Brigate Rosse? Ma q...
 
Notifiche
Cancella tutti

Brigate Rosse? Ma quanta fantasia...


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Probabilmente si tratta di un caso fortuito, una di quelle coincidenze con le quali il destino ama trastullarsi, però sembra abbastanza curioso che il fantasma del terrorismo politico venga resuscitato dal suo sarcofago proprio nella settimana che fa da prologo alla grande manifestazione di Vicenza contro la nuova base americana Dal Molin. Scimmiottando in maniera grottesca l'atmosfera degli anni di piombo, giornali e TV hanno dato enorme risalto ad un'operazione di polizia dai contenuti abbastanza nebulosi che si sarebbe proposta di sgominare le nuove Brigate Rosse.

Non quelle ritenute a torto o a ragione responsabili degli omicidi D'Antona e Biagi, ma una cellula ancora più nuova, così nuova da non essersi ancora macchiata di nessun delitto che esuli dalla sfera delle pure intenzioni.

Sempre per un caso fortuito, codeste intenzioni non si sarebbero limitate a qualche azione dimostrativa, ma avrebbero avuto come oggetto obiettivi eclatanti quali l'ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Mediaset, Sky, l'Eni ed il quotidiano Libero. Si tratterebbe insomma di un vero e proprio gruppo di fuoco estremamente organizzato e radicato sull'intero territorio del Nord Italia che con una trentina di anni di ritardo sulla tabella di marcia aveva in progetto di sovvertire lo Stato attraverso la lotta armata.

Ci sarebbe molto da disquisire sull'uso ed abuso del termine "Brigate Rosse" come spauracchio da agitare alla bisogna e sul fatto che venga spacciata per vera l'assurda ipotesi che qualcuno nel 2007 si proponga di sovvertire l'ordine costituito con l'uso delle armi, ma per approfondire queste considerazioni credo sia meglio attendere l'esito dell'inchiesta che probabilmente, come spesso accade, si rivelerà una bolla di sapone.

Occorre invece riflettere sull'uso che l'informazione e la schiera di opinionisti che la contornano, stanno facendo dell'accaduto. Sul tentativo di mettere in relazione la manifestazione di Vicenza con lo spettro del terrorismo, di fare salire la tensione, di ridare vita ad incubi del passato, con la chiara finalità di screditare il movimento pacifista ed indurre i manifestanti a disertare l'appuntamento.

Probabilmente la migliore risposta alle visionarie tesi di coloro che cercano di mistificare la realtà instillando il germe della paura, la daranno proprio gli italiani che da tutta Italia sabato accorreranno a Vicenza.

Non facinorosi, no global, violenti, estremisti o terroristi in erba, come tanta stampa vorrebbe far credere, ma semplicemente cittadini, giovani, anziani e famiglie con i bambini, di ogni colore politico o piuttosto di nessun colore, che vorrebbero sovvertire solamente l'odiosa politica di guerra e adirebbero farlo attraverso l'uso delle uniche armi che sono in loro possesso, la presenza e l'espressione del proprio pensiero.

Marco Cedolin
Fonte: www.socialpress.it/
Link: http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1539
13.02.07


Citazione
Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Il blitz contro le Br. A proposito di "uso mediatico" delle emergenze

Non si può non tirare un respiro di sollievo per i quindici arresti operati dalle forze dalle forze dell’ordine su mandato della Procura di Milano. Il terrorismo è l’esatto contrario della democrazia e del dialogo politico. Ben vengano perciò operazioni di questo genere, soprattutto se rivolte a evitare brutali spargimenti di sangue innocente.
Sull’uso mediatico delle “emergenze” va invece fatto un discorso diverso.
Che intendiamo dire con “uso mediatico”? Che, spesso, un pericolo, anche reale e immediato, viene utilizzato come arma per screditare le voci intellettuali e politiche fuori dal coro.

Si pensi, ad esempio alla valenza negativa-estensiva, che ha acquisito, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, il termine “antiamericano”. Oggi, chiunque osi criticare la politica di Bush e dei governi alleati o amici del presidente Usa, viene subito giudicato un antiamericano: un nemico tout court del “valori” e del “popolo” americano. E subito intellettualmente squalificato e zittito.

Si pensi, ancora, all’ equiparazione, ormai automatica, che certa stampa impone tra due termini profondamente diversi come antisionismo e antisemitismo, confondendo di nuovo, e ad arte, le critiche al governo israeliano, o a una parte di esso, con antichi e ripugnanti ideologemi.

Ora, il pericolo è che la doverosa lotta al terrorismo, possa essere mediaticamente “usata”, per screditare e tacitare chi non la pensa come Feltri e il professor Ichino ( entrambi, tristemente, nel mirino dei terroristi, come informano i giornali). Il direttore di Libero e l’editorialista del Corriere della Sera, ai quali va tutta la nostra solidarietà, hanno ogni diritto di scrivere e pensare quel che vogliono. Ci mancherebbe altro. Ma, in una vera democrazia, lo stesso diritto è giusto che sia riconosciuto anche coloro che dissentono. Sempre che, ovviamente, manifestino il dissenso in maniera pacifica e democratica.
E purtroppo, il tono di sadico e sottile piacere, usato dai media per comunicare, già nei titoli, che tra i quindici arrestati vi sono anche iscritti alla Cgil, non promette nulla di buono.

Carlo Gambescia
Fonte: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/
13.02.07


RispondiCitazione
Territorio_Comanche
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 37
 

Ve lo ricordate Alessandro Geri, il "telefonista" del delitto D'Antona? Era anche lui un dipendente della CGIL ed apparteneva all'ambiente dei centri sociali. Si fece undici giorni di carcere (la vedova D'Antona proclamava ai media "Voglio vederlo in faccia"), poi fu scarcerato ed ogni altro tentativo di legarlo a quella vicenda non portò a niente.

In questa faccenda degli arresti delle presunte BR di "Seconda posizione" non si tratta di stabilire se un paio di persone non abbiano effettivamente qualche conto aperto con la giustizia, ma che operazioni come quella di ieri, nel loro rituale, sono copioni scritti da decenni in Italia. Nessuno si sorprenda se tra un paio di mesi tutto farà pop come una bolla di sapone. Per allora, lo scopo sarà già stato raggiunto, visto che in fondo si consuma tutto in questa settimana. Si tratta di un'indagine che va avanti da due anni (come orgogliosamente dicono gli inquirenti, per sottolineare la propria scrupolosità), e guarda caso il blitz è scatta proprio ieri.

Quanto agli ammiratori del legalismo di Marco Travaglio, così abbondanti a sinistra, spero che in futuro si ricordino come Ilda Boccassini e Armando Spataro hanno legato i loro nomi e le loro facce a questa squallida storia. Mi ricordo degli osanna al giudice svizzero Carla Del Ponte, che dopo i meriti acquisiti presso la sinistra italiana (Micromega, i Girotondi...), andò a fare l'inquisitore della Nato alla Aya, al tribunale-farsa dei crimini dei guerra nell'Ex Yugoslavia. Ora abbiamo questa nemesi giudiziaria "anti-terrorismo" per aiutare il governo a salvare la faccia sulla questione del Dal Molin.


RispondiCitazione
Truman
Membro Moderator
Registrato: 2 anni fa
Post: 4113
 

Con l'arresto delle BR il circo della politica - spettacolo - informazione ci offre l'ennesima replica di uno spettacolo già visto.

1) La stategia generale è quella citata da mcsilvan a proposito del calcio: "Quando un potere non è più in grado di erogare diritti e servizi ma solo 'sicurezza' non resta che l'ossessione della vigilanza ben oltre il suo concreto significato." Il che equivale a dire che lo stato diventa fornitore di paura e di polizia invece che di servizi, diritti, organizzazione.

2) Nello specifico attuale c'è l'obiettivo immediato di criminalizzare il dissenso prima, durante e dopo la manifestazione di Vicenza.

3) Con l'occasione si può dare un buon colpo al sindacato, il quale non si sta comportando nel modo giusto verso i suoi "amici" di sinistra, anzi sta organizzando il dissenso invece di cloroformizzarlo come sarebbe suo dovere.


RispondiCitazione
Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Ma perché la nuove Brigate Rosse "sbagliano" spesso obiettivi? L'organizzazione terrorista oggi è tornata sulle prime pagine di tutti i giornali perché sono stati arrestati 15 suoi componenti mentre stavano organizzando attentati. La lista delle vittime è significativa: il professor Pietro Ichino, economista, "oggetto di sopralluoghi e di embrionali inchieste"; una delle abitazioni di Silvio Berlusconi, la casa di via Rovani a Milano; l'Eni "per ragioni di politica in Medio oriente"; la sede di Mediaset a Cologno Monzese; la redazione del quotidiano Libero, a Milano; la sede di Sky. Insomma, le nuove Br sembrano proprio aver cambiato tattica rispetto alle vecchie. Oggi, a parte Ichino - che può essere considerato nell'immaginario dei terroristi un emulo di Marco Biagi, visto che è anche lui un giuslavorista che in passato ha lavorato in Cgil - i nomi che saltano agli occhi come "stonati" sono quelli di Berlusconi e del giornale Libero. All'epoca della loro massima potenza, tra gli anni '70 e gli '80 - "l'attacco al cuore dello Stato" -, i brigatisti avevano obiettivi ben precisi: colpivano gli uomini del "dialogo" tra Dc e Pci. Il professor Vittorio Bachelet, che fu barbaramente assassinato nell'atrio della facoltà di Scienze politiche della Sapienza, con sette proiettili calibro 32, era un esponente della sinistra democristiana.

Aldo Moro, la loro vittima più eclatante, era il fautore del "compromesso storico" che stava portando il più grande partito comunista dell'ovest al governo insieme ai popolari e contro il volere delle due superpotenze dell'epoca, Usa e Urss. Poi ci fu Ezio Tarantelli, che lavorava al blocco della Scala Mobile e Licio Giorgieri, generale che si occupava della costituzione di una forza aerea militare europea in contrapposizione alla Nato, oltre a Roberto Ruffilli, senatore della corrente demitiana (e quindi della sinistra Dc). L'omicidio più infame fu quello di Guido Rossa, sindacalista che aveva "osato" denunciare un volantinaggio dei terroristi all'uscita delle fabbriche.

Oggi i brigatisti sembrano aver cambiato radicalmente strategia. Come ho detto, a parte Ichino i loro obiettivi sono diventati quelli che oggi hanno posizioni "estreme", non i moderati. Giornali che titolano "sono arrivati gli zingari" quando entra nella Ue un paese dell'est europeo, o che sparano ad alzo zero contro i musulmani (perché? Perché sono musulmani! Non vi basta come accusa e come aggravante?). Oppure il giornalista Renato Farina, a cui mandano un finto pacco esplosivo proprio nel momento in cui si trova ad essere sputtanato su tutti i giornali e radiato dall'Ordine dei Giornalisti perché ha preso soldi dai servizi segreti e ha fatto molti favori alle barbefinte.

Ma la cosa più ridicola è cercare di colpire Berlusconi: un ex premier sconfitto alle elezioni che oggi non vuole mollare la guida dell'opposizione nonostante alleati veri e presunti scalpitino dietro di lui. Un attentato fallito a Berlusconi porterebbe oggi un'ondata mediatica di popolarità al personaggio di tale forza da spazzar via Fini, Casini, Formigoni e tutti gli altri. E questi ultimi appaiono oggi molto più "moderati" del Cavaliere, avendo posizioni sui temi sociali diverse o molto diverse da quelle che ha preso lui. Non "moderati" come Aldo Moro, per carità. Ma di certo più pronti al dialogo con la maggioranza di Silvio, che anche con l'ultima uscita sui gay ha fatto capire che lui è un vero duro. Insomma, è proprio strano. O queste nuove Brigate Rosse non ragionano, o ragionano fin troppo. Oppure - ma è solo un'ipotesi - c'è qualcuno che ragiona per loro. Ma questa non sarebbe niente affatto una novità.

Gregorj
Fonte: http://giornalettismo.ilcannocchiale.it/
13.02.07


RispondiCitazione
bstrnt
Trusted Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 59
 

I fautori di questa scemenza, pensano davvero che tutti se la bevano?
Io penso invece a quei poveri grami che vengono additati da questi scellerati come brigatisti rossi che magari per loro credo politico o chissà per quale strana coincidenza si trovano invischiati in una faccenda più grande di loro e propria di regimi antidemocratici per non dire apertamente dittatoriali.
Poi la barzalletta dei quattro che tentano, incapucciati, di violare il bancomat di un istituto di credito; si vede lontano un miglio che sono proprio loro, i brigatisti rossi new age!
Quando la smetteranno di prenderci per i fondelli questi politicanti feccia e la stampa spazzatura che li sostiene?


RispondiCitazione
Interconnessioni
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 254
 

😉
E' bene che lo diciamo, a reiterare le cose sagge non sarà mai abbastanza: a molti sembra la solita...abile manipolazione! E i presunti sovversivi sembrano essere in un progettino al solito più grande di loro, che certo li comprende, ma li porta verso lidi a loro ignoti. E se così per caso non fosse...che mancanza di fantasia, cha atavismo, che flash back inutile, che spreco di energie per sbattere inutilmente la testa contro un muro. Déja vù. Il fine non giustifica nessun mezzo, ed è invece come ti comporti che ti può aiutare a incarnare ciò che desideri. Ma questo vallo a dire a chi manipola, a quel testone là che no' capisse gniente!
😥


RispondiCitazione
alcenero
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 493
 

Amato oggi ammonische che a Vicenza ci saranno scontri, in un discorso in cui sembra insinuare che tutti i cattivi, dagli ultras alle "BR" andranno a Vicenza per fare a botte con la polizia. Se accadrà come previsto da Amato le ipotesi sono tre:

- Gli scontri li ha organizzati Amato, cioè il Ministero degli Interni, con qualche black-block con la divisa dei carabinieri o della polizia sotto la tuta nera. ("La gallina che canta...")

- Gli scontri li ha organizzati Amato, cioè il Ministero degli Interni, con qualche carica a freddo della polizia, lacrimogeni ad altezza d'uomo e cose simili viste e riviste. ("La gallina che canta...")

- Amato sa che ci saranno scontri perchè sa chi li sta organizzando ma lascia che ci siano per usare la cosa politicamente e dire "io ve lo avevo detto..."

- Amato è un indovino

Se gli scontri non ci saranno le ipotesi sono due:

- Amato è reo di procurato allarme

- Amato è un cretino

Quest'ultima ipotesi può verificarsi in contemporanea con una qualunque delle precedenti. In caso si verificasse una delle prime tre ipotesi il tutto verrà documentato dalla mia macchina fotografica.


RispondiCitazione
Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Le pallottole sono pallottole, c’è poco da scherzare chiunque sia a spararle. Ma qui stiamo parlando di gente che discuteva seriamente d’importare il maoismo in questo Paese, gente che pensava ancora di creare delle cellule nelle fabbriche quando ormai non ci sono più neanche le fabbriche, e quando ci sono non ci trovi i maoisti, ma direttamente i cinesi e gli africani, magari non tutti iscritti alla Fiom; parliamo di gente che per fare proselitismo studentesco ha pensato d’infiltrare un paio di matricole all’università, stiamo parlando di un autofinanziamento consistito sinora nel rapinare un bancomat ad Albignasego (Padova) il giorno prima di capodanno, di attentati politico-militari sfociati nell’aver annerito il portone della sede padovana di Forza Nuova il 30 novembre scorso (non il 22, come ha scritto l’Unità) e che come supremo ideologo aveva una specie di disadattato senz’auto e senza telefono che viveva a Raveno (Tolmezzo) in una casa senza riscaldamento dove dormiva su un divano sistemato in cucina, un capo che nel curriculum eversore vanta addirittura una rapina in banca diec’anni fa.

Gente, questa, “in grado di realizzare congegni esplosivi” (scrive il gip) perchè hanno trovato un manuale dell’esercito reperibile su internet, gente che ha fatto “esercitazioni militari belliche” sparando in quattro persone con in tutto due armi (un Kalashnikov e una Uzi peraltro difettosi) esercitandosi per un totale di dieci minuti dalle ore 17,50 alle 18.00 del 19 novembre 2006.

L’arsenale? Non è chiaro, non si è capito bene, si parla di una decina di kalashnikov nel parco dell’Agro di Rho, o forse uno solo a Gassino Torinese, o forse nel rodigino, roba che la Camorra in confronto sono i Marines.

Le temibili nuove Brigate Rosse (“una cosa seria” come ammonivano diversi quotidiani) erano composte da gente che il 18 gennaio scorso, a Milano, prendeva sette tram per fare mezzo chilometro, ignorava probabilmente l’esistenza delle intercettazioni mobili, poi due tizi si sono piazzati davanti alla palazzina di Libero e hanno cominciato a straparlare di saracinesche e vetrine che neppure ci sono, di una tipografia che non esiste, di benzina mischiata ad acido come i piromani della Sardegna, hanno parlano del temibile T4 (perchè loro parlavano: di base parlavano) salvo rilevare che un esplosivo del genere, due volte più potente del tritolo, tizio “non si ricorda dove l’ha messo”.
Accadeva davanti a una palazzina dove abita anche il finanziere Salvatore Ligresti, e dove sono appostate almeno due auto di scorta che gli eversori neppure hanno visto, come del resto non hanno visto il custode che non è un peruviano, ma un poliziotto.

E poi questi parlavano, parlavano sempre: giravano in tondo per ore, se in casa da soli tacevano, si buttavano sui treni prima che partissero, fantasticavano di furgoni e autobombe sotto una casa che hanno appreso solo più tardi essere di Berlusconi, hanno creduto che Pietro Ichino non fosse scortato quando invece lo è, si sono stupiti perchè all’Eni la notte ci sono delle sbarre e di giorno delle telecamere, hanno progettano un attentato contro il direttore della Fiera di Milano ma per mesi si sono appostati all’indirizzo di un benzinaio, e hanno preventivato fughe in canotto sulla Martesana che a cantarle ci vorrebbe Enzo Jannacci: ma poi qualcuno potrebbe credere che qui abbiamo voglia di scherzare, e non è così.

Il punto è proprio essere seri, perché le pallottole restano pallottole, un assassinio resta un assassinio, un pericolo resta un pericolo: ma si parli, a questo punto, di ordine pubblico, di reducismo impazzito, se volete di psichiatria, basta che in questo scenario non si racconti che in Italia c’era, e soprattutto permanga, la seria emergenza eversiva delle Brigate Rosse, il problema delle Brigate Rosse: e non un discreto numero di maldestri spiritati che ha deciso di prenderne il nome, “una nuova generazione di terroristi” che siano questi e non altri.

Gli esperti, gli analisti del dopo, i maniaci del “filo rosso” che collega sempre tutto a tutto, ci hanno già spiegato che peraltro non si tratterebbe neppure del filone residuale e dannato che uccise D’Antona e Biagi: gli arrestati sarebbero i presunti figli di quella “Seconda posizione” nata nel 1984 che è pure l’anno di nascita di alcuni arrestati, basti questo: e nel caso non saremmo neppure più alla tragedia che drammaticamente si è fatta farsa, saremmo alla surreale farsa della farsa.

Perchè siamo nel 2007, e c’è, si diceva un tempo, un altro brodo di coltura, un altro humus nei giornali, altri pericoli antiglobalisti o islamisti che siano, un presente e un futuro dove certi aratri squinternati e nostalgici non hanno più terra.
Non c’è da abbassare la guardia, ma neppure da distoglierla sbagliando orizzonte.

Filippo Facci
Fonte: www.macchianera.net
Link: http://www.macchianera.net/2007/02/13/brigate_rozze.html
13.02.07


RispondiCitazione
Interconnessioni
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 254
 

C'è solo un'altra cosa che potrei dire, ammettendo la "sincerità" ideologica dei presunti sovversivi (almeno uno di loro si è dichiarato prigioniero politico), che mi sembra sospetto il momento, oppure ancor più precisamente il giorno e la settimana in cui si è preferito far scoppiare "il bubbone". Questo è forse evidente a molti. 8) 😉


RispondiCitazione
Condividi: