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CH: hockey, storia di finali e di mercato


vic
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L'hockey come show-business sportivo attira moltissimo pubblico. A Lugano certamente piu' del calcio. Ad Ambri' per forza e' cosi'. A Berna ce ne stanno 17mila sugli spalti della pista. Essendo un ambiente chiuso, il baccano dei tifosi e' infernale. Per i tifosi del HC Lugano sembra di toccare il cielo, siccome la squadra sta disputando la serie al meglio di 7 partite, insomma la finale dei playoff contro il Berna. Finalmente! La tele RSI/LA2 le trasmette tutte (anche in streaming) queste partite, finora assai combattute e molto equilibrate. Stanno 1 a 1. Stasera alle 20h si gioca a Lugano.

E dire che 1/4 di secolo fa era normale assistere a questa finale: Berna e Lugano vi sembravano abbonati.

Nell'articolo qui sotto si parla del malvezzo odierno di traferire in continuazione giocatori, quasi senza tregua. Esempio: Diego Kostner gioca i playoff nel Lugano, ma ha gia' firmato per l'Ambri'. Sempre per i playoff e' arrivato (temporaneamente?) dal Canada Lapierre, uno che vince un sacco di ingaggi, scatena bagarre e poco piu'. Neanche un goal ha segnato finora. Il solito giornale gossipparo Blick ha messo in risalto il fatto che Petterson, il fromboliere svedese pare che l'anno prossimo giochi nel campionato russo. In teoria ha un contratto con l'HCL ancora per il prossimo campionato. Ma la' guadagnerebbe uno stipendio triplo. E a Lugano pagano stipendi da sogno, per un comune mortale. Business is business.

Ci sara' un limite o modificheranno il regolamento di modo che un giocatore puo' partire e arrivare addirittura a partita in corso? Sarebbe show totale. Soprattutto se per esempio un portiere, zacc, a partita in corso cambia maglia e va dall'altra parte. Cose che in politica sono normali. Il tifoso pagante, molto pagante, come la prenderebbe?

25a fa fischiavano cose del genere. Oggi, che se ne vedono di tutti colori in qualunque ambito, chissa'. Ad Ambri' hanno deciso di non piu' cantare canzoni dedicate ai giocatori, perche' sono stufi di vederli partire.

La storia di un caso precursore di questi trasferimenti, resi noti a playoff in corso, e' raccontata qui sotto. Slettvoll, severo allenatore svedese, porto' a Lugano e in Svizzera la mentalita' professionistica. Vinse tanto. Con un'ottima squadra. Oggi il gioco e' ancora piu' veloce. Ma pure il business. Di cui fa parte pure la tele, nel suo piccolo. Non versa di certo diritti stratosferici come nel calcio dei tornei FIFA e UEFA, ma sono belle cifre. E nuem a pagum. Due volte: come telespettatori costretti a pagare il canone, neanche fosse una tassa; e come eventuali tifosi, felici e beati di sborsare l'iradidddio per osservare lo show-business sportivo dal vivo.

Forse la tele di domani trasmettera' solo show-business sportivo. RSI/LA2 e' avviata decisa in questa direzione. Coi nostri soldi lo fa. Evidentemente anche con la nostra benedizione. Noi osserviamo la partita, loro osservano lo share, che siamo sempre noi.

A Roma si diceva: panem et circensem. Oggi vien da dire: non panem sed circensem. Oppure se si e' giocatori: panem circensem est - licenza grammaticale per conservare l'assonanza.

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Da:
http://www.gdp.ch/sport/hockey/vrabec-slettvoll-e-cose-daltri-tempi-id116954.html

Hockey - Storie
Vrabec, Slettvoll e cose d'altri tempi
La storia di Thomas Vrabec, attaccante e nazionale di primissima fascia a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, approdato al Lugano di Slettvol nell'estate del 1987.

di Piergiorgio Giambonini - 7 aprile 2016

Ormai il cosiddetto mercato dei giocatori all'interno della Lega Nazionale e' un'...attivita' che non conosce piu' pause, ne' regolamentari ne' d'altro genere, eccezion fatta per il periodo in cui arrivi e partenze a consumo immediato vengono giustamente bloccati in prossimita' di playoff e playout. Per il resto e' pero' diventato anno dopo anno un andirivieni senza ritegno e senza piu' limiti di tempo, dai cambi volanti di giocatori da un club all'altro, all'ormai consolidata sottoscrizione di trasferimenti e contratti con anticipo di mesi, se non addirittura di un'intera stagione. E nessuno, nemmeno tra pubblico e stampa, grida piu' allo scandalo o a quant'altro. Cosi' e', che piaccia o meno, questo mercato-quattro-stagioni.

E' una riflessione, o piuttosto un dato di fatto, che induce a ripensare a quanto invece "scandalosi" erano ritenuti fino a non moltissimi anni fa questi trasferimenti perfezionati a campionato in pieno svolgimento. E la storia che raccontiamo oggi ci riporta allora al 1990, e ad un caso che fece parecchio scalpore nel suo sviluppo e nelle sue conseguenze. Un caso legato oltretutto alla quinta... edizione della finale-scudetto tra Lugano e Berna in pieno svolgimento. Un quarto di secolo fa, il titolo nazionale bianconeri e bernesi se lo giocarono infatti tra di loro addirittura per tre volte consecutive, tra il 1989 e il 1991: la prima e la terza di quelle storiche finali la vinsero gli orsi, la seconda invece i ticinesi.

E tra le molte storie di quella tripla sfida tra HCL e SCB, il tema di cui sopra ci porta a parlare di Thomas Vrabec, uno degli attaccanti e nazionali di primissima fascia a cavallo appunto tra gli anni Ottanta e Novanta. Classe 1966, centro e all'occorrenza ala, cresciuto a Lucerna ed approdato in LNA con il Coira, Vrabec arriva alla corte di Slettvoll nell'estate del 1987, per due stagioni e mezza viaggia a una media personale superiore al punto a partita (per l'esattezza: 89 reti e 58 assist in 123 partite!) e nel 1988 vince il suo primo titolo nazionale. Gia', due stagioni e mezza, perche' poi nel febbraio del 1990 il nostro la combina - per quei tempi... - grossa: firma cioe' troppo presto un contratto con il Berna in quegli anni "odiato" avversario per eccellenza dei bianconeri. Slettvoll la prende malissimo, e non ci pensa un attimo a togliere dalla formazione uno dei suoi migliori attaccanti.

Fatto sta che in quella che rimarra' la regular-season piu' produttiva in assoluto della sua carriera, Thomas Vrabec segna 31 reti ma proprio nell'ultima serata di campionato, subito dopo aver infilato una tripletta all'Olten si infortuna leggermente, e la sua avventura in maglia HCL termina in pratica in quel momento. Nei giorni dell'arrivo alla Resega di quello Tsujiura che lancera' definitivamente i bianconeri verso la conquista del loro quarto scudetto, Vrabec fa ancora una breve apparizione nel primo tempo di gara-1 di semifinale contro il Kloten, e si becca pure i fischi (ingenerosi ed immeritati, peraltro...) della Resega. Poi sparisce di scena: ufficialmente perche' non del tutto ripresosi, ma di fatto per scelta per cosi' dire tecnica di John Slettvoll. E intanto il Lugano va a chiudere la finale "best of 5" in gara-4 nell'allora Allmend. La sua "vendetta" l'attaccante confederato la consuma poi fredda - come s'usa dire - di li' a un anno.

Nel marzo del 1991 quello che e' appunto diventato il suo Berna chiude la finale vincendo a sua volta gara-4 in casa dei rivali, e lo fa addirittura nell'overtime, con un tiro di Rauch dalla linea blu corretto rocambolescamente alle spalle di Bachschmied, incredibile ma vero, proprio da Thomas Vrabec! Che a Berna giochera' in totale sei stagioni, nel 1992 vincera' il suo terzo titolo consecutivo (il quarto in cinque anni!) e nel 1996 concludera' la sua carriera in veste di capitano degli orsi.


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