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CH - Centonze: no alla strategia energetica 2050


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Strategia energetica 2050: le bombe di Centonze
L'imprenditore tuona contro l'Ufficio federale dell'ambiente: "Nessun contatto con il mondo reale, è autolesionismo"

Redazione - 20 aprile 2017

A un mese dalla votazione sulla revisione della legge sull'energia – con le nuove disposizioni di legge che, secondo il Consiglio federale (*) serviranno a ridurre il consumo di energia, aumentare l'efficienza energetica e a promuovere le energie rinnovabili e a ridurre la dipendenza dalle energie fossili importate – il dibattito inizia a entrare nel vivo. Tra le prese di posizione più critiche nei confronti della Strategia energetica 2050 c’è quella, pubblicata sul Corriere del Ticino, dell’imprenditore e membro del direttorio di scienceindustries Emanuele Centonze.

“Energia 2050, una cambiale in bianco”, si intitola lo scritto di Centonze, secondo cui quello dell’Ufficio federale dell’ambiente è un approccio ideologico, “che non considera le possibili conseguenze per la popolazione e per l’economia”. Un vero e proprio “diktat”, evidenzia l’imprenditore di Balerna. “La costante delle proposte di questo dipartimento è la fuga in avanti rispetto allo sviluppo in Europa”, ma le conseguenze “non sono mai valutate”. Centonze cita l’esempio della tassa d’incentivazione sui composti organici volatili: “Solo la Svizzera la conosce, l’Europa ha risolto il problema senza danneggiare la propria economia”.

“Autolesionismo”, tuona Centonze. “La Svizzera da un lato lotta per ottenere accordi di libero scambio, dall’altro si danneggia con la proprie mani introducendo barriere non tariffarie contro la propria industria”. E soprattutto, “è inaccettabile che le conseguenze economiche non vengano minimamente valutate”, da parte di funzionari “chiusi in una torre d’avorio che non prevede alcun contatto con il mondo reale”.

Per Centonze l’energia è il motore dell’economia svizzera e “il fabbisogno energetico è destinato a crescere, con l’energia fossile che non potrà essere sostituita nel corto medio periodo”. La riduzione del consumo energetico proposta da Berna “ci porta dritti in un’economia pianificata”. Senza contare che “il contributo della Svizzera è irrilevante nel contesto mondiale”.

L’economia svizzera ha un problema di costi di produzione – spiega Centonze – In caso di accettazione della strategia energetica 2050 la deindustrializzazione della nostra economia verrà accentuata e vi vedremo sempre più confrontati con problemi sociali”.

“Questa legge – conclude l’imprenditore ticinese – diminuisce l’autonomia energetica, costringendoci a importare energia dall’estero”, come ad esempio la “discontinua produzione eolica tedesca oppure a fonti di energia estere meno pulite.

In conclusione, a rimetterci “saranno i consumatori, il personale, la competitività delle imprese e le regioni periferiche o di montagna”.

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(*) governo


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