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Bravo Marchionne! Pronti alla guerra Impresa vs. Consorzio U


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di Domenico D'Amico

quarto stato pessimo stato
Le esternazioni di un metalmeccanico che guadagna solo quattrocento volte di pù di un metalmeccanico di razza inferiore è un magnifico segno dei tempi. Finalmente il guizzo di coraggio di un liberale con le palle, che spiattella il segreto di Pulcinella che il gioco delle parti tra politica ed economia copre di solito con un pudibondo “occhio non vede cuore non duole” (don't ask don't tell): il Capitale non accetta responsabilità, obblighi o legami sociali di alcun genere, il Capitale se ne frega degli esseri umani, il Capitale non possiede né tratti etici né tratti sociali.

È comprensibile che da destra e da sinistra si levino i lai infastiditi di chi vuol ricordare a Marchionne tutti i fantastilioni ingoiati dalla FIAT in decenni e decenni di Stato Sociale (privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite), comprensibile ma riprovevole. Questi stessi liberali e liberisti hanno lavorato alacremente per dimostrare coi fatti che l'Impresa deve essere lasciata libera di agire, che il benessere per tutti verrà di conseguenza. Bene, l'Impresa lasciata libera di agire, questo fa: saccheggia. Quanto poi al patetico mito di un capitalismo “buono” ed “efficiente” (quello calvinista anglosassone) contrapposto a un capitalismo “assistito” in stile razze inferiori meridionali, non è altro, appunto, che un mito. Le più grandi multinazionali, le più grandi imprese statunitensi in particolare, non fanno altro se non incamerare denaro pubblico in tutte le guise possibili. Il fatto che negli USA il potere politico sia esplicitamente al servizio delle imprese crea l'illusione ottica di un capitalismo “efficiente”.

Fortunatamente la crisi epocale del liberismo fa uscire gli attori dall'organza delle quinte. Il futuro lo vediamo (come al solito) sul palcoscenico statunitense, dove la demenza libertarian e razzista dei Tea Party è il compimento di quarant'anni di propaganda anti-società, anti-umanità. Ben vanga, anche in Italia, un Marchionne che metta le carte in tavola.

Si tratta di vedere cosa ci riserva il futuro.

Il bello è che con questo Capitale che scopre le zanne non si può trattare. Vuole il tuo sangue e non ammette discussioni, mediazioni o intralci costituzionali sul ruolo sociale dell'impresa.

Quindi cosa ci aspetta? Una via di sopravvivenza attraverso una decrescita più o meno felice? O una nuova felice epoca Vittoriana con le “Case dei Poveri” e il lavoro militarizzato? Siamo alla vigilia di una nuova colossale enclosure, che questa volta consisterà nell'impossessamento, da parte del Capitale, dell'ultimo bene comune rimasto, la razza umana?

Siete sicuri di volerlo sapere?


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