che storia fanno. Nessuno ha finora dimostrato che gli italiani siano esseri umani speciali, perché sanno imparare la lezione della storia. Invece, è dimostrabile che in moltissimi italiani la capacità di oblio del passato è pari solo alla loro convinzione di essere sempre vittime di una storia fatta da istrioni ingannatori e da politicanti corrotti, piovuti da chissà quale pianeta maligno per traviare il Bel Paese. Dubito pertanto che Chiaberge possa avere dagli italiani la confortante promessa che non ripeteranno quello che, in maggioranza, i loro antenati fecero nelle elezioni del 1924.

Vorrei però tentare di liberare Chiaberge dall’incubo del suo inquietante paragone storico provando a convincerlo che ha torto, perché il paragone della situazione odierna con la vigilia delle elezioni dell’aprile 1924 non regge. Non regge neppure – e in questo Chiaberge ha ragione – il paragone che molti fanno fra la situazione attuale del governo in carica e quella del regime fascista alla vigilia del 25 luglio 1943. Come non regge, a mio modestissimo parere, nessun paragone fra la situazione italiana di oggi e il fascismo.

Prima di tutto, osservo che la riforma elettorale del 1924 non fu il suicidio del parlamento italiano: il suicidio, il Parlamento lo aveva già fatto nel novembre 1922 quando votò la fiducia ad un governo presieduto dal capo di un partito armato, nato appena tre anni prima (il partito armato, intendo), che si era aperto la via verso il potere con la violenza, dichiarando apertamente di voler creare uno Stato senza libertà per i suoi avversari, fortemente unitario e accentratore, fanaticamente nazionalista. E fu quello che il fascismo fece quando instaurò il regime a partito unico e impose agli italiani il primato assoluto dello Stato nazionale, trasfigurato in una divinità alla quale tutti dovevano dedizione totale, obbedendo ciecamente al Duce, adorato come un dio terreno in un culto collettivo. Inoltre, il regime fascista praticò un’etica spartana e bellicosa, esigendo da ogni uomo e donna di dedicare la sua vita alla patria, di sacrificare la ricerca della felicità, e persino la più modesta ricerca di un benessere personale, alla potenza dello Stato e alla conquista di un impero.

Oggi non vedo in Italia un partito armato, non vedo un fanatismo nazionalista, e non vedo neppure il progetto di uno Stato accentratore deificato. E non vedo neppure un culto del capo, che faccia rassomigliare l’attuale presidente del consiglio al Duce del fascismo. Anzi, sarà probabilmente il Duce del fascismo, nella nuova versione diaristica, che somiglierà all’immagine che l’attuale presidente del Consiglio vuole dare di sé. Infine, chi governa oggi in Italia non sogna, neppure nei più esaltati sogni di grandezza, di militarizzare gli italiani per trasformarli in asceti e guerrieri, dedicati per la vita e per la morte alla potenza della nazione e dello Stato. Sogna, invece, di renderli tutti consumatori felici di un benessere senza limiti.
Come un ghiacciaio che si scioglie

Dunque , Chiaberge si rassereni. Da eventuali elezioni politiche con il porcellum, con la maggioranza degli italiani cloroformizzati dall’apatia, dalla rassegnazione, dal disgusto per la politica o dalla presunzione di farla sempre franca coll’arte di arrangiarsi e col miracolo dello Stellone, non nascerà certamente uno regime totalitario. E’ più probabile invece che avremo il totalitario disordine di uno Stato nazionale in disfacimento, che sopravvivrà ancora per qualche tempo come espressione istituzionale, e poi, forse, se ne andrà alla deriva disgregandosi, come un ghiacciaio che si scioglie in mare.
Un’ultima osservazione, per tranquillizzare Chiaberge. Il totalitarismo fascista si fondava sul principio della subordinazione del privato al pubblico, rappresentato dallo Stato: dalle eventuali prossime elezioni, uscirà probabilmente consolidato il corso di una democrazia recitativa, che da decenni ha subordinato il pubblico al privato. Una democrazia recitativa, per sua stessa natura, è l’opposto di uno Stato totalitario. La loro diversità è geneticamente insuperabile. Da uno Stato totalitario ci si può, alla fine, liberare: la storia lo dimostra. Da una democrazia recitativa, è quasi impossibile.

Emilio Gentile (docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma)
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/
27.08.2010


Citazione
cloroalclero
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Post: 443
 

Vorrei provare, modestamente, a rispondere al prof Gentile.
Secondo me, seppure il paragone tra fascismo e berlusconismo è improprio, anche solo per le mutate condizioni economiche della società, il rischio che Chiaberge paventa, in quanto al totalitarismo, è reale. Anzi: sosterrei che è già in fieri...

1)"Oggi non vedo in Italia un partito armato, non vedo un fanatismo nazionalista, e non vedo neppure il progetto di uno Stato accentratore deificato."

Il partito armato c'è e quanto bene. Basti vedere gli interventi nelle missioni militari. Il peggio è che questo partito armato è "apolitico": ci sarebbe anche in regime "prodiano" o "veltroniano". Certo che berlusconi non si sottrae.
Nazionalismo: c'è e quanto bene, solo che ha tempi "televisivi": è breve ed intenso: basti pensare alla propaganda di guerra e all'"italianità" spacciata quando qualcuno dei "nostri ragazzi in divisa" torna dall'estero in un sacco di plastica.
stato accentratore: no, in effetti. Di accentratore qui c'è solo berlusconi e i suoi superpagati manager, del tipo di bertolaso. Tramiti tra i soldi pubblici e gli interessi dei grandi "clientes". Il modello di totalitarismo attuale è quello di Luigi XIV: la lois c'est moi.
2) " la riforma elettorale del 1924 non fu il suicidio del parlamento italiano: il suicidio, il Parlamento lo aveva già fatto nel novembre 1922 quando votò la fiducia ad un governo presieduto dal capo di un partito armato, nato appena tre anni prima (il partito armato, intendo), che si era aperto la via verso il potere con la violenza"

discutibile è che lo stato di diritto fosse impersonato dallo Statuto Albertino, che manteneva per il re prerogative oggi inesistenti, per esempio quella di sciogliere le camere se lui (il re) ravvisava qualcosa di corrotto - a suo insindacabile giudizio-
Sicuramente possiamo dire che il totalitarismo berluschista è compatibile con uno stato di diritto malfunzionante, mentre quello del DVCE era tagliato a misura dello statuto albertino (il re lo ha assunto e il re lo ha licenziato), quindi non regge strutturalmente, ma non perchè la natura dei totalitarismi sia diversa.

3) "instaurò il regime a partito unico e impose agli italiani il primato assoluto dello Stato nazionale, trasfigurato in una divinità alla quale tutti dovevano dedizione totale, obbedendo ciecamente al Duce, adorato come un dio terreno in un culto collettivo"

bhe, basta vedere le kermesse di piazza (e a palazzo grazioli) con la hola e "meno male che silvio c'è". Qui ci siamo senz'altro, con una retorica piu' attuale, certo...

4)" Inoltre, il regime fascista praticò un’etica spartana e bellicosa, esigendo da ogni uomo e donna di dedicare la sua vita alla patria, di sacrificare la ricerca della felicità, e persino la più modesta ricerca di un benessere personale, alla potenza dello Stato e alla conquista di un impero. "
sì perche' l'etica di sto governo, con la precarizzazione e il taglio delle pensioni, le donne in pensione piu' tardi ecc..cosa chiede ai cittadini? Diciamo che lo chiede senza chiederlo (e, a differenza di mussolini) senza specificare gli obiettivi...

5)"Infine, chi governa oggi in Italia non sogna, neppure nei più esaltati sogni di grandezza, di militarizzare gli italiani per trasformarli in asceti e guerrieri, dedicati per la vita e per la morte alla potenza della nazione e dello Stato.Sogna, invece, di renderli tutti consumatori felici di un benessere senza limiti. "
già. schiavi, consumatori, convinti di essere felici e, all'occorrenza anche guerrieri, perchè no? le guerre oggi si fanno sion-mode, tramite playstation che ammazzano la gente...

6)" Da eventuali elezioni politiche con il porcellum, con la maggioranza degli italiani cloroformizzati dall’apatia, dalla rassegnazione, dal disgusto per la politica o dalla presunzione di farla sempre franca coll’arte di arrangiarsi e col miracolo dello Stellone, non nascerà certamente uno regime totalitario"
secondo me siamo gia in regime totalitario, nella negazione cioè dello stato di diritto...parlamento con rappresentanti NON eletti dal popolo. Sbarramenti, quindi alte percentuali di esclusi dalle istituzioni. Leggi ad personam e ad aziendam e clima di grande conflittualità tra poteri dello stato che dovrebbero (alla montesquieu) essere indipendenti. Negazione del progresso culturale per i cittadini, con lo smantellamento delle istituzioni culturali e sostituzione del linguaggio "patrio" con il linguaggio televisivo, sgrammaticato e inessatto semanticamente.
Sbando totale dei cittadini privati alle prese con la giustizia, che procede in modo anarchico (in senso negativo) e che non si assume responsabilità verso le richieste dei singoli per paura di non compiacere il potere e, un domani, di pagarne le conseguenze....il totalitarismo c'è già da mò, con apporto di tutte le tematiche tradizionalmente categorizzate come "fasciste": oppressione delle donne (vedi uso della PAS in tribunale e sequestro dei bambini), clericalismo, persecuzione, emarginazione e censura degli operatori culturali che ancora non si sono asserviti (chiedete a vattimo quante rotture di coglioni gli vale il suo essere antisionista.
Per questo penso che chiberge ha ragione e dovrebbe darsi da fare per tentare di uscirne....


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Pellegrino
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2635
 

emarginazione e censura degli operatori culturali che ancora non si sono asserviti (chiedete a vattimo quante rotture di coglioni gli vale il suo essere antisionista.

...curiosa questa 'inversione di segno' di questo presunto 'fascismo'......


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vic
 vic
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6373
 

Aggiungerei che ci siamo anche con le amicizie di stato.

L'italiano/a medio/a si sente libico/a, come no!
Non fa che ambire ad un regime simile a quello del colonnello piu' aperto, piu' colto e piu' umanista del mondo.

Dei vicini, che sono i piu' democratici del mondo, invece meglio dire peste e corna. Ci siamo, anche nella stima reciproca, mai stata tanto bassa dai tempi del fascismo. Al nome Italia si scrolla la testa, ed e' cosi' da un bel po'.

Tout va bien, madame la marquise!


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Jasmine
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 22
 

Giovanbattista Vico parlò di corsi e ricorsi della storia. E il ricorrere degli eventi è sempre in versione istrionica. Non fa una grinza.


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