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Biotecnologie:tra rapacità capitalista e anticapitalismo pop


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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Le biotecnologie presentano un interessante paradosso: sarebbe difficile trovare un tema che meglio illustri tutto ciò che non va nel capitalismo contemporaneo insieme a tutto ciò che non va nella cultura dell’anticapitalismo pop.

L’ossessione per la proprietà intellettuale portata dalle biotecnologie non ha precedenti nella storia. In passato si considerava legittimo proteggere con brevetti lo sfruttamento commerciale di scoperte tecnologiche che erano costate fatica e denaro all’inventore. Ma nessuno aveva mai messo in discussione che la conoscenza scientifica era un patrimonio comune all’umanità, e che tanto più era condivisa tanto meglio. La comunità degli affari si preoccupava di tutelare gli interessi legati allo sviluppo di tecnologia, ma non pretendeva di porre limiti legali alla produzione e distribuzione di conoscenza.

Con le biotecnologie tutto cambia. Studiare il DNA è difficile e costoso, e i governi hanno difficoltà a finanziarie le ricerche in maniera adeguata alle grandi promesse che il biotech dischiude. Si fanno dunque avanti le compagnie private, che però si aspettano ritorni tali da poter essere garantiti solo se le scoperte fatte nei propri laboratori non saranno di pubblico dominio. Si arriva così ad estremi come quello di Craig Venter che negli anni novanta voleva brevettare il genoma umano, ossia voleva richiedere royalties a chiunque avesse condotto ricerche sui segmenti di genoma già sequenziati dalla sua compagnia. O si arriva alle grandi multinazionali dell’agroindustria, che manipolano leggermente sementi selezionate attraverso i secoli da popolazioni indigene latinoamericane, pretendendo poi di brevettare quelle sequenze genetiche impedendone l’utilizzo persino alle comunità che le hanno ricevute come eredità ancestrale.

Molto spesso in tv si sente dire “In America diventare ricchi grazie alle proprie scoperte non è considerato un peccato come da noi”. L’affermazione viene fatta come un matter of fact, ma in realtà si può leggere tra le righe il pensiero malinconico “magari fosse così anche da noi”. Ma è molto miope non considerare che tipo di organizzazione sociale è quella che arriva a sanzionare definitivamente che la principale motivazione del ricercatore non è la sete di conoscenza o il desiderio di beneficiare i propri simili, ma i dividendi di fine anno della propria compagnia. Chi lo desidera un sistema di assistenza sanitaria come quella statunitense? Beh, quello è il logico corollario di una mentalità per cui “arricchirsi per curare la gente non è considerato un peccato”. Business driven health care, sanità basata sul business.

Ragionare sui limiti e le contraddizioni del nostro ordinamento sociale non è comunque facile. Il dibattito tra i critici e i dissidenti del sistema attuale è dominato da una cultura dell’anticapitalismo pop che non vale più di quella dei cantori dell’esistente. Vi ho fatto un cenno quando in un post precedente ho indicato il New Age e il pensiero post-moderno come matrice di gran parte del cospirazionismo attuale. Ma anche in questo caso il tema della biotecnologie è una utile cartina di tornasole.

Prendiamo il caso degli Ogm. Io sono convinto che gli Ogm non siano pericolosi. Questo è diverso dal dire che non possano essere fonte di problemi, e infatti io resto di mentalità assai aperta e curioso verso ogni argomento contrario. Ma quali sono questi argomenti? In realtà si incontra solo una formulazione parossistica del principio di precauzione, portato a tali estremi da non essere altro che il mascheramento di un No che non sa giustificare la propria rigidità con argomenti razionali e fondati. Se fossimo insistenti nel richiedere ai critici degli Ogm prove della loro nocività, o anche solo seri indizi di essa, non troveremmo molto di più che una retorica simile a quella antivaccinista.

Io non sostengo che l’innocuità degli Ogm sia stata dimostrata come quella dei vaccini (della quale sono invece sicuro). Dico solo che i critici farebbero un grande favore a tutti noi se articolassero le loro posizioni in maniera da favorire un dibattito su argomenti concreti e non fantasie.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/02/11/biotecnologie-tra-rapacita-capitalista-e-anticapitalismo-pop/
12.02.2010


Citazione
silviu
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 100
 

l’innocuità degli Ogm sia stata dimostrata come quella dei vaccini

basta questa affermazione per dimostrare l'ignoranza assoluta del >bifolchi<, dato che basta un giretto di dieci minuti in rete per rendersi conto che i vaccini sono, quantomeno, la peste del XX° secolo le cui conseguenze attuali (autismo in primis) e soprattutto future sono incalcolabili.


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esca
 esca
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1070
 

I manipolatori e, nella stessa misura, i loro sostenitori, stanno conducendo questo pianeta alla rovina. La mania di manipolare è deplorevole; pretendere di mettere le mani sugli alimenti stravolgendone l'originale natura, trasformando i vegetali in mostri (perchè è quello che diventano) e poi volerli imporre a tutti i costi ai consumatori è un atto satanico.

D'altronde, i mostri sostengono i mostri malgrado, sicuramente, chi mette in circolazione questa roba fa accuratamente in modo che poi non finisca nel proprio piatto, avendo orticello e semi naturali ben al sicuro.

E' evidente che questo elemento se ne infischia delle conseguenze sulla salute, inclusa la sua, perchè gli piaccia o meno, se ne renda conto oppure no, fa parte della cricca dei comuni mortali sacrificabili; detto ciò, non ci sono solo scribacchini servi ma anche gente con meno pretese di tanti scienziati strapagati ed anche più seria ed onesta di loro che lavora per far luce sulla pericolosità derivante dall'utilizzo di alimenti e sostanze potenzialmente dannose a breve o a lungo termine, deliberatamente messe in circolazione con il benestare di famosi organismi internazionali, paraventi dei produttori di veleni.

La possibilità di informarsi in Rete o come meglio si desidera sulla questione non è preclusa a nessuno.


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