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CH: sulla candidatura Gobbi al CF


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http://www.liberatv.ch/articolo/31214/gobbi-consiglio-federale-piu-pro-che-contro-ma-deve-esserci-spazio-anche-chi-dice-no

Gobbi in Consiglio Federale: piu' pro che contro. Ma deve esserci spazio anche per chi dice "no" al ministro leghista. Purche' porti argomenti
L'ANALISI - Il compito dell'opposizione nostrana e' quello di produrre un ragionamento politico in grado di sostenere che se Gobbi fosse eletto in Consiglio Federale sarebbe piu' dannoso per il Ticino e per la Svizzera che se ne restasse fuori

di Andrea Leoni - 10 novembre 2015

La candidatura di Norman Gobbi al Consiglio Federale (+) sta suscitando dibattito in Ticino come in Svizzera. L'articolo pubblicato oggi dal Blick era ampiamente prevedibile: non l'avessero scritto loro, l'avrebbe fatto senz'altro qualche altra testata. Quando aspiri a una carica di quel tipo li', e' normale che presente e passato siano radiografati nel dettaglio. E che le parti piu' controverse della radiografia diventino elemento di polemica e di divisione. Elementi di cui l'interessato deve rendere conto, come ha peraltro fatto il Consigliere di Stato leghista. Nei prossimi giorni ci saranno di certo altre puntate con opinioni forti e provocazioni urticanti. Fa parte del gioco quando in ballo ci sono molteplici interessi politici, economici, regionali ed editoriali.

Anche nel nostro Cantone Norman Gobbi divide. E anche questa non e' una novita'. Il profilo del ministro leghista non e' per tutti e a tutti non puo' piacere: e' molto di destra e in questo senso perfettamente in linea con l'UDC nazionale (che deve essere libera di scegliersi i candidati che preferisce, esattamente come tutti gli altri partiti, senza che nessuno faccia con arroganza esami del sangue preventivi). Il ministro delle istituzioni non e' Marco Borradori (*) o Claudio Zali (**) insomma. Le scelte fatte sopratutto negli ultimi due anni - dopo, qualcuno si ricordera', che molti in casa sua l'accusavano di non fare abbastanza il leghista... - hanno scatenato roventi polemiche. Ma poi le urne hanno parlato e lo hanno fatto in maniera chiara: Gobbi e' stato rieletto con una votazione piu' che brillante. Sorprendente per ampiezza di consensi considerato il Dipartimento che dirige (***) e le battaglie ingaggiate. Non e' l'unica cosa che conta, ma in democrazia e' la cosa che conta piu' di tutte. E bisogna pur tenerne conto e prenderne atto.

Con un'aggiunta importante: la presenza in un Esecutivo di profili politici con personalita' e posizioni chiare e nette, di destra o di sinistra, puo' produrre compromessi, e quindi soluzioni, migliori rispetto ai semolini che spesso e volentieri cucinano i ministri grigi ostaggi dell'amministrazione e delle lobby.

Detto questo la passione nel duello politico fa parte del nostro modo di vivere la politica. Nessuna candidatura fara' mai l'unanimita' nel nostro Cantone (e ci mancherebbe altro!). Neppure Gesu' Cristo ha messo tutti d'accordo e pretendere che lo faccia il ministro leghista, o un qualsivoglia esponente politico, e' un po' troppo ambizioso, per non dire megalomane... Non puo' e non deve essere questo il piano del confronto. Come sempre nel nostro sistema democratico va ricercata e costruita la maggioranza piu' ampia possibile, non il pensiero unico. E' anzi necessario e salutare che vi sia un'opposizione: la stessa Lega si mise di traverso quando ci fu l'ipotesi Dick Marty (PLR) e invece sostenne la candidatura di Patrizia Pesenti (PS) o quella "immaginata" di Fulvio Pelli (PLR).

Il dissenso pero' deve essere di merito, se ambisce ad essere interessante e convincente per chi e' dubbioso. Vale a dire che il compito dell'opposizione nostrana e' quello di produrre un ragionamento politico in grado di sostenere che se Gobbi fosse eletto in Consiglio Federale sarebbe piu' dannoso per il Ticino e per la Svizzera che se ne restasse fuori. O che sarebbe piu' dannoso dei ministri attualmente in carica. Questa e' la sfida affascinante e impegnativa di chi dice "no". Altrimenti siamo solo al piccolo gusto del sabotaggio partitico, alle vendette politiche, all'esibizione del nulla su Facebook (per chi crede che Facebook sia un termometro affidabile della societa', e non lo e': vale anche per i sostenitori).

Ben inteso: le misure, o le miserie, appena elencate sono tutte legittime, magari pure "vincenti" sul breve periodo, ma alla lunga portano solo al rafforzamento di chi si vuol combattere: per informazioni rivolgersi ad Eveline Widmer Schlumpf.

Marina Carobbio ha recentemente scritto che per lei non e' sufficiente che un candidato al Consiglio Federale sia ticinese per sostenerlo. Messa in questi termini chi non sarebbe d'accordo? Un candidato, al di la' della sua provenienza e delle sue posizioni, deve essere prima di tutto idoneo a svolgere la funzione a cui aspira. Ed e' qui che il ragionamento della Consigliera Nazionale socialista zoppica un po'. Perche' Carobbio non entra nel merito delle capacita' di Gobbi: ha le caratteristiche per essere un uomo da Esecutivo nazionale? Ha la levatura per affrontare i problemi che sarebbe chiamato a sbrogliare? Perche' il suo profilo, molto tranchant su alcuni punti, potrebbe essere utile o dannoso al Governo del Paese e nel lavoro con il Parlamento? Sono le risposte a queste domande che renderebbero il dibattito di questi giorni piu' ricco, coinvolgente e interessante.

Invece la presidente della Deputazione ticinese alle Camere si limita a porre condizioni, certo importanti, ma in concreto piuttosto vaghe e dal retrogusto ideologico quali "il mantenimento dell'adesione della Svizzera alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo - che molti rappresentanti UDC vorrebbero addirittura disdire - e la salvaguardia del diritto d'asilo". Si potrebbe controbattere, utilizzando la stessa formula di Carobbio: basta questo per essere un buon candidato al Consiglio Federale? Tutto qui? E quando esattamente Gobbi ha messo in pericolo o ha violato questi "principi essenziali"?.

Essere ticinese non e' tutto ma non perdiamo di vista il fatto che e' molto nella situazione in cui ci troviamo. Tornare ad avere un nostro rappresentante in Consiglio Federale e' ormai diventata una questione quasi di "sopravvivenza federalista" per il nostro Cantone. Per questo ogni candidatura del nostro Cantone con le carte in regola va in generale incoraggiata e sostenuta. I pro sono molti piu' che i contro. Vale anche, secondo chi scrive, nel caso di Gobbi. In generale, pero', e lo sottolineiamo: perche' deve esserci lo spazio, se ci sono buoni argomenti, per dissentire anche su un ticinese. Se ad esempio, ed e' solo un esempio tra molti ipotizzabili, si presentasse un nostro concittadino favorevole all'adesione della Svizzera all'Unione Europea, non lo sosterrei mai. Ma proprio mai.

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(+) governo nazionale; e' di tipo collegiale a 7 membri
(*) Marco Borradori e' stato per diverse legislature nel governo cantonale, dove dirigeva il Dipartimento del Territorio; alle elezioni raccoglieva voti come nessun altro, tantissimi fuori dal suo partito. Attualmente fa il sindaco di Lugano, dove deve tirar fuori la citta' dal buco finanziario, ma anche progettarne un futuro con meno banche.
(**) Claudio Zali, ha lasciato l'attivita' di giudice per darsi alla politica; siede nel governo cantonale dove dirige con competenza e pragmaticita', senza troppe parole, il Dipartimento del Territorio
(***) Norman Gobbi dirige il Dipartimento delle Istituzioni, che comprende polizia, sicurezza, magistratura, rapporti cantone-comune, ecc.

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Da:
http://www.liberatv.ch/articolo/31211/ades-ghe-scia-l-negar-il-blick-come-indiana-jones-riesuma-larcheo-scheletro-di-gobbi

"Ades a ghe' scia' 'l negar", il Blick come Indiana Jones: riesuma l'archeo scheletro di Gobbi. Intanto Brunner liscia il leghista: "Lo si vuole o no un ticin
ese in Governo? Proporro' un triplo ticket". E sui social sfida tra ultra'

Il tormentone Gobbi-in-Consiglio-federale, da Carter al post sullo "zimbello"

di emmebi - 10 novembre 2015

BELLINZONA - E ti pareva che non rispuntava la vecchia storia del "negar". Il Blick oggi fa il contropelo a Norman Gobbi, la cui candidatura al Consiglio federale evidentemente non piace alla sinistra svizzera, ne' a quella che mangia Wiener Schnitzel e pommes frites ne' a quella che si nutre a caviale.
Il quotidiano d'oltralpe non poteva perdersi la ghiotta occasione di aprire l'armadio di Gobbi e di tirar fuori lo scheletro, che era li' dentro appeso ad aspettare di essere riportato alla luce come un archeo-reperto di Indiana Jones.

Titoli a caratteri cubitali: "Dieser Hooligan will fuer die SVP in den Bundesrat" - Questo hooligan vuole entrare in Consiglio federale con l'UDC -, e "Jetzt kommt der Neger!" - "Ades a ghe' scia' 'l negar", la famosa quanto inopportuna frase pronunciata (e condita con mimica scimmiesca) da Gobbi alla Valascia nel novembre del 2007 durante un derby. Frase riferita al giocatore canadese di colore Anson Carter, che allora militava nelle fila del Lugano.

Episodio che costo' a Gobbi, allora membro del Consiglio di amministrazione dell'Ambri', una multa di 2'000 franchi da parte della Lega hockey.
Il Blick ricorda che Gobbi si scuso' con Carter e riporta anche una sua dichiarazione: "E' stato un goffo incidente. Me ne dispiaccio, ma ho imparato la lezione".

Intanto, sul Corriere del Ticino, il presidente dell'UDC Toni Brunner difende a spada tratta la candidatura del presidente leghista del Governo ticinese, ricordando gli anni in cui sedette in Consiglio nazionale: "Era membro del nostro gruppo e posso dire che era assolutamente sulla nostra linea. Inoltre mi ha subito colpito per la sua capacita' di creare contatti e anche di ascoltare e accettare, essere insomma collegiale".
Brunner torna poi sulla necessita' di riportare un ticinese sotto il cupolone di Palazzo federale: "Dal 1999 il Ticino non e' piu' in Governo; e nella Svizzera tedesca abbiamo diversi candidati. Con queste basi un ticket a tre mi pare l'opzione piu' allettante. Io pero' non sono il gruppo UDC. Sono il presidente e portero' questa idea davanti al presidio del gruppo lunedi' prossimo".
E ancora: "Il triplo ticket sarebbe un'offerta attrattiva per l'Assemblea federale, perche' allora la questione ticinese potrebbe essere davvero tematizzata (...). Di fronte a un romando, uno svizzero-tedesco e un ticinese i gruppi dovranno chiedersi qual e' la scelta piu' sensata".

La candidatura di Gobbi non poteva non essere tematizzata anche sui "social". Su Facebook si sfidano due gruppi di "ultra' ", quelli favorevoli e quelli contrari al ministro leghista.
"Non vogliamo Gobbi a Berna. Meglio un romando o uno svizzero tedesco decente piuttosto che un ticinese impresentabile", e' lo slogan del gruppo "Gobbi non mi rappresenta", creato in questi giorni su Facebook e che conta ad oggi circa 630 fans.
Post tipo: "Lega e l'UDC berciano contro gli svizzeri che hanno il doppio passaporto. Come fanno a essere fedeli a due Paesi diversi?", si chiedono. E ancora: "Che succede se i due Paesi hanno politiche/idee/passioni differenti?". E su 'sta cosa ci fanno due coglioni cosi'. Un esempio? Ada Marra e la foto con la maglia della Nazionale di calcio italiana. Una storia che francamente non si puo' piu' sentire, per quanto ci hanno tritato le gonadi. Pero'... appartenere a due partiti diversi non crea lo stesso problema? Che succede se la Lega e l'UDC su qualche questione dovessero avere posizioni divergenti? A chi sara' fedele Gobbi?.

Lo slogan del gruppo "Gobbi mi rappresenta", che conta circa 380 fans, e' invece "Un ticinese in Consiglio Federale. Norman Gobbi e' la persona giusta al posto giusto!".
In questa pagina, oltre alla foto-story di Norman dagli anni dell'adolescenza ad oggi, spicca un post interessante, che merita citazione: "E se quelli dell'UDC avessero bisogno di uno zimbello? Zimbello: uccello che viene usato come richiamo per altri uccelli, il merlo e' un uccello che, di regola abbocca facilmente".

Ecco, sul tormentone Gobbi-in-consiglio-federale per oggi e' (quasi) tutto.


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