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CH - Bazzi: successione Burkhalter, ora o mai più per il Ticino


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Successione a Burkhalter. Ora o mai più... L’importante è che dal Ticino esca una sola candidatura, e il PLR di Caprara dovrà scegliere non quella che convince di più il suo partito o la politica cantonale, ma quella che ha più possibilità di raccogliere consensi alle Camere
Il Tour de Suisse di Ignazio Cassis, ammesso che sia lui il candidato indicato dal PLR (sarà il Comitato cantonale a decidere entro l’estate), si preannuncia molto impegnativo. La prima tappa sarà varcare il San Gottardo… Poi l’attendono le scalate più impegnative

di Marco Bazzi - 18 giugno 2017

Si potrebbe consultare un astrologo per capire se le costellazioni saranno propizie o nefaste quando in autunno si andrà al voto. Ma anche senza l’aiuto di ‘aruspici’ e indovini si capisce che, forse mai come oggi - dopo tanti dagli e ridagli, dopo tante candidature più o meno illusorie – la bandiera ticinese è una vela gonfia di vento, e quel vento soffia verso Palazzo federale.

Insomma, ora o mai più… Nel senso: se non ci riusciamo adesso mettiamoci il cuore in pace e archiviamo l’argomento nel cassetto dei sogni. Ma per davvero…

In pole position per la successione di Didier Burkhalter c’è il consigliere nazionale Ignazio Cassis, che è capogruppo del PLR alle Camere federali. Ma come accade sempre in questi casi, ed è giusto che sia così, si sfogliano i petali della margherita, anche per capire le reazioni e il gradimento su eventuali alternative.

Accanto a Cassis si parla dunque del ministro Christian Vitta, che è vicepresidente del partito nazionale, e dell’ex ministra Laura Sadis, ma anche di Marina Masoni, che l’ha preceduta in Governo. Un’altra figura che avrebbe la caratura per quel ruolo è Mauro Dell’Ambrogio, attualmente segretario di Stato per la formazione e la ricerca. Ma l’età non è dalla sua: l’anno prossimo compirà 64 anni.

L’importante è che alla fine dal Ticino esca una sola candidatura, e il PLR di Bixio Caprara dovrà scegliere non quella che convince di più il suo partito o l’arco politico cantonale, ma quella che ha più possibilità di raccogliere consensi alle Camere federali. Perché è lì che si decide…

E l’importante è anche che ci si convinca che il candidato ideale e perfetto al Consiglio federale, la figura che mette tutti d’accordo, da destra a sinistra, non esiste e non esisterà mai.

Al di là delle posizioni politiche, delle simpatie e delle antipatie, è una semplice questione di priorità e di coerenza, e la domanda è molto semplice: il Ticino politico ritiene davvero importante avere un proprio rappresentante a Palazzo? Sì o no? Tutto il resto è secondario. Ma sappiamo che alcuni politici ticinesi sono maestri di ‘tafazzismo’ anche quando ci sono in gioco interessi superiori e che il tiro al piccione – o il tifo contro - è uno degli sport che preferiscono.

Tornando a Cassis, sappiamo quali sono i suoi pregi – il principale, insieme all’affabilità che trasmette con il sorriso, è la sua abilità di paziente tessitore (è una ‘Penelope della politica’), la sua capacità di lavorare costantemente ‘sotto traccia’ -, e sappiamo anche quali sono i suoi difetti e i suoi talloni d’Achille, per restare in metafora omerica. Ieri il Blick li ha ben descritti.

Cassis ha molti amici ed estimatori ma anche parecchi nemici, non solo nella sinistra che si batte da anni per una cassa malati unica: la Federazione dei medici svizzeri non ha gradito, per esempio, che un proprio rappresentante di punta sia passato sul fronte ‘avverso’ delle casse malati – Cassis è oggi presidente del potente gruppo ‘Curafutura’, ma fino al 2011 era vicepresidente nazionale dei medici -. I medici potrebbero dunque dargli battaglia, ma più a livello di opinione pubblica che di pressione politica, perché non contano molto nell’Assemblea federale…

Contano invece, alla Camere, i rappresentanti dei cantoni tedeschi della Svizzera orientale, che potrebbero rivendicare la poltrona di Burkhalter con la senatrice sangallese Karin Keller Sutter, gradita anche alla destra, in particolare all’UDC. Certo, tutti si sono affrettati a dire che il successore di Burkhalter dovrà essere ‘latino’, ma non è scritto da nessuna parte che debba essere così. La composizione del Governo potrebbe anche essere un 5-2 anziché un 4-3…

Il Tour de Suisse di Cassis, ammesso che sia lui il candidato indicato dal PLR (sarà il Comitato cantonale a decidere entro l’estate), si preannuncia dunque molto impegnativo. La prima tappa sarà varcare il San Gottardo… Poi l’attendono le scalate più impegnative, a partire dalle audizioni nei gruppi dei vari partiti.

-- NB --
La stabilita' del governo Svizzero e' data storicamente da parecchi fattori.
La maggior parte non scritti. La famosa, e ogni tanto rimessa in discussione "formula magica" , impone
che ad un/a PLR succeda un/a PLR. Poi v'e' la questione linguistica: solitamente i romandi in governo sono 2 e non 3 come ora. Il Ticino avrebbe diritto, ogni tanto, ad un suo Consigliere federale. Quando venne eletto Burkhalter, se Fulvio Pelli, allora presidente del PLR nazionale, avesse corso, l'avrebbero eletto. Perfino Burkhalter riconosceva che fosse piu' preparato alla carica di lui medesimo. Ma Pelli, da furbastro qual e', se ne infischio' e preferi' mantenere succulenti mandati, per esempio quello di presidente di BancaStato (la banca cantonale ticinese) piuttosto che impegolarsi in una professione che richiede molta energia e rende esausti. Percio' anche l'ultima volta si trattava di ora o mai piu'. Il PLR non propose nemmeno ufficialmente la candidatura ticinese alternativa di Dick Marti, altro peso massimo del partito, il quale ciononostante qualche voto dall'Assemblea federale lo raccolse, sepur non sufficiente per continuare la corsa verso l'elezione.

Come siamo messi ora? Scordiamoci i pesi massimi, che non ci sono all'orizzonte. Sono tutte mezze calzette i nomi che circolano, menzionati da Bazzi. Forse il piu' idoneo alla carica sarebbe Merlini, ma una grave malattia probabilmente lo induce a rinunciare.

Il grave e' che tutte le mezze calzette, per definizione dei/delle mediocri, tendono a far parte della cosiddetta 5a colonna UE. Cioe', di rappresentare la volonta' popolare, piu' volte espressa, di non aderire mai all'UE, se ne fanno un baffo. Forse la sangallese Karin Keller Sutter e' la meno pro UE di tutti. Quindi al dunque, meglio un/a consigliere federale, anche non ticinese, che faccia la volonta' popolare (di non aderire all'UE) piuttosto che che un/a membro della 5a colonna UE. E comunque ridurrebbe le ambizioni esagerate dei Romandi a 2 soli Consiglieri federali su 7. Romandi che mai hanno rinunciato ad uno dei loro per favorire un/a ticinese. Altra regola non scritta.

Ci serve un/a Consigliere federale stile gnegne'? No, non ci serve! Esiste un alto profilo ticinese d'indiscusso valore? No non c'e', sono tutti mediocri e pro UE. E qui sta il punto. Di solito l'Assemblea federale, posta davanti alla scelta fra un alto profilo ed un profilo mediocre ha tendenzialmente sempre scelto il profilo mediocre. Altra regola non scritta: in Consiglio federale entrano soprattutto i mediocri.

Percio' smettiamola con questa semidiozia del rappresentante ticinese. I partiti fanno i propri interessi.
Un partito ticinese, a parte il movimento della Lega, non esiste. Lega che comunque conta la miseria di due parlamentari a Berna, e nessun senatore. E, ricordiamolo, stavolta tocca ad un/a PLR.

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