Caro fratello catto...
 
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Caro fratello cattolico , ti scrivo


proxer
Estimable Member
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Caro cattolico,

in questi giorni si discute animatamente sulla questione del pronunciamento della Corte europea, relativamente all'esposizione del crocefisso nelle aule delle scuole pubbliche, e pare che l'opinione più diffusa sia quella che condanna la Corte e la signora ricorrente. Osservo poi che la stessa opinione contraria, prevale largamente anche fra le alte cariche istituzionali italiane, nell'arco parlamentare ed in seno alla Chiesa Cattolica. Rilevo anche il fatto che la giustificazione più spesso addotta per tale dissenso, chiama in causa le radici cristiane europee ed italiane: si sostiene che i valori positivi
della civiltà occidentale, e quindi anche italiana, siano figli del cristianesimo e del cattolicesimo, e sia pertanto un dovere riconoscere questi meriti, concedendo al simbolo cattolico una condizione di vantaggio, rispetto ad eventuali altri simboli e relative religioni.

Ne deduco perciò che non si tratta di una questione di poco conto, non si sta argomentando sul crocefisso, ma piuttosto sul fatto che e l'Italia sia o meno uno stato confessionale, nel quale la Chiesa Cattolica sia la religione ufficiale dello Stato, ed in virtù di tale condizione abbia diritto ad un trattamento speciale. L'impalcatura che sostiene questa convinzione poggia sul principio del merito: siccome la Chiesa ha fatto tanto e per lungo tempo, le sia concessa una condizione privilegiata rispetto alle altre confessioni. Io non sono cattolico, e potrei elencarti mille situazioni nelle quali le azioni della
Chiesa Cattolica non hanno brillato per positività, ed immagino che tu, similmente, potresti elencarmi numerose azioni meritorie. Eviterei in questa lettera di pesare con il bilancino i meriti o i demeriti della tua religione, non arriveremmo da nessuna parte: supponiamo pure che i meriti ci siano, oppure,
meglio ancora, saltiamo oltre. La ragione di fondo che ha mosso la signora ricorrente si chiama rispetto, rispetto reciproco, rispetto fra Istituzioni e cittadini, e la forma che meglio garantisce quel rispetto è la parità di trattamento, figlia della Laicità. Ti invito quindi a saltare il merito, ed a
ragionare sul rispetto. Con un cattolico sfondo una porta aperta: il rispetto per il prossimo è il pane quotidiano di ogni cristiano, e quindi di ogni cattolico. Anzi, l'insegnamento dei Vangeli sprona all'amore per il prossimo, un sentimento ben più impegnativo. Immagino pertanto che, essendo il Rispetto un fratello minore dell'Amore, per i cattolici sia estremamente facile, e di certo basilare, rispettare il prossimo, qualsiasi prossimo, anche se di fede diversa o di nessuna fede. Certo, non tutti i cattolici sono allenati all'esercizio del rispetto per il prossimo, ma sono sicuro che i cattolici di qualità hanno piena consapevolezza della loro capacità di rispettare. Vedo nitidamente un collegamento. Il cattolico è capace di rispettare il prossimo, l'atto di rispettare è strettamente legato al pari trattamento ed alla Laicità delle Istituzioni, quindi il cattolico è spontaneamente laico, di più, automaticamente laico. Laico, di una laicità precisa, quella che vede eguaglianza di trattamento da e per altri cittadini, da e per le Istituzioni dello Stato. Se ho ben descritto le caratteristiche dei cattolici, significa che tu sei come me, laico. Significa che tu, per equità e per rispetto per il tuo prossimo, non vuoi prevalere sugli altri, non vuoi essere privilegiato rispetto agli altri, non desideri che la tua religione lo faccia, non hai piacere se le Istituzioni dello Stato privilegiano la tua religione, o se discriminano le altre, e se sei un
pubblico ufficiale non approfitti del tuo ruolo per avvantaggiare la tua religione o per discriminare gli altri. Nell'elenco di "non" che ho appena scritto, troverai facilmente i principi antichi, assunti poi nel cristianesimo: "non fare agli altri...". Come vedi tutto questo supera il merito.

A questo punto, se vuoi, possiamo vedere come un simbolo religioso si colloca in questo contesto.
Il crocefisso è un simbolo religioso cattolico, sia perché la Chiesa lo sente proprio, sia perché le altre religioni di origine cristiana ritengono sbagliato raffigurare la persona ed adorarla, e dal momento che il crocefisso raffigura la persona del Cristo, esse non ammettono il crocefisso. So bene che per te il
crocefisso ha un valore ben maggiore del semplice essere "bandiera" della Chiesa, e che lo consideri un simbolo universale e rivolto a tutti, ma ti prego di non fare l'errore di supporre che gli altri, i non cattolici, siano in dovere di sentirsi "rappresentati" dal crocefisso. Se tu ritieni che esso abbia qualità
in più, non necessariamente gli altri possono avere il tuo stesso punto di vista. Sappi che buona parte delle caratteristiche positive che tu associ al crocefisso sono derivate da concetti religiosi nei quali credi tu, e non è detto che gli altri si basino sulle tue convinzioni e condividano i tuoi presupposti.

In ogni caso, per amor di ragionamento, vorrei per un attimo riflettere secondo i tuoi presupposti. Il crocefisso rappresenta il sacrificio, l'amore per il prossimo, l'accoglienza, il rispetto per gli altri, e tu lo sostieni perché vorresti che tali alti principi siano ricordati e proposti a coloro che non li hanno ancora fatti propri. Il crocefisso rappresenta la salvezza e la speranza per una dimensione futura, e tu lo sostieni perché vorresti che di questa opportunità ne possano beneficiare anche gli altri, quindi a questi proponi una via, la tua stessa via. Riconosco le tue buone intenzioni e ti ringrazio per il
messaggio evangelico che mi hai proposto, seppure usando un simbolo. Ho valutato e ponderato il messaggio che mi hai proposto, ed ho tratto le mie considerazioni. Per la verità le ho tratte molto tempo fa, e nel tempo l'ho fatto altre volte, e se domani dovessi analizzare nuovamente la tua proposta, giungerei alle medesime conclusioni, le mie. Il fatto che tu mi proponga ripetutamente, anzi, permanentemente la tua via, mediante il simbolo, fa perdere il suo carattere di proposta, senza per altro risultare più efficace. Mi è sufficiente osservare il crocefisso pochi istanti, per cogliere il tuo messaggio, tutto il resto del tempo non solo non è necessario, ma ha il sapore dell'insistenza. Capirai da te che non conta il numero dei crocefissi apposti, e che seppure fossero mille volte meno, sarebbero comunque abbondanti e sufficienti allo scopo. Comprenderai che in Italia i segni della Chiesa sono abbondanti, e se per assurdo non ci fosse nemmeno un crocefisso, non per questo il tuo messaggio non sarebbe colto.

Mediante il crocefisso tu mi vuoi comunicare il tuo messaggio di amore e di rispetto, ed usi quel simbolo perché incarna l'amore ed il rispetto, ma se c'è un regio decreto che obbliga l'esposizione ed impone il tuo simbolo in forza di legge, questo stesso modo di comunicare non appartiene né all'amore e nemmeno al rispetto, e vanifica la carica simbolica del crocefisso. L'imposizione non è amore e non è rispetto, e se usi il crocefisso con la prepotenza dell'imposizione, prima ancora che a me, fai del male al tuo messaggio, alla tua Chiesa e, per te che ci credi, al tuo dio. Infine, il Cristo appeso al legno, morto in quel modo per insegnarti, fra le altre cose, anche il rispetto per il prossimo, non penso che approverebbe il fatto di usare proprio la sua figura, per mancare di rispetto allo stesso prossimo.

Un cordiale e fraterno saluto.


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sursum
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Post: 63
 

Grazie per "fraterno saluto"....tutto il resto è da dimenticare...


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